Una storia che ha
radici lontane quella
del calcio femminile.
Il percorso in salita
compiuto dalle società
di calcio femminile
nel panorama sportivo
Italiano è stato, fino
al 1986, esterno alla
"storia" centenaria
della FIGC, ma non per
questo senza identità
e fermenti.Le prime
notizie di attività di
calcio femminile in
Italia risalgono al
1930 quando a Milano,
in via Stoppani 12,
viene fondato il
Gruppo Femminile
Calcistico e,
riportano i referenti
dell'epoca, le
giocatrici scendono in
campo in sottana al
contrario delle
colleghe tedesche ed
inglesi, nazioni in
cui, fra l'altro si
giocava già dal 1910.
La storia è parca di
notizie: queste le
tappe significative.
1946: a Trieste
nascono due squadre di
calcio femminile la
Triestina e le ragazze
di San Giusto;
nel 1950 a Napoli
viene fondata
l'Associazione
Italiana Calcio
Femminile (AICF) con
l'adesione di diverse
società;
nel 1959 a Messina si
gioca la partita
Roma-Napoli e con
questa gara termina la
storia dell'AICF;
nel 1965 a Milano
all'Arena, si disputa
Bologna-Inter le cui
atlete, tutte
milanesi, hanno tra i
14 e i 17 anni e
l'allenatrice di
entrambe le compagini
nonché l'arbitro dell'
incontro è Valeria
Rocchi; nello stesso
anno nascono le
società Genova e
Giovani Viola.
L'anno 1968 è
comunemente indicato
come l'anno zero:
nasce la Federazione
Italiana Calcio
Femminile; nel periodo
maggio - settembre si
disputa il campionato
Italiano a due gironi
(Nord e Sud) di cinque
squadre ciascuno e
viene assegnato il
primo scudetto con una
finale, giocata a
Pisa, che vede di
fronte Genova e Roma e
che assegna la
vittoria alla squadra
ligure.Tutto sembra
proseguire sotto i
migliori auspici ma...
a Roma, il 31 gennaio
1970 dieci società
abbandonano la FICF e
firmano l'atto
costitutivo della
Federazione Italiana
Femminile Giuoco
Calcio con Presidente
Aleandro Franchi.
Per la prima volta si
parla di serie A,
girone unico di 14
squadre; serie B,
suddivisa in quattro
gironi per un numero
complessivo di 24
squadre; si fissano
norme sui tesseramenti
e ci si "pone il
problema" delle visite
mediche.
Sono quindi due le
Federazioni, FICF e
FFIGC che organizzano
due campionati
italiani, due vincenti
il titolo italiano
(Gomma Gomma Milano
FFIGC e Real Torino
FICF) e tale
situazione si protrae
fino al 1972 quando,
grazie all'opera
dell'avvocato Giovanni
Trabucco a Firenze, le
due realtà
confluiscono dando
vita alla Federazione
Femminile Italia Unita
Giuoco Calcio (FFIUGC)
presidente della quale
verrà eletto lo stesso
avvocato che terrà
tale carica fino
all'ingresso nella
FIGC, nel 1986, e si
parte con 45
formazioni che
disputeranno un
campionato suddiviso
in quattro gironi.
Con l'avvocato
Trabucco l'attività
prende slancio, viene
strutturata sulla
falsa riga della FIGC
cui tutte le società
del femminile guardano
con un misto fra
timore reverenziale e
curiosità.Anno dopo
anno si sviluppa la
struttura federale con
il Presidente, due
vice presidenti,
presidenti nel
contempo della Lega
Naziona1e e della Lega
Regionale (fra i quali
ricordiamo l'avvocato
Tobia di Roma e
l'avvocato Levati di
Monza), consiglieri
federali e vengono
organizzati i
Campionati: Nazionali,
serie A e B,
Interregionale serie C
e regionale serie D,
nonché l'attività
giovanile a livello
provinciale e di
tornei.
Le norme sul
tesseramento cambiano
in continuazione per
arrivare al vincolo
quadriennale in vigore
fino al 1996 (ben
dieci anni dopo essere
confluiti nella FIGC).
Nel 1980, a
Bergamo,viene
costituita
l'Associazione
italiana calciatrici
il cui presidente
(ricordiamo la
professoressa
Annamaria Cavarzan)
entra a far parte del
Consiglio Federale
portando le istanze
delle atlete.Tale
associazione
continuerà ad operare
fino al 1989, anche
con la Divisione
calcio femminile della
LND, per poi
sciogliersi
spontaneamente. Nel
1983 la FIGC Femminile
verrà riconosciuta
come aderente al Coni
(ricevendo anche un
contributo in termini
economici) e si
cominciano ad
organizzare le
strutture dei comitati
regionali e
provinciali ai quali
verrà affidata
l'attività
promozionale.Durante
questi anni,
al1'interno del1a FIGC
Femminile opererà un
settore arbitrale la
cui guida sarà
affidata al1'arbitro
internazionale Pieroni
di Roma che si avvarrà
del1'aiuto di arbitri
"dismessi" dal settore
del1a FIGC; inoltre
verranno organizzati
veri e propri corsi
che rilasceranno un
patentino per i
tecnici che potranno
però operare solo
nel1'ambito femminile.Nel
frattempo l'attività
sui campi si svolge da
gennaio a dicembre con
una sosta di 20 giorni
ad agosto con
l'intento di occupare
gli spazi estivi
lasciati vuoti dal
calcio consolidato.
Questa organizzazione
del campionato durerà
fino al 1985 anno in
cui si disputeranno
due campionati: il
primo da gennaio ad
agosto e il secondo da
settembre a giugno per
adeguarsi al1a FIGC.
L'attività femminile
viene quindi
inquadrata nel1a LND
con la costituzione
del Comitato Calcio
Femminile: vengono
mantenuti i diritti
acquisiti in ordine al
patrimonio atlete e al
posto negli organici
dei Campionati
nazionali e regionali
e non viene disputata
la Coppa Italia.
Al1'interno della LND,
a partire dal 1987,
vengono costituite
varie commissioni per
studiare norme ad hoc
per lo sviluppo del
calcio femminile e nel
1989 viene nominato il
primo presidente,
Maurizio Foroni, il
quale continua sul1a
strada delle
Commissioni
al1'interno del1e
quali è cooptata la
presidentessa
del1'Associazione
calciatrici. Si cerca
inoltre di incentivare
l'attività a livel1o
regionale. Nel 1991
viene nominata
presidente Evelina
Codacci Pisanel1i che
articola l'attività
'nazionale con una
serie A a 14 squadre e
la serie B a due
gironi di 12 squadre
ciascuno mentre inizia
l'opera di
coinvolgimento dei
presidenti regionali,
opera che sarà
continuata
dal1'attuale
presidente Natalina
Ceraso Levati. Mentre
le società attendono
la possibilità di
eleggere direttamente
il loro presidente
viene nominata a
ricoprire il ruolo di
presidente delegato
Marina Sbardel1a che
organizza il 1° torneo
giovanile, a livello
regionale e nazionale,
con una fascia d'età
compresa fra i 12 ed i
17 anni. Inoltre
al1arga la serie A a
sedici squadre ed
organizza il
campionato di serie B
in tre gironi a 10
squadre. Il primo
maggio 1997 per la
prima volta
dal1'entrata nella
FIGC le società
militanti nei
campionati nazionali
di serie A e B
eleggono il presidente
del1a Divisione Calcio
Femminile nella
persona di Natalina
Ceraso Levati in
ottemperanza al1a
nuova normativa che
prevede anche un
consiglio di
presidenza composto da
sei persone (3
presidenti di comitato
e 3 consiglieri scelti
dal presidente di
divisione).
L'attività a carattere
nazionale si articola
così: serie A con 16
squadre partecipanti e
girone unico; serie B
con 14 squadre divise
in tre gironi.Viene
istituita la Super
Coppa da disputarsi
fra la vincente la
Coppa Italia ed il
campionato di serie A.
Proseguendo nell'opera
di sviluppo, nel 1998,
le società
partecipanti alla
serie B vengono
suddivise in 4 gironi
di 12 squadre con play
off finali per
individuare le tre
vincenti che
accederanno alla serie
A.Viene poi istituito
il torneo Under 14 per
rappresentative
regionali con atlete
partecipanti ai tornei
pulcini, esordienti,
giovani calciatrici
per incrementare il
numero delle
praticanti. Vengono
inoltre organizzati
numerosi stage con la
collaborazione dei CR
sotto la guida dei
tecnici delle
nazionali per
individuare atlete da
inserire nella rosa
della nazionale Under
18. Nel 1999 viene
istituito inoltre in
collaborazione con il
settore giovanile
scolastico, il torneo
di calcio a 8 per
incentivare
l'attività. Nel
contesto di un
crescente interesse,
con un costante
incremento di
tesserate (9667
atlete) e di società
(396), la Nazionale
femminile rappresenta
la punta del1'iceberg
e la partecipazione al
Mondiale in USA
servirà da
palcoscenico per la
promozione di questo
sport. Nella stagione
2001/2002 si arriva a
401 società con quasi
500 squadre che si
fronteggiano
all'interno di
campionati
provinciali, regionali
e nazionali. Nel
2002/2003 sono 19004
le atlete tesserate
F.I.G.C. considerando
sia le calciatrici
L.N.D. che quelle
S.G.S. per un totale
di 22004 tesserate
considerando anche le
calciatrici tesserate
con gli Enti di
Promozione Sportiva.Tali
numeri consentono di
dedurre un incremento
di praticanti
stagionale del 15%. Le
donne che allenano
squadre a livello
nazionale sono 11.
Le donne arbitro
facenti parte della
Can D sono 13 di cui 4
internazionali. Le
assistenti 22 di cui 4
internazionali. Nella
stagione 2003/2004 i
Campionati Nazionali
organizzati dalla
Divisione Calcio
Femminile contano 85
squadre così
suddivise:
- 13 Serie A Girone
Unico
- 24 Serie A2 Due
Gironi
- 48 Serie B Quattro
Gironi
Si evidenzia inoltre
che la Divisione
Calcio Femminile ha
raggiunto fra l'altro
i seguenti obbiettivi:
· Uefa Women's Cup per
clubs, alla 3^
edizione
· Italy Women's Cup
per clubs, alla 1^
edizione
· Campionato Primavera
Under 19, alla 5^
edizione
· Torneo per
Rappresentative Serie
B, alla 3^ edizione
· Istituzione
Campionato Serie A2
· Trasmissione su Rai
Sat gare Campionato
Serie A
. Supercoppa
DAL SITO
WWW.DATASPORT.IT
|