6
novembre 1949
Campionato 1949-1950: Inter-Milan 6-5 (primo tempo 3-4)
Uno dei derby più belli della storia, ma che non servì a
nessuno. Il campionato 1949-50 andò infatti alla
Juventus, ma questa stracittadina resta comunque
scolpita nella leggenda nerazzurra. L'Inter, senza
l'infortunato Bearzot, becca due gol da Candiani nei
primi sette minuti, e ci si mettono anche Nordahl e
Liedholm: 1-4 al 19', non c'è storia. Almeno finchè i
nerazzurri non decidono di scrivere una pagina: Amadei,
Lorenzi e Nyers non si danno per vinti e a suon di gol
ribaltano il risultato. Pareggia subito il milanese
Annovazzi, ma pochi minuti dopo Amadei, in mischia,
sigla il 6-5 finale. Una rimonta da sogno, la prima
gara-simbolo della storia nerazzurra. [da
I numeri di una
leggenda]
Marcatori: Candiani (M) al 1' e al 7', Nyers (I) al 10',
Nordahl (M) al 14', Liedholm (M) al 19', Amadei (I) al
39', Nyers (rig. I) al 40' p.t.; Amadei (I) al 5',
Lorenzi (I) al 13', Annovazzi (M) al 14', Amadei (I) al
19' s.t.
Inter:
Franzosi; Guaita, Miglioli; Campatelli, Giovannini,
Achilli; Amadei, Wilkes, Lorenzi, Fiorini, Nyers. All.:
Cappelli.
Scriveva Gianni Brera sulla Gazzetta dello Sport:
"L'Inter, sopraffatta per coesione di squadra e
articolazione di reparti, s'è contenuta prudente,
sciabolando all'attacco ogni qualvolta le si offrisse il
destro. E mentre doveva il Milan concludere i suoi
attacchi in area frequentatissima, l'Inter ad ogni
lancio dei suoi difensori, in poche battute essenziali
giungeva alla meta."
4 aprile 1954
Campionato 1953-1954: Inter-Juventus 6-0 (primo tempo
2-0)
La ricetta per
vincere i campionati? Trionfare negli scontri diretti.
L'Inter lo scoprì il 4 aprile 1954. La Juventus di
Boniperti era avanti di un punto, e veniva a Milano per
consolidare il vantaggio contro i nerazzurri, che dal
canto loro dovevano fare a meno di due assi come Nyers e
Lorenzi. Ma venne fuori tutto il genio di Skoglund, che
segnò subito e mise in discesa la gara decisiva,
trascinando una squadra piena di riserve. Lo svedese
segnò una doppietta, così come Brighenti. La gara si
chiuse sul 6-0: l'Inter aveva effettuato il
sorpasso-scudetto. [da
I numeri di una
leggenda]
Marcatori:
Skoglund al 7', Armano al 30' p.t.; Brighenti al 21',
Skoglund al 33', Brighenti al 38', Nesti al 39' s.t.
Inter: Ghezzi; Vincenzi, Giacomazzi; Neri, Giovannini,
Nesti; Armano, Mazza, Brighenti, Fattori, Skoglund.
All.: Foni.
Gianni
Brera sulla Gazzetta: "La vittoria dell'Inter è sortita
linda e ineccepibile dalla stessa dialettica del gioco.
Già nel primo tempo l'Inter avrebbe potuto infilare
altre due o tre volte la porta di Viola: e gli errori di
Skoglund e Brighenti stanno a provarlo, ancorché
scusabili appieno."
27 maggio 1964
Coppa dei Campioni 1963-64: Inter-Real Madrid 3-1 (primo
tempo 1-0)
La Grande Inter
diventò realmente tale in questa partita. Dopo le due
gare di semifinale contro il Borussia Dortmund, la
squadra di Herrera volò al Prater di Vienna, per
giocarsi il titolo di regina del continente contro il
Real Madrid. Sulla carta era un incontro proibitivo, in
pratica dopo il fischio d'inizio non ci fu storia: i
bianchi di Spagna caddero grazie a una doppietta di
Mazzola e a un gol di Milani. il vero capolavoro, però,
lo fece la difesa: Tagnin e Guarneri si incollarono ai
temutissimi Di Stefano e Puskas annullandoli, proprio
come aveva previsto Helenio Herrera. A Milano la bacheca
dell'Inter si arricchì della sua prima coppa europea.
[da
I numeri di una
leggenda]
Marcatori: Mazzola (I) al 43' p.t.; Milani (I) al 17',
Felo (R) al 24', Mazzola (I) al 31' s.t.
Inter:
Sarti; Burgnich, Facchetti; Tagnin, Guarneri, Picchi;
Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Corso. All.: Herrera.
Scriveva, sulla Gazzetta, Gualtiero Zanetti: "La prova
odierna è stata di una razionalità tattica, di
un'intelligenza tecnica come mai ci era accaduto di
vedere e pensiamo che l'Inter abbia giocato la sua
miglior partita nel giorno più giusto."
26 settembre 1964
Coppa Intercontinentale
1964: Inter-Independiente 1-0
Il regolamento
quell'anno prevedeva l'incontro in Europa, a
Madrid, per alternanza e, in caso di parità,
ci sarebbero stati i tempi supplementari, al
termine dei quali (in caso di ulteriore
parità) sarebbe stata favorita
l'Inter, dato che aveva segnato un gol in
più. Per gli argentini era obbligatorio uno
schieramento offensivo. Sono passati
tre giorni dal precedente incontro: Helenio
Herrera, dovendo fare a meno di Mazzola, in
cattive condizioni fisiche, lo sostituisce
con Peiró. Fuori Burgnich, infortunato,
Herrera mette Malatrasi come terzino e
Tagnin in mediana. Sotto la pioggia e contro
un avversario fisicamente superiore e
sostenuto dal pubblico, l'Inter dà vita ad
una grande prestazione. Gli argentini vanno
all'attacco, ma lasciando spesso
l'iniziativa ai nerazzurri. Nel secondo
tempo l'assalto diventa ancora più
consistente, costringendo Suarez ad
arretrare. Solo Corso riesce a tenere
la squadra in piedi. A cinque minuti dalla
fine Bernao segna, ma l'arbitro annulla per
fuorigioco. Si va ai supplementari, dove
l'azione del gol premia la superiorità
nerazzurra: una centrata lunga di Milani
viene tenuta miracolosamente in campo da
Peiró, procurando a Corso l'occasione per il
gol e consegnando la coppa all'Inter.
Marcatori: Corso (I) al 5' (2 supp).
Inter:
Sarti; Malatrasi, Facchetti; Tagnin, Guarneri, Picchi;
Domenghini, Peirò, Milani, Suarez, Corso. All.: Herrera.
12 maggio 1965
Coppa dei Campioni 1963-1964:
Inter-Liverpool 3-0 (primo tempo 2-0)
Il suo
punto più alto la Grande Inter lo toccò con la Coppa dei
Campioni del 1965, dove però la vera impresa nerazzurra
arrivò in semifinale. Di fronte c'era il Liverpool del
"santo" St. John, e l'andata fu disastrosa: sconfitta
per 3-1 in Inghilterra. il ritorno pareva essere una
formalità per i Reds, non così per l'Inter che bruciava
dalla voglia di riscattarsi. San Siro era strapieno,
82.000 persone a incitare l'Inter. Aprì le marcature
Corso su punizione, un minuto dopo Peirò rubò palla al
portiere Lawrence e segnò il 2-0. Il tris nella ripresa
fu di Facchetti: Liverpool fuori. La finale con il
Benfica, il gol di Jair e la seconda Coppa dei Campioni
nascono soprattutto da qui. [da
I numeri di una
leggenda]
Marcatori: Corso all'8', Peirò al 9' p.t.; Facchetti al
17' s.t.
Inter:
Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi;
Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso. All.: Herrera.
Gualtiero Zanetti scriveva sulla Gazzetta: "Herrera
aveva detto che non bisognava farli segnare e nel
contempo occorreva attaccarli allo scopo di annullare lo
svantaggio. Anche stavolta gli è andata bene, in tutto."
27 maggio 1965
Coppa dei Campioni 1964-1965:
Inter-Benfica 1-0
L'Inter
si conferma la numero uno fra le 31 squadre partecipanti
all'edizione 1964-1965 del torneo e, vincendo due
edizioni consecutive della Coppa dei Campioni, emula
l'impresa di Real Madrid e Benfica. Dopo l'andata
persa a Liverpool e il successivo miracolo di San Siro,
la finale si gioca a Milano contro il Benfica,
fortissimo, arrivato alla sua quarta finale negli ultimi
cinque anni. I portoghesi nei quarti a Lisbona hanno
annientato il Real Madrid per 5-1. Il Benfica è però
infastidito dalle condizioni del terreno di San Siro, ai
limiti della praticabilità a causa della pioggia
torrenziale. Lo spettacolo, anche a causa del campo poco
adatto allo stile di gioco del Benfica, non è esaltante,
ma l'Inter sfrutta la situazione in modo eccellente:
chiude ogni spazio alle offensive avversarie e riparte
in contropiede, con Peirò, Jair e Mazzola. Alla fine del
primo tempo, un tiro di Jair riesce ad ingannare il
portiere Costa Pereira, battendo i portoghesi 1-0 e
regalando alla Grande Inter la seconda Coppa dei
Campioni consecutiva.
Marcatori: Jair al 42' p.t.
Inter:
Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi;
Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso. All.: Herrera.
8 settembre 1965
Coppa Intercontinentale 1965: Inter-Independiente 3-0
(primo tempo 2-0)
Ancora
coppa intercontinentale, ancora l'Independiente. Dopo la
sfida infinita dell'anno prima (una vittoria per parte e
spareggio terminato ai supplementari grazie a una rete
di Corso), i nerazzurri si ritrovarono di fronte il club
di Avellaneda. Ma stavolta erano decisi a chiudere prima
la pratica. La gara di andata a Milano fu un massacro
per i sudamericani: Peirò andò a bersaglio dopo due
minuti, poi la doppietta di Mazzola chiuse la contesa ma
l'Inter continuò a dare spettacolo e avrebbe potuto
segnare il doppio. Al ritorno in Argentina a Herrera
bastò difendere il vantaggio: finì 0-0, il pubblico
locale s'infuriò ma per l'Inter fu un altro trofeo da
alzare al cielo. [da
I numeri di una
leggenda]
Marcatori: Peirò al 2', Mazzola al 23' p.t.; Mazzola al
15' s.t.
Inter:
Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi;
Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso. All.: Herrera.
Emilio
Violanti scriveva così sulla Gazzetta: "Subito dopo il
gol in apertura l'Independiente deve scoprirsi, è
fatale; ed i nerazzurri possono operare di rimessa ...
Il gioco esplode letteralmente in un fuoco pirotecnico
di invenzioni, con lo spettacoloso Peirò ad infuriare,
con Mazzola e Jair incontenibili, in una frenesia di
manovra, magari un po' disordinata, ma che trascina
all'entusiasmo."
20 ottobre 1971
Coppa dei Campioni 1971-1972: Borussia M.-Inter 7-1
(primo tempo 5-1)
La peggior gara dell'Inter
nella sua storia europea è forse l'unica che non è mai
stata consegnata ufficialmente agli annali. Sul 2-1 per
i tedeschi, infatti, una lattina di Coca-Cola lanciata
dagli spalti centrò in pienasegna, costretto a uscire in
barella. Poi il Borussia Moenchengladbach, che già stava
imperversando sui nerazzurri, dilagò oltremisura. Ma
nonostante i regolamenti Uefa non contemplassero la
responsabilità oggettiva, in base alla quale un club
deve rispondere del comportamento dei suoi tifosi,
l'avvocato Peppino Prisco, vicepresidente nerazzurro,
riuscì ad ottenere dall'Uefa la ripetizione della gara.
Nel frattempo si era giocato il ritorno, 4-2 a San Siro.
All'Inter dunque bastava resistere, e così fece: la
ripetizione in Germania finì 0-0. Una brutta macchia
prontamente cancellata, insomma. [da
I numeri di una
leggenda]
Marcatori: Heynckes (B) al
7', Boninsegna (I) al 18', Le Fevre (B) al 19' e al 39',
Netzer (B) al 45', Heynckes (B) al 48' p.t.; Netzer (B)
al 6', Sieloff (rig. B) al al 37' s.t.
Inter: Vieri (Bordon dal
1' s.t.); Oriali, Facchetti; Bedin, Giubertoni, Burgnich;
Jair, Fabbian, Boninsegna (Ghio dal 29' del p.t.),
Mazzola, Corso. All.: Invernizzi.
Giorgio Mottana scriveva
sulla Gazzetta dello Sport: "L'Inter, travolta sul
campo, potrebbe essere salvata dal regolamento. Quando
Boninsegna è stato colpito, lo svantaggio dell'Inter era
ancora di misura, qui si può supporre (naturalmente con
beneficio d'inventario) che lo choc conseguente alla
perdita del centravanti abbia influito la sua parte
sulla disfatta morale oltre che tecnica dell'Inter."
23 novembre 1988
Coppa Uefa 1987-1988: Bayern Monaco-Inter 0-2 (primo
tempo 0-0)
Imbattuta in
campionato, difesa solida, bocche da fuoco implacabili. L'Inter
1988-89 di Trapattoni e dei due tedeschi viaggiava come un
treno, e confezionò all'andata degli ottavi di finale di coppa
Uefa una delle più belle partite nerazzurre in Europa. A Monaco
di Baviera tenne duro per tutto il primo tempo, poi sbloccò il
risultato con il suo bomber Serena e guadagnò applausi a scena
aperta per il gioiello di Nicola Berti, che rubò palla quasi
nella sua area e cavalcò da solo per tutto il campo fino a
battere Aumann per la seconda volta. Tutto bello fino al
ritorno, quando l'Inter vanificò tutto perdendo in casa per 1-3
e uscendo dalla coppa. Ma il ricordo dell'andata resta
indelebile. [da
I numeri di una
leggenda]
Marcatori:
Serena al 15', Berti al 26' s.t.
Inter: Zenga;
Bergomi, G.Baresi; Brehme, Ferri, Verdelli; Bianchi, Berti,
Matteoli, Matthäus,
Serena. All.: Trapattoni.
Lodovico Maradei, sulla
Gazzetta, scriveva: "L'Inter è stata perfetta ieri sera:
ha bloccato e irretito gli avversari per tutto il primo
tempo impedendone ogni movimento al punto che Zenga non
ha dovuto effettuare neppure un intervento degno di
questo nome, e quando nella ripresa il Bayern si è
gettato avanti a testa bassa lo ha infilato senza
pietà."
28 maggio 1989
Campionato 1988-1989: Inter-Napoli 2-1 (primo tempo 0-1)
Trapattoni sa che lo scudetto è
a un passo e non intende
rischiare, mentre il Napoli
parte grintoso.
L'allenatore dell'Inter
inserisce Baresi al posto di
Bianchi, per tentare di
procurare il punto necessario
per arrivare al traguardo. Ecco
però che, al 36’ del primo
tempo, Careca segna e a San Siro
ci si comincia a preoccupare per
l'eccessiva prudenza
dell'allenatore. Nel secondo
tempo, Baresi lascia il posto a
Bianchi e la squadra,
nella sua formazione classica,
comincia a giocare sul serio. Al
49’, un tiro al volo di Berti
viene deviato in porta da Fusi,
facendo arrivare il pareggio.
All’83’ il gol di Lothar Matthäus,
su punizione, sancisce la
vittoria dell'Inter e, con la
vittoria, lo scudetto. Da qui,
la gioia dei tifosi è
incontenibile: attendevano
questo momento da circa 10 anni
(1979-80). Di quella squadra
rimanevano solo Baresi e "lo
zio" Bergomi, che però in quel
campionato 1988-89 giocò solo
una partita in coppa Italia.
Marcatori: Careca al 36'
p.t.; Fusi (Aut.) al 49', Matthaus al 83' s.t.
Inter:
Zenga, Bergomi, Brehme,
Berti, Baresi (46’ Bianchi), Ferri, Mandorlini,
Matteoli, Diaz (89’ Verdelli), Matthäus , Serena. All.:
Trapattoni.
8 novembre 1990
Coppa Uefa 1989-1990: Inter-Aston Villa 3-0 (primo tempo
1-0)
Altro ribaltone
storico firmato Inter, ancor più prezioso se si pensa che alla
fine i nerazzurri conquisteranno la coppa Uefa. Eppure, dopo la
sconfitta dell'andata dei sedicesimi in Inghilterra per 2-0
contro l'Aston Villa di David Platt e Tony Cascarino, nessuno ci
credeva. Come da copione in questi casi, l'Inter segnò subito
(con Klinsmann) e poi dilagò nella ripresa con Berti e Bianchi.
Fu una vittoria targata Trapattoni, bravo a tenere unita la
squadra, ma soprattutto Matthäus, leader tecnico ed emotivo di
un gruppo che oltre alle qualità calcistiche aveva anche quella
di non mollare mai. [da
I numeri di una
leggenda]
Marcatori:
Klinsmann al 7' p.t.; Berti al 17', Bianchi al 29's.t.
Inter: Zenga;
Bergomi, Brehme; Berti (Mandorlini dal 36' s.t.), Ferri,
Battistini (Paganin dal 1' s.t.); Bianchi, Pizzi, Klinsmann,
Matthäus, Serena. All.: Trapattoni.
Scriveva
Alberto Cerruti, sulla Gazzetta: "Venticinque anni dopo la
grande rimonta sul Liverpool, ecco il graditissimo bis sull'Aston
Villa. Allora furono Corso, Peirò e Facchetti a siglare uno
storico 3-0. Stavolta tocca a Klinsmann, Berti e Bianchi firmare
un esaltante 3-0 che rilancia l'Inter verso nuovi orizzonti in
coppa e, perchè no, in campionato."
26 aprile 1994
Coppa Uefa 1993-1994:
Inter-Salisburgo
1-0 (primo tempo 0-0)
La
Coppa UEFA 1993-1994 è stata la 23ª edizione
dell'omonima competizione e fu vinta dall'Inter
nella doppia finale contro la squadra austriaca del
Salisburgo. Questa vittoria indusse la UEFA a
concedere all'Inter una wild card, permettendole di
partecipare all'edizione successiva del torneo anche
se in campionato non aveva raggiunto un piazzamento
sufficiente per la qualificazione.
Marcatori: Jonk al 17'
s.t.
Inter: Zenga; A. Paganin, Fontolan, Ferri (dal 22'
s.t. s.v. Jonk), Bergomi, Battistini, An. Orlando,
Manicone, Berti, Bergkamp, M. Paganin (dal 45'
s.t.s.v. Sosa). All.: Marini
Dal
Corriere della Sera del 12 maggio 1994, articoli di
Giancarlo Padovan e Fabio Monti:
Coppa Uefa. Grande festa per 80. 000 a San Siro:
i nerazzurri conquistano il trofeo aggiudicandosi
anche la finale di ritorno: Finalmente Inter, grazie
a Zenga. Inter vs Salisburgo 1 a 0. Marcatore:
Jonk. Il portiere in partenza salva la Coppa Uefa.
Un palo e il gol di Jonk spengono il Salisburgo.
MILANO . Non ha voluto l' Inter. Ma qualcuno per
lei, lassù o quaggiù. Coppa Uefa tra cielo e terra:
di dolorosissima gioia, di specialissima
disperazione. Non vince l'Inter nonostante il
tabellino dica Jonk al 17' della ripresa, ma non
vince neanche il Salisburgo, accompagnato dalla
maledizione dei deboli. Vince invece Walter Zenga,
solo, gigantesco ed eccessivo che para durante la
partita e salta verso la gente alla fine scegliendo,
tra tutti, la sola (sua moglie) che ha creduto in
lui. La notte matta e sballatissima delle feste
comincia dove finisce Zenga, che ieri con l' Inter
ha chiuso, ripiegando le sue ali caricate dal piombo
cattivo di questi mesi sbagliati. Ora la gente
canta: non vuole Pagliuca. Prima, passata la mezz'
ora della ripresa, si erano alzati tutti gli
ottantamila a battergli le mani e a inchiodarlo con
gli applausi. Troppo tardi, ormai. La Coppa Uefa
viene alzata dall' Inter dopo la vittoria più
controversa e contraddittoria: il Salisburgo aveva
subito nel primo tempo per propria indisponibilità ,
ma nel secondo avrebbe meritato il vantaggio (un
doppio palo interno e' da cineteca dei record) e,
alla fine, almeno il supplementare. L' Inter ha
giocato decentemente per un tempo durante il quale
ha sbagliato molto. Poi si e' aggrappata alla sorte:
la sorte ha voluto, l' Inter no. Eppure, la squadra
non si era messa nelle condizioni di avere paura, e
quindi di rischiare, fino a quando ha pensato di
poter segnare al Salisburgo il gol che le avrebbe
certificato la Coppa Uefa. La felice conseguenza e'
che dal 5' del primo tempo (quando Aigner appoggia
stoltamente in mezzo fornendo a Sosa l' anticipo per
una conclusione centrale smanacciata via da Konrad)
fino al 33' (quando un destro di Hutter dai 30 metri
richiede che Zenga voli, prima di un tentativo di
immolazione contro il palo di destra) c'e' una sola
squadra che può decidere con anticipo del proprio
destino e questa squadra e' l'Inter. Sarebbe
sufficiente riscuotere da Bergkamp quanto la sua
bravura fa presumere per chiudere tutto al 12' :
lancio di Orlando, l' olandese biondo supera d'
infilata una difesa sguarnita e mal disposta, poi
sfodera un tiro macilento che scivola oltre Konrad e
il palo di sinistra. Oppure basterebbe sintetizzare
il più didascalico dei contropiede (due contro due)
che proprio Bergkamp, mettendoci la testa, avvia. E
che Sosa rifinisce con un assist profondo. Ma che
ancora Bergkamp riduce a una conclusione centrale,
senza senso, senza forza. Non c' e' neppure Berti,
come se stingesse sotto la pioggia: un assist di
Bergkamp al 33' lo vede mancare in pieno lo stop in
area, quando tra se' e il portiere ci sarebbero una
manciata di metri senza avversari. Il Salisburgo
conferma la sua acclarata modestia tecnica in un
contesto tattico rilevante: vero, quindi, che alcune
occasioni nerazzurre sono frutto di pedestri
svarioni difensivi e per di più in fase di possesso
palla (al 40' Sosa non si avvantaggia di un errore
di Weber), ma vero anche che la minima concessione
degli spazi produce un movimento uniforme della
squadra che fa rinculare l' Inter fino al crepaccio
dell' area. Il Salisburgo prova con i tiri da
lontano per due ragioni: perché una manovra
avvolgente non e' nella logica del tecnico Baric e,
soprattutto, perché il pallone zuppo pesa di più .
Ed e' rotolando con tutte le sue sordide insidie che
la palla vola due volte in meno di un minuto verso
la porta: Zenga para a terra al 6' (tiro di
Feiersinger) e devia con la spinta dei reni al 7'
(conclusione di Artner). Sarebbe invece battuto, e
due volte, sull' iniziativa di Marquinho dal centro
destra, fuori area: un tiro che colpisce prima il
palo di destra e poi quello di sinistra. La
carambola si spegne, miracolosamente, al centro di
una mischia ringhiosa. Nel contempo accende l'
inesplorato furore austriaco che butta l' Inter
prima ai margini della partita, poi nella
prostrazione più nera. Dall' accerchiamento
psicanalitico, l' Inter esce prima con una girata di
Bergkamp (16' , para Konrad) e, un minuto dopo, con
il gol di Jonk che, defilatissimo a sinistra,
scodella di destro un servizio smarcante di Sosa.
Eppure non basta perchè la partita e' completamente
nelle mani del Salisburgo che ha tutto in più :
energia, per cominciare, poi motivazioni, infine una
mobilità sufficiente per infilare l' Inter da ogni
versante. Così e' ancora Zenga a salvare il successo
con due zoccolate d' istinto (Feiersinger al 26' e
Lainer al 30' ), mentre il resto della squadra e'
una macchia indistinguibile. Finisce avanti per
forza d' inerzia, finisce fuori (collasso da stress)
Fontolan. Nonostante tutto, in fondo a tutto, la
felicità e' viva.
Difesa targata Bergomi. Bergkamp non convince.
MILANO. La notte dell' Inter e' la notte di Zenga.
L' Inter, tradita da centrocampisti e attaccanti,
resta a galla grazie a Bergomi e ai difensori. ZENGA
9. Si rivede l' uomo ragno. Tutto come ai vecchi
tempi. Fa il libero (22'), quando tutta l' Inter e'
troppo avanti e previene il contropiede austriaco;
compie una gran parata su conclusione da 30 metri di
Hutter (33'). I tifosi sono ancora con lui e glielo
urlano per tutta la partita, soprattutto quando
salva con un mezzo miracolo al 7' della ripresa su
Artner. Quando non ci arriva, sono i pali a fargli
la grazia. E che grazia! Poi si salva due volte con
i piedi. Per essere la notte dell' addio, e'
costretto agli straordinari. San Siro lo sa e si
alza in piedi ad applaudirlo (32'). ... BERGOMI 7.
Gran primo tempo: puntuale, tempestivo, sempre in
anticipo sull' avversario. Non sbaglia quasi niente
e anche nei momenti peggiori non si fa mai
travolgere. ...
14 aprile 1998
Coppa
Uefa 1997-1998:
Spartak
Mosca-Inter 1-2 (primo tempo 1-1)
Quando Ronaldo arriva in Italia,
vince il primo dei due Palloni d’Oro della sua carriera. Non
vince lo scudetto, ma il suo contributo alla vittoria della
Coppa Uefa che l'Inter si aggiudicherà contro la Lazio sarà
indiscutibile e fondamentale. Prima però, in semifinale, i
nerazzurri devono incontrare lo Spartak Mosca. Il 14 Aprile
1998, nonostante la neve e il gelo di Mosca, Ronaldo non accusa
affatto il consueto calo di rendimento che i giocatori
brasiliani spesso avvertono nelle regioni o nei periodi più
freddi. Ronnie sembra quasi danzare sul bianco del campo
moscovita, perfettamente a suo agio. I russi passano
inizialmente in vantaggio ma l'Inter, nonostante il 2-1 a Milano
nella gara di andata, non si impressiona più di tanto, perchè dalla
sua ha "il Fenomeno" che, al 44′ del primo tempo, si trova al
momento giusto nel posto giusto e segna. Ma il Fenomeno
non è ancora soddisfatto: l' 1-1 non gli basta. Sartor al 75′,
su rimessa laterale, gli passa la palla e Ronaldo, sbarazzandosi
con leggerezza del suo marcatore che cerca inutilmente di
anticiparlo, avanza sino al limite e chiede l’uno-due a Zamorano.
Il cileno, suo fedele compagno d’attacco, gli rende il pallone
al brasiliano, che nel frattempo, muovendosi con leggerezza sul
prato ghiacciato, si era liberato di altri due russi. La palla
gli arriva sul piede e Ronnie, con uno stop a seguire, si libera
dell’ultimo suo avversario. Ora tra lui e la porta c’è solo
l’estremo difensore russo, ma il geniale brasiliano, invece di
tirare con la suola della scarpa, sposta la palla dal piede
destro al sinistro. Il portiere dello Spartak scivola sul
ghiaccio e non gli rimane che vedere il pallone in rete.
Marcatori: Tikhonov
(S) all'11', Ronaldo (I) al 44' p.t.; Ronaldo (I) al 75'
s.t.
Inter: Pagliuca; Colonnese,
Bergomi, Sartor, West, Moriero (Fresi al 65'), Cauet,
Simeone, J.Zanetti, Zamorano (Kanu all'80'), Ronaldo
(Recoba all'83'). All.: Simoni.
6 maggio 1998
Coppa Uefa 1997-1998: Inter-Lazio 3-0 (primo tempo 1-0)
Un campionato, quello
1997-1998, perso tra veleni e polemiche contro la
Juventus. Ma all'Inter rimaneva ancora un obiettivo: la
finale di coppa Uefa, in gara secca, a Parigi, contro la
Lazio. E i nerazzurri di Gigi Simoni non hanno steccato
l'obiettivo. Subito a segno con Zamorano, dominarono la
partita e arrotondarono il risultato nella ripresa con
Zanetti e Ronaldo. Il brasiliano fu imprendibile per
Nesta, e colpì (come il suo compagno di reparto cileno)
anche un palo. Roberto Mancini, che poi avrebbe allenato
i nerazzurri, venne fermato dalla assidua marcatura di
Colonnese. Per la terza volta negli anni '90, l'Inter
fece sua la coppa Uefa. [da
I numeri di una
leggenda]
Marcatori:
Zamorano al 4' p.t.; J.Zanetti al 15', Ronaldo al 25' s.t.
Inter:
Pagliuca; Fresi; Colonnese, West, J.Zanetti; Winter (Cauet dal
24' s.t.), Ze Elias, Djorkaeff (Moriero dal 24' s.t.), Simeone;
Ronaldo, Zamorano (Sartor dal 29' s.t.). All.: Simoni.
Alberto
Cerruti, sulla Gazzetta, commentava così: " La Lazio alla fine
non può fare altro che inchinarsi sportivamente alla
schiacciante superiorità della squadra di Simoni, il primo
artefice di questo successo europeo. ... La coppa Uefa non deve
essere considerata un semplice zuccherino di consolazione,
specie per il modo con cui è stata conquistata."
25 novembre 1998
Champions League 1998-1999:
Inter-Real
Madrid 3-1 (primo tempo 0-0)
Un articolo del
25 novembre '98 da Raisport.Rai.it:
L'Inter ritrova Ronaldo e Baggio firma il trionfo L'Inter
ritrova Ronaldo e con il brasiliano anche il gusto della
vittoria. Ma le reti decisive sono firmate da Baggio e c'è
grande gioia a San Siro (78.829 paganti, oltre 5 miliardi di
incasso). Con questa vittoria,l'Inter scavalca il Real Madrid ed
è prima nel girone. L'ultimo turno a Graz non sembra proibitivo.
Primo tempo con diverse occasioni sciupate da interisti e
madrileni, poi (50') un tiro di Ronaldo è deviato da Zamorano
che consuma la vendetta dell'ex. Dopo 8', guizzo di Savio e
pareggio dell'ex sampdoriano Seedorf. La classe di Baggio (85' e
95') firma una serata di livello.
I goal -
6' st: Ronaldo riceve palla
fuori area, carica il destro e tira da 20 metri. Zamorano in
area tocca forse involontariamente e la deviazione inganna
Illgner: la palla entra in rete rasoterra alla sinistra del
portiere. - 14': ottimo spunto di Savio, che sul lato sinistro
dell'area si libera di West e crossa nell'area piccola, dove
Seedorf e' pronto a deviare in rete di testa. - 41': grande
iniziativa in percussione di Simeone. L'argentino serve Baggio,
che si allarga e calcia spiazzando Illgner. Per l'entusiasmo si
toglie la maglia e viene ammonito. - 50': ancora Simeone lancia
in contropiede Baggio, solo davanti a Illgner in uscita. Doppia
finta sul portiere e palla scodellata in porta.
Marcatori:
Zamorano (I) al 6',
Seedorf (R) al 14', Baggio (I) al 41', Baggio (I) al 50'
s.t.
Inter: Pagliuca; Collonese,
Bergomi, Galante, West, Moriero (J. Zanetti dal 57’),
Winter, Paulo Sousa (Cauet dal 75’), Simeone, Ronaldo,
Zamorano ( Baggio dal 68’). All.: Simoni.
5 maggio 2002
Campionato 2001-2002: Laio-Inter 4-2 (primo tempo 2-2)
Un punto di
vantaggio sulla Juve, due sulla Roma, e un'ultima giornata di
campionato in casa della Lazio con l'Olimpico (pubblico
casalingo compreso) tutto schierato per i nerazzurri. I tifosi
dell'Inter pensavano di avere lo scudetto già in tasca, specie
quando, dopo 12', Vieri siglò la rete del vantaggio. Poi
qualcosa cominciò ad andare storto. Si scatenò in ceco Poborsky,
con due gol inframezzati dal momentaneo 1-2 di Di Biagio.
Intanto la Juve vinceva a Udine, e il pareggio all'intervallo
significava secondo posto. L'Inter sentì il peso della paura,
che nella ripresa si fece realtà: l'ex Simeone segnò il 3-2
quasi disperandosi, e più tardi arrivò il 4-2 di Inzaghi.
Pubblico ammutolito, giocatori in lacrime, Moratti impietrito.
L'Inter finì terza, scavalcata anche dalla Roma. Il dramma del 5
maggio è compiuto. [da
I numeri di una
leggenda]
Marcatori:
Vieri (I) al 12', Poborsky (L) al 20', Di Biagio (I) al 24',
Poborsky (L) al 45' p.t.; Simeone (L) all'11', S.Inzaghi (L) al
28' s.t.
Inter: Toldo;
J.Zanetti, Cordoba, Materazzi, Gresko; Conceicao (Dalmat dal 15'
s.t.), Di Biagio, C.Zanetti (Emre dal 28' s.t.), Recoba; Ronaldo
(Kallon dal 33' s.t.). Vieri. All.: Cuper.
Lodovico Maradei, sulla Gazzetta dello Sport: "Inter
vittima dei suoi errori, tra i quali, gigantesco, quello
di aver creduto che la partita decisiva era vinta prima
di giocarla. Un tonfo terribile stampato sui volti di
Ronaldo piangente in panchina e di Moratti pietrificato
in tribuna. Dal primo posto al terzo in pochi minuti;
dallo scudetto all'obbligo dei preliminari di
Champions."
17 settembre 2003
Champions
League 2002-2003:
Arsenal–Inter
0-3 (primo tempo 0-3)
Un articolo da
Repubblica.it del 17 settembre 2003: Prima vittoria di una
squadra italiana sul campo di Londra. Gol di Cruz, Van der
Meyde e Martins nel primo tempo. Inter,
impresa all'Highbury: tre reti e Arsenal travolto.
Inglesi mai in partita, Toldo para un rigore a Henry.
LONDRA - Capolista in campionato senza convincere, stratosferica
al debutto in Europa. L'altra faccia dell'Inter, quella che sa
anche produrre gioco di prima qualità, sfata il tabù dell'Highbury
ed entra nella storia per essere la prima italiana a passare sul
terreno dell'Arsenal, messo al tappeto con un sonoro 0-3 al
termine di un incontro che rilancia le quotazioni dei nerazzurri
e di Hector Cuper, del tutto riabilitato dopo i "fatti" di
Siena.
Massimo Moratti, seduto in tribuna, passa i primi 45 minuti a
stropicciarsi gli occhi. Mai l'Inter nell'era Cuperaveva dato
uno spettacolo di forza così perentorio.
Senza Vieri, Recoba, Coco e Brechet, i nerazzurri si giovano
dell'innesto sulla fascia di Kily Gonzalez e del duo d'attacco
formato da Cruz e Martins, la torre e il motorino. Nonchè di un
Toldo insuperabile e di un Cristano Zanetti mastino inesauribile
del centrocampo.
Morale: 0-3 per l'Inter già nel primo tempo, con i Gunners
sconvolti ed umiliati, incapaci di raddrizzare l'inerzia
dell'incontro nonostante la magnanimità dello spagnolo Gonzalez,
che al 32' punisce con un rigore una mini-spinta di Materazzi su
Ljungberg: Toldo si supera e manda in corner la battuta di
Henry. L'Inter, in quel momento, aveva già messo in cassaforte
il doppio vantaggio, dopo una incursione sventata da Lehman di
Oba Oba e una percussione di Ljungberg conclusa con un debole
sinistro.
L'Inter inizia il suo show al 21': Martins spizza di testa per
Cruz, il "giardiniere" entra in area e supera l'estremo
biancorosso con un abile tocco da sotto. Passano 3' e arriva la
seconda mazzata per l'Arsenal: Kily Gonzalez crossa dalla
sinistra, la sfera arriva a Van der Meyde che, coordinandosi al
volo, piega le mani di Lehmann con un destro al fulmicotone.
Finita? No, perchè al 41' arriva lo 0-3: Emre si incunea
centralmente per servire Martins, il baby nigeriano difende
palla per poi siglare di sinistro. Capriole a gogò, Inter in
paradiso, Highbury in mesto silenzio.
Nella ripresa l'Arsenal comincia a testa bassa ma senza
costrutto, Wenger tenta l'"esorcismo" inserendo due ex come
Bergkamp e Kanu, con Cuper che risponde con Lamouchi e Helveg.
Henry è tanto fumo e poco arrosto, Lehmann si distende al 31' su
una punizione di Cruz. Toldo non si distrae e, al 36', compie un
mezzo miracolo sul "povero" Henry per poi stoppare, al 41', un
tentativo di Bergkamp. In pieno recupero Kallon, da poco
entrato, ha la palla buona per il poker ma è il legno a dirgli
di no (Martins spedisce poi alle stelle il tap-in). L'Inter può
però "accontentarsi": l'Arsenal ricorderà questa serata per
lungo, lunghissimo tempo.
Marcatori: Cruz
(I) al 22', Van der Meyde (I) al 24', Martins (I) al 41'p.t.
Inter (4-4-2):
Toldo; J.Zanetti, Cannavaro F., Materazzi, Cordoba, Van der
Meyde (Helveg dal 25' s.t.), Zanetti C., Emre (Lamouchi dal 21'
s.t.), Kily Gonzales, Cruz (Kallon dal 39' s.t.), Martins. A
disp.: Fontana, Adani, Okan, Luciano. All.: Cuper. Rigore parato
al 32' da Toldo.
9 gennaio 2005
Campionato 2004-2005:
Inter–Sampdoria 3-2 (primo tempo 0-1)
Un articolo da
Repubblica.it del 9 gennaio 2005:
Sei minuti straordinari degli
uomini di Mancini: Martins, Vieri e Recoba portano la squadra
dallo 0-2 al 3-2. Terza vittoria consecutiva.
Inter, rimonta da fantascienza. Sampdoria, dal sogno
all'incubo. I blucerchiati hanno controllato la gara fino ai
minuti finali. Poi l'incredibile ritorno dei nerazzurri: quarto
posto assoluto.
MILANO - Non va l'Inter di
Adriano, fa i miracoli quella col trio Vieri, Martins Recoba. In
sei minuti finali che passeranno alla storia delle cose
straordinarie del calcio, una bella Sampdoria vede prima
sfilarsi dalle mani la vittoria e, poi, addirittura il pareggio.
Finisce 3-2 per i nerazzurri che hanno il merito di averci
creduto fino in fondo. Finisce con i settemila tifosi
blucerchiati che non credevano ai loro occhi vedendo la Samp
avanti di due gol a San Siro e non possono credere di aver perso
questa partita. Finisce con Mancini che fa i pugnetti e porta a
casa il ventinovesimo risultato utile consecutivo e la terza
vittoria di seguito consolidando il quarto posto e le speranze
di qualcosa di meglio di là da venire. Finisce con il pubblico
di san Siro letteralmente spossato dalle emozioni. Ma questa,
signori, è l'Inter.
Un'Inter che ha attaccato bene anche nel primo tempo ma ha
trovato sulla sua strada una difesa blucerchiata ordinatissima e
precisa e un Antonioli straordinario su Cambiasso, Adriano,
Vieri e chiunque altro ci provasse.
Ma la Samp ha il merito di non stare a guardare. Ad ogni azione
nerazzurra, c'è sempre una ripartenza sufficientemente
pericolosa da tenere in ansia la retroguardia di Mancini. Gli
uomini di Novellino danno sempre la sensazione di sapere
esattamente cosa fare, di essere più forti mentalmente: proprio
la dote che mancherà loro nello straordinario finale.
Comunque, quando mancano 3 minuti alla fine del primo tempo, la
Samp passa: Diana si allarga a destra e crossa dall'altra parte.
Arriva Tonetto, Cordoba lo perde di vista e il terzino (che
aveva segnato due domeniche fa a Lecce) incrocia benissimo sul
palo più lontano. Toldo non se l'aspetta e la palla sbatte sulla
base del legno ed entra in porta.
Nella ripresa, i nerazzurri ripartono a testa bassa. Adriano si
dà molto da fare, ma è chiaramente stanco. Al 12', comunque, è
lui che si trova il pallone sul destro e spara. Falcone s'immola
per salvare ed esce con uno stiramento all'inguine. Entra Pavan
e, forse, la Samp perde qualcosa in difesa.
Ma, per un po' nessuno se ne accorge. Esce Zanetti per Martins,
ma l'Inter non riesce a trovare sbocchi. Anzi, al 36, la Samp
raddoppia: grande azione in contropiede. Flachi, di tacco, apre
a Tonetto che lancia Kutuzov: il bielorusso entra in area da
sinistra, resiste a una carica e batte Toldo.
Qualunque squadra, a questo punto, se ne sarebbe andata a casa.
Non questa incredibile Inter di Mancini. Il quale si ricorda
finalmente di Recoba e lo manda in campo. Ed è l'uruguaiano, al
42' a dare ai suoi compagni la sensazione e l'idea che qualcosa
si può ancora fare: sinistrone da fuori e palla che si stampa
sul palo alla destra di Antonioli.
E qui comincia lo show finale. Un minuto dopo, su percussione
centrale, delizioso tocco in controtempo di Martins: palla
nell'angolino basso a sinistra di Antonioli: 1-2.
Ed è lo stesso Martins a crederci fino in fondo su una palla
vagante vicino alla linea di fondo. Forse usa le maniere forti
su un difensore ma, comunque, riesce a rimettere al centro in
acrobazia. Tutti fermi e Vieri la butta dentro.
A questo punto i blucerchiati non ci sono più con la testa e la
nemesi si abbatte su di loro. La vendetta di Mancio porta il
nome del suo non precisamente adorato "Cino" Recoba che dimostra
grande professionalità e attaccamento alla maglia. Tremenda
sberla bassa dal limite dell'area e palla nell'angolo destro di
Antonioli. Vince l'Inter. Per la Samp un colpo durissimo.
Novellino non può rimproverare granché ai suoi (prima sconfitta,
in questo modo, poi, dopo sei partite utili di seguito): dovrà
lavorare molto per scacciare quei sei minuti dai loro incubi.
Marcatori: Tonetto (S) al 43'pt; Kutuzov (S) al 38', Martins (I)
al 43', Vieri (I) al 46', Recoba (I) al 47' s.t.
INTER
(4-3-1-2): Toldo; J.Zanetti, Cordoba, Materazzi, Favalli;
C.Zanetti (19'st Martins), Cambiasso, Stankovic; Emre (38'st
Karagounis); Vieri, Adriano (32'st Recoba). In panchina:
Fontana, Burdisso, Coco, Ze Maria. All.: Mancini
28 ottobre 2006
Campionato 2006-2007:
Milan-Inter 3-4
(primo tempo 0-2)
Un articolo da
Repubblica.it del 28
ottobre 2006: Il gruppo
Mancini va in vantaggio,
soffre e batte i
rossoneri (4-3)
Materazzi esulta e viene
espulso.
Emozioni e raffica di
reti.
Milano, spettacolo e gol
a San Siro. All'Inter
derby e primato in
classifica.
MILANO - Il derby lo
vince l'Inter. Che va in
vantaggio, subisce la
rabbia del Milan ma alla
fine porta a casa i
tre punti che
confermano il primato in
classifica. Un 4-3
bellissimo, specie
quando il Milan cambia
faccia, all'inizio della
ripresa. Ma
complessivamente gioca
meglio l'Inter per
un'ora: la squadra
nerazzurra ha in
Stankovic il
protagonista assoluto.
Il gruppo Mancini manda
in gol Crespo, Stankovic,
Ibrahimovic e Materazzi,
uomini di tutti i
reparti. Il Milan sfiora
la rimonta impossibile
con Seedorf, Gilardino e
Kakà ma alla fine è
battuto e con ogni
probabilità, a -14 dalla
vetta, dice addio a
qualsiasi sogno
scudetto.
Ancelotti conferma
inizialmente Jankulovski
terzino, lasciando
Maldini in panchina. Un
centrocampista in più,
Ambrosini, e la coppia
Kakà-Seedorf a sostegno
di Inzaghi, unica punta
vera.
Mancini davanti schiera
Ibrahimovic e Crespo,
con Stankovic centrale e
Zanetti a sinistra nella
linea mediana. Maicon e
Grosso terzini esterni:
una formula offensiva
che paga, anche se è
Stankovic l'uomo del
derby. Una prestazione
di alto livello, quella
del serbo, che non fa
respirare Pirlo,
fornisce alla testa di
Crespo con uno spiovente
su punizione da destra
la palla del primo gol
nerazzurro al 17' e
batte Dida cinque minuti
dopo con un formidabile
tiro alla destra del
portiere rossonero. Poi
nella ripresa è ancora
Stankovic a offrire a
Ibrahimovic la palla del
terzo gol.
L'Inter comunque si
dimostra più concreta
del Milan. Ancelotti
cercava in Ambrosini il
toccasana in grado di
fronteggiare il
centrocampo nerazzurro.
La mossa non è riesce:
l'Inter prende il
sopravvento e il Milan
non riesce a dar forma
concreta al suo
tentativo di aggirare
l'avversario con
palleggi prolungati.
A parte un'occasione
capitata a Kaladze
(fuori da sinistra), una
bella manovra di
Jankuloviski e Kakà con
gran tiro deviato da
Julio Cesar, i rossoneri
fanno poco. In realtà al
18' una fuga di Inzaghi
che prende vantaggio su
Materazzi e viene
strattonato al limite fa
montare lo scontento nei
confronti dell'arbitro
Farina che vede un fallo
precedente
dell'attaccante
rossonero e poi lo
ammonisce per proteste.
Il direttore di gara è
implacabile per tutta la
partita e con tutte e
due le squadre.
Nel secondo tempo
Ancelotti ha toglie
Inzaghi e Ambrosini
schierando Gilardino e
Maldini al posto di
Jankulovski.
L'Inter segna subito il
terzo gol al 2' su
imbeccata di Stankovic
per Ibrahimovic che
spara rasoterra e Dida
non trattiene.
Il Milan a questo punto
reagisce alla grande: al
5' Seedorf segna con un
tiro da fuori deviato.
La partita diventa
bellissima: Pirlo
costringe J.Cesar a
un'acrobazia, Gilardino
ha un gol annullato per
offside, l'Inter appare
in affanno.
E allora Mancini fa
entrare Burdisso (per
Grosso) e Figo (per
Dacourt) cambiando anche
lui il volto alla
squadra. Su punizione di
Figo al 23' Materazzi
segna di testa. Secondo
l'arbitro esagera
nell'esultanza: secondo
giallo ed espulsione.
Al 30' Gilardino torna
al gol dopo sei mesi,
battendo J.Cesar di
testa. Poi tocca a
Seedorf e Cafu impegnare
il portiere nerazzurro
in strepitose parate. Al
46', a premiare un Milan
che non molla fino
all'ultimo, arriva il
gol di Kakà, su respinta
dell'estremo difensore
interista.
Marcatori: Crespo (I) al
17', Stankovic (I) al
22' p.t.; Ibrahimovic
(I) al 2', Seedorf (M)
al 5', Materazzi (I) al
23', Gilardino (M)
al 31', Kakà (M)
al 46' s.t.
INTER :
Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Materazzi, Grosso (Burdisso
dal 15' s.t.); Vieira, Dacourt (Figo dal 15' s.t.),
Zanetti, Stankovic; Ibrahimovic (Samuel dal 36' s.t.),
Crespo. In panchina: Toldo, Cruz, Solari, Gonzalez.
All.: Mancini.
26 agosto 2006
Supercoppa di Lega 2006-2007:
Inter-Roma 4-3 (primo tempo
1-3)
Un
articolo da Repubblica.it del 26 agosto
2006: Figo decide ai
supplementari, suo il gol del sorpasso a
San Siro da 0-3 a 4-3, gran spettacolo
nel primo trofeo della stagione.
Supercoppa all'Inter, che rimonta.
Roma a due facce, ha meno ricambi.
I giallorossi segnano tre gol nei primi
34'. Bravo Aquilani. Poi la partita
diventa solo nerazzurra. Chivu espulso.
MILANO - Il calcio italiano offre
spettacolo e gol nella gara che
assegnava il primo titolo della
stagione, la Supercoppa. Inter-Roma
termina 4-3 regalando al pubblico del
"Meazza" spettacolo ed emozioni.
Rocambolesca e sicuramente meritata la
rimonta dei nerazzurri che dal 3-0
riescono a chiudere sul 4-3 regalando il
trofeo a Massimo Moratti.
Un'Inter dai due volti: impacciata nel
primo tempo, gagliarda nella ripresa.
Per la Roma identico giudizio ma
esattamente al contrario: pimpante nella
prima frazione di gioco, inconcludente
nella seconda.
Mancini schierava il classico 4-2-2 con
Ibrahimovic e Adriano coppia offensiva.
Vieira e Cambiasso a far diga
centrocampo con la collaborazione di
Stankovic e Figo, sulle fasce. La Roma
di Spalletti con l'unica punta Totti,
supportato dal trio composto da Mancini,
Perrotta e Taddei. Non presente in
campo, nè in tribuna Pizarro, ex in
campo, per problemi burocratici legati
al trasferimento.
La cronaca. Partita vibrante, sin dalle
prime battute. All'8' Inter insidiosa:
prodezza di Figo sulla destra, palla al
centro per Ibrahimovic che però veniva
anticipato dalla difesa giallorossa.
All'11' la risposta della Roma: Totti
portava avanti bene la palla, scambio
per Taddei che serviva sulla sinistra
Mancini. L'esterno brasiliano, però,
calciava decisamente a lato.
Al 13' il vantaggio della Roma: lancio
lungo di Panucci per l'accorrente
Mancini, Zanetti bucava l'intervento e
il sudamericano con un tocco sottoporta
beffava in uscita Toldo. Al 19'
Aquilani, con un piatto destro al volo
da fuori area, impegnava Toldo. Inter in
affanno e i giallorossi affondavano
ancora il colpo: al 25' Aquilani
smarcatissimo in area nerazzurra
infilzava l'incolpevole Toldo per il
raddoppio della Roma. Ma non finiva qui:
al 34' i giallorossi firmavano la terza,
splendida rete. Triangolazione perfetta
(simile alla velocità d'azione del
calcio a 5), palla ad Aquilani che
chiudeva perfettamente firmando la
doppietta personale.
Mancini infuriato provava a dare una
scossa ai suoi: al 44' i nerazzurri
accorciavano le distanze con Vieira
(primo gol ufficiale per il francese)
che deviava di testa in rete un calcio
piazzato.
Squadre poi al riposo. Due cambi per
Mancini a pochi minuti dal rientro dagli
spogliatoi. Dentro Maicon per Grosso e
Crespo per Adriano. Proprio l'argentino
al 20' calciava da buona posizione ma
Doni era attento. Un minuto dopo Crespo
riapriva il match: perfetta deviazione
di testa a girare del sudamericano con
Doni battuto. L'Inter ci credeva e al
29' si completava la rimonta dei
nerazzurri: Ibrahimovic calciava forte
dalla sinistra, Vieira intuiva la
traiettoria e firmava l'incredibile 3-3.
Ad un minuto dal termine Crespo serviva
Ibrahimovic che da due passi calciava
fuori sprecando la ghiotta occasione. Al
5' del primo tempo supplementare
splendida punizione di Figo che
indovinava la traiettoria e firmava il
4-3. Poco dopo Chivu applaudiva
ironicamente il direttore di gara e si
meritava il "rosso". Il triplice fischio
di Farina chiudeva il match: la
Supercoppa va ad arricchire la bacheca
dell'Inter. Biglietto da visita non
indifferente in vista del prossimo
campionato che vedrà la squadra di
Mancini ai nastri di partenza con lo
scudetto al petto e con i favori del
pronostico.
Marcatori:
Mancini al 13', Aquilani al 25'e 34', Vieira al 44' p.t.;
Vieira al 29', Crespo al 21', Figo al 5'pts.
INTER (4-4-2): Toldo;
J.Zanetti, Materazzi, Samuel, Grosso (Maicon dal 9's.t.); Figo,
Vieira, Cambiasso, Stankovic (Dacourt dal 1'sts); Ibrahimovic,
Adriano (Crespo dal 16's.t.). In panchina: Julio Cesar, Cruz,
Dacourt, Solari, Andreolli. All.: Mancini.
18 maggio 2008
Campionato 2007/08:
Parma-Inter 0-2
(primo tempo 0-0)
Un
articolo da Repubblica.it del 18
maggio 2008: I nerazzurri soffrono
per un tempo, poi la svolta con
l'entrata in campo dello svedese. Il
Parma retrocede dopo 18 anni.
L'Inter esulta sotto la pioggia.
Ibra mette la firma sullo scudetto.
PARMA
- Il nome dell'uomo-scudetto
nerazzuro è quello di Zlatan
Ibrahimovic, entrato - dopo lunga
assenza - al 6' della ripresa: con
una doppietta ha regalato all'Inter
lo scudetto numero sedici della sua
storia. I nerazzurri avevano giocato
male all'inizio, rischiando
qualcosina nel primo tempo; il Parma
aveva tentato di evitare la
retrocessione con un disperato
assalto che si è dissolto col passar
dei minuti.
Dopo aver sfiorato il gol con Maicon
e Cruz, Mancini ha calato l'asso
Ibrahimovic che è stato decisivo: un
assolo di bravura sul primo gol, una
staffilata dopo un bel passaggio di
Maicon sul secondo. Una vittoria
tutto sommato meritata che è
maturata solo in un finalissimo, ma
che è frutto di una campionato
dominato all'inizio e poi è
diventato in salita nel girone di
ritorno, a causa di infortuni ed
errori.
Il Parma ha lottato, ma la sua
debole difesa (62 gol presi) e gli
errori fatti in corsa (cambio di
allenatori troppo frettolosi) hanno
pregiudicato tutto. Anche Ghirardi è
un giovane presidente, si farà.
Moratti (come Mancini) ha vinto il
suo terzo scudetto consecutivo (il
secondo sul campo). Ma l'Inter con i
suoi silenzi stampa, con i suoi
atteggiamenti contro tutto e tutti,
a volte non si è resa simpatica.
Tornando indietro nella storia della
bagnatissima partita fra Parma e
Inter c'è da dire che il nuovo
tecnico gialloblu Manzo ha dovuto
far fronte alle squalifiche di
Rossi, Mariga e Dessena. Così,
rispetto alla formazione schierata
da Cuper a Firenze, ha inserito
Couto al centro della difesa e
Cigarini a centrocampo; con
Reginaldo e Gasbarroni a sostegno di
Budan. In panchina all'inizio
Lucarelli e Corradi. Mancini, che
aveva perso Cambiasso e Chivu per
infortunio, ha fatto giocare Rivas
(bene) centrale difensivo al posto
di Burdisso (in panchina), ha
recuperato Stankovic (bene) in mezzo
e ha schierato Cesar sulla sinistra,
alle spalle di Cruz e Balotelli
(molto attivi). Il brutto inizio
dell'Inter ha fatto temere (a quelli
dell'Inter) che le scorie della
partita col Siena fossero rimaste
nelle gambe e nella testa dei
nerazzurri, tanto più che il Parma -
con l'acqua alla gola - è partito
bene: l'occasione capitata a Morrone,
solo sulla destra su angolo dalla
parte opposta "bucato" da Maxwell di
testa, non è stata ben sfruttata dal
mediano gialloblu che ha tirato sui
piedi di J. Cesar in uscita. Pochi
istanti dopo, un traversone di
Gasbarroni da sinistra non ha
trovato la testa di Budan.
Per un quarto d'ora ha dominato il
Parma, insomma, poi si è svegliata
l'Inter che, grazie alla buona vena
di Balotelli e Maicon sulla destra
(dove il Parma ha trovato
difficoltà), ha creato due o tre
palle gol. Al 22' scambio Cruz-Casar
sulla sinistra, traversone e
Stankovic non è arrivato di testa.
Poi è stato Stankovic a operare un
traversone da destra, Paci ha
deviato di testa e Cesar di sinistro
ha messo fuori. Al 31' grande azione
di prima Maicon-Vieira-Maicon e tiro
al volo da destra alto. Una brutta
gomitata vendicativa di Vieira su
Couto (che all'inizio aveva colpito
Maicon) e poi al 40' su angolo da
sinistra di Balotelli, Cruz ha
anticipato Coly di testa, mettendo
fuori.
Insomma, Inter in crescendo e al 45'
bellissima fuga e traversone da
destra di Balotelli: la girata di
Cruz è stata deviata da Pavarini.
Insomma un primo tempo non
eccezionale, senz'altro duro su un
campo pesante e un'Inter non
esaltante: il vantaggio della Roma a
Catania non ha certo avvantaggiato
psicologicamente la squadra di
Mancini. Il tecnico nerazzurro ha
fatto scaldare Ibrahimovic, che è
stato poi l'uomo decisivo.
L'Inter all'inizio della ripresa ha
premuto sull'acceleratore: Balotelli
ha dato a Vieira che ha ciccato,
Cruz non è riuscito a tirare, poi al
6' è entrato Ibrahimovic che ha
tirato due volte (fuori) prima di
andare a segno. E comunque il Parma
si è spinto nel frattempo in avanti
disperatamente, ma senza risultati.
Al 17' è scoccata l'ora dello
scudetto nerazzurro: Ibrahimovic ha
ricevuto sulla trequarti, ha evitato
Paci, Couto non è intervenuto e lo
svedese con un gran destro ha messo
all'angolo sulla destra di Pavarini.
Lo svedese, sbloccata la partita, ha
cercato di chiuderla: al 22' ha
messo fuori di testa dopo aver
anticipato Pavarini su punizione di
Balotelli da destra. Lucarelli ha
protestato per un intervento di
J.Cesar su di lui in area. Rocchi ha
sorvolato pure per un altro
intervento di Materazzi su Coly. Un
gran rasoterra di Maicon respinto e
poi il brasiliano al 34' ha dato a
Ibrahimovic da destra a sinistra la
palla del raddoppio. Lo svedese non
l'ha fallita e il pareggio del
Catania contro la Roma ha reso
felici tanti interisti, compreso
Zenga. I tifosi che erano fuori
dello stadio hanno invaso il campo
festosi. Cantando sotto la pioggia,
gli interisti hanno visto la fine
del loro psicodramma, il Parma è
retrocesso dopo diciotto anni.
Peccato.
Marcatori: Ibrahimovic (I) al 17' e
34' s.t.
INTER (4-4-2):
J.Casar; Maicon, Rivas, Materazzi, Maxwell; Zanetti,
Vieira, Stankovic, Cesar (Ibrahimovic dal 6' s.t.);
Balotelli (Pelè dal 32' s.t.), Cruz. In panchina:
Toldo, Burdisso, Jimenez, Crespo, Suazo. All.:
Mancini.
29 agosto 2009
Campionato 2009-2010:
Milan-Inter 0-4 (primo tempo 0-3)
Nell'anticipo serale
della 2/a giornata
di serie A, l'Inter
ha sconfitto il
Milan nel derby per
0-4. Il Milan ha
giocato in 10 dal
40' per l'espulsione
di Gattuso.
Un articolo da
Inter.it del 29
agosto 2009:
Milan-Inter, 0-4:
apre Motta chiude
Stankovic.
Dominio al "Meazza":
nerazzurri
devastanti nel primo
derby stagionale in
casa dei rossoneri.
MILANO - Emozioni e
facce nuove si
oppongono nello
stadio "Giuseppe
Meazza" che,
nonostante il caldo,
ospita un pubblico
che,
inevitabilmente, è
quello delle grandi
occasioni. Il nuovo
Milan di Leonardo e
la nuovissima Inter
di Mourinho si
sfidano per la prima
volta nelle Serie A
2009-2010, e poco
importa che capiti
il 29 agosto.
Mourinho si affida
alla garanzie di
Julio Cesar tra i
pali, a un binario
destro formato da
Maicon e capitan
Zanetti, con
Stankovic vertice
alto del rombo e
l'esordiente in
maglia nerazzurra
Wesley Sneijder
trequartista dietro
la coppia Milito-Eto'o.
Leonardo conferma la
formazione che ha
sconfitto il Siena
sabato scorso, e
davanti a Ronaldinho
schiera Pato e
Borriello, preferiti
su Inzaghi e
Huntelaar. In difesa
ritorna Nesta mentre
Pirlo e Gattuso sono
le costanti a
centrocampo con
Flamini a sinistra.
Favoriti o non
favoriti, l'Inter
scende in campo con
per vincere e
dimostra di saperlo
fare, calando il
poker. Apre il primo
gol di Thiago Motta
in maglia
nerazzurra, chiude
la sassata di
Stankovic, in mezzo
la sventola di
Maicon e il rigore
trasformato dal
principe Milito,
dopo il fallaccio di
Gattuso su Eto'o.
Rizzoli grazia il
rossonero che, però,
non può evitare il
rosso pochi minuti
dopo. Milan-Inter è
un derby, ma un
derby diverso: forse
non varrà lo
scudetto ma consegna
emozioni e scenari,
inconsueti per una
serata di fine
agosto.
PRIMO TEMPO - Con il
tifo nerazzurro che
invoca a gran voce
il nome dei propri
campioni,
Milan-Inter ha
inizio. Al minuto 2
primo tentativo
nerazzurro con
Milito che, servito
da Thiago Motta,
trova lo spazio,
carica il destro, ma
la palla è alta. Il
debuttante Sneijder
non perde tempo e al
6' fa veder la sua
forza con una
conclusione
potentissima sulla
quale l'intervento
in due tempi di
Storari è
provvidenziale.
Primo brivido del
match. All'8 il
Milan si fa vedere
dalle parti di Julio
Cesar con
un'incursione di
Flamini che calcia
debolmente verso la
porta interista ma
non impendierisce il
portierono
brasiliano. Al 10' è
perfetta la chiusura
di Samuel sul
tentativo di Pato.
Dal 10' l'Inter
pressa alto , non
lascia fiato agli
avversari, Eto'o
ubriaca la difesa
rossonera, e solo
una spallata di
Flamini che lo butta
a terra può
fermarlo. Per
Rizzoli è tutto
regolare e allora
l'Inter va avanti
nella sua manovra
che si conclude con
uno splenditi
tiro-cross a giro di
Maicon che costringe
Storari a parare in
tuffo. La risposta
del Milan arriva al
15' con Pato: il
brasiliano trova il
varco, scarica
dietro per
Ronaldinho che
spedisce la palla in
curva. Al 22'
capitan Zanetti
viene atterrato in
velocità e guadagna
una punizione dai 25
metri, batte
Sneijder ma il suo
destro è murato
dalla difesa
avversaria. Al 25'
Julio Cesar fa tutto
da solo e risolve il
duello in rincorsa
tra Maicon e Pato
abbandonando l'area
di rigore per
rinviare la palla
nella metà campo
rossonera. Al 29' è
una bellissima
azione quella che
porta al gran gol di
Thiago Motta: Eto'o
e Milito si passano
il pallone tutto di
prima, l'argentino
pesca Thiago Motta
smarcato e il
brasiliano non
sbaglia toccando
d'interno sinistro e
mandando il pallone
nell'angolo alto
sopra la testa di
Storari. Milan
0-Inter 1. Al 35' i
nerazzurri chiedono
il rosso per il
fallo in area di
Gattuso su Eto'o, ma
Rizzoli non è di
questo parere e
grazia il capitano
rossonero con il
giallo concedendo il
rigore all'Inter:
sul pallone ci va
Milito che raddoppia
il vantaggio
nerazzurro e San
Siro esplode. Il
rosso per Gattuso è
invece inevitabile
al 40' dopo una
bruttissima entrata
su Sneijder. Milan
in dieci uomini.
L'Inter è una furia:
al 43' Milito prova
un pallonettro un
minuto dopo 44'
Lucio, su calcio
d'angolo di Sneijder,
prova il colpo di
potenza, ma Storari
immola e salva. E
infatti la
caparbietà
nerazzurra è
premiata, è
un'esplosione quella
che si sente al 46'
quando Maicon
realizza la rete del
3-0, dopo un
triangolo con Milito
a concludere
un'azione partita
dalla sinistra.
Dopo tre minuti di
recupero il primo
tempo di Milan-Inter
si chiude sullo 0-3.
SECONDO TEMPO -
Nella ripresa
Leonardo sostituisce
Flamini e Borriello
con Ambrosini e
Seedorf. Dopo pochi
istanti di gioco si
fa vedere subito
Eto'o con una
conclusione da fuori
area alto di poco
sopra la traversa.
All'8 replica Maicon
con un siluro in
diagonale che
termina alla destra
di Storari. Sneijder
ci riprova al 11'
con un destro
insidiosissimo
calciato dai 30
metri che va a
sfiorare la
traversa. Tra un
numero di Milito e
l'altro, decisivo
l'intervento di
Chivu sul diagonale
di Seedorf a centro
area al 15', pochi
istanti prima che
Mourinho sostituisca
Thiago Motta con
Muntari. Al minuto
18 arriva anche il
gol di testa di
Samuel Eto'o, ma la
rete è annullata:
Rizzoli aveva già
fermato il gioco per
un fuorigioco. Al
19' Ronaldinho
lascia il campo, al
suo posto esordio
nel derby per
Huntelaar. I
nerazzurri non
mollano la presa e
al 22' calano il
poker: è
imprendibile la
sassata che lancia
Stankovic da fuori
area e lascia
attonito il pubblico
di San Siro. Julio
Cesar si distende al
25' sul tiro di
Huntelarr e, tre
minuti dopo,
Sneijder archivia la
sua prima esperienza
in nerazzurro tra
gli applausi di un
entusiasta pubblico
interista. E l'Inter
non ci pensa neanche
ad accontentarsi, lo
dimostramo la
potenza del tiro di
Eto'o al 31' che
sfila vicino al palo
e la convinzione di
Milito che ribatte
sul corpo di Storari
il tiro di Stankovic,
nonostante
l'off-side. (33').
Rizzzoli decreta la
fine del match senza
recupero e l'Inter
batte il Milan 4-0.
Marcatori:
Thiago Motta (I) al 29',
Milito (I) su rig. al 36', Maicon (I) al 46' p.t.; Stankovic (I)
al 22' s.t.
Inter (4-3-1-2):
Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Stankovic,
Thiago Motta (Muntari dal 15' s.t.); Sneijder; (Vieira dal 29'
s.t.) Milito (Balotelli dal 34' s.t.), Eto'o (Toldo, Cordoba,
Santon, Suazo). All.: Mourinho.
16 marzo 2010
Champions League 2009-2010:
Chelsea-Inter 0-1 (primo tempo 0-0)
Da
Inter.it del 16.03.2010: Chelsea-Inter:
0-1, orgoglio e quarti di finale. Grazie
al gol di Eto'o al 33' della ripresa la
squadra di Mourinho batte i blues e
passa il turno
LONDRA -
Finisce 0-1 il confronto tra Chelsea e
Inter, gara valida per il ritorno degli
ottavi di finale di Uefa Champions
League. L'Inter si qualifica ai quarti,
grazie alla rete di Samuel Eto'o al 33'
della ripresa. Il primo tempo trascorre
a reti inviolate, con il Chelsea
imbrigliato dal pressing dell'Inter. I
nerazzurri tengono bene, grazie anche
alla difesa, che riesce a concedere poco
di fronte all'offensiva dei blues, che
trovano l'occasione migliore con Anelka,
negli ultimi minuti. Di Eto'o invece
l'azione più pericolosa dell'Inter, al
33', di testa. Il secondo tempo inizia
con il Chelsea ancora più aggressivo e
il match si rende nervoso: fioccano i
gialli. Ma al quarto d'ora l'Inter
reagisce, prima con Pandev e poi con
Milito, ma senza fortuna. I nerazzurri
insistono: al 20' l'argentino ci
riprova, innescato da Sneijder, ma
spreca calciando male. Al 25'
l'occasione passa dalla testa di Thiago
Motta, sulla punizione di Sneijder, ma
la palla finisce di poco sopra la
traversa. L'Inter si fa più aggressiva e
infatti al 34' arriva il vantaggio
nerazzurro, grazie al gol di Eto'o, di
esterno destro in corsa, servito da un
cross perfetto di Sneijder. La panchina
nerazzurra esplode di gioia. Il match
tra Chelsea e Inter termina 0-1, con i
nerazzurri di Mourinho che si
qualificano ai quarti di finale.
PRIMO TEMPO - Per questo ritorno degli
ottavi di finale di Uefa Champions
League, dopo la vittoria nerazzurra per
2-1 all'andata, José Mourinho sceglie
capitan Zanetti come terzino sinistro a
completare la difesa composta da Maicon,
Lucio e Samuel davanti a Julio Cesar. A
centrocampo Cambiasso e Thiago Motta,
con Sneijder a ispirare il tridente
pesante Pandev-Milito-Eto'o. Una
formazione spregiudicata quella dello
Stamford Bridge, tutto esaurito, che
accoglie il grande ex Mourinho con
applausi e cori da parte dei tifosi del
Chelsea, che non l'hanno mai
dimenticato. Dopo un paio di minuti in
cui le due squadre sembrano studiarsi,
al 5' la prima occasione è nerazzurra,
con Maicon che dalla destra serve
Sneijder con una rasoiata, l'olandese va
al tiro dalla distanza ma Alex ribatte
ed Eto'o non arriva a toccare sul
rimpallo. Due minuti dopo risponde il
Chelsea con Malouda, che parte palla al
piede in dribbling ma viene bloccato
prontamente dalla difesa nerazzurra. Al
12' ancora Chelsea, con Ballack che
dalla distanza va al tiro di potenza di
destro, la palla termina di poco a lato
sulla destra di Julio Cesar. I Blues si
propongono con insistenza in avanti ma
la difesa dell'Inter non lascia spazi.
Al 25' Drogba su un rimpallo si trova
sui piedi una palla invitante,
pericoloso il suo tiro, ma Maicon riesce
a ribattere. Al 33' Inter pericolosa:
dalla destra Maicon crossa per Eto'o, ma
il camerunese non trova l'attimo e
quando schiaccia di testa, a un passo da
Turnbull, non trova la porta mandando la
palla fuori. Cinque minuti dopo ancora
nerazzurri pericolosi, con Eto'o che
tocca all'indietro per Milito, ma
Ballack anticipa l'argentino. Al 41'
tocca poi al Chelsea avere una grande
occasione in area con Malouda, ma a
chiudere magistralmente c'è Samuel. Un
minuto dopo è Thiago Motta, con Julio
Cesar battuto, a fare un altro
intervento decisivo, questa volta
sull'azione di Anelka innescato da
Drogba. Una manciata di secondi e
l'ivoriano prova poi a servire Lampard,
ma c'è ancora Samuel a dimostrarsi
provvidenziale. Il Chelsea chiude il
primo tempo all'attacco, con l'Inter
arroccata in difesa. Dopo un minuto di
recupero termina quindi 0-0 la prima
frazione di gioco tra Chelsea e Inter.
SECONDO TEMPO - La ripresa si apre senza
cambi. La prima occasione del secondo
tempo, al 4', è del Chelsea, con una
punizione di Drogba, ma Julio Cesar fa
suo il pallone senza problemi. Al 7'
ottima l'apertura di Sneijder per Eto'o
ma Zhirkov recupera. Risponde subito
Malouda, al tiro di potenza dalla destra
sul primo palo. I blues iniziano la
ripresa molto aggressivi e fioccano i
gialli da entrambi le parti: la partita
si fa incandescente. Al quarto d'ora
Pandev perde una grande occasione,
facendosi anticipare da Zhirkov. Pochi
secondi e ci prova Milito, di destro in
area, ma Turnbull respinge. Al 20'
ancora Milito, innescato da Sneijder, ma
l'argentino calcia purtroppo male e la
palla termina a lato, alla sinistra di
Turnbull. Al 25', su punizione di
Sneijder, Thiago Motta ci va di testa ma
la palla finisce di poco sopra la
traversa. Adesso l'Inter appare molto
più aggressiva e infatti al 33' arriva
il gol nerazzurro, con Eto'o che,
innescato da Sneijder, segna un gol
bellissimo e pesantissimo, di esterno
destro in corsa, battendo Turnbull.
Esplode di gioia la panchina nerazzurra.
Adesso sono i tifosi nerazzurri presenti
a Stamford Bridge a inneggiare a José
Mourinho. Al 42' l'arbitro Stark espelle
con un rosso diretto Drogba per aver
calpestato la caviglia di Thiago Motta,
già a terra in area: il Chelsea resta in
dieci uomini. Dopo quattro minuti di
recupero termina quindi 0-1 il match tra
Chelsea e Inter: i nerazzurri battono i
blues grazie alla rete di Eto'o e si
qualificano ai quarti di finale di Uefa
Champions League.
Marcatori:
Eto'o (I) al 33' s.t.
Inter:
12
Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 25
Samuel, 4 Zanetti; 19 Cambiasso, 8 Motta
(Materazzi dal 47' s.t.); 10 Sneijder (Mariga
dal 40' s.t.) ; 27 Pandev (Stankovic dal
30' s.t.), 22 Milito, 9 Eto'o
A disposizione: 1 Toldo, 2 Cordoba, 39
Santon, 7 Quaresma. All.: José Mourinho
Da Inter.it del
16.03.2010:
Mourinho:
"Partita
perfetta, quarti
meritati"."Ho
festeggiato come
non mai, sono
l'allenatore più
felice del mondo
grazie a questa
Inter"
LONDRA - "Sono
l'allenatore più
felice del mondo
in questo
momento", parole
di José Mourinho
ai microfoni di
Sky al termine
della vittoria
sul Chelsea, che
ha regalato
all'Inter i
quarti di
finale. "E' un
grande momento
per la squadra,
un grande
momento per
l'Inter, per
tutti i
giocatori, che
anno dopo anno
facevano fatica
a oltrepassare
questa barriera
degli ottavi ed
ora ce l'hanno
fatta. E questa
è una
qualificazione
ai quarti
ottenuta non con
fortuna ma con
merito, grazie
alla squadra,
perfetta, e a
tutti i
giocatori che
dal primo
all'ultimo hanno
fatto un lavoro
perfetto". A
Mourinho viene
quindi chiesto
se si possa
parlare di gara
della svolta:
"Parliamo di una
gara che porta
l'Inter ai
quarti di
finale, tappa
alla quale non
arrivava da
qualche anno.
Abbiamo battuto
due volte il
Chelsea, che è
una grande
squadra: noi
meritiamo questi
quarti di
finale".
L'allenatore
portoghese
analizza nel
dettaglio la
gara e
l'atteggiamento
nerazzurro:
"L'ho detto che
conoscevo questo
stadio,
l'atmosfera, i
giocatori, e per
questo ho sempre
pensato che
fosse
impossibile
pareggiare 0-0
giocando
difensivamente,
quindi non
abbiamo giocato
difensivamente.
Noi siamo stati
più veloci e più
dinamici, il gol
di Eto'o è
l'esempio di
quello che noi
volevamo fare e
abbiamo fatto,
dopo esserci
andati vicini
anche nel primo
tempo, con
fiducia
nell'affrontare
questa gara".
"Ho festeggiato
come non mai,
davvero come mai
- ammette
Mourinho -, è
una vittoria
fantastica della
mia squadra, che
è l'Inter, come
i miei tifosi
sono quelli
dell'Inter.
Questa vittoria
è però anche la
conferma che
questo stadio,
Stamford Bridge,
è in qualche
modo la mia
casa, visto che
io qui vinco
sempre qui, con
il Chelsea o
contro il
Chelsea, come
stasera".
Infine, chiusura
sul rapporto con
Carlo Ancelotti:
"Con Carlo se
qualche volta
c'è stata
qualche parola
di troppo niente
da dire, perché
non c'è
relazione tra il
rispetto e
qualche scambio
di parole che
c'è stato fra
noi. Lui mi ha
regalato del
vino italiano
oggi, io gli ho
portato il vino
del mio paese,
lui mi ha
invitato ad
andare nel suo
ufficio a
partita finita,
c'è un buon
rapporto. Vorrei
che vincesse la
Premier, non
voglio restare
l'unico
allenatore ad
aver vinto la
Premier con il
Chelsea".
20 aprile 2010
Champions League 2009-2010:
Inter-Barcellona 3-1 (primo
tempo 1-1)
Articolo
da Inter.it del 20.04.2010: U.C.L.,
Inter-Barcellona: 3-1, è tris in
rimonta. Dopo il gol iniziale di
Pedro, le reti di Sneijder, Maicon e
Milito siglano la vittoria nerazzurra.
MILANO - Termina 3-1 il confronto tra
Inter e Barcellona, gara d'andata della
semifinale di Uefa Champions League
2009-2010. Parte subito ad alta
intensità il match, con occasioni da
entrambe le parti, ma al 19' del primo
tempo è il Barcellona che riesce ad
approfittare e a passare in vantaggio:
servito dalla sinistra da Maxwell, Pedro
va al tiro di sinistro e beffa Julio
Cesar. I nerazzurri, però, tengono duro
e dopo undici minuti, al 30', trovano il
pari con Sneijder, su sponda di Milito.
Nella ripresa, al 3', arriva subito la
rete del vantaggio interista, con Maicon
servito da Milito. Dopo aver sfornato
gli assist per i due gol nerazzurri,
Milito entra nel tabellino dei marcatori
segnando al 16' della ripresa: azione
innescata da Eto'o, che serve Sneijder,
la palla passa quindi al Principe, che
corregge in rete il colpo di testa
dell'olandese e beffa Valdes. In un
'Meazza' infuocato ed esaurito, l'Inter
batte il Barcellona 3-1.
PRIMO TEMPO - Contro il Barcellona di
Pep Guardiola, José Mourinho sceglie
Zanetti come laterale sinistro a
completare la difesa composta da Maicon,
Lucio e Samuel. Diga di centrocampo con
Cambiasso e Motta; davanti il trio
Pandev-Sneijder-Eto'o a supporto di
Milito. Al fianco dei campioni
dell'Inter e del Barcellona, ventidue
bambini, a calcare l'erba del 'Meazza'
al momento di scendere in campo. Bimbi
rom attualmente ospiti della 'Casa della
Carità' di don Virginio Colmegna, perché
gli insediamenti dove vivevano a Milano
sono stati sgomberati. Per questi
bambini, una piccola gioia in una vita
di difficoltà. Parte subito all'attacco
il Barcellona, con una combinazione tra
i due ex nerazzurri, Maxwell e
Ibrahimovic: cross di Maxwell da
sinistra, Ibra cerca l'acrobazia a
centroarea, ma senza successo. L'Inter
risponde con un lancio di Cambiasso in
profondità, uscita sicura però per
Valdes. Un minuto dopo ci prova Milito,
sulla sinistra, ma il suo cross è
allontanato da Keita. Al 10' grande
occasione per l'Inter, interrotta però
dal guardalinee: Milito, servito
perfettamente da Sneijder, non è in
fuorigioco, è errata la segnalazione.
Due minuti dopo Eto'o ruba palla a Keita,
per l'arbitro con un fallo: il
camerunese si lamenta, calcia fuori la
palla, e viene ammonito. Al 17' grande
occasione per l'Inter, con Eto'o servito
da Cambiasso, il camerunese va al tiro,
ma Valdes respinge corto, Milito ci
prova su rimpallo di sinistro, ma il
tiro è fuori misura. Dopo due minuti, al
19', arriva però la rete del vantaggio
blaugrana, con Pedro che di sinistro
viene servito dalla sinistra da Maxwell.
L'Inter prova a reagire, con un colpo di
testa largo di Lucio da ottima posizione
al 22', ma per il brasiliano viene
segnalato il fuorigioco. Al 26' Valdes
esce e anticipa Milito, lanciato lungo
da Maicon. Il Principe, però, non si
rassegna e un minuto dopo ci riprova,
servito da Pandev: il tiro
dell'argentino, di destro angolato,
finisce però di poco a lato. Al 30'
l'offensiva dell'Inter viene però
premiata: arriva il gol del pareggio con
Sneijder, servito da Milito. Dopo il
pari, l'Inter continua a spingere. Al
35' uscita tempestiva di Julio Cesar, in
anticipo su Ibrahimovic, cercato dal
cross di Pedro sul primo palo. Al 40' ci
prova ancora il Barcellona, ma c'è Lucio
a salvare su Alves. Dopo un minuto di
recupero, termina quindi 1-1 la prima
frazione di gioco tra Inter e
Barcellona.
SECONDO TEMPO - La ripresa si apre senza
cambi. Al 3' arriva subito il gol del
vantaggio nerazzurro, sottomisura, con
Maicon in corsa servito da Milito. Uno
stadio 'Meazza' tutto esaurito esplode
di gioia per il primo gol del brasiliano
in questa Champions League. Al 7' il
Barcellona cerca l'offensiva con Messi
di sinistro, ma in tuffo Julio Cesar
respinge. Al 9' il portiere nerazzurro
salva sul colpo di testa di Busquets in
una mischia in area. Al 15' viene
segnalato il fuorigioco su Ibrahimovic,
il cui tiro era comunque stato respinto
da Julio Cesar. Al 16' arriva il gol del
3-1 nerazzurro, con Milito: innesca
l'azione Eto'o, che serve Sneijder,
palla al Principe che corregge in rete
il colpo di testa dell'olandese e beffa
Valdes. E' 3-1 per l'Inter. Dopo lo
scontro di gioco con Messi, Maicon resta
a terra, colpito al viso dal gomito
dell'argentino. Maicon è costretto ad
uscire in barella, tenendosi la mano su
naso e bocca. Maicon viene sostituito da
Chivu, mentre al 30' esce anche Milito,
davanti ad uno scrosciare di applausi:
al suo posto Balotelli. Al 32' grande
chiusura di Samuel sul tiro ravvicinato
di Pedro. Al 35' Keita prova ad
impensierire Julio Cesar con una
conclusione dalla distanza ma Julio
Cesar respinge. Al 40' grande occasione
per l'Inter, con Sneijder, che però non
trova la porta sbagliando il controllo.
Al 42' si salva l'Inter, grazie a Lucio,
che sulla linea respinge il tiro di
Piqué. Al 92' Pedro ci prova in
rovesciata ma Julio Cesar blocca con
sicurezza. Dopo quattro minuti di
recupero termina quindi 3-1 il match tra
Inter e Barcellona.
Marcatori: Pedro (R) al 19', Sneijder al 30' p.t.; Maicon al 3', Milito al 16' s.t.
Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon (Chivu dal 28' s.t.), 6 Lucio, 25 Samuel, 4 Zanetti; 19 Cambiasso, 8 Thiago Motta; 27 Pandev (Stankovic dall'11' s.t.),10 Sneijder, 9 Eto'o; 22 Milito (Balotelli dal 30' s.t.)A disposizione: 21 Orlandoni, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 11 Muntari. All.: José Mourinho
Un
articolo
di
Valerio
Clari,
pubblicato
sulla
Gazzetta.it:
Inter,
notte di
gloria.
Barcellona
rimontato:
3-1.
I
nerazzurri
rispondono
alla
rete
iniziale
di Pedro
con le
reti di
Sneijder,
Maicon e
Milito.
Secondo
tempo
bellissimo:
con i
catalani
che nel
finale
attaccano
a testa
bassa e
la
squadra
di
Mourinho
che
riparte
in
contropiede.
Infortunio
per
Maicon:
dente
incisivo
rotto,
polemica
per
Balotelli,
protesta
per il
Barça,
che
reclama
un
rigore.
MILANO,
20
aprile
2010 -
Tanti
saluti
anche
alla
sindrome
Barcellona.
Non è
una
Champions,
è una
seduta
psicanalitica
prolungata,
in cui
l’Inter
scaccia
tutte le
sue
paure.
Anche
quella
del
Barça,
che
l'aveva
umiliata
al Camp
Nou, a
novembre.
I
campioni
d’Europa
si
possono
battere,
si
possono
mettere
alle
corde.
Tre a
uno, in
rimonta,
ed ora
tornare
sul
luogo
dell’ultimo
trauma
sarà
meno
pesante.
E’
presto
per
prenotare
il
viaggio
per
Madrid,
il
fantasma
catalano
può
tornare,
ma le
gambe
non
tremeranno.
Sei
vittorie
di fila
in
coppa,
record
di
sempre,
danno
stabilità.
Flash
dalla
grande
notte di
San
Siro:
Messi
che
parte in
contropiede,
uno
contro
uno con
Zanetti.
Il
capitano
lo ferma
secco. E
poi:
Ibrahimovic
che esce
fra un
mare di
fischi,
sul 3-1,
per far
posto ad
Abidal,
un
difensore,
perché i
campioni
rischiano
di
prendere
un’imbarcata.
E
ancora:
Milito
coi
crampi,
quantomai
giustificati.
Non da
solo
assist e
gol, ma
anche da
pressing
e corse
infinite.
San Siro
trema
per gli
applausi,
quando
esce il
Principe.
Non sarà
la prima
né
l’ultima
volta di
una
serata
memorabile
per gli
80mila
presenti.
BOTTA E
RISPOSTA
— E dire
che era
iniziata
male. I
due gol
del
primo
tempo
nascono
da
errori
difensivi,
di
quelli
che
allenatori
come
Mourinho
e
Guardiola
non
mancheranno
di far
rimarcare.
In
quello
del
Barça
(19’)
Maxwell
parte
sulla
sinistra,
Cambiasso
aspetta
l’aiuto
di
Maicon
che non
arriva,
poi lo
molla
sperando
in
Lucio.
Non ci
arriva
nessuno,
l’ex va
sul
fondo,
crossa
basso
arretrato
e Pedro
è libero
di
colpire
con un
rasoterra.
In
quello
dell’Inter,
Maicon
cross
basso
per
Milito,
che
riceve a
centro
area
spalle
alla
porta:
in tre,
compreso
Dani
Alves,
si
fiondano
sul
Principe.
Si apre
un buco
per
Sneijder,
Diego è
bravo a
"scaricare":
altro
piatto
vincente.
BOTTA E
RIBOTTA
— Un
altro
assist,
per
Milito,
arriva a
inizio
ripresa:
Pandev
se ne va
in
contropiede,
serve il
Principe
che
arriva
sul
fondo e
tocca
per
l’accorrente
Maicon:
tocco di
Piqué,
la palla
resta lì
e il
brasiliano
porta in
vantaggio
l’Inter.
Bastano
due
assist?
Non
bastano,
Milito
vuole
anche il
gol, e
lo trova
al 61’:
gran
palla
recuperata
da
Motta,
cross
Eto’o,
sponda
Sneijder,
testa
vincente
di Diego
per il
3-1.
INTER,
CHE
CRESCITA
—
Cresciuta
è
cresciuta.
Non c’è
che
dire. Il
doppio
torello
dei
catalani
nel
girone
non si
ripete.
Il
possesso
palla è
magra
consolazione
per i
campioni
d’Europa,
stavolta
la
squadra
di
Mourinho
piazzata
con un
speculare
4-2-3-1
trova
anche
spazio e
modo per
attaccare,
e per
far
male. Il
primo
tiro in
porta è
di
Eto’o,
la prima
occasione
per
Milito,
sulla
ribattuta
di
Valdes
(17’):
finisce
fuori,
ma non
era
facile.
Più
grossa
l’occasione
fallita
al 27’,
quando
liberato
da
Pandev
di
esterno
destro
manda
largo
quello
che
sembrava
il "suo"
gol. E’
un altro
Pandev,
rispetto
agli
ultimi
tempi, è
il
solito
Eto’o
doppio
(da
copertura
e da
attacco).
In fase
di
copertura
si parte
col
pressing
alto,
che
parte da
Milito
stesso:
Sneijder
prova a
togliere
tempo di
riflessione
a Xavi,
Cambiasso,
Motta
(due
palloni
recuperati
fondamentali)
e in
terza
battuta
Samuel
cercano
di non
far mai
girare
Messi
faccia
alla
porta. A
Ibra ci
pensa
Lucio: a
modo
suo,
scomposto
ma
efficace.
Tutti
compatti,
tutti
attenti,
anche
nel
finale
di
sofferenza.
Unica
nota
stonata
-
insieme
con
l'infortunio
a Maicon
costretto
ad
uscire:
dente
incisivo
rotto -,
la lotta
di
Balotelli
col
mondo:
getta la
maglia a
fine
gara,
forse in
polemica
col
pubblico.
BARCELLONA;
CHE
BUCHI —
"Dobbiamo
distruggere
il loro
gioco":
beh, il
gioco
del
Barça
non è
distrutto,
ma
l’Inter
lo
limita,
lo
inceppa,
lo
costringe
a
diventare
sterile.
A tratti
la
squadra
di
Guardiola
dà
ancora
spettacolo,
con le
aperture
di Xavi,
quasi
sempre
per la
corsa di
Alves, o
i
filtranti
dal
limite
per gli
inserimenti
di
Pedro.
Ma
stasera
il
Barcellona
non può
pensare
solo a
giocare,
deve
anche
difendersi.
E lo fa
male:
l’Inter
sfonda
dal lato
di
Maxwell,
a
centrocampo
non si
recupera
palla
subito,
come al
solito.
Messi
non è
quello
di
Londra,
non
trova
mai
spazio
per il
tiro,
gli
assalti
finali
sono di
nervi,
esacerbati
dalle
proteste
per un
rigore
non
assegnato
su Dani
Alves,
da
squadra
normale.
Non da
mostro
degli
incubi.
Quelli
Mourinho
e i suoi
li hanno
cacciati.
Dalla Gazzetta.it del
04.02.2014 Mourinho:
"Inter-Barcellona 2010
la più bella partita
degli ultimi 50 anni"
Dopo la vittoria del
suo Chelsea contro il
City, l'ex tecnico
nerazzurro ricorda la
semifinale di Champions:
"Siamo scesi in campo
dando tutto e abbiamo
vinto 3-1. E quel
risultato ci andava
stretto"
"Inter-Barcellona 2010 è
la più bella partita
degli ultimi 50 anni".
Firmato José Mourinho.
Dopo il capolavoro
tattico del suo Chelsea
che ha steso il City per
1-0 nel Monday Night di
Premier, l'attuale
tecnico dei Blues trova
le parole più dolci per
l'Inter, a rinforzare un
cordone ombelicale che
non si è mai staccato.
Sicuramente almeno per
la tifoseria nerazzurra.
Inter padrona — Mou
ricorda la semifinale di
andata di Champions
League contro il
Barcellona del nemico -
l'ennesimo - Guardiola e
di come i suoi siano
riusciti nell'impresa di
demolire una delle più
forti squadre di tutti i
tempi: “Nella partita
d’andata abbiamo vinto
3-1 e il risultato per
noi era anche stretto!
Sarebbe dovuta terminare
con quattro o cinque
gol. Credo sia stata la
più grande partita degli
ultimi 50 anni. Sapevamo
che avevamo da giocarci
il primo match in casa e
che nel secondo in
trasferta sarebbe stata
molto dura. Sapevamo
quindi che se non
fossimo riusciti a
vincere a San Siro non
avremmo avuto alcuna
chance al ritorno. Siamo
scesi in campo dando
tutto e abbiamo vinto
3-1“. Al Camp Nou,
quindi, erigere una
muraglia è pura e
semplice logica: “Quando
inizi la gara in
vantaggio 3-1 e sei
costretto a giocare in
dieci uomini piazzi pure
un aeroplano davanti la
porta!“.
5 maggio 2010
Coppa Italia 2009-2010:
Inter-Roma 1-0 (primo
tempo 1-0)
Un articolo da Inter.it del
05.05.2010: Inter-Roma: 1-0, la Tim Cup ai nerazzurri.
Grazie alla rete di Milito al 40' del primo tempo l'Inter si
aggiudica la sua sesta Coppa Italia.
ROMA - Termina 1-0 il confronto tra Inter e Roma, finale di Tim
Cup 2009-2010. Sono i nerazzurri ad aggiudicarsi il trofeo.
Ritmi subito elevatissimi, partita a tratti cattiva, clima
incandescente, con occasioni da entrambi le parti. E' Milito al
40' del primo tempo a portare in vantaggio l'Inter: innescato da
Thiago Motta a centrocampo, il Principe va in percussione sulla
destra e si beve la difesa giallorossa, andando a segno di
destro. E' la 26^ rete stagionale per Milito. Davvero intenso
anche il secondo tempo, con la Roma che si fa ancora più
aggressiva e va vicina al pareggio in più di un'occasione, in
particolare con Vucinic al 37'. Al 43' della ripresa la Roma
rimane in dieci: viene espulso Totti per un brutto fallo da
dietro su Balotelli. I giallorossi, nonostante l'inferiorità
numerica, continuano affannosamente a cercare il pareggio ma non
ci riescono. Termina la gara: Inter-Roma 1-0. I nerazzurri
vincono la Tim Cup, è la sesta nella storia dell'Inter, che non
vinceva questo trofeo dalla stagione 2005-2006. Conquistato il
primo dei tre obiettivi a disposizione della squadra di
Mourinho. Peccato solo che la gara finisca quasi in rissa, con
tanto di invasione di campo. Ma poi gli animi vengono sedati e
si passa al momento della premiazione.E' il presidente del
Senato Renato Schifani che consegna ai nerazzurri, uno a uno, le
medaglie della Tim Cup. Dopo la sfilata dei giocatori, tocca a
Mourinho ricevere la medaglia: l'allenatore nerazzurro la bacia
e bacia subito anche la Coppa, ancor prima della consegna. A
questo punto Schifani consegna finalmente la Tim Cup a capitan
Zanetti, che la alza al cielo con gioia e immenso orgoglio
insieme ai suoi compagni. Via quindi ai festeggiamenti sul
terreno dell'Olimpico, con i giocatori che vanno ad esultare
sotto gli spalti occupati dai tifosi dell'Inter. Un grazie
immenso è anche per loro, i tifosi, che sempre sostengono i
campioni nerazzurri. Questa Coppa è anche loro.
PRIMO TEMPO - Contro la Roma José Mourinho sceglie Chivu come
laterale sinistro, a completare la difesa composta da Maicon,
Cordoba e Materazzi. Centrocampo con Zanetti, Cambiasso e Motta,
Sneijder davanti, a supporto di Milito ed Eto'o.
Quella di stasera, in uno stadio Olimpico completamente esaurito
e quanto mai infuocato, è la quinta sfida in sei anni tra Inter
e Roma per aggiudicarsi la Tim Cup. Prima del calcio d'inizio,
sfila la banda dei Carabinieri sul terreno di gioco, per far poi
risuonare le note dell'Inno d'Italia, in realtà quasi del tutto
coperte dall'inno della Roma cantato a squarciagola dai tifosi
giallorossi.
Inizia la partita e subito si fa male Sneijder, dopo uno scontro
di gioco con Burdisso. Obbligato é il cambio, l'olandese
zoppica, non ce la fa: al 5' lo sostituisce Balotelli, mentre
dagli spalti viene disturbato Mourinho con il laser. Parte
subito forte la Roma, con una palla di Vucinic, servito da
Burdisso, che al 9' finisce all'incrocio dei pali. Un minuto
dopo interviene sicuro Julio Cesar su un tiro-cross di Taddei.
Al 12' arriva la prima palla gol per l'Inter, con un'azione
innescata da Cambiasso, che serve sulla destra Eto'o, che sforna
un assist per Maicon che calcia in corsa, ma Julio Sergio riesce
a mandare in angolo. Subito dopo altra opportunità per l'Inter,
con un cross teso di Maicon: salta Thiago Motta ma colpisce
male. Al 17' viene segnalato il fuorigioco sul tiro di Eto'o per
Milito lanciato a rete: il pallone finisce in porta, ma l'azione
era già stata interrotta. Al 22' punizione di Vucinic che
finisce direttamente tra le braccia di Julio Cesar. Pochi
istanti dopo Eto'o sforna una palla eccezionale per Balotelli,
ma Burdisso interviene mettendo la palla in calcio d'angolo. Al
26' grande occasione per l'Inter, ma Julio Cesar fa una parata
strepitosa sul rasoterra di Taddei che cercava Toni: il portiere
brasiliano allontana la palla con la punta delle dita, prima del
tocco di Toni. Al 29' Julio Sergio si oppone al tiro dalla
distanza di Balotelli dopo un'azione corale dei nerazzurri con
sponda di Milito e passaggio all'indietro di Thiago Motta. Al
32' grande conclusione di Taddei, fermato correttamente in
fuorigioco. Due minuti dopo bella combinazione tra Taddei e
Perrotta, con quest'ultimo che colpisce di testa: il pallone
finisce di poco a lato. Al 40' arriva il vantaggio nerazzurro,
con Milito che va a segno andando al tiro in corsa, dopo essere
stato servito a centrocampo da Thiago Motta e aver seminato la
difesa giallorossa. Al 44', inspiegabilmente, non arriva la
seconda ammonizione per Burdisso, che spinge in maniera plateale
Balotelli. Insorge la panchina nerazzurra e viene espulso
Gabriele Oriali per proteste. La partita si fa ancor più
incandescente, con Mexes più che mai falloso ai danni di
Materazzi. Dopo cinque minuti di recupero termina quindi 1-0 la
prima frazione di gioco tra Inter e Roma. SECONDO TEMPO - La
ripresa si apre con due cambi nelle fila della Roma: entrano
Motta e Totti, escono Burdisso e Pizarro. Al 7' inspiegabile
come Perrotta non venga ammonito per un fallo su Milito, per il
giallorosso sarebbe stato il secondo giallo. Al 9' calcio di
punizione per la Roma: batte Totti, Julio Cesar non trattiene e
la palla arriva a Juan che sbaglia sotto porta il gol del
pareggio. Al 12' dai 32 metri nuovo calcio di punizione per la
Roma: calcia Totti, Vucinic intercetta ma la palla arriva a
Chivu che fa partire il contropiede nerazzurro, che si conclude
con un missile di Balotelli verso Julio Sergio che para in due
tempi. Al 18' Totti serve Taddei, ma Cambiasso salva
intervenendo di testa. Al 21' Eto'o s'invola sulla destra ma
viene fermato da Juan. Al 24' Eto'o va al tiro di esterno destro
dalla distanza ma la palla finisce alta. Al 28' Balotelli va al
tiro di potenza ma la palla termina alta sopra la traversa. Al
32' punizione per la Roma: batte Riise, a giro, alto sopra la
traversa. Al 34' Julio Cesar respinge con i pugni un sinistro
pericoloso di Riise dalla distanza. Al 37' Roma vicina al
pareggio con Vucinic che riceve palla da Motta, si gira, ma il
suo tiro è fuori. Al 43' viene espulso Totti per un bruttissimo
fallo da dietro ai danni di Balotelli: un calcione assurdo,
Rizzoli lo espelle. Dopo tre minuti di recupero termina quindi
1-0 il match tra Inter e Roma. I nerazzurri vincono la Tim Cup,
è la sesta nella storia dell'Inter, che non vinceva questo
trofeo dalla stagione 2005-2006. Conquistato il primo dei tre
obiettivi a disposizione della squadra di Mourinho.
Articolo
da Inter.it del 05.05.2010 -
Mourinho: "Realizzato il primo sogno"
"Adesso
lotteremo fino alla fine per raggiungere
anche gli altri due obiettivi, altri due
sogni"
ROMA - Commenta la vittoria per 1-0 contro
la Roma e la conquista della Tim Cup José
Mourinho: "E' stata una gara durissima, dal
primo minuto, perché perdere un giocatore
come Sneijder così all'inizio è ovviamente
durissimo. Poi anche perdere Cordoba è stato
un brutto colpo. Quando è entrato Mario ha
fatto bene, ha fatto quello che doveva fare.
Abbiamo fatto un gol e poi abbiamo
controllato la gara, nel momento del
pericolo poi Julio Cesar è stato bravissimo.
E' poi giusto parlare anche di Materazzi,
perché ogni volta che gioca lo fa bene, come
se giocasse sempre. Certo che stasera non è
stato facile: siamo scesi in campo e c'era
l'inno della Roma, assurdo, non era un campo
neutrale, ma ce l'abbiamo fatta anche contro
questo clima. Per 90 minuti è stata una
partita davvero aggressiva, intensa,
cattiva. Poi la Roma ha perso un po' la
testa, ma i miei ragazzi sono stati
bravissimi e questa volta dico ai tifosi di
non venire a Malpensa perché la squadra
stavolta ha davvero bisogno di riposare. La
squadra ha davvero fatto benissimo, lo
ripeto: merita questa Coppa, ci siamo
arrivati con fatica ma ce l'abbiamo fatta.
Sono soddisfatto, e lo sono anche perché
penso alla gioia degli interisti. Ora c'è
una finale a San Siro contro il Chievo e ci
dobbiamo dimenticare subito di aver vinto
questa Coppa, ormai è vinta. Pensiamo a
quelle che sono ancora da vincere. Il primo
sogno si è realizzato. L'Inter è la squadra
del momento: stiamo facendo molto bene,
dobbiamo lottare fino alla fine e provare a
vincere altri due titoli. Lotteremo fino
alla fine per gli altri due sogni che
abbiamo. Adesso posso dire che ho vinto
tutte le competizioni nazionali dei paesi in
cui ho allenato. La Champions? Un sogno
bellissimo. L'Inter è cambiata, ha fatto un
salto enorme, ora può cambiare allenatore e
giocatori ma è cambiata. Possibilità che io
rimanga? Ovviamente sì".
Marcatore:
Milito al 40' p.t.
Inter
(4-3-1-2): 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 2 Cordoba (Samuel dal 39'
p.t.), 23 Materazzi, 26 Chivu; 5 Stankovic, 4 Zanetti, 19
Cambiasso, 8 Thiago Motta; 10 Sneijder (Balotelli dal 5' p.t.,
Muntari dal 48' s.t.); Eto'o, 22 Milito. A disp: 1 Toldo, 17
Mariga, 7 Quaresma,
27 Pandev. All.: Mourinho.
Un articolo tratto dal Messaggero
del 5 maggio 2010: La Roma
non c'è, Coppa Italia all'Inter. Totti figuraccia, espulso per
un calcione.
ROMA (5 maggio) - L'Inter ha centrato il primo dei tre obiettivi
per cui è in corsa ed ha vinto la sua sesta Coppa Italia
battendo all'Olimpico la Roma 1-0 con un gol di Milito. Un
successo meritato in una partita combattutissima ed a tratti
cattiva. Protagonista in positivo tutta la squadra di Mourinho,
in particolare Eto'o e Balotelli che sembra aver fatto pace con
l'allenatore e i compagni. Protagonista in negativo la Roma e in
particolare Francesco Totti, nervoso oltre misura, che si è
fatto espellere per un calcione intenzionale a Balotelli dopo
aver dato poco prima, non visto dall'arbitro, un calcetto alla
testa di Thiago Motta a terra.
La sorpresa. Sorpresa a Roma, a meno di un'ora dall'inizio della
finale di Coppa Italia tra Inter e Roma: il capitano giallorosso
Francesco Totti va in panchina. In attacco Ranieri schiera
Vucinic e Toni, mentre Menez, al pari di Totti, va in panchina.
In campo sia Perrotta sia Taddei. Nell'Inter recuperato Sneijder.
Giocano Materazzi e Cordoba.
Primo tempo. Nella prima azione, dopo un contatto con Burdisso,
Sneijder cade male e s'infortuna. Al suo posto Balotelli che si
mette a sinistra con l'arretramento di Eto'o. Prima occasione da
gol per l'Inter: Vucinic perde un pallone, Eto'o scappa sulla
destra e serve Maicon: Julio Sergio ribatte in corner. Burdisso
è il primo ammonito per un fallo su Balotelli. Partita
combattuta e molto dura. L'Inter appare più disinvolta, Roma
preoccupata e attenta a non concedere contropiedi all'Inter. E
proprio su una ripartenza Milito va in gol, ma l'arbitro annulla
per fuorigioco. Mourinho non ci crede e vuole vedere sul monitor
a bordo campo. Gli viene impedito (come da regolamento), ma
l'arbitro ha avuto ragione. Al 23' ancora pericosa l'Inter, da
Eto'o a Balotelli che controlla e tira da pochi metri.
Provvidenziale la deviazione di Burdisso. Subito dopo prima
occasione giallorossa: cross di Taddei per Toni, Julio Cesar
salva in uscita. Molta animosità in campo, Rizzoli chiama i
capitani De Rossi e Zanetti invitandoli a calmare i compagni.
L'andamento della partita è chiaro: l'Inter è quasi
costantemente nella metà campo della Roma e consente poche
possibilità ai giallorossi. Una si conclude con un colpo di
testa di Perrotta fuori, un'altra (35') è interrotta da un
fallaccio di Materazzi che abbatte Vucinic e rimedia un giallo.
Atro infortunio nell'Inter: si fa male Cordoba, entra Samuel.
Subito dopo arriva il gol: straordinario Milito che, dopo una
fuga, azzecca l'incrocio dei pali appena dentro l'area. Al 42'
Rizzoli grazia Burdisso e gli evita il secondo giallo dopo un
fallo su Balotelli che lo mette parecchio in difficoltà. Troppo
nervosismo. Mexes tocca Materazzi che finisce fuori campo: ne
nasce un'accesa discussione con protagonisti Thiago Motta,
Burdisso e alcuni romanisti. Rizzoli ammonisce Mexes. Poi
protesta la Roma per una trattenuta di Samuel su Toni in area
punita per un fallo del giallorosso. Finisce il primo tempo.
Partita troppo nervosa e difficile da arbitrare. L'Inter merita
il vantaggio.
Secondo tempo. Roma con due novità: Totti e Motta dentro, al
posto di Pizarro e Burdisso. Il compito di Motta è quello di
controllare Balotelli che ha messo in difficoltà Burdisso,
peraltro ammonito. Al 5' Rizzoli grazia anche Perrotta, già
ammonito, colpevole di un entrata sulle gambe di Milito. Un
minuto e Juan spreca una grande occasione: Julio Cesar sbaglia e
respinge sulla testa di Juan una punizione di Totti, ma il
brasiliano manda alto da due metri. L'Inter risponde in
contropiede e Julio Sergio neutralizza un tiro di Balotelli. Ora
la Roma è molto più viva. Al quarto d'ora Totti, dopo aver
subìto un fallo non segnalato, torna su Milito e lo colpisce.
Rizzoli lo ammonisce su segnalazione dei suoi collaboratori.
Ranieri prova la carta Menez e fa uscire Toni. La Roma si
sbilancia per trovare il gol del pareggio ed è molto più
incisiva che nel primo tempo, ma tenta di entrare centralmente
trovando un muro. L'Inter gioca in contenimento, fa possesso di
palla e si limita a qualche conclusione velleitaria da lontano.
Protesta la Roma al 35' per un intervento di Chivu su Menez,
Rizzoli lascia proseguire. Al 38' Vucinic, lanciato da Motta,
sballa un'ottima occasione, la seconda della Roma nella ripresa.
Al 40' ancora Totti protagonista con un calcetto in testa a
Thiago Motta. Discussioni e Balotelli rimedia un giallo. Due
minuti e Totti butta giù Balotelli con un calcione volontario da
dietro e viene giustamente espulso. Mourinho fa uscire Balotelli
che prende troppe botte, tutta la panchina fa i complimenti al
giocatore per la sua bella partita. Finisce con l'ennesimo
fallo, stavolta su Muntari e con un accenno di rissa che si
prolunga a centrocampo. E con la Coppa Italia all'Inter.
16 maggio 2010
Campionato
2009-2010:
Siena-Inter
0-1 (primo
tempo 0-0)
Da
Inter.it: Siena-Inter: 0-1, nerazzurri campioni
d'Italia. Dopo 57 minuti di gioco è una rete del principe
Milito a regalare lo scudetto numero 18.
SIENA - E' la rete di Diego Milito a permettere all'Inter di
batteree 1-0 il Siena sul campo dell''Artemio Franchi' e di
conquistare il campionato 2009-2010 chiudendo la stagione a 82
punti in classifica. Il 18° scudetto, il quinto consecutivo, è
il regalo dell'Inter per il presidente Massimo Moratti nel
giorno del suo 65° compleanno e per tutti i tifosi nerazzurri
che anche oggi hanno prima sofferto, fino a quella rete al 12°
minuto della ripresa, poi gioito, subito dopo i tre punti
conquistati contro un Siena già retrocesso, ma deciso a non far
nessun regalo.
PRIMO TEMPO - Per il match scudetto, Josè Mourinho rinuncia a
Lucio e Chivu e, davanti a Julio Cesar tra i pali, schiera
Materazzi e Samuel al centro della difesa nerazzurra con Maicon
e Zanetti terzini. Centrocampo con Cambiasso e Thiago Motta
arretrati rispetto al tridente che fa da spalla a bomber Milito,
formato da Balotelli, Sneijder ed Eto'o. Dopo sei minuti di
gioco, è il Siena ad sfiorare il vantaggio con Ekdal: aggirato
l'ostacolo-Maicon e sfruttando il rimpallo sul tiro di Codrea,
l'attaccante svedese prova il diagonale, ma la palla termina a
lato. La risposta dell'Inter arriva al 13' ed è duplice:
Balotelli prima raccoglie il cross di Maicon sfiorando il gol
con un tiro di al volo d'interno destro, poi innesca l'avanzata
devastante di Milito che prova far filtrare la palla alla
sinistra di Curci lontano dai pali, ma la palla termina sul
fondo. Ancora un'occasione per l'Inter al 22': Maicon è un treno
sulla fascia destra ed è suo il cross che, dopo la sponda di
Balotelli, permette a Milito la schiacciata di testa verso la
porta bianconera, Curci è lucido e non si fa sorprendere. Al
28', il secondo calcio d'angolo a favore dell'Inter impegna
Samuel che di testa spedisce palla sopra la traversa, ma ancora
sul corner, è Thiago Motta, due minuti dopo a sfiorare l'1-0
sventato solo dalla pronta risposta di Curci. Il portiere
bianconero, è soprattutto lui il protagonista del Siena, anche
quando al 35', sul cross di Maicon spegne la grinta di Eto'o
sotto porta. Al 37', Maccarone fa tutto da solo, è veloce e
potente il suo sinistro, ma Julio Cesar c'è e para in due tempi,
anticipando la risposta di Curci sulla spettacolo di Balotellli
in semi rovesciata dopo il lancio lungo di Maicon. E' il 40': al
'Bentegodi', Vucinic porta in vantaggio la Roma mentre al
'Franchi', è Jajalo - su assist di Vergassola - a creare
pericoli con un destro a fil di palo (42'). Pieno recupero, la
Roma fa il bis con De Rossi, Eto'o cerca il primo dell'Inter
dopo il velo di Milito sull'assist di Cambiasso ma è sullo 0-0
che a Siena si chiude il primo tempo.
SECONDO TEMPO - Ripresa al via e Inter in campo con gli stessi
undici di partenza, mentre nel Siena Brandao prende il posto di
Cribari. Al 4' è perfetto l'uno-due Balotelli-Maicon, ma il
brasiliano, pronto al tiro da buonissima posizione, è disturbato
da Terzi che mette in corner. L'Inter assedia l'area bianconera:
Milito ci va di rabbia all'8 sull'assist di Zanetti, ma incrocia
le dite di Curci che alza sopra la traversa ed evita il gol,
mentre è Terzi a salvare il risultato sul cross basso di
Balotelli un minuto dopo. E' lui, è ancora Diego Milito a
sbloccare il match al 12' della ripresa allontanando le ombre
che per 57' avevano offuscato il 'Franchi': sulla fantastica
accelerazione di Zanetti, l'attaccante argentino porta avanti
palla e con un diagonale destro spedisce palla nell'angolino
basso alla sinistra di Curci. Dopo Pandev in campo dall'8' al
posto di Thiago Motta, al 14' Balotelli lascia spazio a
Stankovic: è proprio il terzo al 26' a sfiorare il raddoppio
colpendo di testa appena sopra la traversa. Al 28', ultimo
cambio per Mourinho: c'è Chivu in campo al posto di Sneijder, ma
è ancora Stankovic a colpire la traversa al 30' sull'assist di
Milito. Ancora Inter: è nerazzurro il contropiede innescato da
Eto'o che manda al tiro Milito, Curci blocca ma non trattiene,
Pandev si avventa sul pallone e lo insacca in rete, ma Morganti
aveva già segnalato il fuorigioco. Dal 41' è Rosi a creare
panico in area nerazzurra, un tiro cross che attraversa tutta
l'area per uscire dalla parte opposta, prima e un altro al 44'
che Julio Cesar non riesce a bloccare. Si giocherà per altri 3
minuti, ancora 180 secondi che separano l'Inter alla conquista
del 5° scudetto consecutivo. Morganti fischia, l'Inter è
campione d'Italia.
Marcatori: Milito al 12' s.t.
Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 23 Materazzi, 25 Samuel, 4
Zanetti; 8 Thiago Motta (8' st 27 Pandev), 19 Cambiasso; 45
Balotelli (14' st 5 Stankovic), 10 Sneijder (28' st 26 Chivu), 9
Eto'o; 22 Milito.
A disposizione: 1 Toldo, 6 Lucio, 11 Muntari, 17 Mariga.
Allenatore: José Mourinho
Da Inter.it:
Moratti: "Lo scudetto di Mourinho".
"Sono felice, felicissimo. Abbiamo sofferto
fino alla fine ma meritato. E ora pensiamo a
Madrid".
SIENA - Nel giorno del suo 65^ compleanno,
per Massimo Moratti non poteva esserci gioia
più grande di questo 18^ scudetto: "Sono
felice, felicissimo. Abbiamo sofferto fino
alla fine ma meritato, bravissimi i ragazzi.
Se si può dire che è lo scudetto di
Mourinho? Certo, è lo scudetto di Mourinho.
E ora pensiamo a Madrid, dobbiamo fare bene
anche lì per completare l'opera". Dopo i
festeggiamenti, il presidente viene
nuovamente intervistato, con al suo fianco
Mario Balotelli: "Ringrazio tutti i
giocatori - aggiunge Moratti - e ringrazio
anche Mario che è qui al mio fianco adesso e
resterà con noi, è dell'Inter al cento per
cento. Quella di oggi è una festa
meravigliosa, speriamo di poter fare
altrettanto a Madrid".
Da Inter.it:
Milito: "Il gol più importante
della mia vita". "Sono felice, meno male che
quella palla è entrata. Ci meritavamo quello
scudetto, che emozione"
SIENA - Commenta la conquista del
diciottesimo scudetto Diego Milito, autore
del gol vittoria: "E' il gol più importante
della mia carriera, siamo felici, ce lo
meritiamo. Per fortuna quella palla è
entrata, dopo che avevamo sprecato delle
occasioni nel primo tempo, sono felice".
Da
Inter.it: Stankovic: "Mourinho,
l'allenatore più forte del mondo". "Siamo
felicissimi per questo quinto scudetto di
fila, è stata dura ma siamo stati
bravissimi"
SIENA - Commenta la vittoria del
diciottesimo scudetto Dejan Stankovic: "Il
quinto scudetto di fila, siamo felicissimi
per questo. E' stata dura ma siamo stati
bravissimi, noi, il mister, la società, il
presidente, i tifosi. Ringraziamo la società
che ha costruito una squadra grandissima e
ci ha dato il miglior allenatore del mondo,
che ci ha fatto capire che siamo fortissimi.
Grazie".
Da Inter.it:
Mourinho:"Campionato,
vince sempre chi
merita". A Inter
Channel: "La
vittoria di oggi
appartiene e tutti
coloro che in questo
momento sono felici"
SIENA - Sceglie
i microfoni di Inter
Channel Josè
Mourinho per
esprimere tutta la
sua soddisfazione
per la conquista del
18° scudetto giunto:
"Ha vinto la squadra
che meritava di più.
Il campionato è
fatto di tante
partite e vince
sempre chi merita.
Forse sarebbe potuto
essere tutto più
facile: avevamo un
vantaggio in termini
di punti molto
interessante a metà
campionato poi, in
parte per colpa
nostra, abbiamo
perso tanti punti.
Inoltre, il fatto di
essere impegnati
anche in una
competizione come la
Champions League, di
dover avere le
energie necessarie
per disputare un
doppio confronto con
Barcellona e Chelsea
ad esempio, ha reso
tutto molto più
difficile in
campionato perchè si
trattava di partite
troppo esigenti dal
punto di vista
fisico e
psicologico. La
Roma, invece, in
questo senso era
tranquilla: era
fuori dalla Coppa
Uefa, giocava una
gara a settimana,
poteva preparare
bene ogni partita,
poteva giocare bene
e lasciare a noi
ogni tipo di
pressione. E' stato
difficile, ma mi
mancava questo tipo
di esperienza: non
avevo mai vinto un
campionato
all'ultimo minuto.
L'avevo vinto in
casa, in albergo,
con tre o quattro
giornate d'anticipo,
sempre con molta
tranquillità. E'
stata un'esperienza
nuova, che però non
vorrei mai
ripetere... (ndr.:
sorride)".
"Se c'è stato un
momento nel quale ho
avuto paura di
perdere la partita
di oggi? Il Siena ha
fatto una grande
gara, dovevamo
aspettarcelo, anche
se il nostro
avversario era già
in serie B ha
giocato con estrema
professionalità.
Forse qualcuno, come
Rosi ad esempio,
giocava anche per la
Roma, ma noi siamo
stati bravi a
restare in campo con
tranquillità. Dopo
il primo gol mi
aspettavo qualcosa
di più, non è stato
possibile e siamo
arrivati alla fine
consapevoli del
fatto che in
qualsiasi momento
sarebbe potuto
cambiare tutto".
Un campionato
dominato dall'Inter,
anche se come
ricorda Mourinho:
"Dopo la gara con la
Fiorentina e il
sorpasso della Roma,
il campionato non
dipendeva più solo
da noi. Sapevamo che
non sarebbe più
bastato vincere
tutte le partite,
conservavamo qualche
speranza di
rimontare nelle gare
che i giallorossi
hanno disputato con
la Sampdoria o con
la Lazio...sì, è
stato quello il
momento più
complicato della
stagione. Poi
abbiamo giocato con
la Juventus che è
arrivata a San Siro
non per vincere ma
per non fa vincere
all'Inter il
campionato".
E ora la testa è
tutta alla finale di
Madrid: "Il
campionato è finito,
vincere scudetto e
Coppa Italia è
sempre fantastico,
lo ha fatto anche il
Bayern Monaco, ma in
Champions solo uno
di noi può vincere.
Se penso già alla
gara del 22 maggio?
Non so, ma in questo
momento non ho forza
per tornare in
pullman e guardare
il dvd del Bayern,
ma da domani sarà
nuovamente al
lavoro".
E' solo dopo quella
finale che Josè
Mourinho penserà al
suo futuro: "Adesso
non penso a me
stesso, penso solo
all'iInter, ai miei
giocatori e alla
gara con il Bayern.
Dopo la finale sarà
il tempo di essere
un pochino egoista e
pensare quello che
mi potrà dare
maggiore piacere
professionale, ma al
100 per cento non è
vero che sono con un
piede già sulla
panchina del Real
Madrid o che sono il
suo l'allenatore".
E a chi chiede a
Mourinho a chi
appartenga la
vittoria di oggi:
"E' di tutti coloro
che in questo
momento sono
felici".
22 maggio 2010
Champions League 2009-2010:
Bayern
Monaco-Inter 0-2 (primo
tempo 0-0)
Un
articolo da Inter.it: Finale
Champions: a Madrid l'Inter nella
storia. Diego Milito, il Principe
nerazzurro, incorona l'Inter regina
d'Europa con una doppietta memorabile
MADRID -
Termina 0-2 il confronto tra Bayern
Monaco e Inter, finale di Uefa Champions
League 2009-2010. L'Inter - dopo 45 anni
di lunghissima attesa - conquista la
Champions League, la terza nella sua
storia. Massimo Moratti esulta di gioia
per un risultato storico, come quello
ottenuto da suo padre Angelo. Anzi,
ancora più storico, perché quest'Inter,
l'Inter di José Mourinho, raggiunge un
traguardo mai conquistato prima in
Italia. Una tripletta mozzafiato: Coppa
Italia, campionato e Champions League.
Dopo una prima mezzora a reti inviolate
ma con occasioni da entrambe le parti,
arriva al 35' il vantaggio dell'Inter,
grazie al tandem Milito-Sneijder:
l'argentino, su rimessa di Julio Cesar
dal fondo, serve di testa Sneijder, che
gli restituisce poi il pallone
rasoterra, per il gol del vantaggio,
implacabile, di destro. Il secondo tempo
si apre con un Bayern davvero
aggressivo, che già al primo minuto va
vicino al gol con Muller, ma Julio Cesar
fa una parata che vale un gol. Un minuto
dopo, è quasi raddoppio nerazzurro, con
Milito che serve Pandev, il macedone va
al tiro ma Butt riesce miracolosamente
ad alzare sopra la traversa. Il Bayern è
agguerritissimo, ma Julio Cesar
miracoloso più di una volta. Al 25'
della ripresa, dopo un grande
salvataggio di Samuel, in contropiede
parte l'Inter, con Eto'o che serve
Milito, che dribbla la difesa avversaria
e di destro beffa Butt. Raddoppio per il
Principe, raddoppio per l'Inter, con
esplosione di gioia. I tifosi
nerazzurri, impazziti di felicità,
invocano prima Milito e poi Mourinho. Si
conclude il match e ha inizio una festa
che ha dello storico per l'Inter. Grazie
a José Mourinho, ai suoi giocatori e a
Massimo Moratti.
Visibilmente commosso l'allenatore, che
si stringe prima in un grande abbraccio
con capitan Zanetti e poi porta suo
figlio José junior in spalle in giro per
il campo. Si passa quindi alla
premiazione per mano di Michel Platini e
capitan Zanetti può alzare finalmente la
tanto agognata "coppa dalle grandi
orecchie". I giocatori si passano la
Champions di mano in mano, tutti
vogliono alzarla al cielo. E lo fa anche
il tifoso numero uno, Massimo Moratti,
mentre tutto lo stadio invoca Mourinho.
Al Bernabeu risuona l'inno dell'Inter e
José Mourinho abbraccia il suo
presidente. La squadra, con la coppa che
passa di mano in mano, corre poi a
gioire sotto gli spalti dei tifosi
nerazzurri in delirio.
PRIMO TEMPO - Contro il Bayern Monaco,
José Mourinho sceglie Chivu come
laterale sinistro a completare la difesa
composta da Maicon, Lucio e Samuel,
davanti a Julio Cesar. Diga di
centrocampo con Zanetti (alla 700esima
presenza in nerazzurro) e Cambiasso,
davanti il trio Pandev-Sneijder-Eto'o a
supporto di Milito.
In uno stadio 'Santiago Bernabeu'
completamente esaurito e infuocato come
non mai, in mondovisione, dopo una
coreografia d'incanto intrisa di
tradizione spagnola, l'Inter scende in
campo per conquistare la terza Champions
League della sua storia. Un sogno che
nella calda sera madrilena può diventare
possibile grazie alla tenacia e alla
forza di José Mourinho e del suo gruppo
di giocatori. Ma grazie anche, e
soprattutto, all'amore per i colori
nerazzurri del presidente Massimo
Moratti.
Nerazzurri subito all'attacco e
pericolosi, già al 2', con Sneijder su
punizione. Due minuti dopo il Bayern
risponde con un insidioso cross di Olic
per Muller, ma Samuel riesce a
respingere di testa. Al 5' Milito doma
un pallone difficile e serve Sneijder:
assist in verticale per Pandev, ma a
spazzare c'è Badstuber. Al 10' cross di
Robben per Olic, conclusione rasoterra a
lato di un soffio. Al 13' Altintop prova
la conclusione, ma la difesa nerazzurra
riesce a deviare in corner. Sul calcio
d'angolo battuto da Robben, Julio Cesar
esce in presa sicura. Al 16' cross di
Robben dalla trequarti per Van Buyten,
ma Maicon riesce ad allontanare. Al 18'
pericolosissima la punizione di Sneijder
dai 35 metri, ma Butt riesce a deviare
con i pugni. Al 23' è ancora Bayern, con
Robben che prova a concludere con un
sinistro da dimenticare dopo un numero
di Muller. Al 26' un'altra punizione
battuta da Sneijder, ma Butt riesce a
fare suo il pallone senza problemi. Al
32' altra conclusione da dimenticare per
Muller. Al 33' cross dalla sinistra di
Milito per Sneijder, ma Butt riesce a
far suo il pallone. Al 35' Inter in
vantaggio, grazie al tandem
Milito-Sneijder: l'argentino, su rimessa
di Julio Cesar dal fondo, serve di testa
Sneijder, che gli restituisce poi il
pallone rasoterra, per il gol del
vantaggio, implacabile, di destro. Due
minuti dopo altra grande occasione per
l'Inter, con un contropiede
Milito-Pandev-Eto'o, tutto di prima, ma
a respingere in affanno c'è Van Buyten.
Al 40' con un rasoterra Altintop cerca
la conclusione, ma il tiro è debole e
Julio Cesar blocca a terra senza
problemi. Un minuto dopo ci prova Robben,
ma il tiro di sinistro finisce a lato
senza impensierire l'Inter. Al 43' Inter
vicina al raddoppio, con un cross di
Milito per Sneijder, ma Butt riesce a
fare suo il pallone. Al 46' destro
rasoterra di Van Bommel, ma il pallone
finisce a lato. Dopo un minuto di
recupero termina quindi 0-1 la prima
frazione di gioco tra Bayern Monaco e
Inter.
SECONDO TEMPO - La ripresa si apre senza
cambi. Al 1' Bayern subito all'attacco,
con Muller servito da Altintop, ma Julio
Cesar fa una parata che vale un gol. Un
minuto dopo, è quasi raddoppio
nerazzurro, al 2', con Milito che serve
Pandev, il macedone va al tiro ma Butt
riesce miracolosamente ad alzare sopra
la traversa. Al 9' punizione per
l'Inter, batte Sneijder, ma la palla
termina sopra la traversa, anche se di
poco. Pochi istanti dopo Bayern
pericoloso con Altintop, ma la
conclusione finisce a lato. Al 18'
scatta l'offensiva del Bayern, con una
punizione di Robben che calcia forte,
sul rimpallo scarica il destro Muller
dai 13 metri, ma salva Cambiasso. Al 20'
Robben pericolosissimo con un sinistro
all'incrocio dei pali, ma ancora una
volta Julio Cesar fa il miracolo. Al 25'
della ripresa, dopo un grande
salvataggio di Samuel, in contropiede
parte l'Inter, con Eto'o che serve
Milito, che dribbla la difesa avversaria
e di destro beffa Butt. Raddoppio per il
Principe, raddoppio per l'Inter, con
esplosione di gioia. I tifosi
nerazzurri, impazziti di felicità,
invocano prima Milito e poi Mourinho. Al
46' Mourinho decide di regalare la
standing ovation al suo bomber, che -
sostituito da Materazzi - si gode
l'applauso di tutto il Bernabeu. Una
favola per il Principe. Dopo tre minuti
di recupero termina la seconda frazione
di gioco di Bayern Monaco-Inter: 0-2. I
nerazzurri sono campioni d'Europa dopo
45 anni di lunghissima attesa, prima
squadra italiana a conquistare il
triplete.
Marcatori: Milito al 35' e 25' s.t.
Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 6
Lucio, 25 Samuel, 26 Chivu (Stankovic
dal 23' s.t. ); 4 Zanetti, 19 Cambiasso;
27 Pandev (Muntari dal 34' s.t.), 10
Sneijder, 9 Eto'o; 22 Milito (Materazzi
dal 46')
A disposizione: 1 Toldo, 2 Cordoba, 17
Mariga, 45 Balotelli. All.: José
Mourinho
Da Inter.it:
Moratti:
"Stravolti dalla
felicità". "Io
non ho pianto,
ma Mourinho sì e
pure molto. Che
spettacolo e che
gioia infinita,
una meraviglia"
MADRID - (ANSA)
"Io non ho
pianto, Mourinho
sì e anche
molto: non
vorrei fosse per
una sorta di
senso di
colpa...".
Massimo Moratti,
con il sorriso e
con questa
battuta, rinvia
ai prossimi
giorni qualsiasi
discorso sulle
scelte del
tecnico per il
prossimo anno.
"I giocatori -
ha aggiunto a
Sky il
presidente Inter
- erano
stravolti dalla
felicità: vuole
dire che questa
è davvero una
roba seria. Che
spettacolo e che
gioia infinite,
una meraviglia"
(ANSA).
Da Inter.it: Milito: "Una gioia mai provata, sono felice". "E' una sensazione unica, meritiamo questa Coppa. Grazie a Moratti e a Mourinho che mi ha voluto".
MADRID - (ANSA) "Ringrazio l'Inter, il presidente, il mister per avermi voluto l'estate scorsa. Sono felice, poi, per il prossimo anno vediamo". Diego Milito, autore dei due gol con cui l'Inter ha battuto il Bayern e conquistato la Champions League, commenta così a fine partita ai microfoni di Sky. "Cosa provo in questo momento? E' una gioia mai provata, incredibile, sono felicissimo per l'Inter, perché ci tenevamo tanto a questo traguardo, per il presidente, che è il primo a meritare questo trofeo. Siamo - aggiunge Milito - troppo felici e provo una sensazione unica. Questo è il calcio, sono felice. Il calcio - chiude l'attaccante argentino - dà sempre una rivincita: ho lottato sempre, cercando di dare sempre il massimo, di imparare, anche se ho 30 anni. Sono troppo felice, lo meritiamo, lo merita il presidente, lo merita la società. Vediamo il prossimo anno" (ANSA)
3 novembre 2012
Campionato 2011-2012:
Juventus-Inter 1-3 (primo
tempo 1-0)
Da
Inter.it: Serie A, Juventus-Inter
1-3: il tabellino. Doppietta di Milito e
rete di Palacio: battuti i bianconeri
prima in vantaggio in fuorigioco
TORINO -
L'Inter espugna un infuocato e tutto
esaurito "Juventus Stadium" battendo 3-1
i bianconeri con una doppietta di Milito
e la rete di Palacio, dopo l'iniziale
gol juventino che sarebbe stato da
annullare per fuorigioco e la mancata
espulsione di Lichtsteiner.
Nel primo tempo solo diciotto secondi e
la Juve si porta in vantaggio con Vidal,
servito da Asamoah: netta però la
posizione di fuorigioco di quest'ultimo,
non segnalata dall'arbitro. Dopo due
tentativi di Cambiasso, al 12' l'Inter
trova la porta con Palacio ma
l'attaccante viene giudicato in offside.
I nerazzurri vanno poi vicinissimi al
gol con un tiro a giro di Cassano, fuori
di un soffio. Inter ottima, pressa ed è
pericolosa, Handanovic dice no ai
bianconeri, ma la prima frazione di
gioco si conclude con il vantaggio della
Juventus. Nella ripresa nerazzurri
altrettanto pericolosi ed ecco che
arriva il pari con Milito: al 13'
Marchisio trattiene l'attaccante
argentino in area, che cade, Tagliavento
concede il rigore, che al 14' viene
trasformato proprio dal Principe. Al 30'
l'Inter raddoppia: destro fortissimo di
Guarin, Buffon si oppone, sulla respinta
Milito non sbaglia e di destro punisce
la Juve. Al 45' il terzo gol nerazzurro,
in contropiede, con Palacio servito da
Nagatomo. Nerazzurri a 27 punti, secondi
in classifica a una sola lunghezza dai
bianconeri che perdono l'imbattibilità
dopo 49 giornate.
Marcatori: Vidal (J) al 1' p.t.; Milito
al 14' (r) e 30' , Palacio al 45' s.t.
Inter: 1 Handanovic; 23 Ranocchia, 25
Samuel, 40 Juan Jesus; 4 Zanetti, 21
Gargano, 19 Cambiasso, 55 Nagatomo; 8
Palacio, 99 Cassano (Guarin dal 24'
s.t.); 22 Milito (Mudingayi dal 35'
s.t.) A disposizione: 12 Castellazzi, 27
Belec, 6 Silvestre, 11 Alvarez, 31
Pereira, 33 Mbaye, 41 Duncan, 88 Livaja.
All.: Andrea Stramaccioni
Da Inter.it:
Serie A,
Juventus-Inter:
9^ doppietta per
Milito. La 7^ in
nerazzurro; 9^
vittoria
consecutiva e
pure esterna per
l'Inter, cade
l'imbattibilità
Juve
TORINO (a cura
di Football
Data) - Tra le
strisce vincenti
di Juventus e
Inter si ferma
quella
bianconera. La
formazione di
Conte non
perdeva da 49
giornate di
campionato, con
bilancio di 32
vittorie e 17
pareggi:
l'ultima
sconfitta prima
di stasera
risaliva al 15
maggio 2011, 0-1
a Parma; poi si
sommavano la
gara conclusiva
del campionato
2010/11 (targata
Gigi Delneri),
le 38 nel
vittorioso
torneo 2011/12 e
le prime 10 di
quest'anno. Si
tratta,
comunque, della
striscia
positiva record
nella storia
della Juventus
in serie A su
girone unico e
della seconda
assoluta nella
storia del
campionato
italiano dal
1929/30 ad oggi,
a -9 da quella
del Milan di
Capello di
inizio anni '90.
Si tratta anche
della prima
sconfitta in
partite
ufficiali allo
Juventus Stadium,
coppe comprese:
l'ultima
sconfitta
casalinga
bianconera,
infatti,
risaliva al 5
marzo 2011,
quando in
campionato era
stato il Milan a
sbancare Torino
con un 1-0, poi
33 gare senza
sconfitte, di
cui 22 vinte ed
11 pareggiate.
La Juventus è
clamorosamente
crollata in
quello che -
nell'era-Conte -
era stato il suo
marchio di
fabbrica:
migliorare nelle
riprese i
risultati del
45': stasera è
passata dall'1-0
dell'intervallo
al tonfo per
1-3.
Prosegue invece
la straordinaria
marcia in
trasferta
dell'Inter di
Stramaccioni,
alla nona
vittoria su 9
gare esterne
ufficiali nella
stagione
2012/13, coppe
comprese, con
ultima sconfitta
lontano da
Milano che resta
quella del 13
maggio scorso,
1-3 a Roma in
campionato
contro la Lazio;
9 vittorie
esterne di fila
in partite
ufficiali
mancavano dal
2006/07 in
casa-Inter, con
Mancini in
panchina. Anche
in senso
assoluto,
considerando
dunque casa e
trasferta,
quella di
stasera è la
nona vittoria
consecutiva per
l'Inter, che non
si ferma dal
tonfo casalingo
contro il Siena
(0-2 il 23
settembre
scorso).
Eroe di serata
Diego Milito,
alla nona
doppietta nella
nostra serie A,
settima in
maglia
nerazzurra, che
ora è salito a
71 reti in 143
partite
ufficiali con
l'Inter, una
media
praticamente di
un gol ogni 2
match. Era dal
30 gennaio 2008
che l'Inter non
vinceva a Torino
sui bianconeri,
ma allora fu in
coppa Italia,
per 3-2; in
campionato
l'ultimo
successo esterno
nerazzurro
risaliva al 20
aprile 2005,
1-0.
Per Stramaccioni,
stasera alla 20°
presenza in
serie A, 14
vittorie: come
Josè Mourinho
nelle sue prime
20 giornate nel
nostro
campionato.
Da Inter.it: Milito: "Premiato il nostro coraggio". "Partita durissima, ma ce l'abbiamo fatta. Ora andiamo avanti così, per la nostra strada, vincendo"
TORINO - "Una partita durissima, tosta, lo sapevamo che sarebbe stata così, ma ce l'abbiamo fatta", a parlare così è Diego Milito, autore questa sera di una doppietta.
"Siamo entrati un po' addormentati con quel loro primo gol che ci ha sorpreso e che però era in fuorigioco, ma poi abbiamo meritato di vincere. Andiamo avanti per la nostra strada, cercheremo di andare avanti così, vincendo, fino alla fine. Cosa abbiamo provato a fine primo tempo? Tanta rabbia per il loro gol in fuorigioco e la mancata espulsione di Lichtsteiner, ma abbiamo avuto grande coraggio e siamo stati premiati", ha concluso l'attaccante nerazzurro.
Da Inter.it: Stramaccioni: "Lavoriamo sodo, prepariamo tutto". "Ci vuole un po' di rispetto. Abbiamo battuto la Juventus dopo qualche giornata che non perdeva...".
TORINO - "Ho cercato di preparare la gara nel miglior modo possibile, fastidiosa è stata l'ironia di un dirigente della Juventus (Beppe Marotta, ndr) prima della gara, ma loro sono fatti così. Chissà se la pensa ancora in questo modo... visto che ha parlato di 'spensieratezza di Stramaccioni'...", ha esordito così il tecnico nerazzurro Andrea Stramaccioni nel commentare la vittoria allo "Juventus Stadium".
"Dicono sempre 'sul campo' e noi lì abbiamo vinto. Noi lavoriamo sodo - ha sottolineato -, prepariamo tutto, in ogni dettaglio: abbiamo vinto meritatamente in casa della Juventus nonostante gli episodi. Credo che ci voglia un po' di rispetto. Abbiamo battuto la Juve dopo qualche giornata che non perdeva...".
"L'Inter era partita bene - prosegue -, nonostante il gol, poi con il passare dei minuti siamo cresciuti ed è stata la prima volta che ho visto la Juventus così in difficoltà. Alla fine del primo tempo ero sicuro che avremmo ripreso la partita, la forza si vede anche in questi casi, l'Inter sta crescendo. Se questo il giorno più bello della mia carriera? Il giorno più bello della mia carriera è stato quando il presidente ha scelto di farmi allenare l'Inter. Sono orgoglioso di essere l'allenatore dell'Inter e sono contento per i nostri tifosi che possono gioire".
Stramaccioni si complimenta poi per "il lavoro di Palacio e Milito su Pirlo, è stato incredibile. L'avevo detto in vigilia che avremmo voluto vincere ma non mi ha creduto nessuno".
Da Inter.it: Nagatomo: "Noi non molliamo mai". "Andiamo avanti su questa strada, sono contento: era importante vincere, merito di tutta squadra".
TORINO - "Sono contento, era importante vincere, questo è merito della squadra, la Juve non veniva battuta da 49 partite", a parlare così è Yuto Nagatomo, protagonista nell'occasione del terzo gol nerazzurro.
"Per quanto riguarda il 3^ gol - prosegue -, questo è il mio punto di forza perché la Juve ha provato ad attaccare, ma c'era spazio davanti a me e io ho sfruttato questa situazione. Ho provato a segnare, non ci sono riuscito, ma ho fatto assist e sono molto contento ugualmente. Scudetto? Il campionato è ancora lungo, oggi ho capito che la Juve è una squadra forte quindi è ancora lunga e molto dura. Importante è non mollare mai e andare avanti su questa strada".
Da Inter.it: Ranocchia: "Quando rimonti è più bello...". "Abbiamo tirato fuori cuore e carattere, abbiamo dato un segnale importante di forza. Avanti così".
TORINO - Al termine della gara Andrea Ranocchia, visibilmente felice per la grande vittoria nerazzurra, si è intrattenuto ai microfoni di Inter Channel esternando tutta la sua soddisfazione: "E' stato bello, veramente bello. Ho faticato tanto, la Juve è una grande squadra e ci ha messo in difficoltà ma abbiamo tirato fuori cuore e carattere, portando a casa tre punti molto importanti. I problemi creati da Marchisio? Sapevamo quanto fossero abili negli inserimenti, è la loro forza. Attaccano l'area con tanti giocatori, poi Samir è stato incredibile e dopo la sua parata siamo rinati, inoltre nella gestione della gara siamo cresciuti molto, sapevamo che era lunga e che non dovevamo perdere la concentrazione". Alla domanda se si aspettasse una serata così, il difensore umbro risponde: "Ci speravo, quando rimonti è sempre più bello perché dai anche un segnale di forza importante. Se è stato più bello del derby? E' bello quanto vincere un derby perchè Milan e Juve sono le massime rivali storiche, ora ce la giochiamo cercando di migliorare sia i nostri punti deboli che quelli forti".
Da Inter.it: Moratti: "Stramaccioni, bravo e basta". "E bravi i giocatori a reagire a un'ingiustizia. Ora la stagione si fa interessante, ma aspettiamo".
MILANO (Ansa) - "Dopo 17 secondi prima mi sono preoccupato che fossimo partiti male, poi quando ho visto il fuorigioco ho pensato alla solita storia: sono stati bravi i giocatori a reagire ad un'ingiustizia di quel tipo". Lo ha detto il presidente dell'Inter, Massimo Moratti, nel programma "Serie A Live" su Premium Calcio.
"Stramaccioni non ha bisogno di confronti con Mourinho: è bravo e basta, è sorprendente - ha aggiunto Moratti -. Sapevo che avrebbe schierato il tridente da tre giorni. Ora sono felice perché da una stagione che sembrava di passaggio, ora si fa interessante, ma aspettiamo a parlare di obiettivi scudetto".
14 marzo 2013
Uefa
Europa League 2012-2013:
Inter-Tottenham
4-1 (primo
tempo 1-0)
Da
Inter.it: Inter-Tottenham il
tabellino: 4-1.
Travolgente impresa nerazzurra
con il 3-0 nei tempi regolamentari, ma
ai supplementari il sogno si spegne sul
4-1. Partita epica, in ogni caso.
MILANO - L'Inter ci crede, ci prova,
lotta fino all'ultimo dei tempi
regolamentari - quando effettua la
rimonta agguantando il 3-0 - e poi dei
supplementari, che finiscono però sul
4-1. Nerazzurri encomiabili, ma
l'impresa riesce solo a metà. In ogni
caso, immensa la prova di carattere.
Al 20' del primo tempo arriva il gol del
vantaggio nerazzurro: cross dalla destra
di Palacio per Cassano che, dimenticato
dalla difesa del Tottenham, schiaccia il
pallone di testa sotto l'incrocio alla
destra di Friedel.
Nella ripresa, al 7', raddoppio di
Palacio su assist splendido di Cambiasso.
Il Meazza ora ci crede. E alla mezzora,
su punizione di Cassano, la deviazione
di Gallas spiazza Friedel: rete, San
Siro esplode. E' 3-0, la rimonta è stata
effettuata. Ora l'Inter ce la mette
davvero tutta per trovare la rete
vincente che possa dare la
qualificazione, con un super-Handanovic
negli ultimi minuti. Nel recupero
Cambiasso a un soffio dal 4-0, ma la
palla va fuori di un nulla.
Si va ai tempi supplementari e al 7'
purtroppo arriva la beffa: Adebayor
raccoglie la respinta di Handanovic su
tiro di Dembelè e va a segno. I
nerazzurri, però, non si arrendono
nonostante la stanchezza: Palacio e
Cassano non smettono di provarci. Con
Alvarez di testa su cross di Cassano, al
5' del secondo tempo supplementare,
arriva il gol del 4-1, incredibile. Ora,
ancor più di prima, tutti in avanti
negli ultimi minuti, ma non basta.
Nerazzurri commoventi, chiudono 4-4 tra
andata e ritorno. Avrebbero meritato di
vincere ma la legge del gol in trasferta
li punisce. Ai quarti vanno gli inglesi.
Marcatori: Cassano al 20' p.t.; Palacio
al 7' s.t., Gallas (aut) al 30',
Adebayor al 7' pts, Alvarez al 5' sts.
Inter: 1 Handanovic; 42 Jonathan (3' sts
Ranocchia), 26 Chivu, 40 Juan Jesus, 4
Zanetti; 21 Gargano, 29 Kovacic (34' st
Benassi), 19 Cambiasso; 14 Guarin (26'
st Alvarez), 8 Palacio, 99 Cassano
A disposizione: 27 Belec, 24 Benassi, 28
Pasa, 47 Colombi, 60 Belloni
Allenatore: Andrea Stramacccioni
Da
Inter.it: Zanetti "Questa è la
vera Inter".
"Abbiamo fatto una grandissima partita,
ma purtroppo non è bastato. Abbiamo
lasciato in campo tutto, ripartiamo da
qui".
MILANO - La parola, nel post partita, a
capitan Zanetti: "Abbiamo fatto una
grandissima partita, ma purtroppo non è
bastato. Abbiamo lasciato in campo
tutto. Questa è l'Inter, da cui dobbiamo
ripartire. Quest'anno ci sono stati
episodi negativi, invece questa sera si
sono viste cose positive. Abbiamo speso
tantissimo, ora in questi pochi giorni
speriamo di ricaricare le energie per
un'altra partita importante, quella di
Marassi. Dobbiamo ritrovare la
continuità, speriamo di fare bene anche
domenica". A Pupi viene poi chiesto del
rapporto con Stramaccioni: "Non dico
niente. Solo chi ha visto stasera la
partita sa che se non sei con
l'allenatore una partita così non la
fai. Le parole di Chivu? Ne abbiamo
parlato con serenità, la sua era una
critica costruttiva e lui è un uomo
d'esperienza, cerchiamo di fare qualcosa
che ci permetta di crescere. Era
riferito solo alle difficoltà, ma si
sono viste cose positive stasera e da
queste bisogna ripartire. Cassano?
Antonio quando sta bene riesce a fare
gare come quella di stasera, è un
fuoriclasse. L'emozione per il Papa?
Grande! Come argentino sono onorato di
essere rappresentato da un connazionale
e tutti noi che siamo qui in Italia e
chi è in Argentina è contento di questo.
Francisco Primero è per noi. Non lo
conoscevo ma mi hanno detto che è umile
e dal discorso di ieri si è visto.
Speriamo porti avanti le sue idee. Il
terzo posto? Dobbiamo cercare di trovare
continuità alla prestazione di stasera.
Restano pochi giorni, abbiamo speso
tanto e nella sosta vedremo di lavorare
per fare bene dopo la pausa".
Da Inter.it:
Moratti
"Siamo tutti
molto fieri
della squadra".
"I giocatori
hanno fatto
quanto la stampa
non voleva
prevedere, hanno
tirato fuori
l'orgoglio, sono
stati
pericolosi.
Complimenti".
MILANO - "Trovo
questa partita
perfetta", a
esprimersi così
è il presidente
nerazzurro
Massimo Moratti,
ai microfoni di
Inter Channel, a
fine gara.
"I giocatori
hanno fatto
quanto la stampa
non voleva
prevedere, hanno
tirato fuori
tutto
l'orgoglio, sono
stati
pericolosi.
Siamo tutti
molto fieri di
questa squadra,
posso solo fare
loro i
complimenti. Poi
siamo usciti
fuori, ok, ma se
fosse stata
Coppa dei
Campioni forse
sarei molto più
dispiaciuto...
(sorride, ndr)".
"Certamente -
prosegue poi il
presidente - i
supplementari
potranno forse
appesantire in
vista del
campionato ma
psicologicamente
questa gara è
importantissima.
Tutti noi
tifosi, quando
la squadra va
male, butteremmo
via tutti, poi
invece quando le
cose vanno bene
capisci meglio
le qualità di
tutti: stasera
abbiamo visto di
poter contare su
alcuni giovani
ma anche su
alcuni non
giovani, che
hanno carattere
e orgoglio.
Questo mix,
questa
proiezione, è
quella che va
mantenuta.
Kovacic? Ha una
grande
personalità, sa
vedere il gioco,
ha grande
maturità".
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