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Aristide Guarneri

Nato a Cremona il 07-Marzo-1938

 Stopper dell'Inter  nr. maglia 5

Esordio nell'Inter: 14.09.1958 - Mantova-Inter 0-7 - Coppa Italia

Esordio in Nazionale il 12-Maggio-1963 (Italia - Brasile 3-0)

Aristide Guarneri

 

giocatore ruolo data di nascita Nazione presenze gol
Aristide Guarneri Difensore 07-03-1938 Italia 335 3
 

All'Inter dal 1959-59 al 1966-67 e nel 1969-70. Presenze 335 e gol 4. Palmarès: 3 scudetti (1962-63, 1964-65 e 1965-66), 2 coppe dei Campioni (1963-64 e 1964-65) e 2 Coppe Intercontinentali (1964 e 1965).

21 partite in Nazionale (con una presenza ai Mondiali del 1966 e con la partecipazione agli Europei del 1968). Un gol nel 1966, contro l'URSS di Lev Yashin.
 


 

Presenze di Aristide Guarneri nell'Inter

  presenze gol
Campionato 272 3
Coppe Europee 49 0
Coppa Italia e Supercoppa 14 0
TOTALE 335 3

 

Carriera e Vittorie di Aristide Guarneri nell'Inter

stagione TITOLI CONQUISTATI campionato Coppe Europee Coppa Italia e Supercoppa
pres gol pres gol pres gol
1958/59   29 0 3 0 6 0
1959/60   16 0 0 0 1 0
1960/61   33 0 6 0 2 0
1961/62   33 1 4 0 0 0
1962/63 Scudetto 34 0 0 0 1 0
1963/64 Coppa dei Campioni 33 0 9 0 0 0
1964/65 Scudettto, C.Intercont.(3-0) C.d.Campioni 31 0 10 0 2 0
1965/66 Scudetto, Coppa Intercontinentale 31 1 7 0 2 0
1966/67   29 1 8 0 0 0
1969/70   3 0 2 0 0 0

 

Aristide Guarneri ha segnato nr. 4 gol con l'Inter

Le Partite in cui ha segnato Aristide Guarneri con l'Inter: nr.4

data partita risultato marcatori
10-12-1961 Inter-Catania 1-1 7' Guarneri, 67' Prenna
08-03-1964 Inter-Bari 3-0 38' Mazzola, 46' Petroni, 51' Guarneri
24-10-1965 Brescia-Inter 2-2 38' Landini (Aut), 47' Domenghini, 48' De Paoli, 71' Guarneri
15-01-1967 Fiorentina-Inter 1-2 40' Brugnera, 41' Bedin, 64' Guarneri

 


Aristide Guarneri : Statistiche della stagione 1964/1965

  Champions League Coppa Intercontinentale TOTALE
Presenze 7 3 10
Gol 0 0 0
MINUTI GIOCATI 0 0 0
CART. GIALLI 0 0 0
CART. ROSSI 0 0 0
PALI TRAVERSE 0 0 0
SOST. FATTE 0 0 0
SOST. AVUTE 0 0 0
PANCHINE 0 0 0

 

Aristide Guarneri : Vincitore della Coppa dei Campioni

 27 Maggio 1965

partita/risultato Competizione data min
 Inter-Benfica   1-0 COPPA DEI CAMPIONI Gio 27 Mag 1965 90

Inter 1-0 Benfica

42' Jair

Coppa dei Campioni  G.Meazza - San Siro, — 27 Maggio 1965

Formazione dell'Inter in campo: Coppa dei Campioni 27 Maggio 1965

Sarti Da Costa
Burgnich Pereira
Facchetti Cavém
Bedin Cruz
Guarneri Germano
Picchi Machado
Jair Neto
Mazzola Augusto
Peirò Eusebio
Suarez Torres
Corso Simoes

 

Aristide Guarneri : Vincitore della Coppa Intercontinentale

 26 Settembre 1964

partita/risultato Competizione data
 Independiente-Inter 1-0 Coppa Intercontinentale Mer 9 Set 1964
 Inter-Independiente 2-0 Coppa Intercontinentale Mer 23 Set 1964
 Inter-Independiente 1-0 dts (0-0) Coppa Intercontinentale Sab 26 Set 1964

Independiente 1 - 0  Inter

14' (2t) Rodriguez


Coppa Intercontinentale — andata — Libertadores de America - Avellaneda, —

9 Settembre 1964

Independiente vs Inter

Formazione dell'Inter in campo :  Coppa Intercontinentale

 9 Settembre 1964

Santoro Sarti
Guzman Burgnich
Rolan Facchetti
Ferreiro Tagnin
Acevedo Guarneri
Maldonado Picchi
Bernao Jair
Mura Mazzola
Prospitti Peirò
Rodriguez Corso
Savoy Suarez

 

Inter 2 - 0 Independiente

8' Mazzola, 39' Corso

Coppa Intercontinentale — ritorno— G.Meazza - Milano, — 23 Settembre 1964

Inter vs Independiente

Formazione dell'Inter in campo : Coppa Intercontinentale

 23 Settembre 1964

Sarti Santoro
Burgnich Ferreiro
Facchetti Decaria
Malatrasi Acevedo
Guarneri Paflik
Picchi Maldonado
Jair Suarez
Mazzola Mura
Milani Prospitti
Suarez Rodriguez
Corso Savoy

Inter 1 - 0 Independiente

5' (2supp) Corso

Coppa Intercontinentale — spar — Santiago Bernabeu - Madrid, — 26 Settembre 1964

Inter vs Independiente

Formazione dell'Inter in campo : Coppa Intercontinentale

 26 Settembre 1964

Sarti Santoro
Malatrasi Guzman
Facchetti Decaria
Tagnin Paflik
Guarneri Acevedo
Picchi Maldonado
Domenghini Bernao
Peirò Prospitti
Milani Suarez
Suarez Rodriguez
Corso Savoy

 


Aristide Guarneri : Statistiche della stagione 1965/1966

  Coppa Intercontinentale TOTALE
Presenze 2 2
Gol 0 0
MINUTI GIOCATI 0 0
CART. GIALLI 0 0
CART. ROSSI 0 0
PALI TRAVERSE 0 0
SOST. FATTE 0 0
SOST. AVUTE 0 0
PANCHINE 0 0

 

Aristide Guarneri : Vincitore della Coppa Intercontinentale 1965/1966

partita/risultato Competizione data
 Inter-Independiente 3-0 Coppa Intercontinentale Mer 8 Set 1965
 Independiente-Inter 0-0 Coppa Intercontinentale Mer 15 Set 1965

Inter 3 - 0 Independiente

2' Peirò, 23' Mazzola, 15' (2t) Mazzola

Coppa Intercontinentale — and — G.Meazza - Milano, — 8 Settembre 1965

Inter vs Independiente

Formazione dell'Inter in campo Coppa Intercontinentale

 8 Settembre 1965

Sarti Santoro
Burgnich Navarro
Facchetti Pavoni
Bedin Acevedo
Guarneri Guzman
Picchi Ferreiro
Jair Bernao
Mazzola Mura
Peirò Avallay
Suarez Rodriguez
Corso Savoy

 

Independiente 0 - 0 Inter

Coppa Intercontinentale — ritorno — 15 Settembre 1965

Independiente vs Inter

Formazione dell'Inter in campo Coppa Intercontinentale

 15 Settembre 1965

Santoro Sarti
Navarro Burgnich
Pavoni Facchetti
Ferreiro Bedin
Barrios Guarneri
Guzman Picchi
Bernao Jair
Mura Mazzola
Avallay Domenghini
Mori Suarez
Savoy Corso

Pareggiando fuori casa l'Inter sia aggiudica la seconda Coppa Intercontinentale


Palmarès di Aristide Guarneri

Club

Competizioni nazionali

 Campionato italiano: 3

Inter: 1962-1963, 1964-1965, 1965-1966

Competizioni internazionali

 Coppa dei Campioni: 2

Inter: 1963-1964, 1964-1965

 Coppa Intercontinentale: 2

Inter: 1964, 1965

Nazionale

 Campionato d'Europa: 1

1968


Aristide Guarneri, lo stopper gentiluomo che fece gol a Jascin: "La mia vita con il mago"
 

Articolo di Gianni Mura, pubblicato il 03.02.2014 Nel "Il Campo dei Ricordi" sulla doppia pagina centrale di  RepubblicaSport

Aristide Guarneri è nato a Cremona il 7 marzo Articolo Gianni Mura su RepubblicaSport: Aristide Guarneri1938. Dopo Codogno e Como, gioca nella grande Inter dal '58 al '67, per tornarci nel '69 dopo due stagioni al Bologna e al Napoli: in nerazzurro ha vinto 3 scudetti, 2 Coppe dei Campioni e 2 Coppe Intercontinentali. Ha chiuso la carriera alla Cremonese. In nazionale ventuno presenze e un gol: esordio nel '63 contro il Brasile, convocato per i Mondiali del '66 e vittoria negli Europei del '68.

Il calcio di una volta lo riconoscevi anche dai nomi. La difesa dell'Inter: Tarcisio, Aristide, Giacinto, Armando. Come dire Burgnich, Guarneri, Facchetti, Picchi. Nella casa di Guarneri, dietro al Museo del Violino, c'è una saletta dei cimeli: coppe (vinte anche a tennis), medaglie, e una bella testa di bambino, in bronzo.

"L'ha scolpita mio Aristide Guarneripadre Giuseppe, avevo otto o nove anni, la guerra era finita da poco e anche i tempi grami. Mio padre era scultore e pittore, con la passione della Grecia classica. Sarà per questo che mi ha chiamato Aristide, e una mia sorella Cnedia, un'altra Lia, che è già più normale. Era in gamba, mio padre. Ha scolpito il monumento ai Caduti di Cefalonia e qui al cimitero di Cremona, in quello che chiamano viale degli artisti, ci sono diverse opere sue, la più bella per me è quella di un suo amico cacciatore col cane al fianco.

Con la guerra, la patria non chiedeva solo oro, andavano bene tutti i metalli, così per mio padre era difficile lavorare. Gli era rimasta una bici scassata e il cane da caccia. Usciva e tornava con un fagiano, una lepre, e così avevamo qualcosa da mettere sotto i denti. Non ero molto portato agli studi, ho smesso con la terza commerciale, davo una mano a mia sorella che aveva una bancarella di frutta e verdura al mercato. E giocavo a calcio, all'oratorio da ala destra, ero piccolino e veloce, poi sono cresciuto molto tra i 15 e i 16 anni. Così mi ha preso il Codogno come stopper, il mio ruolo naturale. E poi ho avuto fortuna. In un anno sono passato dalla Promozione all'Inter, passando per il Como, serie B".

Fortuna in che senso?
"Nel senso che se avessi avuto i soldi per comprarmi una macchina, forse sarei rimasto al Como tanti anni. Mi spiego: a Como l'allenatore era Lamanna, un argentino che teneva molto alla disciplina. Io e altri arrivavamo a Como in treno, o in corriera. La patente ce l'avevano solo in tre e Lamanna il venerdì prima di ogni partita si faceva dare le patenti per evitare che quei giocatori andassero a far baldoria, magari portandosene appresso altri. Sì, perché a Como qualche tentazione c'era: i grandi alberghi, le turiste. Un venerdì, al momento di consegnare le patenti, un mio compagno dice che l'ha dimenticata a casa, un altro che l'ha persa. Lamanna li lascia fuori per punizione e fa esordire due ragazzi. Uno ero io, terzino sinistro. Ed è come terzino sinistro che mi compra l'Inter. Esordio con la Spal: 8-0, cinque gol di Angelillo. Uno spettacolo, Angelillo: 33 gol in una stagione, è ancora record. Era dappertutto, come Di Stefano. Poi si è un po' perso, ma quell'annoda solo valevail biglietto".

Quando diventa titolare?
"Dopo un derby vinto dal Milan 5-3 con quattro gol di Altafini, che fece impazzire Cardarelli, il suo marcatore. Nello spogliatoio piangeva, metteva il magone a vederlo. In settimana Cappelli, l'allenatore, dice a Invernizzi: se ripresento Cardarelli, i tifosi mi mangiano. Domenica da stopper giochi tu. E lì, altro colpo di fortuna, Invernizzi dice: dottore, perché non prova Guarneri? È giovane, è veloce, è sveglio. Così sono entrato io, nel mio vero ruolo, e non sono più uscito".

Insiste molto sulla fortuna, mi pare.
"Veda lei. Esordio in Nazionale, 3-0 al Brasile in amichevole. Segno un solo gol in maglia azzurra, ma vale l'1-0 alla Russia del grandissimo Jascin. Eccolo lì, il pallone, son riuscito a salvarmelo. Azione di Mazzola sulla sinistra, mi porto in area perché penso che crossi alto, invece s'inventa un'azione in slalom e la mette in mezzo all'area rasoterra, più o meno all'altezza del dischetto del rigore. Io arrivo di corsa e tiro forte rasoterra, di mezzo collo destro. Palla vicino al palo, Jascin non può farci nulla. Era la prima partita dopo la Corea. E comunque io i gol dovevo impedirli, più che segnarli. Non andavo quasi mai avanti nemmeno sui corner a nostro favore, perché Jair aveva la fissa di segnare direttamente dall'angolo, quindi era inutile".

La chiamavano lo stopper gentiluomo, giusto?
"Sì, e son cose che fanno piacere. Mai un'espulsione in serie A. E una sola quand'ero riserva dell'Inter, nel Trofeo Berretti. Mi tenevano, per svincolarmi ho dato una manata in faccia all'avversario. Espulso. Ho sempre pensato che si deve essere corretti, nel gioco. Io puntavo tutto sull'anticipo, e poi sapevo che se mi andava via l'uomo avrebbe trovato Picchi. La fortuna a volte crea anche la grandi squadre. L'Inter, per esempio: Picchi era un mediano, nella Spal giocava terzino destro. Facchetti era giudicato troppo alto per fare il terzino, allora le ali destre erano tutte piccoline, tipo Bertogna, e Giacinto all'inizio pativa. Ma poi sono stati gli allenatori avversari a dire all'ala di marcare Facchetti. Un difensore che segna una sessantina di gol senza tirare rigori o punizioni non s'era mai visto. Poi, naturalmente, il salto di qualità l'abbiamo fatto col Mago in panchina e con Suarez in campo".

Due cose sul Mago.
"Cambio totale di allenamenti. Eravamo abituati a giri di campo e saltelli, tre palloni nuovi, tre così così e gli altri sformati dalla pioggia. Il primo giorno col Mago ne abbiamo trovati trenta, tutti nuovi, di quelli bianchi e neri. Col Mago tutto era mirato alla velocità: di gioco, di reazione, di pensiero. Taca la bala, appunto. Sapeva caricarci. ABurgnich diceva: Gento è molto veloce, ma solo all'inizio, poi lo prendi. Il giorno della finale col Real mi ha detto: stai attento a Puskas, è come se avesse due mani al posto dei piedi, con la palla fa quello che vuole. L'unica volta che mi ha saltato ha centrato il palo. Fortuna. Ricordo poco prima dell'inizio Mazzola pallidissimo che guardava quelli del Real come fosse in chiesa. Suarez va da lui e gli fa: guarda che a questi non dobbiamo chiedere l'autografo, dobbiamo giocarci e batterli. Con Herrera il nostro problema erano i ritiri: dal venerdì alla domenica compresa. E l'alimentazione: a pranzo riso e bistecca, o pollo. A cena verdura bollita o minestrone di verdura e pollo, o bistecca. Un bicchiere di vino tollerato a pranzo, a cena no".

Dura, eh?
"Ma grazie a Picchi ci si organizzava nel pomeriggio con panini che nascondevamo in camera. Solo una volta ci siamo ribellati al ritiro, quando siamo tornati dal Sudamerica come campioni del mondo. Il mago ci voleva portare in ritiro perché il mercoledì c'era una partita. Picchi è andato da Moratti e ha ottenuto l'annullamento del ritiro. Solo che si è dimenticato di dirlo a Herrera: in ritiro c'erano solo lui e i massaggiatori".

Aristide GuarneriC'era un segreto in quell'Inter?
"In campo ci aiutavamo senza gelosie. Fuori non so. Penso che Suarez e Corso non si amassero molto, perché Mariolino poteva sbagliare venti passaggi di fila e restava l'idolo dei tifosi, ma se Luisito ne sbagliava uno lo fischiavano. Pensi che quando Jair è arrivato, giovanissimo, pativa la nostalgia, non gli piaceva il clima, il cibo, la città. Allora Facchetti se l'è preso in casa non so quanto tempo, Jair s'è ambientato ed è diventato una colonna nel gioco dell'Inter. Oggi quanti farebbero come Giacinto?".

Gli avversari più difficili?
"Altafini di sicuro: forte, veloce, tecnico. Ma anche Harald Nielsen. O quelli che non stavano mai fermi, come Maraschi. L'elenco sarebbe lungo: Vinicio, Manfredini, Da Costa, Torres, Albert, Asparukov".

Perché una volta avevamo tanti buoni difensori e adesso no?
"Molti dicono che dipenda dalla zona, secondo me no. La zona richiede più attenzione. Forse dipende dai fondamentali. Ai miei tempi era bravo chi anticipava l'attaccante, o saltava più in alto, adesso tra blocchi e cinture credo ci sia meno tecnica. Comunque, io dal calcio sono fuori. Ho tre figli, sei nipoti, sempre la stessa moglie, Lucia, sposata nel '68. Luna di miele record: una notte a Venezia. E poi subito a Roma, per gli europei, vinti".


La Corea?
"Scintillanti amichevoli d'avvicinamento, pessima sistemazione a Durham, in una scuola, con camerette singole che sembravano celle di frati. E Fabbri da subito divide titolari e riserve. Credo che volesse vincere tutte le partite. Vinciamo col Cile, con la Russia basterebbe dare un po' di riposo a qualcuno. Così diventa decisiva la partita con la Corea, l'unica che ho giocato. Bulgarelli recuperato troppo in fretta: si fa male e restiamo in dieci. Almeno un pari lo avremmo meritato. Ma quel giorno a Middlesbrough la fortuna guardava da un'altra parte".


Furio Zara, nel suo "Tutti gli uomini che hanno fatto grande l'Inter", osserva: "Ha un nome greco (Aristide), significa "il migliore", ... e lui tra i migliori  di sempre c'è stato, e a pieno titolo. Aristide GuarneriEra un terzino destro, un ragazzo come tanti che al tramonto degli anni Cinquanta si affacciava al calcio professionistico. Dopo una sola stagione al Como (l'allenatore era l'argentino Hugo Lamanna, un tipo che per evitare che i suoi ragazzi la sera uscissero a ballare sequestrava nello spogliatoio tutte le patenti di guida), il passaggio all'Inter lo consacra giocatore di statura nazionale. L'esordio è con il botto: 8-0 alla Spal, cinque gol di Angelillo. E' un terzino destro, ma il Mago lo trasforma in uno stopper fortissimo, che a fianco di Picchi assicura solidità ala difesa nerazzurra. Una difesa d'acciaio, che è alla base dei successi dell'Inter. ... Per il Mago aveva una venerazione. Ha raccontato in un'intervista: "Herrera ha cambiato le nostre vite e il nostro modo di fare calcio. Era furbo, astuto, istrione, motivatore. Incontravi il Real Madrid e a Burgnich diceva: "Non preoccuparti di Gento, è velocissimo. Ma solo nei primi minuti, poi piano piano lo prendi". Difendeva i giocatori. Sempre, davanti a tutti. Chiudeva gli spogliatoi, ci faceva allenare dentro, preparava la partita, non voleva che nessuno ci vedesse". ...
Furio Zara prosegue: "E' stato l'antidivo per eccellenza. Lo chiamavano lo "stopper gentiluomo". Non faceva fallo, se proprio non era necessario. ... Imponente dal punto di vista fisico, statuario ma allo stesso tempo dotato di un colpo d'occhio che gli permetteva di saltare e zompare d'anticipo sull'avversario, Guarneri era sobrio ed essenziale in tutte le sue giocate. ... Guarneri ha giocato in Nazionale 21 partite nei suoi anni migliori, tra il '63 e il '68. L'esordio è contro il Brasile di Pelè fresco campione del mondo, battuto 3-0 all'Olimpico nel maggio del 1963, nella famosa partita in cui il Trap annullò O'Rey (che però era infortunato e uscì presto di scena). Ha pure segnato un gol. E non è un gol a uno qualsiasi. L'ha segnato al più grande portiere degli anni Sessanta, uno dei migliori della storia del calcio, il Ragno Nero Lev Yashin. A fine carriera ... ha girato l'Italia e il mondo per l'Inter, in qualità di osservatore alla ricerca di talenti".