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Giacinto
Facchetti
Era già Sua la storia. Ora siede sul trono
dell’Eternità.
Giacinto
Facchetti ci ha lasciato troppo velocemente per non
confondere, in questi attimi, il dolore e la rabbia, il
senso d’ingiustizia e la preghiera. Ci ha lasciato dopo
aver giocato, con determinazione e stile, l’ultima
partita. Spinto nel campo del dolore da un destino
nascosto, improvviso, bastardo. L’atleta, nella testa e
non solo nel fisico, nella morale e nei riti di una vita
quotidiana all’insegna della lealtà e dello sport, ha
lasciato il posto all’uomo di 64 anni sorpreso, colpito,
ferito, ma non vinto. Ha stretto i denti, ha combattuto
sorretto dall’affetto dei suoi cari, di Massimo Moratti,
di tutta l’Inter e di tutti gli interisti, mai
abbandonato dal campionato infinito di amici che aveva,
che ha, che lascia attoniti, storditi, in Italia e nel
mondo. Oggi ci ha lasciati il diciannovesimo presidente
della storia dell’Inter, il campione nerazzurro e
azzurro indimenticato e indimenticabile, il dirigente
italiano stimatissimo in Fifa e Uefa, il marito, il
padre, il nonno, l’amico.
Oggi ci ha lasciato Giacinto Facchetti, una persona per
bene.
F.C. Internazionale
È successo
tutto in un maledettissimo giorno uguale a tanti altri.
Un giorno senza segnali, senza avvertimenti, un giorno
col cielo al suo posto, e non c’era modo di capire che
un attimo dopo, si sarebbe capovolto. Quanto ci mettono
a dirti che il tempo ti si è ristretto e non hai più
garanzie? Pochissimo.
Per Giacinto Facchetti, quel giorno era stato fino a
quel momento normale. Poi è seguito il silenzio. Lo
chiedeva lui, anzi lo chiedeva quella famiglia così
incredibilmente bella e unita che aveva intorno, con lui
faceva un tutt’uno, erano qualcosa di raro, i Facchetti,
tutti avremmo voluto una piccola parte in una famiglia
così. Adesso, anche a loro, resta questo.
Le
immagini di un ragazzo diventato uomo correndo dietro a
un pallone, e rimane una grande lezione di vita, perché
era un uomo pacato capace di grandi slanci, corretto
fino all’inverosimile, per cui nemico acerrimo di tutte
le slealtà, fortissimo, integro, figlio della provincia
ma abituato a sedersi a qualsiasi tavola.
Era un uomo da re e da operai. Era un amico leggendario.
Era un eroe da romanzo, Arpino lo sapeva bene. Un
romanzo di vita, di classe, di essenzialità.
La prima cosa che faceva dopo le partite, era chiamare
casa, i suoi figli, e Massimo Moratti. Troppe volte,
quando qualcuno scompare, di lui si cercano le solo le
cose buone.Il fatto è che di Giacinto Facchetti puoi
dire solo quelle, che di cose cattive non ne trovi. Le
malattie sono bastarde. Colpiscono a caso, non interessa
se uno è stato buono, cattivo, perfido. Se lascia molto
amore o poco. Giacinto lascia senz’altro molto amore, e
quindi un infinito dolore, dietro di sé. Ma forse è
sempre così. Una cosa è la conseguenza dell’altra.
Vengono in mente tante cose. Quando raccontava di suo
nonno che aveva l’Unità in tasca, e quando invece
parlava del suo oratorio, dove giocava da piccolo.
L’attenzione affettuosa, mai abbandonata, con cui si
riferiva a Helenio Herrera. I diari del Mago li aveva
tenuti lui.
L’amicizia profonda, nata che erano due ragazzi, che lo
ha legato a Massimo Moratti. Fino all’ultimo, uno c’è
stato per l’altro, e l’altro c’era. Credendo in un
miracolo, perchè tutti ci abiamo creduto. Se c’era un
uomo che se lo meritava, quello era Giacinto Facchetti.
Ed era talmente forte, talmente integro, che a volte il
miracolo sembrava arrivare.
La rabbia che lo prendeva quando capiva che ci stavano
fregando, e lo facevano da tanto, troppo tempo.
La fretta con cui si alzava da tavola, negli alberghi,
se c’era una partita in televisione.
La chiarezza con cui inquadrava caratterialmente un
giocatore.
Il suo odio per il fumo, su questo era intransigente.
La gentilezza con cui parlava. La lettera che scrisse
alla sorella di George Best, lo scorso anno, in ricordo
di un campione diversissimo da lui, ma che aveva sempre
stimato.
E la dignità con cui passò oltre la scomparsa della
propria sorella, cancro, anche lei, e invece la felicità
del suo primo giorno da nonno. La fermezza che aveva. I
suoi occhi, così chiari. L’amicizia che dava e che ci si
trovava a dargli. Lunghe ore a parlare, a valutare, a
raccontarsi. Storie di calcio e di vita, giorni buoni e
cattivi, una tale infinità di giorni insieme da pensare
che non sarebbero finiti mai. E poi, mai così. Fino a
quel giorno in cui ci ha chiesto silenzio e tutti
abbiamo obbedito, stando ad aspettare un miracolo.
Quando le cose finiscono, ti chiedi dove vada a finire
tutto questo, se in cielo, in un’altra dimensione o in
niente. Certo, ti resta nel cuore. Ma in questo momento,
per tanti di noi è un cuore spezzato. È andato a pezzi
in un giorno maledettamente uguale a tanti altri. Senza
segnali, senza avvertimenti, col cielo che se ne stava
come sempre al suo posto.
Si è capovolto all’improvviso.
Di Susanna
Wermelinger
Cinquantuno anni fa il debutto
azzurro di Facchetti
Era il 27 marzo 1963,
Turchia-Italia 0-1, match di ritorno valevole per il
primo turno delle qualificazioni agli Europei del 1964
MILANO
- Il 27 marzo 1963 ad Istanbul, nel match di ritorno
valevole per il primo turno delle qualificazioni agli
Europei 1964, debutto in azzurro per Giacinto
Facchetti, che chiuderà la carriera in
nazionale con 94 presenze e 3 reti. In quel match
l'Italia si impose 1-0 sulla Turchia grazie alla rete di
Sormani a 4' dalla fine. Facchetti chiuse la carriera
azzurra con Inghilterra-Italia 2-0 del 16 novembre 1977,
dopo essere stato in 70 delle 94 partite il capitano
azzurro, aver vinto gli Europei del 1968 ed essendosi
laureato vice-campione del Mondo nel 1970.
27.03.2014
- tratto da INTER.IT

Giacinto Facchetti era nato a
Treviglio, nella cosiddetta
Lombardia operosa, il 18 luglio
del
1942.
Allora, Armando Picchi, a
Livorno, aveva compiuto da un
mese sette anni. Ovviamente
nessuno dei due sapeva nulla del
proprio destino.
Il calcio nerazzurro è stato il
comun denominatore di due icone
dell'Inter, che hanno giocato
insieme per effettuare quella
scalata al Mondo che tutti hanno
in mente come 'La Grande Inter'.
Picchi il Capitano, Facchetti il
difensore goleador. Di Armando
raccontano fosse un vero
allenatore in campo, magari
qualche volta perfino a scapito
delle indicazioni di Helenio
Herrera il Mago. Di Giacinto si
sa tutto, delle sue galoppate
verso le rete, un rivoluzionario
nel suo genere. Non avrebbe mai
fatto nulla di testa sua a
scapito del Mago, anzi i
quaderni di HH finirono proprio
a lui.
Armando lascia il teatro delle
vita prestissimo, nel 1971. E'
il 27 maggio, mese di scudetti e
traguardi, e il mondo nerazzurro
ascolta la notizia incredulo.
Anche Giacinto lo è, sta ancora
giocando, anzi vince lo
Scudetto. Sarà in campo per
altre sette stagioni, poi
diventerà dirigente e infine
presidente. Scompare nel 2006.
Due leggende intramontabili.
23.12.2013
- tratto da INTER.IT

IN RICORDO DI GIACINTO FACCHETTI
MILANO -
In ricordo
di Giacinto Facchetti:
NAPOLITANO: "UN
SIMBOLO DELLO SPORT ITALIANO"
ROMA (ANSA) - "Partecipo
commosso al profondo dolore
della famiglia per la morte di
Giacinto Facchetti, uno dei
maggiori protagonisti della
storia dello sport italiano.
Resta di esempio per le nuove
generazioni l'attaccamento ai
valori di lealtà e di agonismo
che hanno fatto di lui un grande
campione e manager". Così il
presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano in un
messaggio alla famiglia
Facchetti. "Simbolo dello sport
italiano - aggiunge il capo
dello Stato - ha saputo
dimostrare nel corso della sua
lunga carriera non soltanto le
doti tecniche di calciatore ma
anche la correttezza, la
compostezza e la professionalità
come dirigente. La morte di
Facchetti rappresenta una grave
perdita per il calcio e per lo
sport italiano".
L'UEFA PIANGE IL "GRANDE
CAMPIONE"
NYON - (Adnkronos) - Attraverso
una nota apparsa nella prima
pagina del suo sito internet, la
Uefa piange la scomparsa del
''Grande Facchetti'', ''capitano
dell'Italia nella finale di
coppa del mondo del 1970 contro
il Brasile''. La Uefa ricorda,
tra l'altro, anche il ''ruolo
chiave'' ricoperto da Giacinto
Facchetti nella Grande Inter del
1964 e 1965, per due volte
consecutive campione d'Europa.
J.ZANETTI: "GIACINTO CI
MANCHERA' TANTISSIMO"
"C'è un immenso dolore da parte
di tutti noi e da parte di tutta
la famiglia nerazzurra. Giacinto
ci mancherà moltissimo perchè
era una persona straordinaria,
un essere umano molto molto
buono, in tutti i sensi. Ha
fatto parte e farà sempre parte
della storia dell'Inter. Oggi è
un giorno molto triste anche
perchè lui è sempre stato vicino
a noi, vicino a tutti. Ripeto:
Giacinto ci mancherà
tantissimo".
PETRUCCI: "LO SPORT PERDE UN
GRANDE CAPITANO"
ROMA (ANSA) - "Il mondo dello
sport piange oggi uno dei suoi
'Grandi Capitani', che per
lunghi e gloriosi anni è stato
l'emblema della nostra nazionale
di calcio". Così il presidente
del Coni, Gianni Petrucci,
ricorda il campione nerazzurro
morto oggi a 64 anni. "Con
Facchetti si ammaina
un'autentica bandiera
dell'Italia calcistica risorta,
quella che trionfò ai Campionati
Europei del 1968 in Italia e
quella che ci emozionò, nella
memorabile avventura dei
Campionati Mondiali del 1970 in
Messico con il secondo posto.
Facchetti è stato un campione in
campo e fuori. Esemplare da
giocatore come in seguito lo è
stato da dirigente sportivo, ha
impersonificato i più puri
valori dello sport ispirati ad
una rigida condotta morale.
Tutto il mondo dello sport, che
da oggi si sente più povero, si
stringe intorno alla sua
famiglia e all'Inter, nel
ricordo delle sue imprese e di
quegli autentici valori etici e
di umanità che ha sempre
trasmesso, con il suo esempio, a
milioni di giovani italiani".
GUIDO ROSSI: "UOMO DI DIRITTURA
MORALE ESEMPLARE"
ROMA (ANSA) - Un uomo "di
dirittura morale esemplare".
Così la Federcalcio attraverso
le parole del commissario
straordinario, Guido Rossi,
insieme ai vice commissari, ha
voluto ricordare "con tristezza
Giacinto Facchetti,
indimenticabile campione della
Nazionale e dell'Inter, uomo di
dirittura morale esemplare
universalmente apprezzato".
MATARRESE: "PER LO SPORT E' UNA
PERDITA IMMENSA"
ROMA (ANSA) - "Un dolore
straziante, una perdita immensa
sotto l'aspetto umano quanto
sportivo. Ci impegneremo ancora
di più per ricostruire tutti
insieme un calcio così come
piaceva a lui". Antonio
Matarrese, presidente della Lega
calcio, ha voluto ricordare così
Giacinto Facchetti, campione e
presidente dell'Inter scomparso
oggi.
ABETE: "COLPITI DA UN GRANDE
DOLORE"
ROMA - (Adnkronos) - La morte di
Giacinto Facchetti, ha lasciato
tanta amarezza non solo agli
addetti ai lavori, ma a tutto il
calcio italiano, e certamente
alla sua cara ed amata famiglia.
Di questo parere e' Giancarlo
Abete, Capo Delegazione della
Nazionale italiana ed ex vice
presidente vicario della Figc, a
proposito della morte del
presidente dell'Inter.
''Sapevamo -ha detto
all'ADNKRONOS Giancarlo Abete-
delle condizioni di Giacinto
Facchetti, speravamo tanto si
riprendesse. Purtroppo e'
arrivata la ferale notizia. Un
grande dolore, una grave perdita
per il calcio italiano, per la
famiglia Facchetti per chi lo
conosceva come me. Se ne e'
andato un uomo di grande
intelligenza, ma anche un uomo
di grande moralita' e serieta'.
Certamente lascera' un vuoto
incolmabile per tutti noi''
ROY HODGSON:
"NESSUNO POTRA' MAI PRENDERE IL
SUO POSTO NELLA LEGGENDA DEL
CALCIO"
Roy
Hodgson a inter.it: "Sono
profondamente dispiaciuto della
scomparsa di Gaincto Facchetti.
È stato un mio grandissimo, vero
amico, e mi considero fortunato,
anzi, privilegiato per averlo
conosciuto. Nessuno potrà mai
prendere il suo posto nella
leggenda del calcio. È più
facile essere un grande
giocatore che non un grande
essere umano. Ma Giacinto univa
queste doti: è stato il
migliore, come calciatore e come
uomo. Posso solo sperare che il
tempo aiuti la sua amatissima
famiglia ad andare oltre questa
terribile perdita".
BURGNICH:
"GIACINTO RESTERA' IMMORTALE
NELLA GALLERIA DEL CALCIO"
FIRENZE (ANSA) - "Oggi se ne è
andato, ma Giacinto resterà
immortale nella galleria del
calcio, accanto ai più grandi di
questo sport, perché lui lo ha
innovato, lui è stato il
precursore dei terzini
d'attacco. Con il suo modo di
giocare non si preoccupava di
controllare gli avversari, erano
loro che dovevano marcarlo".
Tarcisio Burgnich ricorda così
Giacinto Facchetti, morto oggi a
Milano all'età di 64 anni. Per
dodici anni erano stati compagni
di squadra in quella che fu
l'Inter di Helenio Herrera. Il
compagno di reparto dell' Inter
Mondiale ricorda un episodio del
rapporto con Facchetti che
sottolinea l' umanità dell'ex
presidente dell' Inter."Sapeva
che conducevo senza impegni la
mia vita da pensionato. Così un
anno fa mi ha chiamato
chiedendomi di tornare a
collaborare per l'Inter, in
qualità di osservatore dalla
Toscana. D'altronde è sempre
stato un ragazzo eccezionale, di
una umanità immensa". "Assieme a
Boninsegna, Guarneri e tutti gli
altri eravamo stati a trovarlo a
luglio. Mostrava segnali di
ripresa, invece... Oggi sono
colpito da un grande dolore, tra
noi c'é sempre stato un legame
profondo - conclude l'ex
interista - E' stato un uomo da
imitare e un calciatore
esemplare che in poco tempo era
riuscito a raggiungere i vertici
dell'Inter e della nazionale
italiana. Di lui ricorderò il
carattere forte e i suoi gol,
quanti ne ha segnati! E faceva
il terzino...".
MAZZOLA: "SONO COMMOSSO"
ROMA (ANSA)- "L'ho saputo
stamattina. Sapevo che stava
male, ma non si pensa mai che
possa veramente arrivare la
morte". Sandro Mazzola non
riesce a trattenere la
commozione parlando della
scomparsa di Giacinto Facchetti,
un compagno di gioventù con cui
ha condiviso lunghi anni nella
storica Inter di Herrera. "In
questo momento mi vengono in
mente ricordi legati più alla
persona - ha detto Mazzola
intervenendo all'emittente
Radio-Radio - ad esempio gli
scherzi sul fatto che portava il
43 di scarpe mentre si diceva
che i grandi giocatori non
dovessero avere più del 42".
Facchetti era soprannominato 'il
gigante buono' per i suoi
atteggiamenti dentro e fuori il
campo: "Un nomignolo giusto - ha
aggiunto - perché nonostante la
sua forza fisica era un uomo
molto corretto in tutti i
sensi". Mazzola ricorda bene
anche le qualità tecniche
dell'ex compagno: "E' stato il
primo grande terzino
fluidificante - ha sottolineato
- ha fatto una cinquantina di
gol da terzino, partiva dalla
fascia ed aveva dei tempi di
inserimento molto buoni. Oltre
alla forza fisica sapeva giocare
anche a pallone".
SIMONI: "CAMPIONE
DEL MONDO IN EDUCAZIONE"
LUCCA (ANSA) - "E' stato mio
compagno in nazionale,
avversario per tanti anni, poi
abbiamo lavorato insieme
nell'Inter e lui era sempre lo
stesso, con gli stessi valori.
Ho tanti ricordi e tanti
pensieri: una cosa è certa, sul
piano sportivo e sul quello
umano una persona come Facchetti
sarebbe stato importante fosse
rimasta tra noi". Così Luigi
Simoni, attuale direttore
tecnico della Lucchese, ha
ricordato la figura di Giacinto
Facchetti. "Nello sport e nella
vita - prosegue Simoni - c'é
bisogno di uomini seri e
rispettosi e lui in questo senso
era il campione del mondo, un
campione determinato come pochi
ma sempre educato e mai
arrabbiato. E' una perdita che
sarà difficile da digerire".
CASTAGNER: "ERA
TROPPO FACILE VOLERGLI BENE"
PERUGIA (ANSA) - "Se ne va un
uomo al quale era sin troppo
facile voler bene, simbolo di un
calcio lontano dalle polemiche":
così Ilario Castagner ricorda
Giacinto Facchetti. "Uno - dice
Castagner - che non penso
potesse avere nemici, cosa che
nel mondo del calcio è quanto
mai difficile. Nei due anni che
ho trascorso all'Inter ho avuto
la prova che fosse un uomo e un
dirigente che non andava mai
oltre le righe. Al quale era
normale affezionarsi. Tutto ciò
rende ancor più dolorosa, per
tutti noi che lo conoscevamo, la
sua scomparsa". Castagner, ex
tecnico nerazzurro ed oggi
responsabile tecnico del Perugia
e commentatore televisivo, ha
aggiunto: "Il buon senso e la
pacatezza di Facchetti
mancheranno non solo all' Inter,
ma a tutto il mondo del calcio".
BERGOMI: "ERA IL MIO PUNTO DI
RIFERIMENTO"
LONDRA (ANSA) - "Un giorno più
triste non potevo immaginarlo".
Giuseppe Bergomi, una delle
bandiere nerazzurre, commenta
così da Londra la morte del
presidente dell'Inter. "Era il
mio punto di riferimento in
società, una persona squisita,
un esempio per tutti. Giacinto
era considerato il top non solo
nell'Inter ma anche nel calcio
internazionale come ho avuto
modo di constatare seguendo le
partite nel mondo come
commentatore. Un uomo buono,
gentile e onesto stimato e
apprezzato da tutti. Come
calciatore - conclude Bergomi -
non ho avuto il piacere di
vederlo giocare ma posso dire,
da collega difensore, che uno
che fa 59 gol da terzino non può
che essere un calciatore
straordinario".
BECCALOSSI:
"CONOSCERE FACCHETTI MI HA RESO
FELICE"
MILANO - (Adnkronos) - ''Ho
avuto la fortuna di conoscerlo
bene, a livello umano, negli
ultimi due anni. Conoscerlo mi
ha reso felice''. Queste le
parole con cui Evaristo
Beccalossi ricorda all'ADNKRONOS
Giacinto Facchetti, il
presidente dell'Inter scomparso
oggi. ''Mi ritengo fortunato
-aggiunge Beccalossi- per aver
conosciuto da vicino un uomo che
fa parte della storia del
calcio, un calciatore che per me
e' sempre stato un mito''.
TARDELLI: "UNA PERSONA
DI GRANDE LEALTA'"
MILANO - "Sono
distrutto. Era una persona di
grande lealtà. Ho un ricordo
bellissimo di lui, anche se è
sempre banale ricordare 'dopo'.
Per me -è sempre stato anche un
compagno di calcio perchè lo ho
avuto come dirigente sia quando
allenavo l'Inter sia nei due
anni in cui ho giocato in
neroazzurro. Era una persona che
metteva sempre una buona parola
ed è sempre stata una figura
importante per l'Inter. Non a
caso ci è rimasto per tutta la
vita".
ZACCHERONI: "ERA
UN GRANDISSIMO DIRIGENTE E
AMICO"
MILANO - "Mi dispiace
fortissimamente. Era un
grandissimo dirigente e amico.
Sono stato poco tempo con lui ma
in quei sei mesi in cui ho
allenato l'Inter è stato il mio
punto di riferimento principale.
Ho continuato a sentirlo dopo,
avevo anche dichiarato di vedere
in lui il prossimo presidente
della Federazione. Mi dispiace
molto".
CANNAVARO: "E' IL
CAPITANO DEI CAPITANI AZZURRI"
FIRENZE (ANSA) - "Giacinto
Facchetti era il capitano dei
capitani azzurri". Lo ha detto
Fabio Cannavaro, che nella
finale mondiale di Berlino ha
toccato il tetto delle 100
presenza in nazionale, superando
proprio Facchetti. "Ma so che
lui resta il giocatore che ha
portato la fascia bianca in
nazionale più volte di tutte -
ha detto il difensore azzurro
esprimendo il cordoglio e il
dolore di tutti gli azzurri per
la morte del presidente
dell'Inter - per questo dico che
resta il capitano di tutti i
capitani azzurri".
IL MILAN:
"BANDIERA DI COMPORTAMENTO E
STILE, ERA E RESTERA' SEMPRE UNO
DEI SIMBOLI PIU' VERI DI MILANO"
MILANO (ANSA) - "Era e resterà
per sempre uno dei simboli più
veri e autentici del patrimonio
di una Milano calcistica
irripetibile e indimenticabile":
così sul sito rossonero, il
Milan ha rivolto "vere e sentite
condoglianze ai congiunti di
Giacinto Facchetti ed a tutti i
suoi amici, i suoi collaboratori
che hanno lavorato e condiviso
emozioni con lui in tanti anni
dedicati all'Inter". "Sportivo
vero - si legge sul sito del
Milan - appassionato di calcio
nel senso più partecipe del
termine, ha fatto del
comportamento e dello stile una
bandiera sia in campo che fuori.
Tutti gli sportivi milanesi e
gli sportivi di tutta Italia
erano in ansia per lui ormai da
mesi. Oggi, la notizia. Tutti i
tifosi del Milan, e tutte le
persone che vivono e lavorano
nel Milan, l'hanno accolta
costernati".
LA JUVENTUS: "SCOMPARE BANDIERA
DEL CALCIO MONDIALE"
TORINO (ANSA) - Con la scomparsa
di Facchetti si perde "un
simbolo e una bandiera del
calcio mondiale". Con queste
parole , pubblicate sul suo sito
internet, la Juventus partecipa
al lutto per la morte del
presidente dell'Inter. "La
Juventus - si legge sul sito -
apprende con infinita tristezza
la notizia della scomparsa di
Giacinto Facchetti si unisce al
dolore della sua famiglia,
dell'Inter e dei suoi tifosi e
di tutti gli sportivi italiani
per la perdita di un simbolo e
di una bandiera del calcio
mondiale".
IL CHIEVO: "CIAO CARO E AMATO
GIACINTO"
VERONA (ANSA) - "Ciao Giacinto!"
E' questo il saluto, a carattere
cubitali e in maiuscolo, che,
attraverso il proprio sito
internet, ha voluto porgere il
Chievo Verona in riferimento
alla scomparsa del presidente
dell'Inter, avvenuta nel primo
pomeriggio di oggi. "L'A.C.
ChievoVerona - si legge nel sito
della società veneta - si
stringe attorno alla famiglia
Facchetti e alla società
Internazionale F.C. per la
prematura e dolorosa scomparsa
del caro e amato Giacinto".
LA FIORENTINA:
"PIANGIAMO UNA PERSONA PER BENE"
FIRENZE - "La Fiorentina,
insieme a tutti gli sportivi
d’Italia, piange la scomparsa di
Giacinto Facchetti. Piange il
Campione, lo sportivo, il
Presidente dell’Inter, l’uomo la
cui correttezza e onestà hanno
rappresentato il calcio italiano
a livello agonistico e
dirigenziale in tutto il mondo.
Giacinto Facchetti è stato il
simbolo di un era calcistica,
quello di un’indimenticabile
Italia-Germania 4-3, quello che
ha sollevato al cielo la Coppa
Europa del 1968, il capitano che
ha legato il suo nome
all’immagine di un Inter
vincente con Scudetti e Coppe
Campioni. Il suo sorriso e la
sua personalità lo hanno portato
a ricoprire il ruolo di
Presidente con grande dignità e
senso di responsabilità. Tutti
lo ricorderanno, al di là del
tifo e delle bandiere, per
quello che è sempre stato: una
persona per bene.".
LA ROMA: "DOTI UMANE SAPIENTI E
COERENTI "
ROMA (ANSA) - "Il mondo dello
sport ha perso una figura
carismatica che si è
contraddistinta oltre che per le
sue qualità sportive e
professionali, soprattutto per
le alte doti morali e umane,
sempre profuse con sapiente e
generosa coerenza". L'As Roma
attraverso il sito intert
ufficiale ha dato il suo saluto
a Giacinto Facchetti scomparso
oggi. "Il Presidente Francesco
Sensi - si legge -
l'Amministratore Delegato
Rosella Sensi, il Consiglio di
Amministrazione e il collegio
sindacale di A.S. Roma S.p.A.
unitamente ai Dirigenti, allo
staff tecnico, ai calciatori e
al personale tutto , partecipano
commossi al lutto che ha colpito
la famiglia Facchetti e la
società F.C.Internazionale per
la prematura scomparsa del Suo
Presidente Giacinto Facchetti.
IL PALERMO: "ADDIO
GIACINTO"
PALERMO - "È scomparso oggi,
all’età di sessantaquattro anni,
il Presidente dell’Inter
Giacinto Facchetti, grande
dirigente e grande persona. Il
Palermo si associa al cordoglio
di tutti gli sportivi d’Italia e
partecipa le proprie
condoglianze alla famiglia e a
tutto il popolo nerazzurro".
IL CAGLIARI:
"TUTTI SI SENTONO UN PO' PIU'
SOLI"
CAGLIARI - "Il suo sorriso
aperto e la sua faccia pulita ci
mancheranno. Giacinto Facchetti
è stato un grande campione, sul
campo e fuori. Fenomenale
terzino-goleador dell'Inter di
Herrera, poi libero, e
apprezzato dirigente a fine
carriera. Sempre nella sua
Inter, della quale è stato una
bandiera. In Nazionale, 94
partite, record a lungo
inavvicinabile. Soprattutto un
esempio di correttezza e lealtà
sportiva, uno dei pochissimi
amati in maniera trasversale,
indipendentemente dalla maglia
che indossano. Sempre misurato,
pacato, sereno, al di sopra
delle polemiche feroci e degli
schieramenti. Per questo, oggi
non sono solo i tifosi
dell'Inter ad essere in lutto,
ma anche quelli del Cagliari, e
tutti gli amanti del calcio
"buono" si sentono tutti un po'
più soli. Ciao, Giacinto".
IL SIENA: "CONDOGLIANZE ALLA
FAMIGLIA E ALL'INTER"
SIENA - ''Il Presidente Paolo De
Luca e la sua famiglia, il
Consiglio di Amministrazione, la
squadra, lo staff tecnico, lo
staff medico e tutti i
collaboratori dell'A.C.Siena
rivolgono le piu' sentite
condoglianze ai congiunti di
Giacinto Facchetti e alla
F.C.Internazionale''.
LA SAMPDORIA:
"ALL'INTER E ALLA SUA FAMIGLIA"
GENOVA (Adnkronos) - ''Si è
spento oggi, all'età di 64 anni,
Giacinto Facchetti, presidente
dell'Inter e bandiera sia della
società nerazzurra che della
nazionale italiana. Alla
famiglia e all'F.C.
Internazionale vanno le più
sincere e sentite condoglianze
dell'U.C. Sampdoria Spa.''.
IL BOLOGNA: "UNA
BANDIERA DEL CALCIO MONDIALE"
BOLOGNA - "Bologna
F.C. 1909 S.p.A. accoglie con
profondo cordoglio la notizia
della scomparsa di Giacinto
Facchetti, presidente dell’Inter
e autentica bandiera dal calcio
italiano e mondiale. Ammirato da
giocatore e stimato da
dirigente, Facchetti resta tra i
personaggi che hanno arricchito
di lustro e di valori il nostro
panorama sportivo. Il Presidente
Alfredo Cazzola, il Consiglio di
Amministrazione, lo staff
tecnico e i giocatori si
uniscono al dolore della
famiglia Facchetti e
dell’Internazionale Football
Club, cui vanno le più sincere
condoglianze".
L'UDINESE:
"CORDOGLIO PER FACCHETTI"
UDINE - "L’Udinese Calcio si
unisce al cordoglio del mondo
sportivo per l’improvvisa
scomparsa di Giacinto Facchetti,
esprimendo in particolare la
propria vicinanza alla famiglia
di uno dei personaggi più amati
del nostro calcio".
IL LIVORNO:
"GRANDISSIMO CAMPIONE"
LIVORNO - Giacinto Facchetti è
morto oggi a Milano all´età di
64 anni. Facchetti ha giocato
nell´Inter dal 1961 al 1978 ed
ha vestito per 94 volte la
maglia azzurra. Grandissimo
campione e già compagno del
livornese Armando Picchi era
presidente dell´Internazionale
Fc dal gennaio 2004. Alla
famiglia Facchetti ed a tutta la
Società Internazionale Fc
giungano le più sentite e vere
condoglianze dell´A.S.Livorno
Calcio ed in particolare del
Presidente comm. Aldo
Spinelli.".
LA LAZIO:
"INCARNAVA VALORI DI LEALTA' E
INTEGRITA' NELLO SPORT"
ROMA - "Grande uomo di sport, di
cui ne incarnava i valori di
lealtà e integrità, giocatore
dell’Inter dal 1961 al 1978, ha
vestito per 94 volte la maglia
Azzurra diventando uno dei
simboli del calcio italiano.
Stimato dirigente del club
nerazzurro ne è diventato
presidente il 19 gennaio 2004.
Il Presidente della Lazio
Claudio Lotito e tutta la
famiglia biancoceleste, si
stringono attorno ai familiari
ed a tutta la F.C.
Internazionale, piangendone la
prematura scomparsa".
L'EMPOLI: "SE NE
VA GRANDE ESEMPIO PER TUTTI"
EMPOLI (ANSA) - "Se ne è andato
un grande calciatore, ma
soprattutto un uomo pulito. Un
grandissimo esempio nel mondo
del calcio per tutti noi, prima
da calciatore e poi come
dirigente". Con queste parole la
dirigenza dell'Empoli ricorda il
presidente dell'Inter Giacinto
Facchetti. "In questo momento
siamo vicini alla famiglia:
invieremo loro e all'Inter un
telegramma di cordoglio".
RUGGERI (PRES.
ATALANTA): "ABBIAMO VISTO
INSIEME L'ULTIMA
ITALIA-GERMANIA..."
BERGAMO (ANSA) - "Non ho parole,
ho perso un grande amico - così
il presidente dell'Atalanta,
Ivan Ruggeri, commenta la morte
di Giacinto Facchetti - Ci ha
lasciato un grande campione ma
anche un grande uomo che ha dato
molto al calcio. La sua immagine
rimane una delle più belle e
delle più pulite, un esempio per
tutti". Ivan Ruggeri ricorda di
aver visto con Facchetti la
partita Italia-Germania,
all'ultimo mondiale: "abbiamo
preso insieme un gelato in
giardino poi ci siamo messi
davanti al televisore e l'
abbiamo seguita con grande
entusiasmo. Non stava bene ma
ero convinto che la sua forte
fibra potesse avere il
sopravvento ed aiutarlo a
superare quel momento
difficile". Anche Ruggeri è
stato colto di sorpresa dalla
morte di Facchetti: "Gli
telefonavo ogni giorno. Giovedì
ero in macchina con l'amico
Dante Signorelli, ex dirigente
del basket bergamasco, e stavamo
recandoci a salutarlo in clinica
quando ci ha raggiunto una
telefonata con la quale ci
comunicavano l' impossibilità
sua di ricevere visite perché
era reduce da una notte
difficile. Mai avremmo pensato
di non poterlo più incontrare".
COBOLLI GIGLI:
"GRAVE PERDITA PER IL MONDO DEL
CALCIO"
TORINO - (Adnkronos) - ''Era un
vero sportivo e la sua scomparsa
e' una grave perdita, per tutto
il mondo del calcio''. Con
queste parole il presidente
della Juventus, Giovanni Cobolli
Gigli, si unisce al lutto che ha
colpito lo sport italiano che ha
perso oggi Giacinto Facchetti,
scomparso all'eta' di 64 anni.
''Sono vicino alla famiglia
-scrive ancora Cobolli Giugli in
una nota- cui porgo le mie piu'
sentite condoglianze e all'Inter
e ai suoi tifosi che hanno perso
un presidente e un uomo di
grande valore''.
RIVERA: "CAMPIONE FUORI PRIMA
CHE IN CAMPO"
ROMA (ANSA) - "Abbiamo perso una
persona eccezionale. Lo è sempre
stato, prima da giocatore, poi
da dirigente. Nonostante fosse
un campione in campo, sul piano
umano valeva anche di più che su
quello sportivo. E' un pezzo
della mia vita che se ne va".
Gianni Rivera, che con Giacinto
Facchetti ha vissuto da
avversario tanti derby milanesi
e da compagno quasi altrettante
avventure in azzurro, così
ricorda il presidente dell'Inter
scomparso oggi. Ma nonostante
tanti anni passati insieme in
nazionale e le numerose sfide di
San Siro "ora che se n'é andato
mi riesce difficile tirare fuori
dalla memoria un ricordo, un
aneddoto particolare - prosegue
Rivera - perché Giacinto era uno
che non andava mai sopra le
righe, talmente equilibrato... E
poi forse anche perché sul prato
del Meazza ci vedevamo da
lontano. Lui difensore sulla
fascia sinistra, io spesso
schierato dalla parte opposta".
CAMPANA: "UN AMICO PULITO IN
CAMPO E FUORI"
VICENZA (ANSA) - "La scomparsa
di Facchetti è una grave perdita
soprattutto per il nostro
calcio, che in questo momento ha
bisogno di esempi di valore. E
Giacinto lo era sicuramente". E'
questo il commento di Sergio
Campana, presidente
dell'Associazione Italiana
Calciatori, sulla scomparsa del
presidente dell'Inter. "Sono
sinceramente addolorato per la
perdita di un amico - ha
aggiunto Campana - ci sentivamo
frequentemente e in maniera
sempre cordiale. L'ultima volta
è stato circa venti giorni fa:
al telefono l'avevo trovato
fiducioso e ottimista, mi aveva
raccontato che stava utilizzando
dei farmaci americani e che si
sentiva bene". "La sua scomparsa
- ha aggiunto il presidente
dell' Assocalciatori -
rappresenta un grande dolore per
i suoi familiari, gli amici,
l'Inter, ma anche per tutto il
calcio italiano. Lui era
l'immagine del calcio pulito,
personaggio esemplare sia come
calciatore che come dirigente.
Non dico queste cose perché è
venuto a mancare, ma perché
queste doti gli competevano
davvero". L'avvocato Campana
rammenta le occasioni in cui ha
incontrato Facchetti in campo,
negli scontri di campionato tra
il Vicenza e l'Inter. "L'ho
affrontato diverse volte da
avversario e di lui ricordo una
correttezza esemplare, ma anche
una classe immensa e una potenza
straripante. Era un uomo senza
vizi, incredibile che un male
possa averlo portato via così in
poco tempo". C'é altro episodio
curioso, legato ai campi da
calcio, raccontato da Campana.
"Ricordo un giorno di aver
incontrato, in un raduno a
Schio, il tecnico Helenio
Herrera che mi confidò che
quando l'Inter giocava contro di
noi, diceva sempre a Facchetti
di marcarmi sui calci d'angolo
in quanto temeva la mia
elevazione e il mio stacco di
testa. Un particolare, che mi
sta a cuore, confermatomi più
avanti dallo stesso Giacinto".
Campana conosce bene anche la
famiglia di Facchetti, alla
quale ha inviato le proprie
condoglianze, anche a nome di
tutta l'Aic. "Con Giacinto ci
sentivamo spesso - conclude -
anche per vicende non
calcistiche: lui era stato anche
assicuratore, in passato avevamo
avuto contatti per le polizze
dei giocatori. Dei due figli
maschi, Luca gioca in serie C,
mentre l'altro, Gianfelice, che
è stato portiere, ora lavora nel
mondo del teatro e qualche
settimana fa mi ha spedito
"Bundesliga 44", una specie di
commedia-tragedia ispirata ai
lager tedeschi. Un saggio che
sto leggendo proprio in questi
giorni".
ZOFF: "UN RAGAZZO STRAORDINARIO"
ROMA - (Adnkronos) - ''Una
persona straordinaria''. Sono le
parole di Dino Zoff in ricordo
dell'amico e compagno di
Nazionale, Giacinto Facchetti.
Il presidente dell'Inter si e'
spento oggi a causa di una grave
malattia. ''Con lui ho passato
tanti anni in Nazionale'',
spiega Zoff all'ADNKRONOS.
''Avevamo un ottimo rapporto che
e' continuato negli anni. Un
ragazzo straordinario. Una grave
perdita, la perdita di un
amico''.
GATTUSO: "GRAN DOLORE, LO
AMAVANO TUTTI"
FIRENZE, 4 set - "La scomparsa
di Facchetti è un gran dolore,
perché era un vero uomo di
sport, un atleta mai odiato,
anzi amato anche dai tifosi
avversari". Così Rino Gattuso,
dal raduno della Nazionale,
esprime il suo cordoglio per la
morte del presidente dell'
Inter, ex campione azzurro degli
anni Settanta. Gattuso ha poi
ricordato un episodio di alcuni
anni fa quando si espresse a
favore di Zambrotta, da tutti
criticato per una simulazione
non ammessa in una partita di
campionato. "Mentre tutti
attaccavano me, Facchetti mi
telefonò e mi fece i
complimenti: non è da tutti,
disse, dire quello che pensi
davvero".
BENIGNI (PRES. ASCOLI): "UN
BRUTTO GIORNO PER TUTTI"
ANCONA (ANSA) - Il presidente
dell'Ascoli ha appreso con
grande commozione della morte di
Giacinto Facchetti. "Non solo
l'Inter perde un grande uomo e
un dirigente di alto livello, ma
è un brutto giorno per tutto il
calcio italiano che sentirà la
mancanza di Facchetti". Un uomo
che "in un periodo delicato come
quello che attraversa questo
sport avrebbe potuto certamente
dare un forte contributo per
superarlo". Benigni ricorda
Facchetti come uomo e come
giocatore. "Un grande atleta e
una persona squisita. Con
Facchetti - conclude Benigni
rivolgendo un pensiero
affettuoso ai familiari e
all'Inter - ho sempre avuto un
buon rapporto sia a livello di
società che in Lega. La sua
scomparsa mi addolora molto".
L'ALBINOLEFFE: "ORA E'
NELL'ETERNITA'"
BERGAMO - "Abbiamo appreso con
molto dolore la scomparsa di un
grande Calciatore, di un grande
Presidente, di un grande Uomo
della terra bergamasca che al
Calcio, alla sua Famiglia, alla
sua Inter ha dato tutto e di
più. La nostra società lo vuole
ricordare come amico e
riconoscerlo come esempio da
imitare in questo mondo sportivo
così avaro di sensibilità e
correttezza. Presidente, soci,
consiglieri, allenatori, staff,
giocatori e collaboratori
esprimono alla società
INTERNAZIONALE ed alla famiglia
FACCHETTI profondo cordoglio e
partecipazione al grande lutto".
L'AREZZO:
"CAMPIONE DI SPORT E DI VITA"
AREZZO -
"Dirigenti,tecnici,calciatori
dell'A.C.Arezzo S.p.A. sono
particolarmente vicini alla
famiglia Facchetti per la
scomparsa del grande campione di
sport e di vita Giacinto e
porgono alla squadra nerazzurra
i più sentiti sentimenti di
solidarietà e condoglianze".
IL BRESCIA: "UNA BANDIERA
NERAZZURRA E DELLA NAZIONALE
ITALIANA"
BRESCIA - "Bandiera nerazzurra e
della nazionale italiana, ma
soprattutto campione della
sportività e lealtà. Alla
famiglia e alla società di Via
Durini vanno le più sincere e
sentite condoglianze del Brescia
Calcio Spa".
RUGGIERI
(PRESIDENTE SPEZIA): "UN GRANDE
VUOTO PER TUTTI NOI"
LA SPEZIA (ANSA) - "Il calcio
italiano perde un grande uomo ed
un grande personaggio. L'ultima
volta ci siamo sentiti la scorsa
primavera per cercare di
organizzare l'amichevole di
Forte dei Marmi, tra Inter e
Spezia, partita che poi non
abbiamo Disputato. Rimane un
grande vuoto per il calcio
italiano". Lo ha detto il
presidente dello Spezia,
Giuseppe Ruggieri, oggi a
Messina per lavoro, manifestando
il suo cordoglio per la
scomparsa di Giacinto Facchetti.
"Ho saputo - ha aggiunto - della
sua tragica scomparsa
telefonicamente. Ho subito
inviato due telegrammi per
manifestare il mio profondo
dolore e quello dello Spezia
Calcio: uno all'Inter ed uno
personale al patron nerazzurro
Massimo Moratti". Al lutto del
suo massimo dirigente si è unito
tutto lo Spezia, società
'sorella' dell'Inter. Il club
milanese detiene infatti il 40
per cento delle quote azionarie
della società spezzina.
IL MANTOVA:
"ESEMPLARE TESTIMONE DEI VALORI
DELLO SPORT"
MANTOVA - "L'A.C. Mantova,
profondamente commossa,
partecipa al dolore della
famiglia e della Società F.C.
Internazionale per la perdita di
Giacinto Facchetti, esemplare
testimone dei valori dello sport
come uomo, come atleta e come
dirigente".
IL FROSINONE: "UN
VERO UOMO, SIA ESEMPIO PER
TUTTI"
FROSINONE - "Il Frosinone Calcio
esprime tutto il proprio dolore
all'Inter e alla famiglia
Facchetti per la perdita del
caro Giacinto Facchetti,
presidente del club nerazzurro,
esempio di fedeltà, educazioni,
stile e correttezza morale, sia
come calciatore, che come
dirigente. Un vero uomo. Che sia
da esempio per i giovani e per
tutti coloro che operano e
opereranno nel mondo del
calcio".
IL PESCARA: "NON
LO DIMENTICHEREMO MAI"
PESCARA - Il presidente del
Pescara Paterna, appresa la
notizia, ha commentato con
dolore "Prima che un dirigente
sportivo, viene a mancare un
amico. Una persona splendida che
aveva dimostrato nei riguardi
del Pescara vicinanza ed
amicizia. La sua scomparsa è una
perdita davvero difficile da
colmare, sia per la statura
umana e professionale di
Facchetti e sia per la grande
esprienza che aveva accumulato.
Non lo dimenticheremo mai!".
IL PIACENZA: "UN
UOMO DI GRANDE VALORE"
PIACENZA - "Il Presidente
Fabrizio Garilli,
l’Amministratore Delegato
Maurizio Riccardi, il Consiglio
di Amministrazione e il Collegio
Sindacale del Piacenza FC,
unitamente ai Dirigenti, allo
Staff Tecnico , ai Calciatori e
al Personale tutto, partecipano
commossi al lutto che ha colpito
la famiglia Facchetti e la
società F.C. Internazionale per
la prematura scomparsa del Suo
Presidente Giacinto Facchetti,
un uomo di grande valore per le
sue qualità sportive e
professionali e per le alte doti
morali e umane, sempre profuse
con sapiente generosità e
affettuosa disponibilità".
IL VERONA: "UN
ESEMPIO DI TRASPARENZA"
VERONA - "Facchetti ha sempre
rappresentato, e rappresenterà
anche per le generazioni future,
un chiaro esempio di signorilità
e trasparenza, doti che nel
mondo del calcio, come nella
vita di tutti i giorni, sono
sempre più rare. Portereremo nel
cuore il ricordo di un uomo che
ha fatto di lealtà, correttezza
e stile dei princìpi di vita
imprescindibili. L'intera
famiglia dell'Hellas Verona F.C.
si unisce con profonda
commozione al dolore dei suoi
cari e dell'Internazionale F.C."
PANIZ: "HA
RAPPRESENTATO EPOCA DI SUCCESSI"
ROMA (ANSA) - "Esprimo vivo
cordoglio alla famiglia e
all'Inter per la scomparsa di un
campione dentro e fuori il
terreno di gioco. Giacinto
Facchetti ha rappresentato
un'epoca di successi sportivi ed
umani, esempio vivissimo di
lucida dedizione alla propria
squadra ed alla propria società
ma anche di un comportamento
educato e collaborativo nei
confronti dei compagni di
squadra, degli avversari e di
tutto il mondo del calcio e
dello sport. L'Inter e l'Italia
perdono un grande punto di
riferimento". Lo afferma, in una
nota, l'on. Maurizio Paniz,
presidente dello Juve Club
Montecitorio.
LANDOLFI: "TRISTI
TUTTI SPORTIVI ITALIANI"
ROMA (ANSA) - "La morte di
Giacinto Facchetti rattrista non
solo i tifosi interisti ma tutti
gli sportivi italiani. Con lui
se ne va non solo un campione
dalla classe purissima ma un
esempio di correttezza, di
sportività e di onestà di cui ha
dato prova dentro e fuori il
rettangolo di gioco. Da oggi il
calcio italiano è sicuramente
più povero". Lo afferma Mario
Landolfi, deputato di An.
LA RUSSA: "NESSUNO HA POTUTO
PARLARNE MALE "
MILANO (ANSA) - "Quando
uno muore tutti ne parlano bene,
ma la sua grandezza è che
nessuno è mai riuscito a parlane
male in vita". E' questo il
commento a caldo alla notizia
della morte di Giacinto
Facchetti di Ignazio La Russa, a
Milano per un vertice con il
sindaco Letizia Moratti. Il
capogruppo di An alla Camera,
tifoso nerazzurro, ha poi
raccontato di aver ricevuto una
telefonata dal presidente
dell'Inter a fine luglio. "Mi ha
detto - ha spiegato La Russa -
che sarebbe andato qualche
giorno in vacanza prima di
tornare in ospedale. L'ho
incoraggiato, ma purtroppo
sapevamo che la sua era una
battaglia impossibile".
COSSUTTA: "IL SIMBOLO DEL CALCIO
ONESTO"
ROMA (ANSA) - "Se ne va un uomo
esemplare e scrupoloso. Con lui
se ne va un simbolo del calcio
onesto". Così Armando Cossutta,
senatore del Pdci e interista
doc, ricorda "l'amico" Giacinto
Facchetti, scomparso oggi a 64
anni. "Da interista provo un
dolore immenso e un'amarezza
profonda: abbiamo perso un
campione del calcio italiano. Se
ne va - aggiunge Cossutta - una
persona gentile e cortese,
dedita da sempre al suo lavoro,
prima come calciatore e poi come
dirigente. E' il momento di
stringerci attorno a Moratti e a
tutta la squadra".
FOLENA:
"UMANAMENTE FANTASTICO"
ROMA (ANSA) - "Una persona
straordinaria, completamente
atipica nel mondo del calcio".
Così Pietro Folena, deputato del
Prc e interista, ricorda
Giacinto Facchetti, presidente
dell'Inter. "L'ho conosciuto -
prosegue Facchetti - e
umanamente era fantastico, oltre
che essere stato un giocatore
indimenticabile. Una delle
ragioni per cui l'Inter è
rimasta fuori dalle vicende di
'calciopoli' è legata proprio
alla personalità del suo
presidente Facchetti".
COSMI: "SE NE VA
UN ESEMPIO"
PERUGIA (ANSA) - "Con Giacinto
Facchetti se ne va un esempio di
quello che significhi essere un
dirigente sportivo, all' insegna
della lealtà, della signorilità
e della competenza ed in un
momento come questo, per il
calcio è una grande perdita".
Serse Cosmi ha reagito così alla
morte del presidente dell'
Inter. "Non è facile vedere uno
che dal campo passa alla
scrivania - ha detto il tecnico
perugino - riuscendo a portare
avanti gli stessi valori che lo
avevano sempre contraddistinto
da calciatore, non tradendo mai
il rispetto dell' educazione e
dei giusti comportamenti, come
ha sempre fatto Facchetti". Per
Cosmi "la perdita più grande è
senz' altro per l' Inter e per i
suoi tifosi".
MELANDRI: "RAPPRESENTAVA LO
SPORT PULITO"
ROMA (ANSA) - "Apprendo con
dolore la notizia della morte di
Giacinto Facchetti, un grande
uomo e un protagonista
indimenticabile della storia
dello sport italiano". Così il
ministro dello sport e delle
politiche giovanili, Giovanna
Melandri, ha voluto ricordare il
campione nerazzurro scomparso
oggi. "Bandiera della nazionale
e dell'Inter, ha saputo, una
volta ritiratosi dal calcio
giocato, dimostrare grandi doti
manageriali restando, negli
anni, degno rappresentante di un
calcio pulito e esempio per i
giovani di quei valori di lealtà
sportiva e rispetto
dell'avversario che hanno fatto
di lui un grande campione, sia
in campo che fuori. La morte di
Facchetti rappresenta una grave
perdita per lo sport italiano.
Esprimo la mia vicinanza alla
moglie Giovanna e ai figli".
LANDINI: "UN ESEMPIO DI STILE
PER TUTTI"
LUCCA, (ANSA) - "La scomparsa di
Giacinto Facchetti lascia un
vuoto difficilmente colmabile
nel mondo del calcio e dello
sport italiano in generale.
Personalmente ho perso un grande
amico. Abbiamo condiviso per
anni la camera quando eravamo
compagni di squadra all'Inter e
con lui ho ricordi bellissimi
anche in maglia azzurra. Un
amico vero, un signore dentro e
fuori dal campo, un esempio di
stile per i giovani: per lui la
serietà e l'onestà venivano
prima di tutto". Così Spartaco
Landini, attuale ds della
Lucchese.
RIVA: "IL CAPITANO DELLA MIA
GENERAZIONE"
FIRENZE (ANSA) - Il capitano di
una intera generazione, quella
di Gigi Riva. Così Rombo di
tuono, capocannoniere di tutti i
tempi in azzurro e ora capo
delegazione della Nazionale
campione del mondo, ricorda
Giacinto Facchetti. "Lui era il
capitano di una generazione - ha
detto Riva - una persona
splendida, un dirigente onesto,
una faccia pulita". Riva ha
confessato che durante la
malattia "non ho avuto il
coraggio di chiamarlo". "Con
Facchetti sono diventato
campione d'Europa e vice
campione del mondo. Lui era un
atleta perfetto, non aveva vizi
di alcun genere. Ricordo che in
Nazionale stavamo tutti e due
sulla fascia sinistra e quando
avevo qualche difficoltà lui mi
incitava e incoraggiava, da vero
capitano. Da calciatore, come
poi nella vita, mai un problema.
E la Nazionale per lui era il
massimo".
CASINI: "UNO DEI SIMBOLI DEL
NOSTRO PALLONE"
ROMA (ANSA) - "Mi unisco ai
tifosi dell'Inter e a tutti gli
italiani ricordando le
straordinarie imprese sportive e
umane di uno dei simboli del
nostro calcio. Giacinto
Facchetti rimarrà sempre nei
nostri cuori di appassionati di
calcio e in quelli di tutti gli
sportivi italiani". Lo afferma
in una nota l'ex presidente
della Camera Pier Ferdinando
Casini.
BORDON: "COME UN FRATELLO
MAGGIORE"
FIRENZE (ANSA) - "Per me era
come un fratello maggiore...".
Il dolore per la morte di
Giacinto Facchetti piomba su
Coverciano ed ha il volto di
Ivano Bordon, portiere dell'
Inter per tutti gli anni
Settanta e ora nello staff
tecnico azzurro. L' ex numero
uno nerazzurro non riesce a
trattenere la sua emozione e
scoppia in lacrime interrompendo
il suo ricordo dopo pochi
minuti. "Quando dalle giovanili
dell' Inter arrivai in prima
squadra - aveva detto Bordon
prima di andar via coprendosi
gli occhi con gli occhiali - fui
messo in stanza con Facchetti,
era il 1969 e allora si usava
così. Lui era un esempio per
tutti, cercava di aiutare tutti.
E' un peccato che i giovani di
oggi non l' abbiamo potuto
conoscere come calciatore".
Bordon aveva ricordato anche,
con affetto, quando nel '78,
dopo un infortunio alla spalla,
Facchetti era andato al Mondiale
dell' Italia come capitano non
giocatore. "L' avevo sentito al
telefono 15 giorni fa - ha
aggiunto Bordon - Gli dissi:
Quando torno dalla Nazionale ti
vengo a trovare...'".
SEN.BURANI: "UN UOMO
PARTICOLARMENTE SENSIBILE"
MILANO (ANSA) - "Giacinto
Facchetti chiamò più volte in
Commissione, quando noi
sollecitammo la Lega per alcuni
progetti in favore
dell'infanzia: era un uomo
particolarmente sensibile e
perbene e voglio ricordarlo
così". Lo afferma la sen. Maria
Burani Procaccini, presidente
uscente della Commissione
Parlamentare Infanzia. "E' stato
un giocatore straordinario e le
94 presenze in nazionale e di
titoli conquistati lo
dimostrano, ma era anche un
manager attento ed onesto, così
come la sua società calcistica a
cui è stato sempre molto legato.
Ma voglio che la gente sappia -
conclude Burani - che, fuori dai
riflettori, Giacinto Facchetti
si adoperava per le iniziative
in favore dell'infanzia".
CONCIA: "UOMO DEGNO DI GRANDE
RISPETTO E STIMA"
ROMA (ANSA) - "La morte di
Giacinto Facchetti rattrista
tutti gli sportivi italiani". Lo
afferma Paola Concia,
responsabile nazionale dei Ds
per lo Sport. "Se ne è andato
non solo un grande campione ma
anche una persona degna di
grande rispetto e stima per il
suo comportamento sempre
esemplare. Un dirigente che
avrebbe potuto dare ancora tanto
al calcio con il suo impegno e i
suoi valori".
VELTRONI: "SE NE E' ANDATO IN
SILENZIO,CON LO STILE TIPICO
DELLA SUA VITA"
ROMA (ANSA) - "Se ne va una
persona mite, dolce per bene,
una delle figure più belle del
calcio italiano". Così il
sindaco di Roma Walter Veltroni
ha ricordato il presidente
dell'Inter Giacinto Facchetti.
"Aveva inventato un modo di
giocare al calcio, se ne è
andato in silenzio - ha aggiunto
Veltroni - con lo stile e la
sobrietà che l'hanno
caratterizzato per tutta la
vita. Esprimo il dolore, la
solidarietà e l'affetto della
città di Roma alla famiglia, a
Massimo Moratti, alla società e
alla squadra dell'Inter".
FORMIGONI: "ATLETA ESEMPLARE,
PERSONA LEALE"
MILANO (ANSA)- "Piango la morte
di un uomo che ha dato molto
allo sport del nostro Paese e
della nostra Regione. Mi
rammarico per la sua precoce
scomparsa". Lo ha scritto il
presidente della Regione
Lombardia, Roberto Formigoni, in
una lettera inviata alla
famiglia di Giacinto Facchetti,
sottolineandone il carattere:
"Un uomo che è stato atleta
esemplare, dirigente sportivo di
grande livello, persona aperta e
leale".
CIOCCHETTI: "MAI SOPRA LE RIGHE"
ROMA (ANSA) - "Il mondo del
calcio piange la scomparsa di un
grande calciatore e di un ottimo
dirigente. Prima in campo e poi
dietro ad una scrivania,
Facchetti si è sempre
contraddistinto per bravura ma
anche per sobrietà, lealtà e
compostezza". Così Luciano
Ciocchetti, responsabile
nazionale dell'Udc per lo sport,
ricorda Giacinto Facchetti. "Un
uomo di sport che non è mai
andato sopra le righe né ha mai
pronunciato una parola fuori
luogo. Facchetti resta per il
calcio italiano un esempio e un
modello da seguire".
DALLA CHIESA: "SIMBOLO DI UNO
SPORT PULITO"
MILANO (ANSA) - "Con Giacinto
Facchetti scompare un simbolo
della grande Inter, ma
soprattutto un campione e un
simbolo di un altro calcio,
pulito, giocato con lealtà e
correttezza. Del calcio che fa
innamorare i bambini e che dà un
senso alla passione sportiva di
milioni di spettatori". Lo ha
detto Nando Dalla Chiesa,
sottosegretario all'Università e
alla Ricerca. "In un calcio
incerto se recuperare
credibilità o riaffondare nella
palude c'é solo da sperare che
la carriera di Facchetti venga
vissuta e indicata come un
esempio. All'Inter l'orgoglio di
averlo avuto come calciatore e
come presidente".
PANATTA: "SCOMPARE AMICO E
GRANDE ATLETA"
ROMA (ANSA) - "Con la morte di
Giacinto scompare un grande
amico, ma anche un atleta unico,
che ha saputo coniugare grandi
doti sportive, con una non
comune umanità ed un amore vero
per il calcio al quale ha
dedicato tutta la sua vita". Lo
afferma l'ex campione di tennis
Adriano Panatta, assessore allo
Sport della Provincia di Roma.
RUSCONI: "UN SIMBOLO DI
CREDIBILITA' NEL MONDO"
ROMA (ANSA) - L'on. Antonio
Rusconi, componente per la
Margherita della Commissione
Sport della Camera: "E' una
scomparsa gravissima, per
l'Inter e per il calcio
italiano, per la credibilità
della figura a livello nazionale
e internazionale. Un campione
esempio di correttezza e lealtà.
In questi mesi drammatici per il
calcio nazionale è comunque
rimasto un simbolo di
credibilità nel mondo".
LETIZIA MORATTI: "UNA GRANDE
PERDITA PER MILANO"
MILANO (ANSA) - "Ho avuto
modo di conoscerlo e di
apprezzarlo per la grande
umanità, la generosità, la
professionalità e la bontà: è
una grande perdita per il mondo
del calcio e per la città di
Milano". E' questo il commento
del sindaco di Milano, Letizia
Moratti, alla notizia della
morte di Giacinto Facchetti.
FIORELLO: "E' STATO GRANDE IN
TUTTO"
ROMA (ANSA) - "E' uno di quei
rari casi in cui tutto quel che
si dice quando viene a mancare
una persona è vero": elegante ma
non privo di ironia il commento
di Fiorello, di provata fede
interista, appena appresa la
notizia della scomparsa di
Giacinto Facchetti. "Grande
persona e grande uomo; poi anche
grande calciatore, grande
sportivo, grande interista,
insomma grande tutto: la morte
di Giacinto Facchetti è uno di
quei rari casi in cui tutto quel
che si dice quando viene a
mancare una persona è vero.
Oltre ai ricordi di quando lo
vidi correre sul campo nel 1970
nella partita Catania-Inter,
decisiva per la mia fede
calcistica, ho in mente una
bella immagine recente di questa
estate a Taormina: ci siamo
incontrati in albergo, io ero lì
con 'Volevo fare il ballerino'.
L'ho invitato al mio show, lo ha
visto seduto in prima fila e ci
siamo divertiti insieme. Io e
tutta la mia famiglia - conclude
Fiorello - siamo vicini alla
moglie e ai suoi figli".
DILIBERTO: "HA RAPPRESENTATO
SPORT ONESTO"
ROMA (ANSA) - "Esprimo il mio
cordoglio per la scomparsa di
Giacinto Facchetti. Egli ha
rappresentato davvero il calcio
onesto e leale, ha sempre fatto
prevalere le ragioni dello
sport, della gara pulita e del
confronto aperto agli interessi
di parte". E' quanto afferma il
segretario del Pdci Oliviero
Diliberto. "Il mondo sportivo
perde una figura di grande
spessore che, tuttavia, lascia
un insegnamento di cui il calcio
ha particolarmente bisogno in
questi giorni difficili".
VEDOVA HERRERA: "SI CHIUDE
UN'EPOCA"
VENEZIA (ANSA) - "Con la
morte di Facchetti si chiude
un'epoca: lui rappresentava un
calcio pulito che, oggi, sembra
essere l'eccezione alla regola".
Così ricorda Giacinto Facchetti
Fiora Gandolfi, vedova di
Helenio Herrera, l'allenatore
della "grande Inter" che aveva
avuto nel presidente nerazzurro
il capitano. "Quel calcio in cui
credeva anche Helenio, che non a
caso, dopo aver scoperto
l'esistenza del totonero, è
rimasto tanto sconvolto da avere
un infarto: pensare ad uno sport
senza correttezza era per loro
come immaginare un'associazione
per bambini gestita da
pedofili". "Proprio per
testimoniare la vicinanza con
mio marito - ricorda la signora
Gandolfi - al suo funerale,
davanti alla chiesa di San
Giovanni e Paolo a Venezia,
avevo voluto consegnargli
pubblicamente, dalle mani di
nostro figlio, il diario più
importante scritto da Helenio".
Di Facchetti la signora Gandolfi
ha un'immagine splendida: "Pur
essendo lui profondamente
religioso - ricorda - da tutti
noi era visto come un dio
pagano. Nel campo svettava sugli
altri, e quando correva la sua
falcata sembrava quella di
Mercurio. Quello che però più
colpiva era la sua correttezza
estrema, quasi mistica: non a
caso, sono rimasta molto stupita
del fatto che non mi avesse
richiamato, due mesi fa, quando
alle mie ricerche al telefonino.
Ma evidentemente, il colpo per
aver saputo della malattia era
stato troppo forte".
SGARBI: "HA ACCESO EMOZIONI
POETICHE"
MILANO (ANSA) - Giacinto
Facchetti rimarrà nella memoria
"per le emozioni poetiche che ha
acceso nei cuori" ha detto
l'on.Vittorio Sgarbi. Secondo
l'Assessore alla Cultura del
Comune di Milano, "il contributo
di Facchetti all'immagine di
Milano, e di una grande squadra
come l'Inter, non appartiene
soltanto alla sfera sportiva, ma
alla memoria dei giovani che lo
videro giocare, che lo hanno poi
ritrovato allenatore, in una
mitologia che, come nello sport
agonistico è sempre accaduto,
diventa letteratura. Facchetti
resterà nella memoria per le
emozioni poetiche che ha acceso
nel cuore di tanti sportivi".
CENTO: "CON LA SUA ONESTA' HA
SAPUTO TENERE L'INTER FUORI
DALLO SCANDALO"
ROMA (ANSA) - "Ci lascia un
grande uomo e un grande
calciatore, il presidente che
con la sua onestà sportiva e
intellettuale, ha saputo tenere
l'Inter al di fuori dello
scandalo di calciopoli. Un grave
lutto per tutto il mondo dello
sport". E' l'attestazione di
"profonda stima" per Giacinto
Facchetti che viene dal
sottosegretario all'Economia e
presidente del Roma club
Montecitorio, Paolo Cento.
LIGABUE: "SE NE E' ANDATO UN
GIGANTE"
ROMA (ANSA) - "Un gigante": così
Luciano Ligabue, il cantautore
di fede interista che al calcio
ha dedicato la celebre 'Una vita
da mediano', ha definito
Giacinto Facchetti, scomparso
oggi. "Se ne è andato un
gigante, davvero il più grande
esempio per chiunque faccia
parte di quello che chiamano il
gioco più bello del mondo", ha
detto il rocker di Correggio.
DOMENICI: "HO AVUTO MODO DI
AMMIRARLO COME GRANDE CAMPIONE"
FIRENZE (ANSA) - "Con Facchetti
scompare un personaggio che ha
scritto pagine indelebili nella
storia del calcio italiano",
scrive il il sindaco di Firenze
Domenici ai familiari e
dirigenti dell' Inter. "Ho avuto
modo di ammirare Facchetti come
grande campione, sia in
nerazzurro che in nazionale,
amato dai tifosi interisti e
apprezzato dagli avversari per
la sua sportività, correttezza e
lealtà. Lo scorso campionato
l'ho conosciuto personalmente
nell'intervallo della partita
Fiorentina-Inter e da quel breve
incontro ho avuto la conferma di
trovarmi di fronte a una persona
per bene che amava il calcio e
che ancora tanto avrebbe potuto
dare a questo sport. Sono certo
che sabato in occasione della
prima di campionato fra
Fiorentina e Inter, il pubblico
dello stadio Franchi saprà
commemorarlo come merita".
DE CORATO: "CAMPIONE VERO NELLA
VITA E NELLO SPORT"
MILANO (ANSA)- "La morte di
Giacinto Facchetti segna un
lutto doloroso nel mondo del
calcio italiano privandolo non
solo di un grande campione ma
soprattutto di un vero
gentiluomo". Così il vice
sindaco di Milano Riccardo De
Corato ha ricordato il
presidente dell'Inter. "Giacinto
Facchetti infatti ha saputo
rappresentare nel mondo del
calcio un esempio di correttezza
e trasparenza, testimoniando
sempre dello sport il lato più
vero e più leale. Oggi si è
spento un uomo che ha saputo
entrare nella storia del calcio
con le qualità di un grande
atleta e l'umanità di un uomo
perbene. Un campione dello sport
e nella vita che Milano
ricorderà sempre".
SANGALLI: "TRISTE PERDITA PER LO
SPORT ITALIANO"
MILANO (Adnkronos) - ''Una
scomparsa che mi addolora
profondamente, una tristissima
perdita per lo sport italiano,
che lascia, proprio in questi
momenti, vuoto e rimpianto''.
Con queste parole Carlo
Sangalli, presidente di
Confcommercio e della Camera di
commercio di Milano, si unisce
al lutto per la scomparsa di
Giacinto Facchetti. ''Ho avuto
la fortuna di conoscerlo durante
la sua splendida carriera
calcistica e anche dopo nei
momenti lievi di una
'partitella' insieme ad
Imbersago. Giacinto Facchetti e'
stato un grande uomo, un grande
sportivo. Un esempio per tutti
quelli che credono che lo sport
sia uno straordinario gioco in
cui vincono sempre la lealta' e
l'impegno, e cioe' i 'buoni'
come Giacinto''.
PENATI: "CAMPIONE NELLO SPORT E
NELLA VITA"
MILANO (Adnkronos) - ''Mi
addolora sapere che Giacinto
Facchetti se ne e' andato. In me
rimarra' il suo ricordo, il
ricordo di un grande campione
nello sport e nella vita''. A
dirlo e' Filippo Penati,
presidente della provincia di
Milano, che cosi' commenta la
scomparsa dell'ex campione
dell'Inter e presidente della
stessa societa' dal gennaio di
quest'anno. Penati ricorda l'ex
campione ''pensando a lui con
indosso la maglia nerazzurra o
ancora con quella della
nazionale ma anche quando, da
presidente dell'Inter, ha saputo
guidare la squadra alla
conquista dello scudetto, di due
edizioni della Coppa Italia e
due edizioni della Supercoppa''.
MARINI: "LE SUE DOTI MANCHERANNO
A TUTTI I TIFOSI ITALIANI"
ROMA (ANSA) - "A nome mio
personale e dell'Assemblea del
Senato, desidero esprimere i
sentimenti del più profondo
cordoglio per la scomparsa di
Giacinto Facchetti, atleta e
calciatore straordinario,
autentico uomo di sport,
capitano della Nazionale, le cui
doti di lealtà e generosità, in
campo come nella più recente
esperienza di dirigente,
mancheranno a tutti i tifosi
italiani. Con animo solidale".
E' il messaggio che il
presidente del Senato Franco
Marini ha inviato alla famiglia
di Giacinto Facchetti.
TABACCI: "UOMO ESEMPLARE E
GRANDE AMICO"
ROMA (ANSA) - "Giacinto
Facchetti era un uomo e un
atleta esemplare, un modello per
tutti e in particolare per le
giovani generazioni che hanno
bisogno di credere in uno sport
pulito. Sul piano personale,
poi, è stato un grande amico e
lo ricorderò sempre con
l'affetto che si prova per le
persone care". Così Bruno
Tabacci, deputato dell'Udc,
ricorda Giacinto Facchetti, al
quale lo legavano sentimenti di
"grande amicizia".
PRESIDENTE
CATANZARO: "STRAORDINARIA
SERIETA'"
CATANZARO (ANSA) - "Giacinto
Facchetti porta con sé i ricordi
più belli della giovinezza di
tutti noi e
l'entusiasmo di un'epoca
indimenticabile". Così il
presidente del Football club
Catanzaro, senatore Giancarlo
Pittelli, ha espresso il
"proprio cordoglio e quello
della società che rappresenta e
della tifoseria catanzarese" al
patron dell'Inter, Massimo
Moratti, per la morte di
Facchetti."Con il grande terzino
scompare la figura di un
professionista di straordinaria
serietà ed umiltà che incarnava
i valori autentici del calcio".
BERTINOTTI:
"GRANDE CAMPIONE, UOMO SERIO E
LEALE"
ROMA (ANSA) - "Con la scomparsa
di Facchetti gli italiani
perdono una figura esemplare non
soltanto per le sue qualità di
sportivo e di grande campione ma
anche per le sue doti di
serietà, umanità e lealtà che
hanno caratterizzato il suo
impegno nel mondo del calcio
prima da protagonista in campo e
poi da dirigente. Esprimo alla
sua famiglia, a nome mio
personale e della Camera i
sentimenti del più profondo e
intenso cordoglio". E' il
messaggio del presidente della
Camera Fausto Bertinotti alla
famiglia del presidente
dell'Inter scomparso oggi.
LA PALLACANESTRO
OLIMPIA AJ MILANO: "UN SIMBOLO
DELLO SPORT"
MILANO - "Quello di oggi è un
giorno triste per tutto lo sport
italiano in generale e per
quello milanese in particolare.
Oggi si è infatti spento, dopo
una lunga malattia, uno dei
simboli veri dello sport di
Milano, a prescindere da colori
difesi per una vita intera. Oggi
si è spento Giacinto Facchetti,
storico terzino sinistro della
grande Inter degli anni '60 e
ora Presidente della società
nerazzurra. E' per questo motivo
che anche la Pallacanestro
Olimpia Milano, il suo staff
tutto e tutti i suoi tifosi
vogliono unirsi al dolore
dell'Inter e della famiglia
Facchetti per la perdita di un
grande uomo di sport che lascerà
per sempre un ricordo speciale
in tutti quelli che hanno potuto
ammirarne le gesta, la
sensibilità e la lealtà dentro e
fuori dai prati verdi degli
stadi. Ciao Giacinto".
HCJ MILANO (VIPERS):
"E' SCOMPARSO UN GRANDE UOMO"
MILANO -
"Milano piange un grande uomo:
Giacinto Facchetti Atleti,
Staff, Dirigenza e Presidenza
dell'HCJ Milano sono vicini alla
FC Internazionale per la
scomparsa del Presidente
Giacinto Facchetti".
RENZO CASALI, fondatore e
direttore Comuna Baires di
Milano, a Inter.it: "Carissimo
Giacinto: l’ultima volta che ci
siamo incontrati è stato da noi,
nel teatro della Comuna Baires.
L’occasione ci era stata donata
dalla presentazione di un libro
sulla tua vita. Era appena il 6
marzo scorso, un tiepido lunedì
che anticipava la primavera; e
fu una serata intensa, dove
abbiamo parlato dell’Inter, dei
figli, delle rinnovate speranze
per un mondo migliore e più
giusto. Io, attanagliato dalla
timidezza, per introdurre la
serata decisi di leggere pari
pari la nota di copertina,
perché quelle mi sembrarono
parole più belle e più giuste di
quelle che avrei potuto
scrivere. Oggi le ripropongo:
“Il libro si ispira all'immagine
più immediata che Facchetti ha
dato di sé in Italia e in tutto
il mondo: quella del cavaliere
senza macchia e senza paura. Più
Parsifal che Lancillotto.
Difensore di quasi masochistica
correttezza (una sola espulsione
in quasi vent'anni di carriera),
attaccante aggiunto che
combinava la potenza squassante
di Riva con l'apollinea falcata
di Beckenbauer. La fedeltà a una
sola maglia, e quale! L'inter è
una fede per ultimi romantici:
"gente che vive di ricordi e di
sogni", dileggiano da sponde di
altri colori. E non sanno di
fare un complimento. Perché
nell'andazzo pallonaro sempre
più insensibile a guizzi di
poesia, l'Inter resta un'isola
di fascinoso richiamo. L'inter
del presidente, ex capitano,
Facchetti, e del patron Massimo
Moratti, ribattezzato Massimo
Del Sogno contro la troppo
facile ironia mediatica. Quasi
d'inerzia il libro si fa quindi
viaggio intorno a un atleta e a
un uomo fuori moda: il capitano
'parco', il 'galant homme'. Un
viaggio alla ricerca di
personaggi e di vite in antitesi
e in antidoto a certi eccessi di
troppe modernità. Viaggio di
perdute periferie, tra gli umori
e i sapori antichi di una terra
che ha così prepotentemente
ispirato Ermanno Olmi,
trevigliese come Giacinto
Facchetti. E a poco a poco,
intorno all'isola del 'galant
homme', si forma un variegato
frizzante arcipelago di 'humanitas',
che niente predica, niente
presume. Solo reclama il proprio
diritto alla vita”. Il 6 giugno
scorso, invece, Gianfelice, tuo
figlio, presentava da noi il suo
“Bundesliga ‘44”; ma tu non
c’eri, stavi giocando un’altra
partita, la più crudele, quella
che non finisce mai a reti
inviolate. In quei giorni
convulsi arrivò lo scudetto, e
dal tuo campo di battaglia ci
inviasti un messaggio “speriamo
sia il primo di una lunga
serie”. Ecco un ennesimo esempio
della tua forza, del tuo vivere
positivo, solidale e
progettuale. Il tuo amore per i
figli, per l'Inter, la tua
passione per la vita, la tua
lealtà, e trasparenza, ce li
porteremo dentro per sempre. Non
è una promessa, caro Giacinto, è
una lezione che ci hai regalato.
E noi tutti, interisti e non, ti
ringraziamo. Di cuore. Hasta la
victoria. Siempre".
GIOELE DIX: "DA OGGI NIENTE
SARA' PIU' COME PRIMA"
MILANO - "Mi telefona la mia
mamma. "Hanno detto alla radio
che è morto Facchetti, ma
possibile?" "Sì, mamma,
purtroppo era molto malato e
qualcuno vicino a lui, con
grande delicatezza, me ne aveva
parlato qualche tempo fa..." "Il
tuo Giacinto...". Già, la mia
mamma lo sa meglio di chiunque
altro, da bambino l'unico eroe
che contasse per me era
Facchetti. Mi ha raccontato
tante volte di quella mattina in
cui mi svegliai e le dissi
serio: "Quando da grande avrò un
figlio, lo chiamerò
Giacinto...". Che emozione la
sera in cui, tanti anni dopo, da
grande, lo conobbi e gli strinsi
la mano in quella trattoria a
Selvino. Poi altri incontri,
sempre affettuosi, allo stadio,
a casa Moratti, a teatro. Si
parlava di Inter, di passioni,
di figli che fanno gli attori. E
io - lo confesso - sempre un po'
intimorito, riverente, quasi
bloccato dall'ammirazione per
quel fantastico uomo, dolce e
imponente. Da oggi, niente sarà
più come prima, per me. Ciao mio
Giacinto".
04.09.2006
- tratto da INTER.IT
IL RICORDO DI JAVIER ZANETTI
Javier
Zanetti "C'è un immenso dolore da parte di tutti noi e
da parte di tutta la famiglia nerazzurra. Giacinto ci
mancherà moltissimo perchè era una persona
straordinaria, un essere umano molto molto buono, in
tutti i sensi. Ha fatto parte e farà sempre parte della
storia dell'Inter. Oggi è un giorno molto triste anche
perchè lui è sempre stato vicino a noi, vicino a tutti.
Ripeto: Giacinto ci mancherà tantissimo
LA CARRIERA
Giacinto
Facchetti nasce a Treviglio, in provincia di Bergamo, il
18 luglio 1942. Inizia a giocare a calcio nella squadra
del suo paese, ma è portato per lo sport in generale,
infatti ottiene buoni risultati anche nei campionati
giovanili di atletica leggera. Già a sedici anni è un
promesso campione del pallone, conteso dall’Atalanta, la
società di Bergamo, e dall’Inter che, alla fine, si
aggiudica il ragazzo dal fisico poderoso e che, in
maglia nerazzurra, diventerà una leggenda.
Facchetti esordisce nel massimo campionato italiano di
calcio il 21 maggio 1961 allo stadio “Olimpico” di Roma:
l’Inter vince 2-0. La domenica dopo, a Milano contro il
Napoli, Facchetti segna il primo dei 59 gol realizzati
con la maglia nerazzurra. E’ Helenio Herrera,
l’allenatore dell’Inter più forte di sempre, dell’Inter
che ha saputo vincere scudetti, Coppe Campioni e Coppe
Intercontinentali, che esalta al massimo le qualità di
Facchetti: terzino sinistro, sa difendere e attaccare, è
talmente bravo in fase offensiva che, alcune volte,
viene schierato persino nel ruolo di attaccante.
Facchetti, da calciatore, nell’Inter vince 4 campionati
italiani, 2 coppe dei Campioni, 2 coppe
Intercontinentali, 1 Coppa Italia. In totale, con la
maglia nerazzurra, disputa 476 partite di campionato.
Straordinaria anche la sua carriera nella Nazionale
italiana: 94 partite, per 70 volte capitano della
squadra azzurra, campione d’Europa nel 1968 e
vice-campione del Mondo nel 1970 in Messico.
Conclusa la carriera da calciatore, Facchetti
intraprende quella da dirigente. Sempre e comunque al
fianco dell’Inter, società per la quale ricopre diverse
cariche: da vice-presidente a “ambasciatore” nel mondo,
da membro del Consiglio d’Amministrazione a direttore
tecnico. Il 30 gennaio 2004 Massimo Moratti gli lascia
la massima carica: Facchetti è il primo calciatore della
storia nerazzurra a essere nominato Presidente. Sotto la
sua gestione l’Inter vince uno scudetto, due edizioni
della Coppa Italia e due della Supercoppa Italiana.
Da sempre considerato un calciatore simbolo del calcio
mondiale, ricopre divese cariche istituzionali anche in
Fifa e Uefa insieme con i grandi campioni che hanno
scritto la storia dello sport.
www.inter.it
IL CALCIO PIANGE
GIACINTO FACCHETTI

Addio bandiera nerazzurra
Lasciate un messaggio di
cordoglio Tutte le foto di
Giacinto Facchetti in un video
Gli audio di Cannavò e
Beccalossi La lettera di Moratti
Giacinto Facchetti era nato
a Treviglio nel '42. Omega
MILANO, 4 settembre 2006 - “Se
ne è andata l’ultima bandiera”:
frase sempre evocativa, spesso
retorica e soprattutto fuori
moda in un calcio business e
senza anima. Ma questa volta
possiamo proprio dire che
l’ultima bandiera ha smesso di
sventolare e, purtroppo, per
sempre. Piange l’Inter, piange
il mondo del calcio, per l’addio
di Giacinto Facchetti, spentosi
a 64 anni dopo una malattia dura
e terribile, quanto veloce nel
strapparlo ai propri affetti.
Giacinto aveva scoperto il male
solo pochi mesi fa: si è spento
oggi all'Istituto dei Tumori di
Milano. Lascia la moglie
Giovanna e quattro figli:
Barbara, Vera, Gianfelice e Luca
(calciatore del Pergocrema in
C2). Muore un mito, muore il
capitano per eccellenza, ma si
sa che i miti sono immortali e
allora sembra di vederlo ancora
lì. Sulla fascia sinistra ad
interpretare per primo il ruolo
di terzino fluidificante; a
guardare la monetina che sanciva
la vittoria italiana
nell’Europeo casalingo del 1968;
stampato per sempre nella
formazione-mantra
Sarti-Burgnich-Facchetti e via
dicendo della Grande Inter di
Helenio Herrera; monumento
azzurro capace di accompagnare
l’Italia attraverso 3 Mondiali
con la folle e storica notte di
Italia-Germania 4-3 a Messico
’70; e alla fine di recitare il
ruolo di presidente nell’Inter
di Massimo Moratti dopo aver
fatto grande i nerazzurri di
papà Angelo.
GLI INIZI Giacinto era nato a
Treviglio, provincia di Bergamo,
il 18 luglio 1942: non ha mai
abbandonato le sue radici
(abitava a Cassano d’Adda)
perché amava vivere nel verde
dove ritrovava l’equilibrio.
Padre ferroviere, madre
casalinga, un fratello e tre
sorelle: ambiente sereno e
pulito, il massimo per crescere
una speranza. Il grande amore
con l’Inter nasce però da uno
“sgarbo”. Facchetti venne
raccomandato a 16 anni da Meazza
per un provino all’Inter, ma
venne scartato dai soloni della
società. Lui si rivolse
all’Atalanta, firmò, ma un
factotum della società milanese
lo convinse a rimanere inattivo
fino a novembre e quindi passare
all’Inter. Era il 1958, l’inizio
della leggenda. Lo spilungone di
Treviglio strappato
all’atletica, lavora sodo:
mattina a scuola, panini al
volo, poi di corsa alla stazione
(accompagnato in bici dal papà),
treno, tram, allenamenti e
ritorno.
LA GLORIA Herrera lo vede e
intuisce la stoffa del campione,
fino a farlo debuttare il 21
maggio 1961 in Roma-Inter 0-2.
La settimana dopo ancora in
campo e partita sbloccata con un
gol in Inter-Napoli 3-0.
Facchetti cresce, supera le
critiche di San Siro per una
stagione opaca e nel 1963 si
laurea campione d’Italia per la
prima volta. E’ l’anno della
conferma perché il 27 marzo
debutta con l’Italia ad
Instanbul con la Turchia (0-1).
Non si sfilerà più la maglia
azzurra: 94 presenze, 70 da
capitano e 3 gol con il trionfo
dell’Europeo 1968 e il titolo di
vice-campioni del mondo nel
1970. Il Mago Herrera lo
trasforma nel primo
terzino-bomber della storia, il
primo terzino fluidificante che
attacca sulla fascia, il punto
di riferimento di sua maestà
Beckenbauer. Nel 1964 perde lo
spareggio scudetto con il
Bologna, ma si rifà con la Coppa
Campioni e Intercontinentale. Il
bis nel 1965 in Europa, nel
Mondo e anche in Italia con il
secondo scudetto. Il 1966 porta
ancora tricolore e la prima
fascia di capitano con l’Italia:
a Milano il 1° novembre nel
successo sull’Urss dopo la
disfatta mondiale con la Corea
del Nord (il ricordo più
doloroso della carriera).
LA FAMIGLIA Le vittorie si
accoppiano con lo stile,
l’eleganza e la serietà. Il
matrimonio con il nerazzurro è
felice e nel 1967 si “affianca”
a quello di vita con l’amata
Giovanna, conosciuta in una
balera di Rivolta d’Adda.
Viaggio di nozze ad Orvieto: lui
in caserma per servizio
militare, lei in una
pensioncina. I quattro figli
coroneranno il sogno d’amore.
Sul campo Giacinto gioca e
vince: il quarto scudetto arriva
nel 1971 e l’ultimo successo è
la Coppa Italia del 1978, quando
la carriera è al termine. Saluta
il campo a 36 anni, il 7 maggio
’78 in Inter-Foggia 2-1 con un
autogol: quasi una beffa del
destino per il terzino goleador
che aveva collezionato 475
partite in serie A con 59 gol
(634 in totale con 75 gol),
tutto con la maglia nerazzurra.
IL PRESIDENTE Dopo una
brevissima parentesi di 9 mesi
da vicepresidente dell’Atalanta
nel 1980 (sempre il
nerazzurro…), Giacinto rientrò
in orbita Inter come dirigente
nel 1985 con Pellegrini. Dieci
anni dopo arriva Massimo
Moratti: il simbolo è sempre al
suo fianco, nel novembre 2001
diventa vicepresidente, soffre
per il 5 maggio e dal gennaio
2004 è la bandiera del club.
Miglior persona non si poteva
trovare come 19° presidente
dell’Inter, miglior carriera
nerazzurra non poteva capitare
al “Cipe”, come lo chiamava il
Mago Herrera dopo che Buffon gli
aveva storpiato il cognome in
“Cipelletti” nel ’60.
L’UOMO Lascia un uomo tutto di
un pezzo: venne definito
“terzino e gentiluomo”. Troppo
poco per un giocatore che chiuse
la carriera con la Nazionale
come capitano non giocatore nel
1978. Poteva ribellarsi ad un
ruolo non suo: invece zero
polemiche, aiutò sempre Bearzot
nel Mondiale argentino e trovò
la “gloria letteraria” nell’eroe
di “Azzurro tenebra”, il romanzo
di Giovanni Arpino, suo grande
amico e padrino di Gianfelice.
Il gigante che da piccolo
sognava di fare il muratore,
perché era felice quando dal
primo piano di una casa in
costruzione poteva tuffarsi su
un mucchio di sabbia, chiudeva
una carriera esemplare (un solo
rosso per un applauso ironico
all’arbitro Vannucchi nel 1975
con San Siro) tra i dolci
ricordi e la consapevolezza di
essere un simbolo del calcio
italiano. Sempre a testa alta,
in campo e fuori, amato dagli
interisti e non solo. Ci
mancherà, sembra retorica, ma
non lo è.
|
|
 |
In
Nazionale: |
Curriculum
nell'INTER
Presenze
e gol in Serie A: 476 - 59
Presenze
e gol Coppe internaz.: 73 - 6
Presenze
e gol Coppe italiane: 85 - 10
Esordio:
03.05.1961 (C.Fiere)
Ultima
partita: 07.05.1978 (Serie A)
Attualmente:
Vice-presidente dell'Inter
Ha
vinto: 4 Scudetti (1963 - '65 - '66 - '71);
1
Coppa Italia (1978);
2
Coppa dei Campioni (1964 - 1965)
2
Coppa Intercont. (1964 e 1965)
|
Minuti
giocati: 8381 |
Partite
disputate: 94 |
Vittorie: 52 |
Pareggi: 25 |
Sconfitte: 17 |
Gol:
3 |
|
Giacinto
Facchetti nasce a Treviglio (Bergamo) il
18.07.1942.
Arriva
al calcio dall'atletica, possedendo infatti
caratteristiche fisiche perfette: altezza, fisico imponente,
classe ed eleganza nei movimenti.
E'
considerato infatti uno dei più bravi ed eleganti terzini
di tutti i tempi. Probabilmente avrebbe
avuto grandi possibilità anche nel
ruolo di attaccante.
Calcisticamente,
Facchetti nasce nella squadra
dell'Atalanta.
Notato dall'Inter,
si
trasferisce a Milano - alla corte del grande
Helenio Herrera - col quale vince tra l'altro
due Coppe Intercontinentali.
Esordisce
in Serie A il 21.05.1961, nella partita
Roma-Inter, vinta dall'Internazionale per 0-2.
Herrera
gli cucì addosso un ruolo nuovo e lui
diventò il primo terzino
"fluidificante".
Oggi il
vicepresidente dell'Inter dice con un pizzico
di orgoglio: "All'estero vedevano un
difensore che attaccava e cominciarono a
studiarmi.
"Terzino alla Faccetti",
dicevano. Faceva piacere".
Il suo esordio in Nazionale avviene
invece il 27-3-63, con l'incontro
Turchia-Italia, conclusosi con la vittoria
italiana per 0-1.
Disputa con la maglia
azzurra ben 94 incontri e in
questo contesto è tra i primatisti,
preceduto come numero di presenze solo da
Maldini e Zoff. In
Azzurro gioca ai Mondiali del '66 in
Inghilterra (terminati purtroppo male per la
Nazionale), negli Europei del '68 (vinti in casa
dall'Italia), nei Mondiali di Messico '70 (dove
arriviamo secondi), negli Europei del '72 (dove
l'Italia esce agli ottavi) e negli sfortunati Mondiali del '74. Dopo quasi
15 anni, l'ultima partita in Nazionale
è quella del 16 Novembre 1977: Inghilterra -
Italia (2-0).
Facchetti
costituisce veramente una svolta per il calcio
italiano. E' stato il primo difensore a
segnare tanti goals senza battere rigori, inventando un modo di giocare rivoluzionario:
un difensore che gioca per segnare, molto
tempo prima di Cabrini e Maldini.
Il
suo fair play è sempre stato
leggendario e certo anche questo lo ha reso
uno dei calciatori italiani più famosi
degli anni '60 e '70.
Il
gol più famoso di Facchetti
è forse quello segnato
nel 1965,
contro il Liverpool, nella semifinale della
Coppa dei Campioni. Il Liverpool aveva vinto
il primo incontro per 3-1, e l'Inter per
entrare in finale doveva vincere 3-0.
Facchetti segnò il terzo e decisivo
gol, con un destro incredibile, battendo il
portiere del Liverpool, Lawrence.
|
Una
leggenda dell'Inter e del calcio: Facchetti, la
storia
Lorena
Lathrop racconta la vita del grande terzino
neroazzurro (da
GOL
CALCIO )
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Profilo
(in inglese): http://dspace.dial.pipex.com/bob.dunning/facchett.htm
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Esordio
di Giacinto Facchetti nell'Inter:
03-Maggio-1961 -
Birmingham City-Inter 2-1 - Coppa
delle Fiere
Giacinto
Facchetti è stato Presidente dal
19-Gennaio-2004 al 04-Settembre-2006
Presenze
e reti di Giacinto Facchetti nell'Inter
|
presenze |
gol |
Campionato |
476 |
59 |
Coppe
Europee |
73 |
6 |
Coppa
Italia e Supercoppa |
85 |
10 |
TOTALE |
634 |
75 |
Presenze
e reti nel dettaglio di Giacinto Facchetti nell'Inter
Stagione |
Campionato |
Coppe
nazionali |
Coppe
continentali |
Altre
coppe |
Totale |
|
Pres |
Reti |
Comp |
Pres |
Reti |
Comp |
Pres |
Reti |
Comp |
Pres |
Reti |
Pres |
Reti |
1960-1961 |
|
3 |
1 |
- |
- |
- |
cd |
1 |
0 |
- |
- |
- |
4 |
1 |
1961-1962 |
|
15 |
0 |
- |
- |
- |
CdF |
6 |
0 |
- |
- |
- |
21 |
0 |
1962-1963 |
|
31 |
4 |
CI |
2 |
0 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
33 |
4 |
1963-1964 |
|
32+1 |
4 |
- |
- |
- |
CC |
9 |
0 |
- |
- |
- |
42 |
4 |
1964-1965 |
|
32 |
2 |
CI |
3 |
0 |
CC |
6 |
1 |
Interc |
3 |
0 |
44 |
3 |
1965-1966 |
|
32 |
10 |
CI |
1 |
0 |
CC |
5 |
2 |
Interc |
2 |
0 |
40 |
12 |
1966-1967 |
|
34 |
4 |
CI |
2 |
0 |
CC |
10 |
2 |
- |
- |
- |
46 |
6 |
1967-1968 |
|
28 |
7 |
CI |
9 |
2 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
37 |
9 |
1968-1969 |
|
30 |
6 |
CI |
3 |
1 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
33 |
7 |
1969-1970 |
|
28 |
5 |
CI |
6 |
1 |
CdF |
8 |
0 |
- |
- |
- |
42 |
6 |
1970-1971 |
|
30 |
5 |
CI |
3 |
0 |
CdF |
2 |
0 |
- |
- |
- |
35 |
5 |
1971-1972 |
|
27 |
4 |
CI |
8 |
1 |
CC |
9 |
1 |
- |
- |
- |
44 |
6 |
1972-1973 |
|
29 |
1 |
CI |
10 |
3 |
CU |
5 |
0 |
- |
- |
- |
44 |
4 |
1973-1974 |
|
28 |
2 |
CI |
7 |
0 |
CU |
2 |
0 |
- |
- |
- |
37 |
2 |
1974-1975 |
|
23 |
0 |
CI |
8 |
1 |
CU |
3 |
0 |
- |
- |
- |
34 |
1 |
1975-1976 |
|
28 |
3 |
CI |
10 |
0 |
- |
- |
- |
- |
- |
- |
38 |
3 |
1976-1977 |
|
27 |
1 |
CI |
9 |
1 |
CU |
1 |
0 |
- |
- |
- |
37 |
2 |
1977-1978 |
|
18 |
0 |
CI |
4 |
0 |
CU |
1 |
0 |
- |
- |
- |
23 |
0 |
TOTALE |
475+1 |
59 |
|
85 |
10 |
|
68 |
6 |
|
5 |
0 |
634 |
75 |
Giacinto Facchetti
ha segnato nr. 75 gol con l'Inter
Le
Partite in cui ha segnato
Giacinto Facchetti
con l'Inter
data |
partita |
risultato |
marcatori |
30-05-1961 |
Inter-Napoli |
3-0 |
44' Facchetti,
69' Corso, 88' Bolchi |
01-11-1962 |
Genoa-Inter |
1-3 |
2' Jair, 23'
Baveni, 43' Facchetti, 84' Di Giacomo |
20-01-1963 |
Inter-Mantova |
1-0 |
23' Facchetti |
17-03-1963 |
Venezia-Inter |
0-2 |
57' Facchetti,
63' Corso |
07-04-1963 |
Inter-Fiorentina |
1-0 |
1' Facchetti |
24-11-1963 |
Messina-Inter |
0-1 |
44' Facchetti |
01-12-1963 |
Catania-Inter |
1-2 |
20' Facchetti,
65' Ciccolo, 89' Fanello |
12-02-1964 |
Modena-Inter |
0-1 |
18' Facchetti |
01-03-1964 |
Sampdoria-Inter |
1-5 |
9' Mazzola,
11' Facchetti, 13' Suarez, 14' Barison, 25'
Mazzola, 27' Suarez (Rig) |
10-01-1965 |
Catania-Inter |
2-3 |
12' Suarez,
18' Mazzola, 46' Calvanese, 77' Faccin, 79'
Facchetti |
12-05-1965 |
Inter-Liverpool |
3-0 |
8' Corso, 9'
Peirò, 62' Facchetti |
23-05-1965 |
Atalanta-Inter |
1-3 |
32' Facchetti,
34' Domenghini, 60 ' Nova, 81' Mazzola |
04-09-1965 |
Inter-Varese |
5-2 |
3' Corso (Rig),
12' Gori, 21' Domenghini, 39' Facchetti, 45'
Bagatti, 49' Facchetti, 87' Combin |
03-10-1965 |
Inter-Catania |
3-1 |
59' Facchetti,
64' Facchin, 65' Bedin, 79' Mazzola (Rig) |
14-11-1965 |
Cagliari-Inter |
0-1 |
69' Facchetti |
16-12-1965 |
Inter-Dinamo
Bucarest |
2-0 |
22' Rig.
Mazzola, 89' Facchetti |
19-12-1965 |
Sampdoria-Inter |
0-5 |
12' Facchetti,
14' Bedin, 68' Mazzola (Rig), 76' Mazzola,
78' Jair |
13-03-1966 |
Inter-Brescia |
7-0 |
1' Domenghini,
16' Domenghini, 20' Jair, 50' Mazzola, 52'
Facchetti, 78' Mazzola, 85' Mazzola |
27-03-1966 |
Inter-Cagliari |
2-0 |
63' Bedin, 88'
Facchetti |
20-04-1966 |
Inter-Real
Madrid |
1-1 |
20' Amancio,
78' Facchetti |
24-04-1966 |
Inter-Sampdoria |
1-1 |
54' Frustalupi,
72' Facchetti |
08-05-1966 |
Inter-Juventus |
3-1 |
9' Facchetti,
14' Facchetti, 27' Suarez, 74' Mazzia |
25-09-1966 |
Inter-Vicenza |
2-0 |
11' Facchetti,
51' Jair |
06-11-1966 |
Torino-Inter |
0-2 |
44' Facchetti,
77' Mazzola |
19-02-1967 |
Spal-Inter |
1-3 |
10' Bosdaves,
25' Facchetti, 27' Mazzola, 84' Cappellini |
02-04-1967 |
Inter-Milan |
4-0 |
18'
Cappellini, 71' Facchetti, 74' Suarez, 84'
Domenghini |
19-04-1967 |
Inter-CSKA
Sofia |
1-1 |
45' Facchetti,
66' Tzanev |
26-04-1967 |
CSKA
Sofia-Inter |
1-1 |
62' Facchetti,
78' Radlev |
24-09-1967 |
Inter-Roma |
1-1 |
7' Facchetti,
9' Taccola |
13-12-1967 |
Pisa-Inter |
1-1 |
47' Facchetti,
72' Manservizi |
04-02-1968 |
Vicenza-Inter |
2-1 |
3' Vinicio,
62' Vinicio, 63' Facchetti |
11-02-1968 |
Inter-Atalanta |
3-0 |
58' Mazzola,
70' Domenghini, 88' Facchetti |
17-03-1968 |
Spal-Inter |
1-2 |
39' Facchetti,
54' Brenna, 69' Suarez |
31-03-1968 |
Torino-Inter |
2-3 |
19' Poletti (Rig),
21' Combin, 26' Facchetti, 64' Domenghini,
75' Facchetti |
14-04-1968 |
Sampdoria-Inter |
2-2 |
12'
Cappellini, 35' Facchetti, 47' Vieri, 83'
Delfino |
23-06-1968 |
Bologna-Inter |
0-2 |
6' Suarez, 30'
Facchetti |
15-09-1968 |
Como-Inter |
1-1 |
38' Comini,
76' Facchetti |
27-10-1968 |
Inter-Cagliari |
4-0 |
9' Facchetti,
66' Spadetto, 76' Mazzola, 90' Domenghini |
10-11-1968 |
Inter-Roma |
3-1 |
2' Suarez
(Aut), 45' Facchetti, 57' Bertini, 69'
Domenghini |
08-12-1968 |
Inter-Varese |
6-0 |
16' Dolci
(Aut), 25' Vastola, 53' Facchetti, 77'
Domenghini, 86' Vastola, 88' Domenghini |
22-12-1968 |
Sampdoria-Inter |
0-3 |
41' Bertini (Rig),
61' Facchetti, 89' Vastola |
09-03-1969 |
Roma-Inter |
0-3 |
29' Bertini,
31' Facchetti, 49' Santarini (Aut) |
06-04-1969 |
Inter-Torino |
2-2 |
4' Facchetti,
7' Pulici, 49' Bertini (Rig), 77' Moschino |
31-08-1969 |
Pisa-Inter |
0-1 |
41' Facchetti |
21-09-1969 |
Palermo-Inter |
1-2 |
26' Causio,
41' Rig. Bertini, 55' Facchetti |
04-01-1970 |
Inter-Sampdoria |
3-2 |
26' Corni, 34'
Bertini, 71' Facchetti, 74' Negrisolo, 79'
Facchetti |
29-03-1970 |
Inter-Fiorentina |
3-0 |
33' Facchetti,
82' Boninsegna, 88' Da Costa |
05-04-1970 |
Bari-Inter |
0-1 |
57' Facchetti |
11-10-1970 |
Bologna-Inter |
2-2 |
26' Savoldi,
49' Facchetti, 71' Frustalupi, 76' Savoldi |
21-12-1970 |
Inter-Varese |
3-2 |
9' Boninsegna,
37' Facchetti, 63' Rig. Boninsegna, 76'
Carelli, 90' Carelli |
31-01-1971 |
Inter-Hellas
Verona |
1-0 |
48' Facchetti |
14-03-1971 |
Torino-Inter |
0-2 |
19' Boninsegna,
70' Facchetti |
02-05-1971 |
Inter-Foggia |
5-0 |
7' Boninsegna,
54' Da Costa, 62' Facchetti, 69' Mazzola,
90' Da Costa |
15-09-1971 |
Inter-AEK
Atene |
4-1 |
14' Pomonis,
19' Mazzola, 35' Facchetti, 43' Jair, 61'
Rig. Boninsegna |
19-09-1971 |
Inter-Brescia |
1-1 |
38' Tedoldi,
59' Facchetti |
17-10-1971 |
Catanzaro-Inter |
0-2 |
63' Bedin, 80'
Facchetti |
05-12-1971 |
Bologna-Inter |
0-3 |
14' Facchetti,
21' Boninsegna, 31' Boninsegna |
16-01-1972 |
Mantova-Inter |
1-6 |
16' Boninsegna,
55' Bertini, 60' Pellizzaro Domenicacci, 67'
Boninsegna, 70' Dell'angelo, 82' Bertini,
87' Facchetti |
09-04-1972 |
Inter-Vicenza |
2-1 |
48' Rig.
Boninsegna, 51' Facchetti, 63' Rig. Maraschi |
19-04-1972 |
Celtic
Glasgow-Inter |
4-5 dcr (0-0) |
(rigori:
Mazzola, Facchetti, Craig, Frustalupi,
Jhonstone, Pellizzaro, McClosky, Jair,
Murdock) |
03-09-1972 |
Lecco-Inter |
1-5 |
10' Rig.
Giavara, 12' Boninsegna, 19' Aut. Pomaro,
66' Facchetti, 69' Massa, 79' Mazzola |
06-09-1972 |
Inter-Genoa |
3-1 |
57' Facchetti,
68' Moro, 69' Boninsegna, 77' Piccioni |
12-11-1972 |
Inter-Napoli |
2-0 |
81' Facchetti,
83' Moro |
24-06-1973 |
Inter-Reggiana |
1-0 |
9' Facchetti |
02-12-1973 |
Inter-Milan |
2-1 |
14' Boninsegna,
40' Benetti, 70' Facchetti |
23-12-1973 |
Inter-Vicenza |
2-0 |
16' Facchetti,
80' Boninsegna |
29-05-1975 |
Juventus-Inter |
1-2 |
53' Viola, 58'
Boninsegna, 85' Facchetti |
12-10-1975 |
Lazio-Inter |
1-1 |
16' Chinaglia,
22' Facchetti |
21-12-1975 |
Inter-Napoli |
2-1 |
37' Boninsegna,
68' Juliano, 90' Facchetti |
16-05-1976 |
Bologna-Inter |
1-2 |
31' Aut.
Facchetti, 68' Facchetti, 81' Boninsegna |
12-12-1976 |
Sampdoria-Inter |
0-1 |
89' Facchetti |
26-06-1977 |
Inter-Vicenza |
1-1 |
31' Rig.
Salvi, 40' Rig. Facchetti |
Partite con autogol
di Giacinto Facchetti con l'Inter
data |
partita |
risultato |
marcatori |
07-06-1964 |
Bologna-Inter |
2-0 |
75' Facchetti
(Aut), 83' Nielsen |
29-11-1964 |
Inter-Vicenza |
3-2 |
5' Suarez, 19'
Facchetti (Aut), 36' Stenti (aut), 45'
Corso, 86' Vinicio |
06-10-1968 |
Inter-Napoli |
1-1 |
1' Facchetti
(Aut), 29' Domenghini |
10-11-1968 |
Inter-Roma |
3-1 |
2' Suarez
(Aut), 45' Facchetti, 57' Bertini, 69'
Domenghini |
16-05-1976 |
Bologna-Inter |
1-2 |
31' Aut.
Facchetti, 68' Facchetti, 81' Boninsegna |
12-02-1978 |
Napoli-Inter |
2-2 |
21' Chiarugi,
26' Oriali, 62' Muraro, 83' Aut. Facchetti |
07-05-1978 |
Inter-Foggia |
2-1 |
37' Muraro,
41' Aut. Facchetti, 75' Scanziani |
Palmares di Giacinto
Facchetti
Campionato italiano: 4
-
Inter:
1962-1963, 1964-1965, 1965-1966,
1970-1971
Coppa Italia: 1
Inter:
1977-1978
Coppa dei Campioni: 2
-
Inter:
1963-1964, 1964-1965
Coppa Intercontinentale: 2
Inter:
1964, 1965
Campionato d'Europa: 1
1968
Titoli conquistati da Presidente:
Campione
d'Italia 2005-06 - Coppa Italia 2004-05
e 2005-06 - Supercoppa di Lega 2005 e
2006
Inserito
nella FIFA 100 (2004)
FIFA
Presidential Award (2006)
Inserito
tra le Leggende del calcio del
Golden Foot (2006)
|
Presenze
e risultati di Giacinto Facchetti in
Nazionale
|
Data |
Gara |
Risultato |
Gol |
16/11/1977 |
INGHILTERRA
- ITALIA |
2
- 0 |
|
15/10/1977 |
ITALIA
- FINLANDIA |
6
- 1 |
|
8/10/1977 |
GERMANIA
- ITALIA |
2
- 1 |
|
8/6/1977 |
FINLANDIA
- ITALIA |
0
- 3 |
|
17/11/1976 |
ITALIA
- INGHILTERRA |
2
- 0 |
|
16/10/1976 |
LUSSEMBURGO
- ITALIA |
1
- 4 |
|
5/6/1976 |
ITALIA
- ROMANIA |
4
- 2 |
|
31/5/1976 |
BRASILE
- ITALIA |
4
- 1 |
|
28/5/1976 |
INGHILTERRA
- ITALIA |
3
- 2 |
|
23/5/1976 |
USA
- ITALIA |
0
- 4 |
|
7/4/1976 |
ITALIA
- PORTOGALLO |
3
- 1 |
|
22/11/1975 |
ITALIA
- OLANDA |
1
- 0 |
|
26/10/1975 |
POLONIA
- ITALIA |
0
- 0 |
|
27/9/1975 |
ITALIA
- FINLANDIA |
0
- 0 |
|
8/6/1975 |
URSS
- ITALIA |
1
- 0 |
|
5/6/1975 |
FINLANDIA
- ITALIA |
0
- 1 |
|
19/4/1975 |
ITALIA
- POLONIA |
0
- 0 |
|
28/9/1974 |
JUGOSLAVIA
- ITALIA |
1
- 0 |
|
23/6/1974 |
POLONIA
- ITALIA |
2
- 1 |
|
19/6/1974 |
ITALIA
- ARGENTINA |
1
- 1 |
|
15/6/1974 |
ITALIA
- HAITI |
3
- 1 |
|
8/6/1974 |
AUSTRIA
- ITALIA |
0
- 0 |
|
26/2/1974 |
ITALIA
- GERMANIA |
0
- 0 |
|
14/11/1973 |
INGHILTERRA
- ITALIA |
0
- 1 |
|
20/10/1973 |
ITALIA
- SVIZZERA |
2
- 0 |
|
29/9/1973 |
ITALIA
- SVEZIA |
2
- 0 |
|
14/6/1973 |
ITALIA
- INGHILTERRA |
2
- 0 |
|
9/6/1973 |
ITALIA
- BRASILE |
2
- 0 |
|
31/3/1973 |
ITALIA
- LUSSEMBURGO |
5
- 0 |
|
25/2/1973 |
TURCHIA
- ITALIA |
0
- 1 |
|
13/5/1972 |
BELGIO
- ITALIA |
2
- 1 |
|
29/4/1972 |
ITALIA
- BELGIO |
0
- 0 |
|
4/3/1972 |
GRECIA
- ITALIA |
2
- 1 |
|
20/11/1971 |
ITALIA
- AUSTRIA |
2
- 2 |
|
9/10/1971 |
ITALIA
- SVEZIA |
3
- 0 |
|
25/9/1971 |
ITALIA
- MEXICO |
2
- 0 |
|
9/6/1971 |
SVEZIA
- ITALIA |
0
- 0 |
|
10/5/1971 |
IRLANDA
(EIRE) - ITALIA |
1
- 2 |
|
20/2/1971 |
ITALIA
- SPAGNA |
1
- 2 |
|
8/12/1970 |
ITALIA
- IRLANDA (EIRE) |
3
- 0 |
|
31/10/1970 |
AUSTRIA
- ITALIA |
1
- 2 |
|
17/10/1970 |
SVIZZERA
- ITALIA |
1
- 1 |
|
21/6/1970 |
BRASILE
- ITALIA |
4
- 1 |
|
17/6/1970 |
ITALIA
- GERMANIA |
4
- 3 |
|
14/6/1970 |
ITALIA
- MEXICO |
4
- 1 |
|
11/6/1970 |
ITALIA
- ISRAELE |
0
- 0 |
|
6/6/1970 |
ITALIA
- URUGUAY |
0
- 0 |
|
3/6/1970 |
ITALIA
- SVEZIA |
1
- 0 |
|
10/5/1970 |
PORTOGALLO
- ITALIA |
1
- 2 |
|
21/2/1970 |
SPAGNA
- ITALIA |
2
- 2 |
|
22/11/1969 |
ITALIA
- GERMANIA EST |
3
- 0 |
|
4/11/1969 |
ITALIA
- GALLES |
4
- 1 |
|
24/5/1969 |
ITALIA
- BULGARIA |
0
- 0 |
|
29/3/1969 |
GERMANIA
EST - ITALIA |
2
- 2 |
|
5/1/1969 |
MEXICO
- ITALIA |
1
- 1 |
|
1/1/1969 |
MEXICO
- ITALIA |
2
- 3 |
|
23/10/1968 |
GALLES
- ITALIA |
0
- 1 |
|
10/6/1968 |
ITALIA
- JUGOSLAVIA |
2
- 0 |
|
8/6/1968 |
ITALIA
- JUGOSLAVIA |
1
- 1 |
|
5/6/1968 |
ITALIA
- URSS |
0
- 0 |
|
20/4/1968 |
ITALIA
- BULGARIA |
2
- 0 |
|
6/4/1968 |
BULGARIA
- ITALIA |
3
- 2 |
|
23/12/1967 |
ITALIA
- SVIZZERA |
4
- 0 |
|
18/11/1967 |
SVIZZERA
- ITALIA |
2
- 2 |
|
1/11/1967 |
ITALIA
- CIPRO |
5
- 0 |
|
25/6/1967 |
ROMANIA
- ITALIA |
0
- 1 |
|
27/3/1967 |
ITALIA
- PORTOGALLO |
1
- 1 |
|
22/3/1967 |
CIPRO
- ITALIA |
0
- 2 |
1 |
26/11/1966 |
ITALIA
- ROMANIA |
3
- 1 |
|
1/11/1966 |
ITALIA
- URSS |
1
- 0 |
|
19/7/1966 |
COREA
DEL NORD - ITALIA |
1
- 0 |
|
16/7/1966 |
URSS
- ITALIA |
1
- 0 |
|
13/7/1966 |
ITALIA
- CILE |
2
- 0 |
|
29/6/1966 |
ITALIA
- MEXICO |
5
- 0 |
|
22/6/1966 |
ITALIA
- ARGENTINA |
3
- 0 |
|
18/6/1966 |
ITALIA
- AUSTRIA |
1
- 0 |
|
14/6/1966 |
ITALIA
- BULGARIA |
6
- 1 |
|
19/3/1966 |
FRANCIA
- ITALIA |
0
- 0 |
|
7/12/1965 |
ITALIA
- SCOZIA |
3
- 0 |
1 |
9/11/1965 |
SCOZIA
- ITALIA |
1
- 0 |
|
1/11/1965 |
ITALIA
- POLONIA |
6
- 1 |
|
27/6/1965 |
UNGHERIA
- ITALIA |
2
- 1 |
|
23/6/1965 |
FINLANDIA
- ITALIA |
0
- 2 |
|
16/6/1965 |
SVEZIA
- ITALIA |
2
- 2 |
|
18/4/1965 |
POLONIA
- ITALIA |
0
- 0 |
|
5/12/1964 |
ITALIA
- DANIMARCA |
3
- 1 |
|
4/11/1964 |
ITALIA
- FINLANDIA |
6
- 1 |
1 |
10/5/1964 |
SVIZZERA
- ITALIA |
1
- 3 |
|
11/4/1964 |
ITALIA
- CECOSLOVACCHIA |
0
- 0 |
|
10/11/1963 |
ITALIA
- URSS |
1
- 1 |
|
13/10/1963 |
URSS
- ITALIA |
2
- 0 |
|
9/6/1963 |
AUSTRIA
- ITALIA |
0
- 1 |
|
12/5/1963 |
ITALIA
- BRASILE |
3
- 0 |
|
27/3/1963 |
TURCHIA
- ITALIA |
0
- 1 |
|
|
|
|
Football
tore him away from track, turning him into one of
the greatest sweepers in Italian football.
Discovered in Atalanta's youth team, he had his
international debut in Helenio Herrera's great
Inter, and then played for the National Team for
whom he appeared 94 times. |
-- |
UNA
LEGGENDA DELL'INTER
E DEL CALCIO:
FACCHETTI,
LA STORIA
Lorena
Lathrop racconta la vita del grande terzino
neroazzurro
(da
GOL
CALCIO )
Sono
passati quarant'anni dal giorno in cui Helenio
Herrera, guardando una prova non soddisfacente di un
terzino, disse: "Questo ragazzo sarà una
colonna fondamentale della mia Inter". Lo
spilungone bergamasco, nato il 18 luglio 1942, era
al suo esordio assoluto in serie A, (21 maggio 1961,
Roma-Inter 0-2). Non aveva convinto troppo, ma
quella profezia si rivelò abbastanza
azzeccata, e una volta inserito nel meccanismo
d'orologio che erano i nerazzurri, vide pentirsi i
critici.
Alla
Trevigliese dei suoi esordi Giacinto Facchetti non
era terzino, bensì attaccante, ma una volta
arrivato in nerazzurro il Mago lo piazzò in
difesa. Il dono della sua antica posizione, lo
scatto, era l'arma in più che cercava: un
terzino diventato all'improvviso ala, avanzando alla
porta rivale. Inatteso goleador oltre che forte nei
recuperi, Facchetti si fece un nome prestissimo
nella compagine bauscia ed iscrisse il proprio nome
in tutte le prodezze degli anni d'oro della Grande
Inter.
Senza
paura di sbagliarsi, chiunque poteva dire che per il
laterale sinistro c'era un Prima e un Dopo
Facchetti.
Infatti,
la sua ascesa fu presa in considerazione presto per il nuovo
Commisario Tecnico Edmondo Fabbri, che lo chiama per le qualificazioni
della Coppa Europea di Nazioni il 27 marzo 1963 contro
la Turchia ad Istambul (vince l'Italia per 1-0).
Per il
primo gol deve aspettare 20 mesi, sbloccando il
risultato al primo minuto (!) della gara ad eliminazione con la Finlandia, finita 6-1 per gli
azzurri.
L'annata 1963 é speciale. Con 49 punti, 4 di
vantaggio sulla Juventus - vendicando la
situazione del 1961 - 19 vittorie, 11 pareggi e 4 sconfitte, 56
gol fatti e 20 subiti, l'Inter vince lo scudetto ed
arriva l'anno successivo in CoppaCampioni, trovandosi
di fronte il Real
Madrid e battendolo con due gol di
Mazzola ed uno di Milani.
Dopo batte anche
l'Independiente di Avellaneda in tripla finale (0-1,
2-0, 1-0 a Madrid) ed é il primato
interista ad opporsi alla prima CoppaCampioni milanista: campioni
del mondo. Il terzino bergamasco riceve lodi in tutte
le lingue, ma c'e perplessitá rispetto al suo impiego
in un ruolo difensivo, dove la velocitá viene dosata
in ben altra maniera.
La mobilitá che Fabbri si auspicava dei suoi terzini
in Nazionale, e che Facchetti aveva,
non arrivó, principalmente perché i primi due anni in maglia
azzurra non significarono per lui la
grande svolta che molti si aspettavano, il Club Italia che rinverdirebbe
i fasti con una Nazionale interamente italiana.
Tanto piú che durante il 1965 l'Inter continuava a vincere
ancora, rinnovando il titolo nazionale dopo la Pasqua
di Sangue con il Bologna dell'anno scorso,
continentale contro il Benfica, e mondiale ancora sull'Independiente,
stavolta in doppia finale (3-0, 0-0).
Tre
lunghezze sul Milan, 54 punti, 22 vittorie, 10
pareggi e due sconfitte, 68 gol fatti, 29 subiti,
questi i numeri del campionato. Si ripeterà
di nuovo nel 1966 con 50 gol, 20 vittorie, 10
pareggi e 4 sconfitte, 70 gol fatti e 28 subiti:
s'incorona campione di nuovo.
Nell'Inter c'era un altro fattore negativo, oltre ai
trionfi: la novità della sua posizione lo fa
soffrire una strana dualità con Sandro
Mazzola, se uno dei due non segna, si comincia a
patire la crisi. Come se non bastasse questo
tormentone, i rapporti tra lui e Fabbri si
incrinano.
Scoppia tutto dopo il primo amichevole, già
ottenuti i biglietti per Inghilterra. Uno 0-0 con la
Francia che sollevò le ire dei tifosi proprio
come uno 0-0 a Varsavia undici mesi prima. Era il
momento propizio per far sì che il gruppo
interista - marginato come blocco dalla Nazionale di
Fabbri e sentendosi bacchettato dall'allenatore -
passasse proprio allora al contrattacco. Il CT
sosteneva di non poter trapiantare un modulo senza
il giocatore cardine - Suàrez - e i giocatori
(Corso e Facchetti in primis) si lagnavano delle
scelte del tecnico romagnolo.
"Il vero calcio italiano è quello
dell'Inter e non quello della Nazionale
italiana", apre i fuochi alla stampa francese
un - a dir poco - insoddisfatto Facchetti, che
spiega di non aver realizzato reti, sua specialità
cardine "perchè il signor Fabbri ci
proibisce di andare avanti. Lui vuole solo
pareggiare, e con i soli pareggi non arriveremo da
nessuna parte in Inghilterra".
Profetiche
parole. "Giacinto Magno", come lo chiamò
Brera, ebbe dura vita ai mondiali inglesi,
specialmente di fronte al russo Cislenko, l'ala che
segnò la rete della vittoria dell'Urss, e non
meno contro i coreani. Si macchia così della
caduta sportiva più vergognosa del calcio
italiano, ma anche questa volta risorge. Dopo la
Corea, è fatto capitano a soli 24 anni e
riprende con la solita forza la strada.
Mentre
l'Inter nel 1967 andava incontro a Mantova e falliva
a conquistare una storica tripletta, Facchetti
avanzava verso la gloria mondiale. E se qualcuno
prima dubitava del suo ruolo e parlava di crisi e
della cosiddetta "alimentazione di
guerra", presto dovette ricredersi. La
rivincita giungerà sotto forma della prima e
sin qui unica Coppa Europea delle Nazioni vinta
dall'Italia (1968). Una coppa segnata dall'azzardo,
una semifinale giocata sul lancio della monetina che
Facchetti stesso scelse. Capitano nel bene e nel
male, dunque, è tra i giocatori di rilievo ad
aver giocato in tutte e tre le Nazionali: Giovanile,
B (1 partita ognuna) e naturalmente A.
In Messico, tre anni dopo, sembrava la volta buona
per mettersi in mostra. Smarrito all'inizio come la
maggioranza degli azzurri per altezza, pressione e
caldo, via via il suo gioco andò migliorando,
e anche se la finalissima lo vide con il solito
"animus pugnandi", finì con un 4-1
sfavorevole agli azzurri, ma con l'orgoglio rifatto.
Tra i tantoi della Corea che volevano rivincita,
Facchetti fu uno che agli occhi di tutti cresce e
rinasce.
Anni dopo ricorderà questa altalena: "Mi
volevano condannare all'ergastolo quando ci
sconfisse la Corea ai Mondiali d'Inghilterra, e
quattro anni dopo, quando vincemmo sulla Germania
per 4 a 3 in Messico, raggiungendo la finale con i
brasiliani, la polizia dovette fare un'operazione di
sicurezza per evitare che i tifosi prendessero me e
mia moglie e ci portassero in trionfo. Comunque, fra
i tanti difetti, il calcio è una delle poche
cose che all'estero fanno parlar bene degli
italiani".
La Vecchia Guardia interista chiude il ciclo di
Herrera: vincerà uno scudetto con Invernizzi
nel 1971, ma non sarà mai lo stesso. Giacinto
ammira il Mago oltre ogni limite: la visione e la
competenza del suo allenatore lo esaltano. Ne
diventa amico, ne canta le imprese, resta
affascinato dalla maniera di affacciarsi al gioco
che ha l'argentino - spagnolo - franco - marocchino.
E
Facchetti si avvia alla ripartenza. I Mondiali di
Germania sono il suo canto del cigno: attorno a lui,
all'Inter e nella Nazionale, i compagni di molte
battaglie vanno via oppure si ritirano. E lui resta,
consapevole di poter ancora smentire chi lo
definisce vecchio e finito.
Nella metà degli anni Settanta, Facchetti
chiede a Suàrez - diventato allenatore
dell'Inter - di provare a fargli fare il libero. Lo
spagnolo resta convinto delle qualità del suo
antico compagno: un libero mobile, plastico, un po'
troppo "cavalleresco" per i suoi gusti, ma
infine un grande libero. In questa veste riconquista
il posto di diritto e, incredibilmente, ritorna in
Nazionale per arrivare al suo quarto mondiale.
Qui arriva la tragedia. Giocando per l'Inter
Facchetti s'infortuna e, stringendo i denti, torna,
anche se non in piena forma. Quando Bearzot chiama i
22 per andare in Argentina, in un atto di grande
sincerità sportiva, il capitano gli fa sapere
di non stare nella forma migliore e chiede al
tecnico di scegliere un altro al posto suo. Andò
ugualmente, l'Italia arrivò quarta e per lui
fu la prima volta da dirigente accompagnatore.
Il 16 novembre 1977, con 94 partite da capitano
azzurro, Giacinto Facchetti lascia la Nazionale con
questo record, superato solo da Zoff e Maldini II.
L'addio per l'Inter arriva il 7 maggio 1978,
vincendo 2-1 sul Foggia: neòll'arco della
pulitissima carriera era stato espulso una sola
volta. Fa il dirigente, lascia l'Inter solo per fare
il vicepresidente dell'Atalanta, poi torna al suo
grande amore.
Fa il dirigente accompagnatore, ora rappresenta
l'Inter all'estero. L'ultimo progetto di Helenio
Herrera - farlo diventare l'allenatore dell'Inter
con lui come direttore tecnico - non ebbe fortuna.
Ora Facchetti custodisce gelosamente i taccuini del
Mago allo stesso modo in cui pattugliava l'area.
Guai a pensare che questa sia la sua ultima sosta: a
sessant'anni compiuti Giacinto Facchetti può
ancora battersi e provare che può fare di
tutto. E incominciare a percorrere un'altra strada
vincente.
[torna su]
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