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I Miti dell'Inter
Giuseppe Meazza
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Nato a Milano il 23 agosto del 1910, Giuseppe Meazza è stato
il più grande centravanti della storia dell'Inter ed una
mezzala eccezionale per la nazionale azzurra. Realizza 249
reti in 348 partite nell'Inter, vincendo due scudetti
(1929/1930 e 1939/1940) ed una Coppa Italia (1938/1939) e
risultando per ben tre volte capocannoniere del campionato.
E' all'Inter come calciatore dal 1926/1927 al 1939/1940 e
nel 1946/1947. Allena l'Inter dal 1946/1947 al 1947/1948,
poi nel 1955/1956 e nel 1957. Straordinario il suo bottino
in nazionale, vince due Campionati del Mondo, nel '34 e nel
'38, da assoluto protagonista. Nel 1939 un grave infortunio
lo blocca per più di un anno. Quando rientra in campo, il
suo rendimento è notevolmente inferiore al passato. Veste
sul finire di carriera anche le maglie di Milan e Juventus
per poi chiudere nel 1946 ancora nell'Inter, apportando un
contributo decisivo alla salvezza della squadra dalla
retrocessione. Giocatore dal fisico non eccezionale, ma
dotato di classe, fantasia e tecnica sopraffina, condite da
una visione di gioco straordinaria. Un autentico
fuoriclasse, uno dei più grandi attaccanti della storia.
Muore a Rapallo nel 1979.
Come si legge in
"Tutti gli uomini che hanno fatto grande
l'Inter" di
Furio Zara, Vittorio Pozzo, il Ct
della Nazionale Campione del Mondo nel 1934 e nel 1938, un
giorno disse di Meazza: "Averlo in squadra è come partire
dall' 1-0". Lo chiamavano "Balilla" perchè un giorno, mentre
l'allenatore Arpad Weisz leggeva il suo nome fra quelli
della formazione che sarebbe scesa in campo, un compagno
commentò ironicamente "Adesso giocano pure i balilla..."
intendendo dire "i ragazzini". ... Tre volte capocannoniere
in Serie A, una volta nel Campionato di Divisione Nazionale
... ha vinto con nerazzurri due scudetti, pochi, se
confrontati all'immensa classe.
Mario Sconcerti, in "Storia delle idee del calcio
italiano", lo descrive così: "Probabilmente è stato il
miglior giocatore italiano di tutti i tempi. Sapeva giocare
in ogni modo, era completo. Si sentiva centravanti, ma
preferiva partire un po' appartato e giocare anche per gli
altri. ... Il suo dribbling classico, quello appunto alla
Meazza, consisteva nell'aspettare da fermo l'avversario per
poi saltarlo allungandosi il pallone in contrattempo. Quando
arrivava solo davanti al portiere, e capitava spesso, lo
chiamava all'uscita con la mano, poi batteva d'interno. E
quasi sempre segnava. Le cronache riportano di bellissimi
gol di corsa, al volo, in fondo a lunghi dribbling, con
pallonetti, con cannonate ..." |
Sandro Mazzola |

Curriculum nell'INTER
Presenze
e gol
in Serie A: 418 - 116
Presenze
e gol
Coppe internaz.: 67 - 20
Presenze
e gol
Coppe italiane: 80 - 24
Esordio:
10.07.1961 (Serie A)
Ultima
partita: 03.07.1977 (C.Italia)
Ha
vinto: 4 Scudetti (1963, 1965, 1966, 1971);
2
Coppa Campioni (1964, 1965);
2
Coppa Intercontinentale (1964, 1965).
Nato
a Torino, l'8.11.42
Sandro
Mazzola, ricordando i suoi esordi, dice:
"La gente veniva a vedermi e pensava a
mio padre Valentino, ma io non ero bravo come
lui ...Se c'era uno che mi criticava,
ingigantivo le sue parole. All'inizio sbagliai
un paio di partite e un giornale della sera
scrisse: "Se si chiamasse
Pettirossi..." Te lo do io il
Pettirossi!"
Sandro
è stato Campione
d'Europa nel 1968. Dopo l'esordio venne impiegato
da Helenio Herrera, rivelandosi un vero
fuoriclasse. E' stato capace di scrivere pagine
indimenticabili nella storia della Grande Inter,
alla quale si è dedicato anche come dirigente.
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Jair da
Costa |

Jair da
Costa, ala destra, nato a Santo Andrè, in Brasile, il 09
luglio 1940, è stato all'Inter dal 1962/1963 al
1966/1967 e poi dal 1968/1969 sino al 1971/1972, per 199
presenze complessive. Ha segnato 54 gol e vanta un
Palmarès con ben 4 scudetti (1962/1963, 1964/1965,
1966/1967 e 1970/1971), 2 Coppe dei Campioni (1963/1964
e 1964/1965)e 2 Coppe Intercontinentali (1964 e 1965).
Lo scrittore e giornalista
Furio Zara, nel suo
"Tutti gli uomini che hanno fatto grande
l'Inter",
lo descrive così: << Quando il calcio era più
semplice, l'ala giocava a un passo dalla linea laterale.
Era una freccia, e doveva comportarsi come tale. Per
tutta la partita se ne stava sulla fascia, pronto a
scattare come il centometrista quando aspetta il bang
dello starter. ... Ha rappresentato il prototipo
perfetto dell'ala destra attraversando il decennio dei
Sessanta con la sua corsa perdifiato e la sua eleganza
di gazzella. Aveva una tecnica sopraffina ...> |
Angelo
Domenghini |
Angelo
Domenghini, ala destra, nato a Lallio (Bergamo) il 25 Agosto
1941, è all'Inter dal 1964/1965 al 1968/1969, per un totale
di 134 presenze, segnando 50 gol. Nel suo Palmarès: 2
scudetti (1964/1965 e 1965/1966) , 1 Coppa dei Campioni
(1964/1965) e due Coppe Intercontinentali (1964 e 1965).
Scrive di lui
Furio Zara, nel suo
"Tutti gli uomini che hanno fatto grande
l'Inter": << La più bella Inter di
tutti i tempi, Sarti Burgnich Facchetti e via deliziando:
lui c'era. Il più bel Cagliari di tutti i tempi, quello di
Giggirriva e dello scudetto: lui c'era. L'unico Europeo
vinto dall'Italia: 1968, monetina benedetta in semifinale
con l'Urss, poi doppia finale con la Jugoslavia: lui c'era.
La partita più citata, raccontata e ricordata della storia
della nostra Nazionale, "Italia-Germania quattroatre",
stadio Azteca di Città del Messico, hanno messo pure una
targa: lui c'era. Dove si faceva la Storia, Angelo
Domenghini detto Domingo c'era.>> |
Indimenticabili:
Giacinto Facchetti e
Armando Picchi |
26.12.2013 - Giacinto Facchetti era nato a Treviglio,
nella cosiddetta Lombardia operosa, il 18 luglio del
1942.
Allora, Armando Picchi, a Livorno, aveva compiuto da un
mese sette anni. Ovviamente nessuno dei due sapeva nulla
del proprio destino.
Il calcio nerazzurro è stato il comun denominatore di
due icone dell'Inter, che hanno giocato insieme per
effettuare quella scalata al Mondo che tutti hanno in
mente come 'La Grande Inter'.
Picchi il Capitano, Facchetti il difensore goleador. Di
Armando raccontano fosse un vero allenatore in campo,
magari qualche volta perfino a scapito delle indicazioni
di Helenio Herrera il Mago. Di Giacinto si sa tutto,
delle sue galoppate verso le rete, un rivoluzionario nel
suo genere. Non avrebbe mai fatto nulla di testa sua a
scapito del Mago, anzi i quaderni di HH finirono proprio
a lui.
Armando lascia il teatro delle vita prestissimo, nel
1971. E' il 27 maggio, mese di scudetti e traguardi, e
il mondo nerazzurro ascolta la notizia incredulo. Anche
Giacinto lo è, sta ancora giocando, anzi vince lo
Scudetto. Sarà in campo per altre sette stagioni, poi
diventerà dirigente e infine presidente. Scompare nel
2006. Due leggende intramontabili.
fonte: Inter.it
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I Capitani Interisti |
Da
"Una fascia tinta di nero e azzurro: Capitani Interisti
e Coraggiosi",
di
Luigi Garlando
- pubblicato da La Gazzetta dello Sport in
"Inter - 17 -
lo scudetto di Mou, stagione 2008/2009"
... La vita del primo, grande capitano nerazzurro,
Virgilio Fossati
(1889/1918) è un romanzo da leggere tutto d'un fiato:
emozioni da pioniere, vittorie, eroismo, sacrificio. Era
il cuore della squadra, "centrosostegno", come si diceva
all'epoca: difendeva, attaccava, trascinava. Anima
lunga, baffetti fini. E' al centro anche nella
fotografia del primo storico scudetto, quello del 1910,
due anni dopo la fondazione. Tutta la squadra è in posa
attorno a lui. Fossati è stato il primo interista
convocato in Nazionale nella prima partita della nostra
rappresentativa. Virgilio Fossati è caduto sul fronte
orientale, durante la Grande Guerra, trascinando come
sempre.
... Nel 1910,
mentre Fossati vinceva il primo scudetto, nasceva nel
quartiere milanese di Porta Vittoria,
Giuseppe Meazza,
la più grande leggenda della storia nerazzurra, il primo
vero idolo calcistico in senso moderno, con tanto di
dolce vita, pubblicità e paparazzi. A 17 anni il
"Balilla" è già in prima squadra, a 20 festeggia il suo
primo scudetto (1929-30), il terzo dell'Inter, con i 31
gol che lo incoronano capocannoniere. All'Inter regalerà
288 reti in 408 partite: nessuno più di lui. I due
titoli mondiali conquistati con l'Italia di Vittorio
Pozzo (1934, 1938) ingrassano ulteriormente la sua
leggenda e l'orgoglio dei tifosi interisti. ... "el
Peppin" torna in nerazzurro a 36 anni e, con un paio di
gol, aiuta la Beneamata a evitare il trauma della
retrocessione, assaggiata da tutti, tranne che
dall'Inter. Meazza ha continuato la sua vita nerazzurra
come allenatore delle giovanili, svezzando altre
leggende e altri capitani, quali Sandro Mazzola e
Giacinto Facchetti.
Siamo agli anni '60, la Grande Inter di Angelo Moratti e
di Helenio Herrera. Il capitano che solleva le coppe si
chiamava
Armando Picchi,
livornese, un terzino timido arrivato dalla Spal, che il
Mago trasforma in un libero eccezionale e nel
condottiero che guida due volte l'Inter sul tetto
d'Europa e del mondo. ... Giovani protagonisti
dell'Inter del Mago,
Sandro Mazzola
e
Giacinto Facchetti
portarono la bandiera nerazzurra durante gli ingenerosi
anni '70. Materialmente la fascia è rimasta più al
braccio di Mazzola (capitano dal 1970 al 1977) che di
Facchetti (1977-78) ma, anche senza gradi, Giacinto, per
presenza, eleganza e pulizia di comportamento, è sempre
stato immagine rappresentativa. Capitano per
costituzione fisica e morale. Lo è stato fino all'ultimo
giorno della sua vita ...
Facchetti è stato capitano da dirigente e da presidente.
Il miglior biglietto da visita che potesse spendere
l'Inter. Sandro Mazzola, mascotte a San Siro col
fratellino Ferruccio, tenuto per mano da "Veleno"
Lorenzi, dopo la scomparsa del padre Valentino nella
tragedia di Superga, è entrato bambino negli affetti
dell'Inter e ci è rimasto a lungo, coi baffi. Resta
l'eroe della prima Coppa Campioni al Prater, il
dribblatore folle nell'infinito gol al Vasas,
l'antagonista di mille derby con l'abatino Rivera. il
Baffo lasciò la scena da grande attore, citando Dante
proprio dopo un derby perso in modo amaro: "Vuolsi così
colà...".
... Aveva baffi famosi
anche
Beppe Bergomi,
per questo detto "lo Zio". Vinse il mondiale con la
precocità di un Meazza e regalò al popolo nerazzurro un
orgoglio simile. se "el Peppin" è il massimo dei gol, il
Beppe è il massimo della fedeltà: 758 presenze. Nessuno
più di lui. Una militanza da capitano lunga ed elegante
(1992-99), illuminata dallo scudetto dei record e da
qualche Coppa Uefa e oscurata
da
diversi momenti bui. In questo è simile all'ultimo
capitano nerazzurro,
Javier Zanetti,
che ha superato da poco le 634 presenze di Facchetti e
ora rincorre lo Zio. Dal 5 maggio alle periodiche
eliminazioni in Champions, l'argentino ha sofferto di
tutto e tutto ha sopportato con lo stile di Facchetti.
Gli scudetti in serie e la gloria recente sono una
ricompensa più che legittima. Con la moglie Paula ha
fondato un'associazione che si prende cura dei bambini
poveri argentini. Prova a metterli in salvo. Come
avrebbe fatto Virgilio Fossati, il primo capitano.
Capitani dell' Inter
1908-09 - Hernst Xavier
Marktl
1909-15 - Virgilio Fossati
1915-22 - Ermanno Aebi
1922-31 - Leopoldo Conti
1931-40 - Giuseppe Meazza
1940-43 - Attilio Demaria
1943-50 - Aldo Campatelli
1950-54 - Attilio Giovannini
1954-58 - Benito Lorenzi
1958-62 - Bruno Bolchi
1962-67 - Armando Picchi
1967-70 - Mario Corso
1970-77 - Alessandro Mazzola
1977-78 - Giacinto Facchetti
1978-86 - Graziano Bini
1986-88 - Alessandro Altobelli
1988-92 - Giuseppe Baresi
1992-99 - Giuseppe Bergomi
1999-oggi - Javier Zanetti
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