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Archivio Campionato 2006-2007

 

Inter '06-'07: nella storia con tanti record
Lunedì, 28 Maggio 2007 13:17:25

[FOTO Luned?, 28 Maggio 2007 13:17:25]MILANO - Indimenticabile. Lo scudetto 2006-2007 conquistato dall'Inter è già entrato a far parte della grande storia del calcio italiano perché la squadra di Roberto Mancini ha prima eguagliato e poi stabilito primati con i quali ora tutti dovranno fare i conti. I record nello sport non sono mai stati, e mai saranno, freddi numeri per appassionati di statistiche. I record sono paletti che gli atleti posizionano lungo il percorso della storia e che diventano di riferimento per altri atleti.

Inter.it vi propone i record dell'Inter 2006-2007 con la collaborazione di Football Data

107 gol realizzati complessivamente: eguagliato il primato dell'Inter 1950-'51 che lo aveva realizzato in 38 incontri contro i 55 di questa stagione;

97 punti (su 114 a disposizione): primato assoluto italiano nel Campionato a 20 squadre (superato quello dei 94 punti del Torino 1947-'48 se anche allora la vittoria fosse valsa 3 punti); primato assoluto europeo (superato quello dei 95 punti del Chelsea 2004-'05);

36 punti: primato assoluto di distacco in classifica ai danni del Milan nel Campionato a girone unico contando la penalizzazione del rossoneri (97 Inter e 61 Milan); senza contare la penalizzazione dei rossoneri (-8), secondo distacco assoluto dopo quello ottenuto dall'Inter 1929-'30 con 29 punti contando vittorie da 3 punti (Inter 72 e Milan 43);

33 gare utili consecutive: primato assoluto nella storia del club e nel Campionato a 20 squadre;

31 gare iniziali senza sconfitte: primato assoluto nel Campionato a 20 squadre;

30 vittorie (su 38 partite): primato assoluto (superato quello del Grande Torino 1947-'48 in un Campionato a 21 squadre);

17 vittorie consecutive: primato assoluto nel Campionato a girone unico;

15 vittorie esterne: primato assoluto nel Campionato a girone unico;

5 giornate: i turni d'anticipo sulla fine del torneo con i quali è stato vinto aritmeticamente lo scudetto; primato eguagliato nel Campionato a girone unico, come il Torino 1947-'48 e la Fiorentina 1955-'56);

1 sconfitta: primato assoluto nella storia del club a girone unico, eguagliato quello nel Campionato a 20 squadre della Juventus 2005-2006;

0 sconfitte esterne: primato assoluto nella storia del club, eguagliati quelli in campionati a 16 squadre della Fiorentina 1968-'69, del Perugia 1978-'79 e del Milan 1987-'88 e del Milan 1991-'92 e 1992-'93 in campionati a 18 squadre).

Ufficio Stampa

                  Era già Sua la storia. Ora siede sul trono dell’Eternità. 
Giacinto FacchettiGiacinto Facchetti ci ha lasciato troppo velocemente per non confondere, in questi attimi, il dolore e la rabbia,  il senso d’ingiustizia e la preghiera. Ci ha lasciato dopo aver giocato, con determinazione e stile, l’ultima partita. Spinto nel campo del dolore da un destino nascosto, improvviso, bastardo. L’atleta, nella testa e non solo nel fisico, nella morale e nei riti di una vita quotidiana all’insegna della lealtà e dello sport, ha lasciato il posto all’uomo di 64 anni sorpreso, colpito, ferito, ma non vinto. Ha stretto i denti, ha combattuto sorretto dall’affetto dei suoi cari, di Massimo Moratti, di tutta l’Inter e di tutti gli interisti, mai abbandonato dal campionato infinito di amici che aveva, che ha, che lascia attoniti, storditi, in Italia e nel mondo. Oggi ci ha lasciati il diciannovesimo presidente della storia dell’Inter, il campione nerazzurro e azzurro indimenticato e indimenticabile, il dirigente italiano stimatissimo in Fifa e Uefa,  il marito, il padre, il nonno, l’amico.
Oggi ci ha lasciato Giacinto Facchetti, una persona per bene.
                                                                                     F.C. Internazionale

       IL  CALCIO PIANGE  GIACINTO FACCHETTI


Addio bandiera nerazzurra

 

Lasciate un messaggio di cordoglio Tutte le foto di GiacintoFacchetti in un video Gli audio di Cannavò e Beccalossi La lettera di Moratti

 

Giacinto Facchetti era nato a Treviglio nel '42. Omega

MILANO, 4 settembre 2006 - “Se ne è andata l’ultima bandiera”: frase sempre evocativa, spesso retorica e soprattutto fuori moda in un calcio business e senza anima. Ma questa volta possiamo proprio dire che l’ultima bandiera ha smesso di sventolare e, purtroppo, per sempre. Piange l’Inter, piange il mondo del calcio, per l’addio di Giacinto Facchetti, spentosi a 64 anni dopo una malattia dura e terribile, quanto veloce nel strapparlo ai propri affetti. Giacinto aveva scoperto il male solo pochi mesi fa: si è spento oggi all'Istituto dei Tumori di Milano. Lascia la moglie Giovanna e quattro figli: Barbara, Vera, Gianfelice e Luca (calciatore del Pergocrema in C2). Muore un mito, muore il capitano per eccellenza, ma si sa che i miti sono immortali e allora sembra di vederlo ancora lì. Sulla fascia sinistra ad interpretare per primo il ruolo di terzino fluidificante; a guardare la monetina che sanciva la vittoria italiana nell’Europeo casalingo del 1968; stampato per sempre nella formazione-mantra Sarti-Burgnich-Facchetti e via dicendo della Grande Inter di Helenio Herrera; monumento azzurro capace di accompagnare l’Italia attraverso 3 Mondiali con la folle e storica notte di Italia-Germania 4-3 a Messico ’70; e alla fine di recitare il ruolo di presidente nell’Inter di Massimo Moratti dopo aver fatto grande i nerazzurri di papà Angelo.

GLI INIZI Giacinto era nato a Treviglio, provincia di Bergamo, il 18 luglio 1942: non ha mai abbandonato le sue radici (abitava a Cassano d’Adda) perché amava vivere nel verde dove ritrovava l’equilibrio. Padre ferroviere, madre casalinga, un fratello e tre sorelle: ambiente sereno e pulito, il massimo per crescere una speranza. Il grande amore con l’Inter nasce però da uno “sgarbo”. Facchetti venne raccomandato a 16 anni da Meazza per un provino all’Inter, ma venne scartato dai soloni della società. Lui si rivolse all’Atalanta, firmò, ma un factotum della società milanese lo convinse a rimanere inattivo fino a novembre e quindi passare all’Inter. Era il 1958, l’inizio della leggenda. Lo spilungone di Treviglio strappato all’atletica, lavora sodo: mattina a scuola, panini al volo, poi di corsa alla stazione (accompagnato in bici dal papà), treno, tram, allenamenti e ritorno.

LA GLORIA Herrera lo vede e intuisce la stoffa del campione, fino a farlo debuttare il 21 maggio 1961 in Roma-Inter 0-2. La settimana dopo ancora in campo e partita sbloccata con un gol in Inter-Napoli 3-0. Facchetti cresce, supera le critiche di San Siro per una stagione opaca e nel 1963 si laurea campione d’Italia per la prima volta. E’ l’anno della conferma perché il 27 marzo debutta con l’Italia ad Instanbul con la Turchia (0-1). Non si sfilerà più la maglia azzurra: 94 presenze, 70 da capitano e 3 gol con il trionfo dell’Europeo 1968 e il titolo di vice-campioni del mondo nel 1970. Il Mago Herrera lo trasforma nel primo terzino-bomber della storia, il primo terzino fluidificante che attacca sulla fascia, il punto di riferimento di sua maestà Beckenbauer. Nel 1964 perde lo spareggio scudetto con il Bologna, ma si rifà con la Coppa Campioni e Intercontinentale. Il bis nel 1965 in Europa, nel Mondo e anche in Italia con il secondo scudetto. Il 1966 porta ancora tricolore e la prima fascia di capitano con l’Italia: a Milano il 1° novembre nel successo sull’Urss dopo la disfatta mondiale con la Corea del Nord (il ricordo più doloroso della carriera).

LA FAMIGLIA Le vittorie si accoppiano con lo stile, l’eleganza e la serietà. Il matrimonio con il nerazzurro è felice e nel 1967 si “affianca” a quello di vita con l’amata Giovanna, conosciuta in una balera di Rivolta d’Adda. Viaggio di nozze ad Orvieto: lui in caserma per servizio militare, lei in una pensioncina. I quattro figli coroneranno il sogno d’amore. Sul campo Giacinto gioca e vince: il quarto scudetto arriva nel 1971 e l’ultimo successo è la Coppa Italia del 1978, quando la carriera è al termine. Saluta il campo a 36 anni, il 7 maggio ’78 in Inter-Foggia 2-1 con un autogol: quasi una beffa del destino per il terzino goleador che aveva collezionato 475 partite in serie A con 59 gol (634 in totale con 75 gol), tutto con la maglia nerazzurra.

IL PRESIDENTE Dopo una brevissima parentesi di 9 mesi da vicepresidente dell’Atalanta nel 1980 (sempre il nerazzurro…), Giacinto rientrò in orbita Inter come dirigente nel 1985 con Pellegrini. Dieci anni dopo arriva Massimo Moratti: il simbolo è sempre al suo fianco, nel novembre 2001 diventa vicepresidente, soffre per il 5 maggio e dal gennaio 2004 è la bandiera del club. Miglior persona non si poteva trovare come 19° presidente dell’Inter, miglior carriera nerazzurra non poteva capitare al “Cipe”, come lo chiamava il Mago Herrera dopo che Buffon gli aveva storpiato il cognome in “Cipelletti” nel ’60.

L’UOMO Lascia un uomo tutto di un pezzo: venne definito “terzino e gentiluomo”. Troppo poco per un giocatore che chiuse la carriera con la Nazionale come capitano non giocatore nel 1978. Poteva ribellarsi ad un ruolo non suo: invece zero polemiche, aiutò sempre Bearzot nel Mondiale argentino e trovò la “gloria letteraria” nell’eroe di “Azzurro tenebra”, il romanzo di Giovanni Arpino, suo grande amico e padrino di Gianfelice. Il gigante che da piccolo sognava di fare il muratore, perché era felice quando dal primo piano di una casa in costruzione poteva tuffarsi su un mucchio di sabbia, chiudeva una carriera esemplare (un solo rosso per un applauso ironico all’arbitro Vannucchi nel 1975 con San Siro) tra i dolci ricordi e la consapevolezza di essere un simbolo del calcio italiano. Sempre a testa alta, in campo e fuori, amato dagli interisti e non solo. Ci mancherà, sembra retorica, ma non lo è.

di    Gianluca Oddenino                 www.gazzetta.it               

 

 

MILANO - Il presidente Giacinto Facchetti ha partecipato oggi, alla riunione della “Commission du Football” della Fifa. Alla riunione, che si è svolta a Zurigo, hanno preso parte, Joseph Blatter, presidente della Fifa, Pelè, Michel Platini, Franz Beckenbauer, Bobby Charlton, Gheorghe Hagi, Roberto Bettega e molte altre autorità del calcio mondiale. “Erano tanti gli argomenti all’ordine del giorno - racconta Facchetti - Fra questi, le decisioni prese dall'Ifab riguardanti le modifiche del regolamento e la possibilità sempre più concreta di applicare le moderne tecnologie al calcio, con lo scopo di aiutare gli arbitri ed i loro assistenti. A tal proposito è stato confermato che in occasione del Mondiale Under 17 che si svolgerà in Peru, sarà sperimentato il pallone con i sensori, che potrebbe risultare molto utile, per particolari situazioni di gioco e, soprattutto, per una corretta valutazione dei cosiddetti gol-fantasma”.

MILANO - "Sapevamo che sarebbe stata una partita dura perché la Roma è un ottima squadra e ha tre giocatori in attacco che possono sempre metterti in difficoltà, abbiamo concesso loro pochissime palle gol. Mi sono piaciute molto la concretezza e la concentrazione dei ragazzi", questo il commento a caldo di Roberto Mancini dopo la vittoria contro la Roma . "Nel secondo tempo - prosegue -, anche se abbiamo rischiato pochissimo, avremmo dovuto chiudere prima la partita, magari sfruttando meglio le occasioni in contropiede. Martins avrebbe dovuto andare un po' più sulla fascia per cercare spazi e sfruttare meglio 4-5 contropiedi in cui era ben lanciato. Comunque è importante che la squadra abbia giocato un'ottima gara e che abbia vinto. Adriano? Sta sempre meglio, la sua condizione ora è buona. La conta di Adriano e Mihajlovic per battere una punizione? Si dovevano mettere d'accordo per tirare, anche se in quei casi bisogna guardare anche la posizione e altre cose. Ma ripeto: l'importante è aver segnato due reti e aver vinto. Come mai Martins- Adriano dall'inizio? Perchè Vieri veniva da quattro gare in nove giorni. Siccome ora iniziamo a giocare ogni tre giorni serviva anche a lui riposare un po'. Sarebbe comunque entrato se non avessi dovuto fare alcune sostituzioni obbligate per alcun problemini fisici"

MANCINI: "COMPLIMENTI AI GIOVANI"

MILANO - L'Inter ha vinto il Trofeo Tim, ma più della vittoria a Roberto Mancini interessava giocare un buon test in vista del Preliminare di Champions League: "Come ho detto prima, in queste occasioni è importante mettere minuti nelle gambe e provare le cose che vediamo in allenamento. Voglio fare i complimenti ai cinque ragazzi che hanno tirato i rigori molto bene. Qualcuno magari poteva pensare che sbagliassero, ma questo è il calcio...". Anche Andy van der Meyde è soddisfatto del buon allenamento che ha potuto svolgere alla ricerca del ritmo partita: "Sono un po' stanco, ma è normale. È un po' difficile per me essere in condizione e avere fiato in questo momento. Oggi, comunque, è andata abbastanza bene". Dejan Stankovic guarda già avanti, è convinto che la strada intrapresa sia quella giusta: "Abbiamo provato a girare la palla. Fisicamente stiamo bene, dobbiamo continuare così". Per concludere Alberto Fontana, anche lui vede vede dei progressi nel lavoro che si sta facendo: "Abbiamo giocato abbastanza bene. Si vede che stiamo provando a proporre un buon calcio, questi di oggi sono passi in avanti importani".

                                                                                                dal sito ufficiale  www.inter.it

MILANO - ANSA - Questa mattina Giacinto Facchetti è stato a Palazzo Durini, sede dell'Inter per incontrare il dg Massimo Moretti e il dt Marco Branca. Dopo queste prime riunioni, Facchetti si è trasferito presso la sede della Lega Calcio per partecipare all'assemblea: ''Sono onorato e grato a Moratti - ha detto, a microfoni e telecamere - per avermi indicato come suo successore. Sara' comunque il Consiglio convocato al piu' presto a nominare il presidente. È una mossa che non mi attendevo, l'ho saputo pochi minuti prima dell'inizio del Consiglio convocato ieri''. Per Facchetti, comunque, la cosa veramente importante ''e' che Moratti non abbandoni l'Inter e che rimanga sempre l'azionista di riferimento. Io non so quando ha deciso - ha aggiunto l'ex terzino -, credo che ci pensasse da un po', gli pesavano alcune cose e probabilmente e' stato questo il motivo della sua decisione''.
Ma quale, secondo Facchetti, e' stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? ''Probabilmente le ultime partite gli hanno fatto prendere questa strada'', ha risposto il dirigente nerazzurro. Una vicenda, questa delle dimissioni di Massimo Moratti, che per Facchetti e' diversa da quella del 1999. Allora Moratti si 'autosospese' dalla presidenza per poi essere rieletto per acclamazione. ''Sinceramente, di quell'episodio non ricordo i particolari - ha osservato Facchetti -. Adesso invece ha preso la decisione di lasciare, e mi ha indicato come presidente. Ieri quando me lo ha comunicato l'ho invitato a pensarci ancora per qualche giorno. Lui pero' e' stato deciso e chiaro''. Adesso la parola passa al Consiglio di amministrazione. ''Il presidente - conclude Facchetti - ha dato questa indicazione, che deve pero' essere ratificata''. dal sito
www.inter.it

GIACINTO FACCHETTI NOMINATO PRESIDENTE
Venerdi, 30 Gennaio 2004 17:54:26

MILANO - F.C. Internazionale Milano comunica che il Consiglio d’Amministrazione, riunito oggi nella sede di via Durini, in seguito alle dimissioni del presidente Massimo Moratti e dei consiglieri Marco Tronchetti Provera, Paolo Giulini, Angelo Moratti e Angelo Mario Moratti, ha cooptato i consiglieri Carlo d’Urso, Marco Gastel, Luigi Amato Molinari, Pier Francesco Saviotti e Giammaria Visconti di Modrone. I nuovi consiglieri vanno ad aggiungersi a Carlo Buora, Maurizio Fabris, Giacinto Facchetti, Mauro Gambaro, Rinaldo Ghelfi, Natalino Curzola Moratti e Massimo Moretti. Come previsto dall’ordine del giorno e dopo aver revocato tutte le cariche in essere, il Consiglio d’Amministrazione ha provveduto a nominare presidente Giacinto Facchetti e vice presidenti Carlo Buora e Rinaldo Ghelfi.

F.C. Internazionale

 

MILANO - La prima conferenza stampa da Presidente dell'Inter di Giacinto Facchetti.

In ottica mercato ci saranno delle differenze rispetto al passato?
"In questo momento l'obiettivo principale è uno solo: far tornare ad avere continuità di risultati alla squadra. Quest'anno abbiamo alternato grandi prestazioni a partite deludenti. La continuità di risultati è necessaria per raggiungere risultati importanti. Non è sufficiente voler vincere, bisogna sapersi preparare a vincere e per questo è importante il lavoro dal lunedì al sabato, non soltanto quello della domenica. L'abilità tecnica non basta, servono carattere, concentrazione e determinazione. Io ho fiducia nelle qualità dei giocatori e ho fiducia in Zaccheroni. La scorsa settimana abbiamo giocato una gran partita contro l'Udinese, squadra che in questo momento sta andando forte, poi abbiamo avuto un calo a Modena. Dobbiamo migliorare da questo punto di vista".

Come sarà il rapporto con Massimo Moratti?
"Il Dottor Moratti è il maggior azionista della società ed è un mio caro amico da tanti anni. Sarei poco intelligente a non sfruttare la sua esperienza. Sarò sempre a stretto contatto con lui, anche per sfruttare la sua esperienza".

Ma sarà un periodo breve o lungo?
"Non mi pongo il problema della durata. Sono stato nominato da Moratti e dal Consiglio, mi sono stati conferiti i poteri per fare quello che deve fare un Presidente. Non sto pensando a quanto tempo sarò in carica...".

MARTINS: "ADRIANO È FORTISSIMO"
Giovedi, 22 Gennaio 2004 08:16:01

MILANO – Oltre alla vittoria sull'Udinese e il conseguente accesso alle semifinali della Tim Cup, la giornata di ieri ha portato all'Inter un altro bel dono: Adriano Leite Ribeiro. Il reparto offensivo diventa sempre più forte. Un nuovo compagno del brasiliano è Obafemi Martins che lo accoglie così: "Adriano è fortissimo e adesso è anche in forma. Ero molto dispiaciuto per lui quando si è fatto male, è dovuto rimanere fuori tanto, circa due mesi. Ora è tornato ed è tornato alla grande facendo subito gol contro l'Udinese. Sono contento per lui". In attacco la concorrenza aumenta, ma le regole non cambiano. Martins : "Per me non ci sono problemi e non cambia nulla. Sarà sempre e solo l'allenatore a decidere chi gioca e chi non gioca".

Matteo Leonardi - Inter.it

Scarpa d'Oro: Vieri adesso è in testa da solo

Serie A: è lui il dominatore del campionato. 21 gol in 17 partite, implacabile nelle aree di rigore della Serie A, Christian Vieri (foto Inter.it) è in lizza per vincere la Scarpa d'Oro e, soprattutto, per agguantare il record di un altro campione nerazzurro, Antonio Valentin Angelillo, autore di 33 reti nella stagione 1958/59 (campionato a 18 squadre).
BANCA DATI: IL 61% DELLE SUE CONCLUSIONI DALL'AREA E' GOL
SCARPA D'ORO: VIERI AL COMANDO

Christian Vieri Re anche in Europa: l'attaccante nerazzurro mette la freccia e resta da solo al comando della Scarpa d'Oro, trofeo che premia il miglior cannoniere d'Europa.
La Scarpa d'Oro, fino a qualche anno fa messa in palio da France Football, oggi invece da un pool di riviste calcistiche del Continente, non è mai stata vinta da un italiano.
Il regolamento, per evitare facili successi di improbabili bomber ciprioti o romeni, prevede un punteggio che si basa sul quoziente di difficoltà del campionato.
Questa la nuova "top ten":

  GIOCATORE           Club (NAZ)                Gol Q Punti
1 Christian Vieri     Inter (ITA)                21 2   42 
2 Thierry Henry       Arsenal (ING)              19 2   38 
3 Andrei Krõlov       TVMK Tallinn (EST)         37 1   37 
4 Roy Makaay          Deportivo La Coruña (SPA)  18 2   36 
5 Arman Karamyan      Pyunik (ARM)               36 1   36 
6 Henrik Larsson      Celtic Glasgow (SCO)       24 1.5 36 
7 James Beattie       Southampton (ING)          17 2   34 
8 Mateja Kezman       PSV Eindhoven (OLA)        22 1.5 33 
9 Wesley Sonck        Genk (BEL)                 20 1.5 30 
9 Alan Shearer        Newcastle United (ING)     15 2   30 
9 Pauleta             Girondins de Bordeaux (FRA)15 2   30