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Inter: partite da ricordare
 
06/11/1949 04/04/1954 27/05/1964 26/09/1964 12/05/1965
Campionato 1949/50 Campionato 1953/54 Coppa dei Campioni 1963/64 Coppa Intercontinentale 1964 Coppa dei Campioni 1964/65
Inter-Milan Inter-Juventus Inter-Real Madrid Inter-Independiente Inter-Liverpool
6-5 6-0 3-1 1-0 3-0
         
         
27/05/1965 08/09/1965 20/10/1971 23/11/1988 28/05/1989
Coppa dei Campioni 1964/65 Coppa Intercontinentale 1965 Coppa dei Campioni 1971/72 Coppa Uefa 1987/88 Campionato 1988/89
Inter-Benfica Inter-Indepediente Borussia M.-Inter Bayern Monaco-Inter Inter-Napoli
1-0 3-0  7-1 0-2 2-1
         
         
08/11/1990 26/04/1994 14/04/1998 06/05/1998 25/11/1998
Coppa Uefa 1989/90 Coppa Uefa 1993/94 Coppa Uefa 1997/98 Coppa Uefa 1997/98 Champions League 1998/99
Inter-Aston Villa Inter-Salisburgo Spartak Mosca-Inter Inter-Lazio Inter-Real Madrid 
 3-0 1-0 1-2  3-0 3-1
         
         
05/05/2002 17/09/2003 09/01/2005 28/10/2006 26/08/2006
Campionato 2001/02 Champions League 2002/03 Campionato 2004/05 Campionato 2006/07 Supercoppa di Lega 2006/07
Lazio-Inter Arsenal–Inter Inter–Sampdoria  Milan-Inter Inter-Roma
 4-2 0-3 3-2 3-4 4-3
         
         
18/05/2008 29/08/2009 16/03/2010 20/04/2010 05/05/2010
Campionato 2007/08 Campionato 2009/10 Champions League 2009/10 Champions League 2009/10 Coppa Italia 2009/10
Parma-Inter Milan-Inter Chelsea-Inter  Inter-Barcellona Inter-Roma
0-2 0-4 0-1 3-1 1-0
         
         
16/05/2010 22/05/2010 03/11/2012 14/03/2013  
Campionato
2009-10
Champions League 2009/10 Campionato 2011/12 Uefa Europa League 2012/13  
 
Siena-Inter Bayern Monaco-Inter Juventus-Inter Inter-Tottenham  
0-1 0-2 1-3 4-1  
         

6 novembre 1949
Campionato 1949-1950: Inter-Milan 6-5 (primo tempo 3-4)


Uno dei derby più belli della storia, ma che non servì a nessuno. Il campionato 1949-50 andò infatti alla Juventus, ma questa stracittadina resta comunque scolpita nella leggenda nerazzurra. L'Inter, senza l'infortunato Bearzot, becca due gol da Candiani nei primi sette minuti, e ci si mettono anche Nordahl e Liedholm: 1-4 al 19', non c'è storia. Almeno finchè i nerazzurri non decidono di scrivere una pagina: Amadei, Lorenzi e Nyers non si danno per vinti e a suon di gol ribaltano il risultato. Pareggia subito il milanese Annovazzi, ma pochi minuti dopo Amadei, in mischia, sigla il 6-5 finale. Una rimonta da sogno, la prima gara-simbolo della storia nerazzurra. [da I numeri di una leggenda]

Marcatori: Candiani (M) al 1' e al 7', Nyers (I) al 10', Nordahl (M) al 14', Liedholm (M) al 19', Amadei (I) al 39', Nyers (rig. I) al 40' p.t.; Amadei (I) al 5', Lorenzi (I) al 13', Annovazzi (M) al 14', Amadei (I) al 19' s.t.

Inter: Franzosi; Guaita, Miglioli; Campatelli, Giovannini, Achilli; Amadei, Wilkes, Lorenzi, Fiorini, Nyers. All.: Cappelli.

Scriveva Gianni Brera sulla Gazzetta dello Sport: "L'Inter, sopraffatta per coesione di squadra e articolazione di reparti, s'è contenuta prudente, sciabolando all'attacco ogni qualvolta le si offrisse il destro. E mentre doveva il Milan concludere i suoi attacchi in area frequentatissima, l'Inter ad ogni lancio dei suoi difensori, in poche battute essenziali giungeva alla meta."


4 aprile 1954
Campionato 1953-1954: Inter-Juventus 6-0 (primo tempo 2-0)

La ricetta per vincere i campionati? Trionfare negli scontri diretti. L'Inter lo scoprì il 4 aprile 1954. La Juventus di Boniperti era avanti di un punto, e veniva a Milano per consolidare il vantaggio contro i nerazzurri, che dal canto loro dovevano fare a meno di due assi come Nyers e Lorenzi. Ma venne fuori tutto il genio di Skoglund, che segnò subito e mise in discesa la gara decisiva, trascinando una squadra piena di riserve. Lo svedese segnò una doppietta, così come Brighenti. La gara si chiuse sul 6-0: l'Inter aveva effettuato il sorpasso-scudetto. [da I numeri di una leggenda]

Marcatori: Skoglund al 7', Armano al 30' p.t.; Brighenti al 21', Skoglund al 33', Brighenti al 38', Nesti al 39' s.t.

Inter: Ghezzi; Vincenzi, Giacomazzi; Neri, Giovannini, Nesti; Armano, Mazza, Brighenti, Fattori, Skoglund. All.: Foni.

Gianni Brera sulla Gazzetta: "La vittoria dell'Inter è sortita linda e ineccepibile dalla stessa dialettica del gioco. Già nel primo tempo l'Inter avrebbe potuto infilare altre due o tre volte la porta di Viola: e gli errori di Skoglund e Brighenti stanno a provarlo, ancorché scusabili appieno."


27 maggio 1964
Coppa dei Campioni 1963-64: Inter-Real Madrid 3-1 (primo tempo 1-0)

La Grande Inter diventò realmente tale in questa partita. Dopo le due gare di semifinale contro il Borussia Dortmund, la squadra di Herrera volò al Prater di Vienna, per giocarsi il titolo di regina del continente contro il Real Madrid. Sulla carta era un incontro proibitivo, in pratica dopo il fischio d'inizio non ci fu storia: i bianchi di Spagna caddero grazie a una doppietta di Mazzola e a un gol di Milani. il vero capolavoro, però, lo fece la difesa: Tagnin e Guarneri si incollarono ai temutissimi Di Stefano e Puskas annullandoli, proprio come aveva previsto Helenio Herrera. A Milano la bacheca dell'Inter si arricchì della sua prima coppa europea. [da I numeri di una leggenda]

Marcatori: Mazzola (I) al 43' p.t.; Milani (I) al 17', Felo (R) al 24', Mazzola (I) al 31' s.t.

Inter: Sarti; Burgnich, Facchetti; Tagnin, Guarneri, Picchi; Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Corso. All.: Herrera.

Scriveva, sulla Gazzetta, Gualtiero Zanetti: "La prova odierna è stata di una razionalità tattica, di un'intelligenza tecnica come mai ci era accaduto di vedere e pensiamo che l'Inter abbia giocato la sua miglior partita nel giorno più giusto."


26 settembre 1964
Coppa Intercontinentale 1964: Inter-Independiente 1-0

Il regolamento quell'anno prevedeva l'incontro in Europa, a Madrid, per alternanza e, in caso di parità, ci sarebbero stati i tempi supplementari, al termine dei quali (in caso di ulteriore parità) sarebbe stata favorita  l'Inter, dato che aveva segnato un gol in più. Per gli argentini era obbligatorio uno schieramento  offensivo. Sono passati tre giorni dal precedente incontro: Helenio Herrera, dovendo fare a meno di Mazzola, in cattive condizioni fisiche, lo sostituisce con Peiró. Fuori Burgnich, infortunato, Herrera mette Malatrasi come terzino e Tagnin in mediana. Sotto la pioggia e contro un avversario fisicamente superiore e sostenuto dal pubblico, l'Inter dà vita ad una grande prestazione. Gli argentini vanno all'attacco, ma lasciando spesso l'iniziativa ai nerazzurri. Nel secondo tempo l'assalto diventa ancora più consistente, costringendo Suarez ad arretrare. Solo Corso riesce a  tenere  la squadra in piedi. A cinque minuti dalla fine Bernao segna, ma l'arbitro annulla per fuorigioco. Si va ai supplementari, dove l'azione del gol premia la superiorità nerazzurra: una centrata lunga di Milani viene tenuta miracolosamente in campo da Peiró, procurando a Corso l'occasione per il gol e consegnando la coppa all'Inter.

Marcatori: Corso (I) al 5' (2 supp).

Inter: Sarti; Malatrasi, Facchetti; Tagnin, Guarneri, Picchi; Domenghini, Peirò, Milani, Suarez, Corso. All.: Herrera.


12 maggio 1965
Coppa dei Campioni 1963-1964: Inter-Liverpool 3-0 (primo tempo 2-0)

Il suo punto più alto la Grande Inter lo toccò con la Coppa dei Campioni del 1965, dove però la vera impresa nerazzurra arrivò in semifinale. Di fronte c'era il Liverpool del "santo" St. John, e l'andata fu disastrosa: sconfitta per 3-1 in Inghilterra. il ritorno pareva essere una formalità per i Reds, non così per l'Inter che bruciava dalla voglia di riscattarsi. San Siro era strapieno, 82.000 persone a incitare l'Inter. Aprì le marcature Corso su punizione, un minuto dopo Peirò rubò palla al portiere Lawrence e segnò il 2-0. Il tris nella ripresa fu di Facchetti: Liverpool fuori. La finale con il Benfica, il gol di Jair e la seconda Coppa dei Campioni nascono soprattutto da qui. [da I numeri di una leggenda]

Marcatori: Corso all'8', Peirò al 9' p.t.; Facchetti al 17' s.t.

Inter: Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso. All.: Herrera.

Gualtiero Zanetti scriveva sulla Gazzetta: "Herrera aveva detto che non bisognava farli segnare e nel contempo occorreva attaccarli allo scopo di annullare lo svantaggio. Anche stavolta gli è andata bene, in tutto."


27 maggio 1965
Coppa dei Campioni 1964-1965: Inter-Benfica 1-0

L'Inter si conferma la numero uno fra le 31 squadre partecipanti all'edizione 1964-1965 del torneo e, vincendo due edizioni consecutive della Coppa dei Campioni, emula l'impresa di Real Madrid e Benfica.  Dopo l'andata persa a Liverpool e il successivo miracolo di San Siro, la finale si gioca a Milano contro il Benfica, fortissimo, arrivato alla sua quarta finale negli ultimi cinque anni. I portoghesi nei quarti a Lisbona hanno annientato il Real Madrid per 5-1. Il Benfica è però infastidito dalle condizioni del terreno di San Siro, ai limiti della praticabilità a causa della pioggia torrenziale. Lo spettacolo, anche a causa del campo poco adatto allo stile di gioco del Benfica, non è esaltante, ma l'Inter sfrutta la situazione in modo eccellente: chiude ogni spazio alle offensive avversarie e riparte in contropiede, con Peirò, Jair e Mazzola. Alla fine del primo tempo, un tiro di Jair riesce ad ingannare il portiere Costa Pereira, battendo i portoghesi 1-0 e regalando alla Grande Inter la seconda Coppa dei Campioni consecutiva.

Marcatori:  Jair al 42' p.t.

Inter: Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso. All.: Herrera.


8 settembre 1965
Coppa Intercontinentale 1965: Inter-Independiente 3-0 (primo tempo 2-0)

Ancora coppa intercontinentale, ancora l'Independiente. Dopo la sfida infinita dell'anno prima (una vittoria per parte e spareggio terminato ai supplementari grazie a una rete di Corso), i nerazzurri si ritrovarono di fronte il club di Avellaneda. Ma stavolta erano decisi a chiudere prima la pratica. La gara di andata a Milano fu un massacro per i sudamericani: Peirò andò a bersaglio dopo due minuti, poi la doppietta di Mazzola chiuse la contesa ma l'Inter continuò a dare spettacolo e avrebbe potuto segnare il doppio. Al ritorno in Argentina a Herrera bastò difendere il vantaggio: finì 0-0, il pubblico locale s'infuriò ma per l'Inter fu un altro trofeo da alzare al cielo. [da I numeri di una leggenda]

Marcatori: Peirò al 2', Mazzola al 23' p.t.; Mazzola al 15' s.t.

Inter: Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Jair, Mazzola, Peirò, Suarez, Corso. All.: Herrera.

Emilio Violanti scriveva così sulla Gazzetta: "Subito dopo il gol in apertura l'Independiente deve scoprirsi, è fatale; ed i nerazzurri possono operare di rimessa ... Il gioco esplode letteralmente in un fuoco pirotecnico di invenzioni, con lo spettacoloso Peirò ad infuriare, con Mazzola e Jair incontenibili, in una frenesia di manovra, magari un po' disordinata, ma che trascina all'entusiasmo."


20 ottobre 1971
Coppa dei Campioni 1971-1972: Borussia M.-Inter 7-1 (primo tempo 5-1)

La peggior gara dell'Inter nella sua storia europea è forse l'unica che non è mai stata consegnata ufficialmente agli annali. Sul 2-1 per i tedeschi, infatti, una lattina di Coca-Cola lanciata dagli spalti centrò in pienasegna, costretto a uscire in barella. Poi il Borussia Moenchengladbach, che già stava imperversando sui nerazzurri, dilagò oltremisura. Ma nonostante i regolamenti Uefa non contemplassero la responsabilità oggettiva, in base alla quale un club deve rispondere del comportamento dei suoi tifosi, l'avvocato Peppino Prisco, vicepresidente nerazzurro, riuscì ad ottenere dall'Uefa la ripetizione della gara. Nel frattempo si era giocato il ritorno, 4-2 a San Siro. All'Inter dunque bastava resistere, e così fece: la ripetizione in Germania finì 0-0. Una brutta macchia prontamente cancellata, insomma. [da I numeri di una leggenda]

Marcatori: Heynckes (B) al 7', Boninsegna (I) al 18', Le Fevre (B) al 19' e al 39', Netzer (B) al 45', Heynckes (B) al 48' p.t.; Netzer (B) al 6', Sieloff (rig. B) al al 37' s.t.

Inter: Vieri (Bordon dal 1' s.t.); Oriali, Facchetti; Bedin, Giubertoni, Burgnich; Jair, Fabbian, Boninsegna (Ghio dal 29' del p.t.), Mazzola, Corso. All.: Invernizzi.

Giorgio Mottana scriveva sulla Gazzetta dello Sport: "L'Inter, travolta sul campo, potrebbe essere salvata dal regolamento. Quando Boninsegna è stato colpito, lo svantaggio dell'Inter era ancora di misura, qui si può supporre (naturalmente con beneficio d'inventario) che lo choc conseguente alla perdita del centravanti abbia influito la sua parte sulla disfatta morale oltre che tecnica dell'Inter."


23 novembre 1988
Coppa Uefa 1987-1988: Bayern Monaco-Inter 0-2 (primo tempo 0-0)

Imbattuta in campionato, difesa solida, bocche da fuoco implacabili. L'Inter 1988-89 di Trapattoni e dei due tedeschi viaggiava come un treno, e confezionò all'andata degli ottavi di finale di coppa Uefa una delle più belle partite nerazzurre in Europa. A Monaco di Baviera tenne duro per tutto il primo tempo, poi sbloccò il risultato con il suo bomber Serena e guadagnò applausi a scena aperta per il gioiello di Nicola Berti, che rubò palla quasi nella sua area e cavalcò da solo per tutto il campo fino a battere Aumann per la seconda volta. Tutto bello fino al ritorno, quando l'Inter vanificò tutto perdendo in casa per 1-3 e uscendo dalla coppa. Ma il ricordo dell'andata resta indelebile. [da I numeri di una leggenda]

Marcatori: Serena al 15', Berti al 26' s.t.

Inter: Zenga; Bergomi, G.Baresi; Brehme, Ferri, Verdelli; Bianchi, Berti, Matteoli, Matthäus, Serena. All.: Trapattoni.

Lodovico Maradei, sulla Gazzetta, scriveva: "L'Inter è stata perfetta ieri sera: ha bloccato e irretito gli avversari per tutto il primo tempo impedendone ogni movimento al punto che Zenga non ha dovuto effettuare neppure un intervento degno di questo nome, e quando nella ripresa il Bayern si è gettato avanti a testa bassa lo ha infilato senza pietà."


28 maggio 1989
Campionato 1988-1989: Inter-Napoli 2-1 (primo tempo 0-1)

Trapattoni sa che lo scudetto è a un passo e non intende rischiare, mentre il Napoli parte grintoso.   L'allenatore dell'Inter inserisce Baresi al posto di Bianchi, per tentare di procurare il punto necessario per arrivare al traguardo. Ecco però che, al 36’ del primo tempo, Careca segna e a San Siro ci si comincia a preoccupare per l'eccessiva prudenza dell'allenatore. Nel secondo tempo, Baresi lascia il posto a Bianchi  e la squadra, nella sua formazione classica, comincia a giocare sul serio. Al 49’, un tiro al volo di Berti viene deviato in porta da Fusi, facendo arrivare il pareggio. All’83’ il gol di Lothar Matthäus, su punizione, sancisce la vittoria dell'Inter e, con la vittoria, lo scudetto. Da qui, la gioia dei tifosi è incontenibile: attendevano questo momento da circa 10 anni (1979-80). Di quella squadra rimanevano solo Baresi e "lo zio" Bergomi, che però in quel campionato 1988-89 giocò solo una partita in coppa Italia.

Marcatori: Careca al 36' p.t.; Fusi (Aut.) al 49', Matthaus al 83' s.t.

Inter: Zenga, Bergomi, Brehme, Berti, Baresi (46’ Bianchi), Ferri, Mandorlini, Matteoli, Diaz (89’ Verdelli), Matthäus , Serena. All.: Trapattoni.


8 novembre 1990
Coppa Uefa 1989-1990: Inter-Aston Villa 3-0 (primo tempo 1-0)

Altro ribaltone storico firmato Inter, ancor più prezioso se si pensa che alla fine i nerazzurri conquisteranno la coppa Uefa. Eppure, dopo la sconfitta dell'andata dei sedicesimi in Inghilterra per 2-0 contro l'Aston Villa di David Platt e Tony Cascarino, nessuno ci credeva. Come da copione in questi casi, l'Inter segnò subito (con Klinsmann) e poi dilagò nella ripresa con Berti e Bianchi. Fu una vittoria targata Trapattoni, bravo a tenere unita la squadra, ma soprattutto Matthäus, leader tecnico ed emotivo di un gruppo che oltre alle qualità calcistiche aveva anche quella di non mollare mai. [da I numeri di una leggenda]

Marcatori: Klinsmann al 7' p.t.; Berti al 17', Bianchi al 29's.t.

Inter: Zenga; Bergomi, Brehme; Berti (Mandorlini dal 36' s.t.), Ferri, Battistini (Paganin dal 1' s.t.); Bianchi, Pizzi, Klinsmann, Matthäus, Serena. All.: Trapattoni.

Scriveva Alberto Cerruti, sulla Gazzetta: "Venticinque anni dopo la grande rimonta sul Liverpool, ecco il graditissimo bis sull'Aston Villa. Allora furono Corso, Peirò e Facchetti a siglare uno storico 3-0. Stavolta tocca a Klinsmann, Berti e Bianchi firmare un esaltante 3-0 che rilancia l'Inter verso nuovi orizzonti in coppa e, perchè no, in campionato."


26 aprile 1994
Coppa Uefa 1993-1994:
Inter-Salisburgo 1-0 (primo tempo 0-0)

La Coppa UEFA 1993-1994 è stata la 23ª edizione dell'omonima competizione e fu vinta dall'Inter nella doppia finale contro la squadra austriaca del Salisburgo. Questa vittoria indusse la UEFA a concedere all'Inter una wild card, permettendole di partecipare all'edizione successiva del torneo anche se in campionato non aveva raggiunto un piazzamento sufficiente per la qualificazione.

Marcatori: Jonk al 17' s.t.

Inter: Zenga; A. Paganin, Fontolan, Ferri (dal 22' s.t. s.v. Jonk), Bergomi, Battistini, An. Orlando, Manicone, Berti, Bergkamp, M. Paganin (dal 45' s.t.s.v. Sosa). All.: Marini

Dal Corriere della Sera del 12 maggio 1994, articoli di Giancarlo Padovan e Fabio Monti: 
Coppa Uefa. Grande festa per 80. 000 a San Siro: i nerazzurri conquistano il trofeo aggiudicandosi anche la finale di ritorno: Finalmente Inter, grazie a Zenga. Inter vs Salisburgo 1 a 0. Marcatore: Jonk. Il portiere in partenza salva la Coppa Uefa. Un palo e il gol di Jonk spengono il Salisburgo.

MILANO . Non ha voluto l' Inter. Ma qualcuno per lei, lassù o quaggiù. Coppa Uefa tra cielo e terra: di dolorosissima gioia, di specialissima disperazione. Non vince l'Inter nonostante il tabellino dica Jonk al 17' della ripresa, ma non vince neanche il Salisburgo, accompagnato dalla maledizione dei deboli. Vince invece Walter Zenga, solo, gigantesco ed eccessivo che para durante la partita e salta verso la gente alla fine scegliendo, tra tutti, la sola (sua moglie) che ha creduto in lui. La notte matta e sballatissima delle feste comincia dove finisce Zenga, che ieri con l' Inter ha chiuso, ripiegando le sue ali caricate dal piombo cattivo di questi mesi sbagliati. Ora la gente canta: non vuole Pagliuca. Prima, passata la mezz' ora della ripresa, si erano alzati tutti gli ottantamila a battergli le mani e a inchiodarlo con gli applausi. Troppo tardi, ormai. La Coppa Uefa viene alzata dall' Inter dopo la vittoria più controversa e contraddittoria: il Salisburgo aveva subito nel primo tempo per propria indisponibilità , ma nel secondo avrebbe meritato il vantaggio (un doppio palo interno e' da cineteca dei record) e, alla fine, almeno il supplementare. L' Inter ha giocato decentemente per un tempo durante il quale ha sbagliato molto. Poi si e' aggrappata alla sorte: la sorte ha voluto, l' Inter no. Eppure, la squadra non si era messa nelle condizioni di avere paura, e quindi di rischiare, fino a quando ha pensato di poter segnare al Salisburgo il gol che le avrebbe certificato la Coppa Uefa. La felice conseguenza e' che dal 5' del primo tempo (quando Aigner appoggia stoltamente in mezzo fornendo a Sosa l' anticipo per una conclusione centrale smanacciata via da Konrad) fino al 33' (quando un destro di Hutter dai 30 metri richiede che Zenga voli, prima di un tentativo di immolazione contro il palo di destra) c'e' una sola squadra che può decidere con anticipo del proprio destino e questa squadra e' l'Inter. Sarebbe sufficiente riscuotere da Bergkamp quanto la sua bravura fa presumere per chiudere tutto al 12' : lancio di Orlando, l' olandese biondo supera d' infilata una difesa sguarnita e mal disposta, poi sfodera un tiro macilento che scivola oltre Konrad e il palo di sinistra. Oppure basterebbe sintetizzare il più didascalico dei contropiede (due contro due) che proprio Bergkamp, mettendoci la testa, avvia. E che Sosa rifinisce con un assist profondo. Ma che ancora Bergkamp riduce a una conclusione centrale, senza senso, senza forza. Non c' e' neppure Berti, come se stingesse sotto la pioggia: un assist di Bergkamp al 33' lo vede mancare in pieno lo stop in area, quando tra se' e il portiere ci sarebbero una manciata di metri senza avversari. Il Salisburgo conferma la sua acclarata modestia tecnica in un contesto tattico rilevante: vero, quindi, che alcune occasioni nerazzurre sono frutto di pedestri svarioni difensivi e per di più in fase di possesso palla (al 40' Sosa non si avvantaggia di un errore di Weber), ma vero anche che la minima concessione degli spazi produce un movimento uniforme della squadra che fa rinculare l' Inter fino al crepaccio dell' area. Il Salisburgo prova con i tiri da lontano per due ragioni: perché una manovra avvolgente non e' nella logica del tecnico Baric e, soprattutto, perché il pallone zuppo pesa di più . Ed e' rotolando con tutte le sue sordide insidie che la palla vola due volte in meno di un minuto verso la porta: Zenga para a terra al 6' (tiro di Feiersinger) e devia con la spinta dei reni al 7' (conclusione di Artner). Sarebbe invece battuto, e due volte, sull' iniziativa di Marquinho dal centro destra, fuori area: un tiro che colpisce prima il palo di destra e poi quello di sinistra. La carambola si spegne, miracolosamente, al centro di una mischia ringhiosa. Nel contempo accende l' inesplorato furore austriaco che butta l' Inter prima ai margini della partita, poi nella prostrazione più nera. Dall' accerchiamento psicanalitico, l' Inter esce prima con una girata di Bergkamp (16' , para Konrad) e, un minuto dopo, con il gol di Jonk che, defilatissimo a sinistra, scodella di destro un servizio smarcante di Sosa. Eppure non basta perchè la partita e' completamente nelle mani del Salisburgo che ha tutto in più : energia, per cominciare, poi motivazioni, infine una mobilità sufficiente per infilare l' Inter da ogni versante. Così e' ancora Zenga a salvare il successo con due zoccolate d' istinto (Feiersinger al 26' e Lainer al 30' ), mentre il resto della squadra e' una macchia indistinguibile. Finisce avanti per forza d' inerzia, finisce fuori (collasso da stress) Fontolan. Nonostante tutto, in fondo a tutto, la felicità e' viva.  

Difesa targata Bergomi. Bergkamp non convince.
MILANO. La notte dell' Inter e' la notte di Zenga. L' Inter, tradita da centrocampisti e attaccanti, resta a galla grazie a Bergomi e ai difensori. ZENGA 9. Si rivede l' uomo ragno. Tutto come ai vecchi tempi. Fa il libero (22'), quando tutta l' Inter e' troppo avanti e previene il contropiede austriaco; compie una gran parata su conclusione da 30 metri di Hutter (33'). I tifosi sono ancora con lui e glielo urlano per tutta la partita, soprattutto quando salva con un mezzo miracolo al 7' della ripresa su Artner. Quando non ci arriva, sono i pali a fargli la grazia. E che grazia! Poi si salva due volte con i piedi. Per essere la notte dell' addio, e' costretto agli straordinari. San Siro lo sa e si alza in piedi ad applaudirlo (32'). ... BERGOMI 7. Gran primo tempo: puntuale, tempestivo, sempre in anticipo sull' avversario. Non sbaglia quasi niente e anche nei momenti peggiori non si fa mai travolgere. ...
 


14 aprile 1998
Coppa Uefa 1997-1998: Spartak Mosca-Inter 1-2 (primo tempo 1-1)

Quando Ronaldo arriva in Italia, vince il primo dei due Palloni d’Oro della sua carriera. Non vince lo scudetto, ma il suo contributo alla vittoria della Coppa Uefa che l'Inter si aggiudicherà contro la Lazio sarà indiscutibile e fondamentale. Prima però, in semifinale, i nerazzurri devono incontrare lo Spartak Mosca. Il 14 Aprile 1998, nonostante la neve e il gelo di Mosca, Ronaldo non accusa affatto il consueto calo di rendimento che i giocatori brasiliani spesso avvertono nelle regioni o nei periodi più freddi. Ronnie sembra quasi danzare sul bianco del campo moscovita, perfettamente a suo agio. I russi passano inizialmente in vantaggio ma l'Inter, nonostante il 2-1 a Milano nella gara di andata, non si impressiona più di tanto, perchè dalla sua ha "il Fenomeno" che, al 44′ del primo tempo, si trova al momento giusto nel posto giusto  e segna. Ma il Fenomeno non è ancora soddisfatto: l' 1-1 non gli basta. Sartor al 75′, su rimessa laterale, gli passa la palla e Ronaldo, sbarazzandosi con leggerezza del suo marcatore che  cerca inutilmente di anticiparlo, avanza sino al limite e chiede l’uno-due a Zamorano. Il cileno, suo fedele compagno d’attacco, gli rende il pallone al brasiliano, che nel frattempo, muovendosi con leggerezza sul prato ghiacciato, si era liberato di altri due russi. La palla gli arriva sul piede e Ronnie, con uno stop a seguire, si libera dell’ultimo suo avversario. Ora tra lui e la porta c’è solo l’estremo difensore russo, ma il geniale brasiliano, invece di tirare con la suola della scarpa, sposta la palla dal piede destro al sinistro. Il portiere dello Spartak scivola sul ghiaccio e non gli rimane che vedere il pallone in rete.

Marcatori:  Tikhonov (S) all'11', Ronaldo (I) al 44' p.t.; Ronaldo (I) al 75' s.t.

Inter: Pagliuca; Colonnese, Bergomi, Sartor, West, Moriero (Fresi al 65'), Cauet,  Simeone, J.Zanetti, Zamorano (Kanu all'80'), Ronaldo (Recoba all'83'). All.: Simoni.


6 maggio 1998
Coppa Uefa 1997-1998: Inter-Lazio 3-0 (primo tempo 1-0)


Un campionato, quello 1997-1998, perso tra veleni e polemiche contro la Juventus. Ma all'Inter rimaneva ancora un obiettivo: la finale di coppa Uefa, in gara secca, a Parigi, contro la Lazio. E i nerazzurri di Gigi Simoni non hanno steccato l'obiettivo. Subito a segno con Zamorano, dominarono la partita e arrotondarono il risultato nella ripresa con Zanetti e Ronaldo. Il brasiliano fu imprendibile per Nesta, e colpì (come il suo compagno di reparto cileno) anche un palo. Roberto Mancini, che poi avrebbe allenato i nerazzurri, venne fermato dalla assidua marcatura di Colonnese. Per la terza volta negli anni '90, l'Inter fece sua la coppa Uefa. [da I numeri di una leggenda]

Marcatori: Zamorano al 4' p.t.; J.Zanetti al 15', Ronaldo al 25' s.t.

Inter: Pagliuca; Fresi; Colonnese, West, J.Zanetti; Winter (Cauet dal 24' s.t.), Ze Elias, Djorkaeff (Moriero dal 24' s.t.), Simeone; Ronaldo, Zamorano (Sartor dal 29' s.t.). All.: Simoni.

Alberto Cerruti, sulla Gazzetta, commentava così: " La Lazio alla fine non può fare altro che inchinarsi sportivamente alla schiacciante superiorità della squadra di Simoni, il primo artefice di questo successo europeo. ... La coppa Uefa non deve essere considerata un semplice zuccherino di consolazione, specie per il modo con cui è stata conquistata."


25 novembre 1998
Champions League 1998-1999: Inter-Real Madrid 3-1 (primo tempo 0-0)

Un articolo del 25 novembre '98 da Raisport.Rai.it: L'Inter ritrova Ronaldo e Baggio firma il trionfo L'Inter ritrova Ronaldo e con il brasiliano anche il gusto della vittoria. Ma le reti decisive sono firmate da Baggio e c'è grande gioia a San Siro (78.829 paganti, oltre 5 miliardi di incasso). Con questa vittoria,l'Inter scavalca il Real Madrid ed è prima nel girone. L'ultimo turno a Graz non sembra proibitivo. Primo tempo con diverse occasioni sciupate da interisti e madrileni, poi (50') un tiro di Ronaldo è deviato da Zamorano che consuma la vendetta dell'ex. Dopo 8', guizzo di Savio e pareggio dell'ex sampdoriano Seedorf. La classe di Baggio (85' e 95') firma una serata di livello.
I goal -
6' st: Ronaldo riceve palla fuori area, carica il destro e tira da 20 metri. Zamorano in area tocca forse involontariamente e la deviazione inganna Illgner: la palla entra in rete rasoterra alla sinistra del portiere. - 14': ottimo spunto di Savio, che sul lato sinistro dell'area si libera di West e crossa nell'area piccola, dove Seedorf e' pronto a deviare in rete di testa. - 41': grande iniziativa in percussione di Simeone. L'argentino serve Baggio, che si allarga e calcia spiazzando Illgner. Per l'entusiasmo si toglie la maglia e viene ammonito. - 50': ancora Simeone lancia in contropiede Baggio, solo davanti a Illgner in uscita. Doppia finta sul portiere e palla scodellata in porta.

Marcatori: Zamorano (I) al 6', Seedorf (R) al 14', Baggio (I) al 41', Baggio (I) al 50' s.t.

Inter: Pagliuca; Collonese, Bergomi, Galante, West, Moriero (J. Zanetti dal 57’), Winter, Paulo Sousa (Cauet dal 75’), Simeone, Ronaldo, Zamorano ( Baggio dal 68’). All.: Simoni.


5 maggio 2002
Campionato 2001-2002: Laio-Inter 4-2 (primo tempo 2-2)

Un punto di vantaggio sulla Juve, due sulla Roma, e un'ultima giornata di campionato in casa della Lazio con l'Olimpico (pubblico casalingo compreso) tutto schierato per i nerazzurri. I tifosi dell'Inter pensavano di avere lo scudetto già in tasca, specie quando, dopo 12', Vieri siglò la rete del vantaggio. Poi qualcosa cominciò ad andare storto. Si scatenò in ceco Poborsky, con due gol inframezzati dal momentaneo 1-2 di Di Biagio. Intanto la Juve vinceva a Udine, e il pareggio all'intervallo significava secondo posto. L'Inter sentì il peso della paura, che nella ripresa si fece realtà: l'ex Simeone segnò il 3-2 quasi disperandosi, e più tardi arrivò il 4-2 di Inzaghi. Pubblico ammutolito, giocatori in lacrime, Moratti impietrito. L'Inter finì terza, scavalcata anche dalla Roma. Il dramma del 5 maggio è compiuto. [da I numeri di una leggenda]

Marcatori: Vieri (I) al 12', Poborsky (L) al 20', Di Biagio (I) al 24', Poborsky (L) al 45' p.t.; Simeone (L) all'11', S.Inzaghi (L) al 28' s.t.

Inter: Toldo; J.Zanetti, Cordoba, Materazzi, Gresko; Conceicao (Dalmat dal 15' s.t.), Di Biagio, C.Zanetti (Emre dal 28' s.t.), Recoba; Ronaldo (Kallon dal 33' s.t.). Vieri. All.: Cuper.

Lodovico Maradei, sulla Gazzetta dello Sport: "Inter vittima dei suoi errori, tra i quali, gigantesco, quello di aver creduto che la partita decisiva era vinta prima di giocarla. Un tonfo terribile stampato sui volti di Ronaldo piangente in panchina e di Moratti pietrificato in tribuna. Dal primo posto al terzo in pochi minuti; dallo scudetto all'obbligo dei preliminari di Champions."


17 settembre 2003
Champions League 2002-2003: Arsenal–Inter 0-3 (primo tempo 0-3)

Un articolo da Repubblica.it del 17 settembre 2003: Prima vittoria di una squadra italiana sul campo di Londra. Gol di Cruz, Van der Meyde e Martins nel primo tempo. Inter, impresa all'Highbury: tre reti e Arsenal travolto. Inglesi mai in partita, Toldo para un rigore a Henry.

LONDRA - Capolista in campionato senza convincere, stratosferica al debutto in Europa. L'altra faccia dell'Inter, quella che sa anche produrre gioco di prima qualità, sfata il tabù dell'Highbury ed entra nella storia per essere la prima italiana a passare sul terreno dell'Arsenal, messo al tappeto con un sonoro 0-3 al termine di un incontro che rilancia le quotazioni dei nerazzurri e di Hector Cuper, del tutto riabilitato dopo i "fatti" di Siena.
Massimo Moratti, seduto in tribuna, passa i primi 45 minuti a stropicciarsi gli occhi. Mai l'Inter nell'era Cuperaveva dato uno spettacolo di forza così perentorio.
Senza Vieri, Recoba, Coco e Brechet, i nerazzurri si giovano dell'innesto sulla fascia di Kily Gonzalez e del duo d'attacco formato da Cruz e Martins, la torre e il motorino. Nonchè di un Toldo insuperabile e di un Cristano Zanetti mastino inesauribile del centrocampo.
Morale: 0-3 per l'Inter già nel primo tempo, con i Gunners sconvolti ed umiliati, incapaci di raddrizzare l'inerzia dell'incontro nonostante la magnanimità dello spagnolo Gonzalez, che al 32' punisce con un rigore una mini-spinta di Materazzi su Ljungberg: Toldo si supera e manda in corner la battuta di Henry. L'Inter, in quel momento, aveva già messo in cassaforte il doppio vantaggio, dopo una incursione sventata da Lehman di Oba Oba e una percussione di Ljungberg conclusa con un debole sinistro.
L'Inter inizia il suo show al 21': Martins spizza di testa per Cruz, il "giardiniere" entra in area e supera l'estremo biancorosso con un abile tocco da sotto. Passano 3' e arriva la seconda mazzata per l'Arsenal: Kily Gonzalez crossa dalla sinistra, la sfera arriva a Van der Meyde che, coordinandosi al volo, piega le mani di Lehmann con un destro al fulmicotone. Finita? No, perchè al 41' arriva lo 0-3: Emre si incunea centralmente per servire Martins, il baby nigeriano difende palla per poi siglare di sinistro. Capriole a gogò, Inter in paradiso, Highbury in mesto silenzio.
Nella ripresa l'Arsenal comincia a testa bassa ma senza costrutto, Wenger tenta l'"esorcismo" inserendo due ex come Bergkamp e Kanu, con Cuper che risponde con Lamouchi e Helveg. Henry è tanto fumo e poco arrosto, Lehmann si distende al 31' su una punizione di Cruz. Toldo non si distrae e, al 36', compie un mezzo miracolo sul "povero" Henry per poi stoppare, al 41', un tentativo di Bergkamp. In pieno recupero Kallon, da poco entrato, ha la palla buona per il poker ma è il legno a dirgli di no (Martins spedisce poi alle stelle il tap-in). L'Inter può però "accontentarsi": l'Arsenal ricorderà questa serata per lungo, lunghissimo tempo.

Marcatori: Cruz (I) al 22', Van der Meyde (I) al 24', Martins (I) al 41'p.t.

Inter (4-4-2): Toldo; J.Zanetti, Cannavaro F., Materazzi, Cordoba, Van der Meyde (Helveg dal 25' s.t.), Zanetti C., Emre (Lamouchi dal 21' s.t.), Kily Gonzales, Cruz (Kallon dal 39' s.t.), Martins. A disp.: Fontana, Adani, Okan, Luciano. All.: Cuper. Rigore parato al 32' da Toldo.


9 gennaio 2005
Campionato 2004-2005: Inter–Sampdoria 3-2 (primo tempo 0-1)

Un articolo da Repubblica.it del 9 gennaio 2005: Sei minuti straordinari degli uomini di Mancini: Martins, Vieri e Recoba portano la squadra dallo 0-2 al 3-2. Terza vittoria consecutiva. Inter, rimonta da fantascienza. Sampdoria, dal sogno all'incubo. I blucerchiati hanno controllato la gara fino ai minuti finali. Poi l'incredibile ritorno dei nerazzurri: quarto posto assoluto.
MILANO - Non va l'Inter di Adriano, fa i miracoli quella col trio Vieri, Martins Recoba. In sei minuti finali che passeranno alla storia delle cose straordinarie del calcio, una bella Sampdoria vede prima sfilarsi dalle mani la vittoria e, poi, addirittura il pareggio. Finisce 3-2 per i nerazzurri che hanno il merito di averci creduto fino in fondo. Finisce con i settemila tifosi blucerchiati che non credevano ai loro occhi vedendo la Samp avanti di due gol a San Siro e non possono credere di aver perso questa partita. Finisce con Mancini che fa i pugnetti e porta a casa il ventinovesimo risultato utile consecutivo e la terza vittoria di seguito consolidando il quarto posto e le speranze di qualcosa di meglio di là da venire. Finisce con il pubblico di san Siro letteralmente spossato dalle emozioni. Ma questa, signori, è l'Inter.
Un'Inter che ha attaccato bene anche nel primo tempo ma ha trovato sulla sua strada una difesa blucerchiata ordinatissima e precisa e un Antonioli straordinario su Cambiasso, Adriano, Vieri e chiunque altro ci provasse.
Ma la Samp ha il merito di non stare a guardare. Ad ogni azione nerazzurra, c'è sempre una ripartenza sufficientemente pericolosa da tenere in ansia la retroguardia di Mancini. Gli uomini di Novellino danno sempre la sensazione di sapere esattamente cosa fare, di essere più forti mentalmente: proprio la dote che mancherà loro nello straordinario finale.
Comunque, quando mancano 3 minuti alla fine del primo tempo, la Samp passa: Diana si allarga a destra e crossa dall'altra parte. Arriva Tonetto, Cordoba lo perde di vista e il terzino (che aveva segnato due domeniche fa a Lecce) incrocia benissimo sul palo più lontano. Toldo non se l'aspetta e la palla sbatte sulla base del legno ed entra in porta.
Nella ripresa, i nerazzurri ripartono a testa bassa. Adriano si dà molto da fare, ma è chiaramente stanco. Al 12', comunque, è lui che si trova il pallone sul destro e spara. Falcone s'immola per salvare ed esce con uno stiramento all'inguine. Entra Pavan e, forse, la Samp perde qualcosa in difesa.
Ma, per un po' nessuno se ne accorge. Esce Zanetti per Martins, ma l'Inter non riesce a trovare sbocchi. Anzi, al 36, la Samp raddoppia: grande azione in contropiede. Flachi, di tacco, apre a Tonetto che lancia Kutuzov: il bielorusso entra in area da sinistra, resiste a una carica e batte Toldo.
Qualunque squadra, a questo punto, se ne sarebbe andata a casa. Non questa incredibile Inter di Mancini. Il quale si ricorda finalmente di Recoba e lo manda in campo. Ed è l'uruguaiano, al 42' a dare ai suoi compagni la sensazione e l'idea che qualcosa si può ancora fare: sinistrone da fuori e palla che si stampa sul palo alla destra di Antonioli.
E qui comincia lo show finale. Un minuto dopo, su percussione centrale, delizioso tocco in controtempo di Martins: palla nell'angolino basso a sinistra di Antonioli: 1-2.
Ed è lo stesso Martins a crederci fino in fondo su una palla vagante vicino alla linea di fondo. Forse usa le maniere forti su un difensore ma, comunque, riesce a rimettere al centro in acrobazia. Tutti fermi e Vieri la butta dentro.
A questo punto i blucerchiati non ci sono più con la testa e la nemesi si abbatte su di loro. La vendetta di Mancio porta il nome del suo non precisamente adorato "Cino" Recoba che dimostra grande professionalità e attaccamento alla maglia. Tremenda sberla bassa dal limite dell'area e palla nell'angolo destro di Antonioli. Vince l'Inter. Per la Samp un colpo durissimo. Novellino non può rimproverare granché ai suoi (prima sconfitta, in questo modo, poi, dopo sei partite utili di seguito): dovrà lavorare molto per scacciare quei sei minuti dai loro incubi.

Marcatori: Tonetto (S) al 43'pt; Kutuzov (S) al 38', Martins (I) al 43', Vieri (I) al 46',  Recoba (I) al 47' s.t.

INTER (4-3-1-2): Toldo; J.Zanetti, Cordoba, Materazzi, Favalli; C.Zanetti (19'st Martins), Cambiasso, Stankovic; Emre (38'st Karagounis); Vieri, Adriano (32'st Recoba). In panchina: Fontana, Burdisso, Coco, Ze Maria. All.: Mancini


28 ottobre 2006
Campionato 2006-2007:
Milan-Inter 3-4 (primo tempo 0-2)

Un articolo da Repubblica.it del 28 ottobre 2006: Il gruppo Mancini va in vantaggio, soffre e batte i rossoneri (4-3) Materazzi esulta e viene espulso. Emozioni e raffica di reti. Milano, spettacolo e gol a San Siro. All'Inter derby e primato in classifica.
MILANO - Il derby lo vince l'Inter. Che va in vantaggio, subisce la rabbia del Milan ma alla fine porta a casa i
tre punti che confermano il primato in classifica. Un 4-3 bellissimo, specie quando il Milan cambia faccia, all'inizio della ripresa. Ma complessivamente gioca meglio l'Inter per un'ora: la squadra nerazzurra ha in Stankovic il protagonista assoluto. Il gruppo Mancini manda in gol Crespo, Stankovic, Ibrahimovic e Materazzi, uomini di tutti i reparti. Il Milan sfiora la rimonta impossibile con Seedorf, Gilardino e Kakà ma alla fine è battuto e con ogni probabilità, a -14 dalla vetta, dice addio a qualsiasi sogno scudetto.
Ancelotti conferma inizialmente Jankulovski terzino, lasciando Maldini in panchina. Un centrocampista in più, Ambrosini, e la coppia Kakà-Seedorf a sostegno di Inzaghi, unica punta vera.
Mancini davanti schiera Ibrahimovic e Crespo, con Stankovic centrale e Zanetti a sinistra nella linea mediana. Maicon e Grosso terzini esterni: una formula offensiva che paga, anche se è Stankovic l'uomo del derby. Una prestazione di alto livello, quella del serbo, che non fa respirare Pirlo, fornisce alla testa di Crespo con uno spiovente su punizione da destra la palla del primo gol nerazzurro al 17' e batte Dida cinque minuti dopo con un formidabile tiro alla destra del portiere rossonero. Poi nella ripresa è ancora Stankovic a offrire a Ibrahimovic la palla del terzo gol.
L'Inter comunque si dimostra più concreta del Milan. Ancelotti cercava in Ambrosini il toccasana in grado di fronteggiare il centrocampo nerazzurro. La mossa non è riesce: l'Inter prende il sopravvento e il Milan non riesce a dar forma concreta al suo tentativo di aggirare l'avversario con palleggi prolungati.
A parte un'occasione capitata a Kaladze (fuori da sinistra), una bella manovra di Jankuloviski e Kakà con gran tiro deviato da Julio Cesar, i rossoneri fanno poco. In realtà al 18' una fuga di Inzaghi che prende vantaggio su Materazzi e viene strattonato al limite fa montare lo scontento nei confronti dell'arbitro Farina che vede un fallo precedente dell'attaccante rossonero e poi lo ammonisce per proteste. Il direttore di gara è implacabile per tutta la partita e con tutte e due le squadre.
Nel secondo tempo Ancelotti ha toglie Inzaghi e Ambrosini schierando Gilardino e Maldini al posto di Jankulovski.
L'Inter segna subito il terzo gol al 2' su imbeccata di Stankovic per Ibrahimovic che spara rasoterra e Dida non trattiene.
Il Milan a questo punto reagisce alla grande: al 5' Seedorf segna con un tiro da fuori deviato. La partita diventa bellissima: Pirlo costringe J.Cesar a un'acrobazia, Gilardino ha un gol annullato per offside, l'Inter appare in affanno.
E allora Mancini fa entrare Burdisso (per Grosso) e Figo (per Dacourt) cambiando anche lui il volto alla squadra. Su punizione di Figo al 23' Materazzi segna di testa. Secondo l'arbitro esagera nell'esultanza: secondo giallo ed espulsione.
Al 30' Gilardino torna al gol dopo sei mesi, battendo J.Cesar di testa. Poi tocca a Seedorf e Cafu impegnare il portiere nerazzurro in strepitose parate. Al 46', a premiare un Milan che non molla fino all'ultimo, arriva il gol di Kakà, su respinta dell'estremo difensore interista.

Marcatori: Crespo (I) al 17', Stankovic (I) al 22' p.t.; Ibrahimovic (I) al 2', Seedorf (M) al 5', Materazzi (I) al 23',  Gilardino (M) al 31',  Kakà (M) al 46' s.t.

INTER : Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Materazzi, Grosso (Burdisso dal 15' s.t.); Vieira, Dacourt (Figo dal 15' s.t.), Zanetti, Stankovic; Ibrahimovic (Samuel dal 36' s.t.), Crespo. In panchina: Toldo, Cruz, Solari, Gonzalez.  All.: Mancini.
 


26 agosto 2006
Supercoppa di Lega 2006-2007: Inter-Roma 4-3 (primo tempo
1-3)

Un articolo da Repubblica.it del 26 agosto 2006: Figo decide ai supplementari, suo il gol del sorpasso a San Siro da 0-3 a 4-3, gran spettacolo nel primo trofeo della stagione. Supercoppa all'Inter, che rimonta. Roma a due facce, ha meno ricambi. I giallorossi segnano tre gol nei primi 34'. Bravo Aquilani. Poi la partita diventa solo nerazzurra. Chivu espulso.
MILANO - Il calcio italiano offre spettacolo e gol nella gara che assegnava il primo titolo della stagione, la Supercoppa. Inter-Roma termina 4-3 regalando al pubblico del "Meazza" spettacolo ed emozioni. Rocambolesca e sicuramente meritata la rimonta dei nerazzurri che dal 3-0 riescono a chiudere sul 4-3 regalando il trofeo a Massimo Moratti.
Un'Inter dai due volti: impacciata nel primo tempo, gagliarda nella ripresa. Per la Roma identico giudizio ma esattamente al contrario: pimpante nella prima frazione di gioco, inconcludente nella seconda.
Mancini schierava il classico 4-2-2 con Ibrahimovic e Adriano coppia offensiva. Vieira e Cambiasso a far diga centrocampo con la collaborazione di Stankovic e Figo, sulle fasce. La Roma di Spalletti con l'unica punta Totti, supportato dal trio composto da Mancini, Perrotta e Taddei. Non presente in campo, nè in tribuna Pizarro, ex in campo, per problemi burocratici legati al trasferimento.
La cronaca. Partita vibrante, sin dalle prime battute. All'8' Inter insidiosa: prodezza di Figo sulla destra, palla al centro per Ibrahimovic che però veniva anticipato dalla difesa giallorossa. All'11' la risposta della Roma: Totti portava avanti bene la palla, scambio per Taddei che serviva sulla sinistra Mancini. L'esterno brasiliano, però, calciava decisamente a lato.
Al 13' il vantaggio della Roma: lancio lungo di Panucci per l'accorrente Mancini, Zanetti bucava l'intervento e il sudamericano con un tocco sottoporta beffava in uscita Toldo. Al 19' Aquilani, con un piatto destro al volo da fuori area, impegnava Toldo. Inter in affanno e i giallorossi affondavano ancora il colpo: al 25' Aquilani smarcatissimo in area nerazzurra infilzava l'incolpevole Toldo per il raddoppio della Roma. Ma non finiva qui: al 34' i giallorossi firmavano la terza, splendida rete. Triangolazione perfetta (simile alla velocità d'azione del calcio a 5), palla ad Aquilani che chiudeva perfettamente firmando la doppietta personale.
Mancini infuriato provava a dare una scossa ai suoi: al 44' i nerazzurri accorciavano le distanze con Vieira (primo gol ufficiale per il francese) che deviava di testa in rete un calcio piazzato.
Squadre poi al riposo. Due cambi per Mancini a pochi minuti dal rientro dagli spogliatoi. Dentro Maicon per Grosso e Crespo per Adriano. Proprio l'argentino al 20' calciava da buona posizione ma Doni era attento. Un minuto dopo Crespo riapriva il match: perfetta deviazione di testa a girare del sudamericano con Doni battuto. L'Inter ci credeva e al 29' si completava la rimonta dei nerazzurri: Ibrahimovic calciava forte dalla sinistra, Vieira intuiva la traiettoria e firmava l'incredibile 3-3.
Ad un minuto dal termine Crespo serviva Ibrahimovic che da due passi calciava fuori sprecando la ghiotta occasione. Al 5' del primo tempo supplementare splendida punizione di Figo che indovinava la traiettoria e firmava il 4-3. Poco dopo Chivu applaudiva ironicamente il direttore di gara e si meritava il "rosso". Il triplice fischio di Farina chiudeva il match: la Supercoppa va ad arricchire la bacheca dell'Inter. Biglietto da visita non indifferente in vista del prossimo campionato che vedrà la squadra di Mancini ai nastri di partenza con lo scudetto al petto e con i favori del pronostico.

Marcatori: Mancini al 13',  Aquilani al 25'e 34', Vieira al 44' p.t.; Vieira al 29', Crespo al 21', Figo al 5'pts.

INTER (4-4-2): Toldo; J.Zanetti, Materazzi, Samuel, Grosso (Maicon dal 9's.t.); Figo, Vieira, Cambiasso, Stankovic (Dacourt dal 1'sts); Ibrahimovic, Adriano (Crespo dal 16's.t.). In panchina: Julio Cesar, Cruz, Dacourt, Solari, Andreolli. All.: Mancini.
 


18 maggio 2008
Campionato 2007/08: Parma-Inter 0-2 (primo tempo 0-0)

Un articolo da Repubblica.it del 18 maggio 2008: I nerazzurri soffrono per un tempo, poi la svolta con l'entrata in campo dello svedese. Il Parma retrocede dopo 18 anni. L'Inter esulta sotto la pioggia. Ibra mette la firma sullo scudetto.
PARMA - Il nome dell'uomo-scudetto nerazzuro è quello di Zlatan Ibrahimovic, entrato - dopo lunga assenza - al 6' della ripresa: con una doppietta ha regalato all'Inter lo scudetto numero sedici della sua storia. I nerazzurri avevano giocato male all'inizio, rischiando qualcosina nel primo tempo; il Parma aveva tentato di evitare la retrocessione con un disperato assalto che si è dissolto col passar dei minuti.
Dopo aver sfiorato il gol con Maicon e Cruz, Mancini ha calato l'asso Ibrahimovic che è stato decisivo: un assolo di bravura sul primo gol, una staffilata dopo un bel passaggio di Maicon sul secondo. Una vittoria tutto sommato meritata che è maturata solo in un finalissimo, ma che è frutto di una campionato dominato all'inizio e poi è diventato in salita nel girone di ritorno, a causa di infortuni ed errori.
Il Parma ha lottato, ma la sua debole difesa (62 gol presi) e gli errori fatti in corsa (cambio di allenatori troppo frettolosi) hanno pregiudicato tutto. Anche Ghirardi è un giovane presidente, si farà. Moratti (come Mancini) ha vinto il suo terzo scudetto consecutivo (il secondo sul campo). Ma l'Inter con i suoi silenzi stampa, con i suoi atteggiamenti contro tutto e tutti, a volte non si è resa simpatica.
Tornando indietro nella storia della bagnatissima partita fra Parma e Inter c'è da dire che il nuovo tecnico gialloblu Manzo ha dovuto far fronte alle squalifiche di Rossi, Mariga e Dessena. Così, rispetto alla formazione schierata da Cuper a Firenze, ha inserito Couto al centro della difesa e Cigarini a centrocampo; con Reginaldo e Gasbarroni a sostegno di Budan. In panchina all'inizio Lucarelli e Corradi. Mancini, che aveva perso Cambiasso e Chivu per infortunio, ha fatto giocare Rivas (bene) centrale difensivo al posto di Burdisso (in panchina), ha recuperato Stankovic (bene) in mezzo e ha schierato Cesar sulla sinistra, alle spalle di Cruz e Balotelli (molto attivi). Il brutto inizio dell'Inter ha fatto temere (a quelli dell'Inter) che le scorie della partita col Siena fossero rimaste nelle gambe e nella testa dei nerazzurri, tanto più che il Parma - con l'acqua alla gola - è partito bene: l'occasione capitata a Morrone, solo sulla destra su angolo dalla parte opposta "bucato" da Maxwell di testa, non è stata ben sfruttata dal mediano gialloblu che ha tirato sui piedi di J. Cesar in uscita. Pochi istanti dopo, un traversone di Gasbarroni da sinistra non ha trovato la testa di Budan.
Per un quarto d'ora ha dominato il Parma, insomma, poi si è svegliata l'Inter che, grazie alla buona vena di Balotelli e Maicon sulla destra (dove il Parma ha trovato difficoltà), ha creato due o tre palle gol. Al 22' scambio Cruz-Casar sulla sinistra, traversone e Stankovic non è arrivato di testa. Poi è stato Stankovic a operare un traversone da destra, Paci ha deviato di testa e Cesar di sinistro ha messo fuori. Al 31' grande azione di prima Maicon-Vieira-Maicon e tiro al volo da destra alto. Una brutta gomitata vendicativa di Vieira su Couto (che all'inizio aveva colpito Maicon) e poi al 40' su angolo da sinistra di Balotelli, Cruz ha anticipato Coly di testa, mettendo fuori.
Insomma, Inter in crescendo e al 45' bellissima fuga e traversone da destra di Balotelli: la girata di Cruz è stata deviata da Pavarini. Insomma un primo tempo non eccezionale, senz'altro duro su un campo pesante e un'Inter non esaltante: il vantaggio della Roma a Catania non ha certo avvantaggiato psicologicamente la squadra di Mancini. Il tecnico nerazzurro ha fatto scaldare Ibrahimovic, che è stato poi l'uomo decisivo.
L'Inter all'inizio della ripresa ha premuto sull'acceleratore: Balotelli ha dato a Vieira che ha ciccato, Cruz non è riuscito a tirare, poi al 6' è entrato Ibrahimovic che ha tirato due volte (fuori) prima di andare a segno. E comunque il Parma si è spinto nel frattempo in avanti disperatamente, ma senza risultati. Al 17' è scoccata l'ora dello scudetto nerazzurro: Ibrahimovic ha ricevuto sulla trequarti, ha evitato Paci, Couto non è intervenuto e lo svedese con un gran destro ha messo all'angolo sulla destra di Pavarini.
Lo svedese, sbloccata la partita, ha cercato di chiuderla: al 22' ha messo fuori di testa dopo aver anticipato Pavarini su punizione di Balotelli da destra. Lucarelli ha protestato per un intervento di J.Cesar su di lui in area. Rocchi ha sorvolato pure per un altro intervento di Materazzi su Coly. Un gran rasoterra di Maicon respinto e poi il brasiliano al 34' ha dato a Ibrahimovic da destra a sinistra la palla del raddoppio. Lo svedese non l'ha fallita e il pareggio del Catania contro la Roma ha reso felici tanti interisti, compreso Zenga. I tifosi che erano fuori dello stadio hanno invaso il campo festosi. Cantando sotto la pioggia, gli interisti hanno visto la fine del loro psicodramma, il Parma è retrocesso dopo diciotto anni. Peccato.

Marcatori: Ibrahimovic (I) al 17' e 34' s.t.


INTER (4-4-2): J.Casar; Maicon, Rivas, Materazzi, Maxwell; Zanetti, Vieira, Stankovic, Cesar (Ibrahimovic dal 6' s.t.); Balotelli (Pelè dal 32' s.t.), Cruz. In panchina: Toldo, Burdisso, Jimenez, Crespo, Suazo. All.: Mancini.
 


29 agosto 2009
Campionato 2009-2010: Milan-Inter 0-4 (primo tempo 0-3)

Nell'anticipo serale della 2/a giornata di serie A, l'Inter ha sconfitto il Milan nel derby per 0-4. Il Milan ha giocato in 10 dal 40' per l'espulsione di Gattuso.
Un articolo da Inter.it del 29 agosto 2009:
Milan-Inter, 0-4: apre Motta chiude Stankovic. Dominio al "Meazza": nerazzurri devastanti nel primo derby stagionale in casa dei rossoneri.
MILANO - Emozioni e facce nuove si oppongono nello stadio "Giuseppe Meazza" che, nonostante il caldo, ospita un pubblico che, inevitabilmente, è quello delle grandi occasioni. Il nuovo Milan di Leonardo e la nuovissima Inter di Mourinho si sfidano per la prima volta nelle Serie A 2009-2010, e poco importa che capiti il 29 agosto.
Mourinho si affida alla garanzie di Julio Cesar tra i pali, a un binario destro formato da Maicon e capitan Zanetti, con Stankovic vertice alto del rombo e l'esordiente in maglia nerazzurra Wesley Sneijder trequartista dietro la coppia Milito-Eto'o.
Leonardo conferma la formazione che ha sconfitto il Siena sabato scorso, e davanti a Ronaldinho schiera Pato e Borriello, preferiti su Inzaghi e Huntelaar. In difesa ritorna Nesta mentre Pirlo e Gattuso sono le costanti a centrocampo con Flamini a sinistra.
Favoriti o non favoriti, l'Inter scende in campo con per vincere e dimostra di saperlo fare, calando il poker. Apre il primo gol di Thiago Motta in maglia nerazzurra, chiude la sassata di Stankovic, in mezzo la sventola di Maicon e il rigore trasformato dal principe Milito, dopo il fallaccio di Gattuso su Eto'o. Rizzoli grazia il rossonero che, però, non può evitare il rosso pochi minuti dopo. Milan-Inter è un derby, ma un derby diverso: forse non varrà lo scudetto ma consegna emozioni e scenari, inconsueti per una serata di fine agosto.
PRIMO TEMPO - Con il tifo nerazzurro che invoca a gran voce il nome dei propri campioni, Milan-Inter ha inizio. Al minuto 2 primo tentativo nerazzurro con Milito che, servito da Thiago Motta, trova lo spazio, carica il destro, ma la palla è alta. Il debuttante Sneijder non perde tempo e al 6' fa veder la sua forza con una conclusione potentissima sulla quale l'intervento in due tempi di Storari è provvidenziale. Primo brivido del match. All'8 il Milan si fa vedere dalle parti di Julio Cesar con un'incursione di Flamini che calcia debolmente verso la porta interista ma non impendierisce il portierono brasiliano. Al 10' è perfetta la chiusura di Samuel sul tentativo di Pato. Dal 10' l'Inter pressa alto , non lascia fiato agli avversari, Eto'o ubriaca la difesa rossonera, e solo una spallata di Flamini che lo butta a terra può fermarlo. Per Rizzoli è tutto regolare e allora l'Inter va avanti nella sua manovra che si conclude con uno splenditi tiro-cross a giro di Maicon che costringe Storari a parare in tuffo. La risposta del Milan arriva al 15' con Pato: il brasiliano trova il varco, scarica dietro per Ronaldinho che spedisce la palla in curva. Al 22' capitan Zanetti viene atterrato in velocità e guadagna una punizione dai 25 metri, batte Sneijder ma il suo destro è murato dalla difesa avversaria. Al 25' Julio Cesar fa tutto da solo e risolve il duello in rincorsa tra Maicon e Pato abbandonando l'area di rigore per rinviare la palla nella metà campo rossonera. Al 29' è una bellissima azione quella che porta al gran gol di Thiago Motta: Eto'o e Milito si passano il pallone tutto di prima, l'argentino pesca Thiago Motta smarcato e il brasiliano non sbaglia toccando d'interno sinistro e mandando il pallone nell'angolo alto sopra la testa di Storari. Milan 0-Inter 1. Al 35' i nerazzurri chiedono il rosso per il fallo in area di Gattuso su Eto'o, ma Rizzoli non è di questo parere e grazia il capitano rossonero con il giallo concedendo il rigore all'Inter: sul pallone ci va Milito che raddoppia il vantaggio nerazzurro e San Siro esplode. Il rosso per Gattuso è invece inevitabile al 40' dopo una bruttissima entrata su Sneijder. Milan in dieci uomini. L'Inter è una furia: al 43' Milito prova un pallonettro un minuto dopo 44' Lucio, su calcio d'angolo di Sneijder, prova il colpo di potenza, ma Storari immola e salva. E infatti la caparbietà nerazzurra è premiata, è un'esplosione quella che si sente al 46' quando Maicon realizza la rete del 3-0, dopo un triangolo con Milito a concludere un'azione partita dalla sinistra.
Dopo tre minuti di recupero il primo tempo di Milan-Inter si chiude sullo 0-3.
SECONDO TEMPO - Nella ripresa Leonardo sostituisce Flamini e Borriello con Ambrosini e Seedorf. Dopo pochi istanti di gioco si fa vedere subito Eto'o con una conclusione da fuori area alto di poco sopra la traversa. All'8 replica Maicon con un siluro in diagonale che termina alla destra di Storari. Sneijder ci riprova al 11' con un destro insidiosissimo calciato dai 30 metri che va a sfiorare la traversa. Tra un numero di Milito e l'altro, decisivo l'intervento di Chivu sul diagonale di Seedorf a centro area al 15', pochi istanti prima che Mourinho sostituisca Thiago Motta con Muntari. Al minuto 18 arriva anche il gol di testa di Samuel Eto'o, ma la rete è annullata: Rizzoli aveva già fermato il gioco per un fuorigioco. Al 19' Ronaldinho lascia il campo, al suo posto esordio nel derby per Huntelaar. I nerazzurri non mollano la presa e al 22' calano il poker: è imprendibile la sassata che lancia Stankovic da fuori area e lascia attonito il pubblico di San Siro. Julio Cesar si distende al 25' sul tiro di Huntelarr e, tre minuti dopo, Sneijder archivia la sua prima esperienza in nerazzurro tra gli applausi di un entusiasta pubblico interista. E l'Inter non ci pensa neanche ad accontentarsi, lo dimostramo la potenza del tiro di Eto'o al 31' che sfila vicino al palo e la convinzione di Milito che ribatte sul corpo di Storari il tiro di Stankovic, nonostante l'off-side. (33'). Rizzzoli decreta la fine del match senza recupero e l'Inter batte il Milan 4-0.

Marcatori: Thiago Motta (I) al 29', Milito (I) su rig. al 36', Maicon (I) al 46' p.t.; Stankovic (I) al 22' s.t.

Inter (4-3-1-2): Julio Cesar; Maicon, Lucio, Samuel, Chivu; Zanetti, Stankovic, Thiago Motta (Muntari dal 15' s.t.); Sneijder; (Vieira dal 29' s.t.) Milito (Balotelli dal 34' s.t.), Eto'o (Toldo, Cordoba, Santon, Suazo). All.: Mourinho.
 


16 marzo 2010
Champions League 2009-2010: Chelsea-Inter 0-1 (primo tempo 0-0)

 

Da Inter.it del 16.03.2010: Chelsea-Inter: 0-1, orgoglio e quarti di finale. Grazie al gol di Eto'o al 33' della ripresa la squadra di Mourinho batte i blues e passa il turno
LONDRA - Finisce 0-1 il confronto tra Chelsea e Inter, gara valida per il ritorno degli ottavi di finale di Uefa Champions League. L'Inter si qualifica ai quarti, grazie alla rete di Samuel Eto'o al 33' della ripresa. Il primo tempo trascorre a reti inviolate, con il Chelsea imbrigliato dal pressing dell'Inter. I nerazzurri tengono bene, grazie anche alla difesa, che riesce a concedere poco di fronte all'offensiva dei blues, che trovano l'occasione migliore con Anelka, negli ultimi minuti. Di Eto'o invece l'azione più pericolosa dell'Inter, al 33', di testa. Il secondo tempo inizia con il Chelsea ancora più aggressivo e il match si rende nervoso: fioccano i gialli. Ma al quarto d'ora l'Inter reagisce, prima con Pandev e poi con Milito, ma senza fortuna. I nerazzurri insistono: al 20' l'argentino ci riprova, innescato da Sneijder, ma spreca calciando male. Al 25' l'occasione passa dalla testa di Thiago Motta, sulla punizione di Sneijder, ma la palla finisce di poco sopra la traversa. L'Inter si fa più aggressiva e infatti al 34' arriva il vantaggio nerazzurro, grazie al gol di Eto'o, di esterno destro in corsa, servito da un cross perfetto di Sneijder. La panchina nerazzurra esplode di gioia. Il match tra Chelsea e Inter termina 0-1, con i nerazzurri di Mourinho che si qualificano ai quarti di finale.
PRIMO TEMPO - Per questo ritorno degli ottavi di finale di Uefa Champions League, dopo la vittoria nerazzurra per 2-1 all'andata, José Mourinho sceglie capitan Zanetti come terzino sinistro a completare la difesa composta da Maicon, Lucio e Samuel davanti a Julio Cesar. A centrocampo Cambiasso e Thiago Motta, con Sneijder a ispirare il tridente pesante Pandev-Milito-Eto'o. Una formazione spregiudicata quella dello Stamford Bridge, tutto esaurito, che accoglie il grande ex Mourinho con applausi e cori da parte dei tifosi del Chelsea, che non l'hanno mai dimenticato. Dopo un paio di minuti in cui le due squadre sembrano studiarsi, al 5' la prima occasione è nerazzurra, con Maicon che dalla destra serve Sneijder con una rasoiata, l'olandese va al tiro dalla distanza ma Alex ribatte ed Eto'o non arriva a toccare sul rimpallo. Due minuti dopo risponde il Chelsea con Malouda, che parte palla al piede in dribbling ma viene bloccato prontamente dalla difesa nerazzurra. Al 12' ancora Chelsea, con Ballack che dalla distanza va al tiro di potenza di destro, la palla termina di poco a lato sulla destra di Julio Cesar. I Blues si propongono con insistenza in avanti ma la difesa dell'Inter non lascia spazi. Al 25' Drogba su un rimpallo si trova sui piedi una palla invitante, pericoloso il suo tiro, ma Maicon riesce a ribattere. Al 33' Inter pericolosa: dalla destra Maicon crossa per Eto'o, ma il camerunese non trova l'attimo e quando schiaccia di testa, a un passo da Turnbull, non trova la porta mandando la palla fuori. Cinque minuti dopo ancora nerazzurri pericolosi, con Eto'o che tocca all'indietro per Milito, ma Ballack anticipa l'argentino. Al 41' tocca poi al Chelsea avere una grande occasione in area con Malouda, ma a chiudere magistralmente c'è Samuel. Un minuto dopo è Thiago Motta, con Julio Cesar battuto, a fare un altro intervento decisivo, questa volta sull'azione di Anelka innescato da Drogba. Una manciata di secondi e l'ivoriano prova poi a servire Lampard, ma c'è ancora Samuel a dimostrarsi provvidenziale. Il Chelsea chiude il primo tempo all'attacco, con l'Inter arroccata in difesa. Dopo un minuto di recupero termina quindi 0-0 la prima frazione di gioco tra Chelsea e Inter.
SECONDO TEMPO - La ripresa si apre senza cambi. La prima occasione del secondo tempo, al 4', è del Chelsea, con una punizione di Drogba, ma Julio Cesar fa suo il pallone senza problemi. Al 7' ottima l'apertura di Sneijder per Eto'o ma Zhirkov recupera. Risponde subito Malouda, al tiro di potenza dalla destra sul primo palo. I blues iniziano la ripresa molto aggressivi e fioccano i gialli da entrambi le parti: la partita si fa incandescente. Al quarto d'ora Pandev perde una grande occasione, facendosi anticipare da Zhirkov. Pochi secondi e ci prova Milito, di destro in area, ma Turnbull respinge. Al 20' ancora Milito, innescato da Sneijder, ma l'argentino calcia purtroppo male e la palla termina a lato, alla sinistra di Turnbull. Al 25', su punizione di Sneijder, Thiago Motta ci va di testa ma la palla finisce di poco sopra la traversa. Adesso l'Inter appare molto più aggressiva e infatti al 33' arriva il gol nerazzurro, con Eto'o che, innescato da Sneijder, segna un gol bellissimo e pesantissimo, di esterno destro in corsa, battendo Turnbull. Esplode di gioia la panchina nerazzurra. Adesso sono i tifosi nerazzurri presenti a Stamford Bridge a inneggiare a José Mourinho. Al 42' l'arbitro Stark espelle con un rosso diretto Drogba per aver calpestato la caviglia di Thiago Motta, già a terra in area: il Chelsea resta in dieci uomini. Dopo quattro minuti di recupero termina quindi 0-1 il match tra Chelsea e Inter: i nerazzurri battono i blues grazie alla rete di Eto'o e si qualificano ai quarti di finale di Uefa Champions League.

Marcatori: Eto'o (I) al 33' s.t.

Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 4 Zanetti; 19 Cambiasso, 8 Motta (Materazzi dal 47' s.t.); 10 Sneijder (Mariga dal 40' s.t.) ; 27 Pandev (Stankovic dal 30' s.t.), 22 Milito, 9 Eto'o
A disposizione: 1 Toldo, 2 Cordoba, 39 Santon, 7 Quaresma. All.: José Mourinho

Da Inter.it del 16.03.2010: Mourinho: "Partita perfetta, quarti meritati"."Ho festeggiato come non mai, sono l'allenatore più felice del mondo grazie a questa Inter"
LONDRA - "Sono l'allenatore più felice del mondo in questo momento", parole di José Mourinho ai microfoni di Sky al termine della vittoria sul Chelsea, che ha regalato all'Inter i quarti di finale. "E' un grande momento per la squadra, un grande momento per l'Inter, per tutti i giocatori, che anno dopo anno facevano fatica a oltrepassare questa barriera degli ottavi ed ora ce l'hanno fatta. E questa è una qualificazione ai quarti ottenuta non con fortuna ma con merito, grazie alla squadra, perfetta, e a tutti i giocatori che dal primo all'ultimo hanno fatto un lavoro perfetto". A Mourinho viene quindi chiesto se si possa parlare di gara della svolta: "Parliamo di una gara che porta l'Inter ai quarti di finale, tappa alla quale non arrivava da qualche anno. Abbiamo battuto due volte il Chelsea, che è una grande squadra: noi meritiamo questi quarti di finale". L'allenatore portoghese analizza nel dettaglio la gara e l'atteggiamento nerazzurro: "L'ho detto che conoscevo questo stadio, l'atmosfera, i giocatori, e per questo ho sempre pensato che fosse impossibile pareggiare 0-0 giocando difensivamente, quindi non abbiamo giocato difensivamente. Noi siamo stati più veloci e più dinamici, il gol di Eto'o è l'esempio di quello che noi volevamo fare e abbiamo fatto, dopo esserci andati vicini anche nel primo tempo, con fiducia nell'affrontare questa gara". "Ho festeggiato come non mai, davvero come mai - ammette Mourinho -, è una vittoria fantastica della mia squadra, che è l'Inter, come i miei tifosi sono quelli dell'Inter. Questa vittoria è però anche la conferma che questo stadio, Stamford Bridge, è in qualche modo la mia casa, visto che io qui vinco sempre qui, con il Chelsea o contro il Chelsea, come stasera". Infine, chiusura sul rapporto con Carlo Ancelotti: "Con Carlo se qualche volta c'è stata qualche parola di troppo niente da dire, perché non c'è relazione tra il rispetto e qualche scambio di parole che c'è stato fra noi. Lui mi ha regalato del vino italiano oggi, io gli ho portato il vino del mio paese, lui mi ha invitato ad andare nel suo ufficio a partita finita, c'è un buon rapporto. Vorrei che vincesse la Premier, non voglio restare l'unico allenatore ad aver vinto la Premier con il Chelsea".
 


20 aprile 2010
Champions League 2009-2010: Inter-Barcellona 3-1 (primo tempo 1-1)
 

Articolo da Inter.it del 20.04.2010: U.C.L., Inter-Barcellona: 3-1, è tris in rimonta. Dopo il gol iniziale di Pedro, le reti di Sneijder, Maicon e Milito siglano la vittoria nerazzurra.
MILANO - Termina 3-1 il confronto tra Inter e Barcellona, gara d'andata della semifinale di Uefa Champions League 2009-2010.  Parte subito ad alta intensità il match, con occasioni da entrambe le parti, ma al 19' del primo tempo è il Barcellona che riesce ad approfittare e a passare in vantaggio: servito dalla sinistra da Maxwell, Pedro va al tiro di sinistro e beffa Julio Cesar. I nerazzurri, però, tengono duro e dopo undici minuti, al 30', trovano il pari con Sneijder, su sponda di Milito. Nella ripresa, al 3', arriva subito la rete del vantaggio interista, con Maicon servito da Milito. Dopo aver sfornato gli assist per i due gol nerazzurri, Milito entra nel tabellino dei marcatori segnando al 16' della ripresa: azione innescata da Eto'o, che serve Sneijder, la palla passa quindi al Principe, che corregge in rete il colpo di testa dell'olandese e beffa Valdes. In un 'Meazza' infuocato ed esaurito, l'Inter batte il Barcellona 3-1.
PRIMO TEMPO - Contro il Barcellona di Pep Guardiola, José Mourinho sceglie Zanetti come laterale sinistro a completare la difesa composta da Maicon, Lucio e Samuel. Diga di centrocampo con Cambiasso e Motta; davanti il trio Pandev-Sneijder-Eto'o a supporto di Milito. Al fianco dei campioni dell'Inter e del Barcellona, ventidue bambini, a calcare l'erba del 'Meazza' al momento di scendere in campo. Bimbi rom attualmente ospiti della 'Casa della Carità' di don Virginio Colmegna, perché gli insediamenti dove vivevano a Milano sono stati sgomberati. Per questi bambini, una piccola gioia in una vita di difficoltà. Parte subito all'attacco il Barcellona, con una combinazione tra i due ex nerazzurri, Maxwell e Ibrahimovic: cross di Maxwell da sinistra, Ibra cerca l'acrobazia a centroarea, ma senza successo. L'Inter risponde con un lancio di Cambiasso in profondità, uscita sicura però per Valdes. Un minuto dopo ci prova Milito, sulla sinistra, ma il suo cross è allontanato da Keita. Al 10' grande occasione per l'Inter, interrotta però dal guardalinee: Milito, servito perfettamente da Sneijder, non è in fuorigioco, è errata la segnalazione. Due minuti dopo Eto'o ruba palla a Keita, per l'arbitro con un fallo: il camerunese si lamenta, calcia fuori la palla, e viene ammonito. Al 17' grande occasione per l'Inter, con Eto'o servito da Cambiasso, il camerunese va al tiro, ma Valdes respinge corto, Milito ci prova su rimpallo di sinistro, ma il tiro è fuori misura. Dopo due minuti, al 19', arriva però la rete del vantaggio blaugrana, con Pedro che di sinistro viene servito dalla sinistra da Maxwell. L'Inter prova a reagire, con un colpo di testa largo di Lucio da ottima posizione al 22', ma per il brasiliano viene segnalato il fuorigioco. Al 26' Valdes esce e anticipa Milito, lanciato lungo da Maicon. Il Principe, però, non si rassegna e un minuto dopo ci riprova, servito da Pandev: il tiro dell'argentino, di destro angolato, finisce però di poco a lato. Al 30' l'offensiva dell'Inter viene però premiata: arriva il gol del pareggio con Sneijder, servito da Milito. Dopo il pari, l'Inter continua a spingere. Al 35' uscita tempestiva di Julio Cesar, in anticipo su Ibrahimovic, cercato dal cross di Pedro sul primo palo. Al 40' ci prova ancora il Barcellona, ma c'è Lucio a salvare su Alves. Dopo un minuto di recupero, termina quindi 1-1 la prima frazione di gioco tra Inter e Barcellona.
SECONDO TEMPO - La ripresa si apre senza cambi. Al 3' arriva subito il gol del vantaggio nerazzurro, sottomisura, con Maicon in corsa servito da Milito. Uno stadio 'Meazza' tutto esaurito esplode di gioia per il primo gol del brasiliano in questa Champions League. Al 7' il Barcellona cerca l'offensiva con Messi di sinistro, ma in tuffo Julio Cesar respinge. Al 9' il portiere nerazzurro salva sul colpo di testa di Busquets in una mischia in area. Al 15' viene segnalato il fuorigioco su Ibrahimovic, il cui tiro era comunque stato respinto da Julio Cesar. Al 16' arriva il gol del 3-1 nerazzurro, con Milito: innesca l'azione Eto'o, che serve Sneijder, palla al Principe che corregge in rete il colpo di testa dell'olandese e beffa Valdes. E' 3-1 per l'Inter. Dopo lo scontro di gioco con Messi, Maicon resta a terra, colpito al viso dal gomito dell'argentino. Maicon è costretto ad uscire in barella, tenendosi la mano su naso e bocca. Maicon viene sostituito da Chivu, mentre al 30' esce anche Milito, davanti ad uno scrosciare di applausi: al suo posto Balotelli. Al 32' grande chiusura di Samuel sul tiro ravvicinato di Pedro. Al 35' Keita prova ad impensierire Julio Cesar con una conclusione dalla distanza ma Julio Cesar respinge. Al 40' grande occasione per l'Inter, con Sneijder, che però non trova la porta sbagliando il controllo. Al 42' si salva l'Inter, grazie a Lucio, che sulla linea respinge il tiro di Piqué. Al 92' Pedro ci prova in rovesciata ma Julio Cesar blocca con sicurezza. Dopo quattro minuti di recupero termina quindi 3-1 il match tra Inter e Barcellona.

Marcatori:  Pedro (R) al 19', Sneijder al 30' p.t.; Maicon al 3', Milito al 16' s.t.

Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon (Chivu dal 28' s.t.), 6 Lucio, 25 Samuel, 4 Zanetti; 19 Cambiasso, 8 Thiago Motta; 27 Pandev (Stankovic dall'11' s.t.),10 Sneijder, 9 Eto'o; 22 Milito (Balotelli dal 30' s.t.)A disposizione: 21 Orlandoni, 2 Cordoba, 23 Materazzi, 11 Muntari. All.: José Mourinho

Un articolo di Valerio Clari, pubblicato sulla Gazzetta.it: Inter, notte di gloria. Barcellona rimontato: 3-1. I nerazzurri rispondono alla rete iniziale di Pedro con le reti di Sneijder, Maicon e Milito. Secondo tempo bellissimo: con i catalani che nel finale attaccano a testa bassa e la squadra di Mourinho che riparte in contropiede. Infortunio per Maicon: dente incisivo rotto, polemica per Balotelli, protesta per il Barça, che reclama un rigore.
MILANO, 20 aprile 2010 - Tanti saluti anche alla sindrome Barcellona. Non è una Champions, è una seduta psicanalitica prolungata, in cui l’Inter scaccia tutte le sue paure. Anche quella del Barça, che l'aveva umiliata al Camp Nou, a novembre. I campioni d’Europa si possono battere, si possono mettere alle corde. Tre a uno, in rimonta, ed ora tornare sul luogo dell’ultimo trauma sarà meno pesante. E’ presto per prenotare il viaggio per Madrid, il fantasma catalano può tornare, ma le gambe non tremeranno. Sei vittorie di fila in coppa, record di sempre, danno stabilità. Flash dalla grande notte di San Siro: Messi che parte in contropiede, uno contro uno con Zanetti. Il capitano lo ferma secco. E poi: Ibrahimovic che esce fra un mare di fischi, sul 3-1, per far posto ad Abidal, un difensore, perché i campioni rischiano di prendere un’imbarcata. E ancora: Milito coi crampi, quantomai giustificati. Non da solo assist e gol, ma anche da pressing e corse infinite. San Siro trema per gli applausi, quando esce il Principe. Non sarà la prima né l’ultima volta di una serata memorabile per gli 80mila presenti.
BOTTA E RISPOSTA — E dire che era iniziata male. I due gol del primo tempo nascono da errori difensivi, di quelli che allenatori come Mourinho e Guardiola non mancheranno di far rimarcare. In quello del Barça (19’) Maxwell parte sulla sinistra, Cambiasso aspetta l’aiuto di Maicon che non arriva, poi lo molla sperando in Lucio. Non ci arriva nessuno, l’ex va sul fondo, crossa basso arretrato e Pedro è libero di colpire con un rasoterra. In quello dell’Inter, Maicon cross basso per Milito, che riceve a centro area spalle alla porta: in tre, compreso Dani Alves, si fiondano sul Principe. Si apre un buco per Sneijder, Diego è bravo a "scaricare": altro piatto vincente.
BOTTA E RIBOTTA — Un altro assist, per Milito, arriva a inizio ripresa: Pandev se ne va in contropiede, serve il Principe che arriva sul fondo e tocca per l’accorrente Maicon: tocco di Piqué, la palla resta lì e il brasiliano porta in vantaggio l’Inter. Bastano due assist? Non bastano, Milito vuole anche il gol, e lo trova al 61’: gran palla recuperata da Motta, cross Eto’o, sponda Sneijder, testa vincente di Diego per il 3-1.
INTER, CHE CRESCITA — Cresciuta è cresciuta. Non c’è che dire. Il doppio torello dei catalani nel girone non si ripete. Il possesso palla è magra consolazione per i campioni d’Europa, stavolta la squadra di Mourinho piazzata con un speculare 4-2-3-1 trova anche spazio e modo per attaccare, e per far male. Il primo tiro in porta è di Eto’o, la prima occasione per Milito, sulla ribattuta di Valdes (17’): finisce fuori, ma non era facile. Più grossa l’occasione fallita al 27’, quando liberato da Pandev di esterno destro manda largo quello che sembrava il "suo" gol. E’ un altro Pandev, rispetto agli ultimi tempi, è il solito Eto’o doppio (da copertura e da attacco). In fase di copertura si parte col pressing alto, che parte da Milito stesso: Sneijder prova a togliere tempo di riflessione a Xavi, Cambiasso, Motta (due palloni recuperati fondamentali) e in terza battuta Samuel cercano di non far mai girare Messi faccia alla porta. A Ibra ci pensa Lucio: a modo suo, scomposto ma efficace. Tutti compatti, tutti attenti, anche nel finale di sofferenza. Unica nota stonata - insieme con l'infortunio a Maicon costretto ad uscire: dente incisivo rotto -, la lotta di Balotelli col mondo: getta la maglia a fine gara, forse in polemica col pubblico.
BARCELLONA; CHE BUCHI — "Dobbiamo distruggere il loro gioco": beh, il gioco del Barça non è distrutto, ma l’Inter lo limita, lo inceppa, lo costringe a diventare sterile. A tratti la squadra di Guardiola dà ancora spettacolo, con le aperture di Xavi, quasi sempre per la corsa di Alves, o i filtranti dal limite per gli inserimenti di Pedro. Ma stasera il Barcellona non può pensare solo a giocare, deve anche difendersi. E lo fa male: l’Inter sfonda dal lato di Maxwell, a centrocampo non si recupera palla subito, come al solito. Messi non è quello di Londra, non trova mai spazio per il tiro, gli assalti finali sono di nervi, esacerbati dalle proteste per un rigore non assegnato su Dani Alves, da squadra normale. Non da mostro degli incubi. Quelli Mourinho e i suoi li hanno cacciati.

Dalla Gazzetta.it del 04.02.2014 Mourinho: "Inter-Barcellona 2010 la più bella partita degli ultimi 50 anni" Dopo la vittoria del suo Chelsea contro il City, l'ex tecnico nerazzurro ricorda la semifinale di Champions: "Siamo scesi in campo dando tutto e abbiamo vinto 3-1. E quel risultato ci andava stretto"
"Inter-Barcellona 2010 è la più bella partita degli ultimi 50 anni". Firmato José Mourinho. Dopo il capolavoro tattico del suo Chelsea che ha steso il City per 1-0 nel Monday Night di Premier, l'attuale tecnico dei Blues trova le parole più dolci per l'Inter, a rinforzare un cordone ombelicale che non si è mai staccato. Sicuramente almeno per la tifoseria nerazzurra.
Inter padrona — Mou ricorda la semifinale di andata di Champions League contro il Barcellona del nemico - l'ennesimo - Guardiola e di come i suoi siano riusciti nell'impresa di demolire una delle più forti squadre di tutti i tempi: “Nella partita d’andata abbiamo vinto 3-1 e il risultato per noi era anche stretto! Sarebbe dovuta terminare con quattro o cinque gol. Credo sia stata la più grande partita degli ultimi 50 anni. Sapevamo che avevamo da giocarci il primo match in casa e che nel secondo in trasferta sarebbe stata molto dura. Sapevamo quindi che se non fossimo riusciti a vincere a San Siro non avremmo avuto alcuna chance al ritorno. Siamo scesi in campo dando tutto e abbiamo vinto 3-1“. Al Camp Nou, quindi, erigere una muraglia è pura e semplice logica: “Quando inizi la gara in vantaggio 3-1 e sei costretto a giocare in dieci uomini piazzi pure un aeroplano davanti la porta!“.
 


5 maggio 2010
Coppa Italia 2009-2010: Inter-Roma 1-0 (primo tempo 1-0)

Un articolo da Inter.it del 05.05.2010: Inter-Roma: 1-0, la Tim Cup ai nerazzurri. Grazie alla rete di Milito al 40' del primo tempo l'Inter si aggiudica la sua sesta Coppa Italia.
ROMA - Termina 1-0 il confronto tra Inter e Roma, finale di Tim Cup 2009-2010. Sono i nerazzurri ad aggiudicarsi il trofeo. Ritmi subito elevatissimi, partita a tratti cattiva, clima incandescente, con occasioni da entrambi le parti. E' Milito al 40' del primo tempo a portare in vantaggio l'Inter: innescato da Thiago Motta a centrocampo, il Principe va in percussione sulla destra e si beve la difesa giallorossa, andando a segno di destro. E' la 26^ rete stagionale per Milito. Davvero intenso anche il secondo tempo, con la Roma che si fa ancora più aggressiva e va vicina al pareggio in più di un'occasione, in particolare con Vucinic al 37'. Al 43' della ripresa la Roma rimane in dieci: viene espulso Totti per un brutto fallo da dietro su Balotelli. I giallorossi, nonostante l'inferiorità numerica, continuano affannosamente a cercare il pareggio ma non ci riescono. Termina la gara: Inter-Roma 1-0. I nerazzurri vincono la Tim Cup, è la sesta nella storia dell'Inter, che non vinceva questo trofeo dalla stagione 2005-2006. Conquistato il primo dei tre obiettivi a disposizione della squadra di Mourinho. Peccato solo che la gara finisca quasi in rissa, con tanto di invasione di campo. Ma poi gli animi vengono sedati e si passa al momento della premiazione.E' il presidente del Senato Renato Schifani che consegna ai nerazzurri, uno a uno, le medaglie della Tim Cup. Dopo la sfilata dei giocatori, tocca a Mourinho ricevere la medaglia: l'allenatore nerazzurro la bacia e bacia subito anche la Coppa, ancor prima della consegna. A questo punto Schifani consegna finalmente la Tim Cup a capitan Zanetti, che la alza al cielo con gioia e immenso orgoglio insieme ai suoi compagni. Via quindi ai festeggiamenti sul terreno dell'Olimpico, con i giocatori che vanno ad esultare sotto gli spalti occupati dai tifosi dell'Inter. Un grazie immenso è anche per loro, i tifosi, che sempre sostengono i campioni nerazzurri. Questa Coppa è anche loro.
PRIMO TEMPO - Contro la Roma José Mourinho sceglie Chivu come laterale sinistro, a completare la difesa composta da Maicon, Cordoba e Materazzi. Centrocampo con Zanetti, Cambiasso e Motta, Sneijder davanti, a supporto di Milito ed Eto'o.
Quella di stasera, in uno stadio Olimpico completamente esaurito e quanto mai infuocato, è la quinta sfida in sei anni tra Inter e Roma per aggiudicarsi la Tim Cup. Prima del calcio d'inizio, sfila la banda dei Carabinieri sul terreno di gioco, per far poi risuonare le note dell'Inno d'Italia, in realtà quasi del tutto coperte dall'inno della Roma cantato a squarciagola dai tifosi giallorossi.
Inizia la partita e subito si fa male Sneijder, dopo uno scontro di gioco con Burdisso. Obbligato é il cambio, l'olandese zoppica, non ce la fa: al 5' lo sostituisce Balotelli, mentre dagli spalti viene disturbato Mourinho con il laser. Parte subito forte la Roma, con una palla di Vucinic, servito da Burdisso, che al 9' finisce all'incrocio dei pali. Un minuto dopo interviene sicuro Julio Cesar su un tiro-cross di Taddei. Al 12' arriva la prima palla gol per l'Inter, con un'azione innescata da Cambiasso, che serve sulla destra Eto'o, che sforna un assist per Maicon che calcia in corsa, ma Julio Sergio riesce a mandare in angolo. Subito dopo altra opportunità per l'Inter, con un cross teso di Maicon: salta Thiago Motta ma colpisce male. Al 17' viene segnalato il fuorigioco sul tiro di Eto'o per Milito lanciato a rete: il pallone finisce in porta, ma l'azione era già stata interrotta. Al 22' punizione di Vucinic che finisce direttamente tra le braccia di Julio Cesar. Pochi istanti dopo Eto'o sforna una palla eccezionale per Balotelli, ma Burdisso interviene mettendo la palla in calcio d'angolo. Al 26' grande occasione per l'Inter, ma Julio Cesar fa una parata strepitosa sul rasoterra di Taddei che cercava Toni: il portiere brasiliano allontana la palla con la punta delle dita, prima del tocco di Toni. Al 29' Julio Sergio si oppone al tiro dalla distanza di Balotelli dopo un'azione corale dei nerazzurri con sponda di Milito e passaggio all'indietro di Thiago Motta. Al 32' grande conclusione di Taddei, fermato correttamente in fuorigioco. Due minuti dopo bella combinazione tra Taddei e Perrotta, con quest'ultimo che colpisce di testa: il pallone finisce di poco a lato. Al 40' arriva il vantaggio nerazzurro, con Milito che va a segno andando al tiro in corsa, dopo essere stato servito a centrocampo da Thiago Motta e aver seminato la difesa giallorossa. Al 44', inspiegabilmente, non arriva la seconda ammonizione per Burdisso, che spinge in maniera plateale Balotelli. Insorge la panchina nerazzurra e viene espulso Gabriele Oriali per proteste. La partita si fa ancor più incandescente, con Mexes più che mai falloso ai danni di Materazzi. Dopo cinque minuti di recupero termina quindi 1-0 la prima frazione di gioco tra Inter e Roma. SECONDO TEMPO - La ripresa si apre con due cambi nelle fila della Roma: entrano Motta e Totti, escono Burdisso e Pizarro. Al 7' inspiegabile come Perrotta non venga ammonito per un fallo su Milito, per il giallorosso sarebbe stato il secondo giallo. Al 9' calcio di punizione per la Roma: batte Totti, Julio Cesar non trattiene e la palla arriva a Juan che sbaglia sotto porta il gol del pareggio. Al 12' dai 32 metri nuovo calcio di punizione per la Roma: calcia Totti, Vucinic intercetta ma la palla arriva a Chivu che fa partire il contropiede nerazzurro, che si conclude con un missile di Balotelli verso Julio Sergio che para in due tempi. Al 18' Totti serve Taddei, ma Cambiasso salva intervenendo di testa. Al 21' Eto'o s'invola sulla destra ma viene fermato da Juan. Al 24' Eto'o va al tiro di esterno destro dalla distanza ma la palla finisce alta. Al 28' Balotelli va al tiro di potenza ma la palla termina alta sopra la traversa. Al 32' punizione per la Roma: batte Riise, a giro, alto sopra la traversa. Al 34' Julio Cesar respinge con i pugni un sinistro pericoloso di Riise dalla distanza. Al 37' Roma vicina al pareggio con Vucinic che riceve palla da Motta, si gira, ma il suo tiro è fuori. Al 43' viene espulso Totti per un bruttissimo fallo da dietro ai danni di Balotelli: un calcione assurdo, Rizzoli lo espelle. Dopo tre minuti di recupero termina quindi 1-0 il match tra Inter e Roma. I nerazzurri vincono la Tim Cup, è la sesta nella storia dell'Inter, che non vinceva questo trofeo dalla stagione 2005-2006. Conquistato il primo dei tre obiettivi a disposizione della squadra di Mourinho.
 

Articolo da Inter.it del 05.05.2010 - Mourinho: "Realizzato il primo sogno"
"Adesso lotteremo fino alla fine per raggiungere anche gli altri due obiettivi, altri due sogni"
ROMA - Commenta la vittoria per 1-0 contro la Roma e la conquista della Tim Cup José Mourinho: "E' stata una gara durissima, dal primo minuto, perché perdere un giocatore come Sneijder così all'inizio è ovviamente durissimo. Poi anche perdere Cordoba è stato un brutto colpo. Quando è entrato Mario ha fatto bene, ha fatto quello che doveva fare. Abbiamo fatto un gol e poi abbiamo controllato la gara, nel momento del pericolo poi Julio Cesar è stato bravissimo. E' poi giusto parlare anche di Materazzi, perché ogni volta che gioca lo fa bene, come se giocasse sempre. Certo che stasera non è stato facile: siamo scesi in campo e c'era l'inno della Roma, assurdo, non era un campo neutrale, ma ce l'abbiamo fatta anche contro questo clima. Per 90 minuti è stata una partita davvero aggressiva, intensa, cattiva. Poi la Roma ha perso un po' la testa, ma i miei ragazzi sono stati bravissimi e questa volta dico ai tifosi di non venire a Malpensa perché la squadra stavolta ha davvero bisogno di riposare. La squadra ha davvero fatto benissimo, lo ripeto: merita questa Coppa, ci siamo arrivati con fatica ma ce l'abbiamo fatta. Sono soddisfatto, e lo sono anche perché penso alla gioia degli interisti. Ora c'è una finale a San Siro contro il Chievo e ci dobbiamo dimenticare subito di aver vinto questa Coppa, ormai è vinta. Pensiamo a quelle che sono ancora da vincere. Il primo sogno si è realizzato. L'Inter è la squadra del momento: stiamo facendo molto bene, dobbiamo lottare fino alla fine e provare a vincere altri due titoli. Lotteremo fino alla fine per gli altri due sogni che abbiamo. Adesso posso dire che ho vinto tutte le competizioni nazionali dei paesi in cui ho allenato. La Champions? Un sogno bellissimo. L'Inter è cambiata, ha fatto un salto enorme, ora può cambiare allenatore e giocatori ma è cambiata. Possibilità che io rimanga? Ovviamente sì".

Marcatore: Milito al 40' p.t.

Inter (4-3-1-2): 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 2 Cordoba (Samuel dal 39' p.t.), 23 Materazzi, 26 Chivu; 5 Stankovic, 4 Zanetti, 19 Cambiasso, 8 Thiago Motta; 10 Sneijder (Balotelli dal 5' p.t., Muntari dal 48' s.t.); Eto'o, 22 Milito. A disp: 1 Toldo, 17 Mariga,  7 Quaresma, 27 Pandev. All.: Mourinho.

Un articolo tratto dal Messaggero del 5 maggio 2010: La Roma non c'è, Coppa Italia all'Inter. Totti figuraccia, espulso per un calcione.
ROMA (5 maggio) - L'Inter ha centrato il primo dei tre obiettivi per cui è in corsa ed ha vinto la sua sesta Coppa Italia battendo all'Olimpico la Roma 1-0 con un gol di Milito. Un successo meritato in una partita combattutissima ed a tratti cattiva. Protagonista in positivo tutta la squadra di Mourinho, in particolare Eto'o e Balotelli che sembra aver fatto pace con l'allenatore e i compagni. Protagonista in negativo la Roma e in particolare Francesco Totti, nervoso oltre misura, che si è fatto espellere per un calcione intenzionale a Balotelli dopo aver dato poco prima, non visto dall'arbitro, un calcetto alla testa di Thiago Motta a terra.
La sorpresa. Sorpresa a Roma, a meno di un'ora dall'inizio della finale di Coppa Italia tra Inter e Roma: il capitano giallorosso Francesco Totti va in panchina. In attacco Ranieri schiera Vucinic e Toni, mentre Menez, al pari di Totti, va in panchina. In campo sia Perrotta sia Taddei. Nell'Inter recuperato Sneijder. Giocano Materazzi e Cordoba.
Primo tempo. Nella prima azione, dopo un contatto con Burdisso, Sneijder cade male e s'infortuna. Al suo posto Balotelli che si mette a sinistra con l'arretramento di Eto'o. Prima occasione da gol per l'Inter: Vucinic perde un pallone, Eto'o scappa sulla destra e serve Maicon: Julio Sergio ribatte in corner. Burdisso è il primo ammonito per un fallo su Balotelli. Partita combattuta e molto dura. L'Inter appare più disinvolta, Roma preoccupata e attenta a non concedere contropiedi all'Inter. E proprio su una ripartenza Milito va in gol, ma l'arbitro annulla per fuorigioco. Mourinho non ci crede e vuole vedere sul monitor a bordo campo. Gli viene impedito (come da regolamento), ma l'arbitro ha avuto ragione. Al 23' ancora pericosa l'Inter, da Eto'o a Balotelli che controlla e tira da pochi metri. Provvidenziale la deviazione di Burdisso. Subito dopo prima occasione giallorossa: cross di Taddei per Toni, Julio Cesar salva in uscita. Molta animosità in campo, Rizzoli chiama i capitani De Rossi e Zanetti invitandoli a calmare i compagni. L'andamento della partita è chiaro: l'Inter è quasi costantemente nella metà campo della Roma e consente poche possibilità ai giallorossi. Una si conclude con un colpo di testa di Perrotta fuori, un'altra (35') è interrotta da un fallaccio di Materazzi che abbatte Vucinic e rimedia un giallo. Atro infortunio nell'Inter: si fa male Cordoba, entra Samuel. Subito dopo arriva il gol: straordinario Milito che, dopo una fuga, azzecca l'incrocio dei pali appena dentro l'area. Al 42' Rizzoli grazia Burdisso e gli evita il secondo giallo dopo un fallo su Balotelli che lo mette parecchio in difficoltà. Troppo nervosismo. Mexes tocca Materazzi che finisce fuori campo: ne nasce un'accesa discussione con protagonisti Thiago Motta, Burdisso e alcuni romanisti. Rizzoli ammonisce Mexes. Poi protesta la Roma per una trattenuta di Samuel su Toni in area punita per un fallo del giallorosso. Finisce il primo tempo. Partita troppo nervosa e difficile da arbitrare. L'Inter merita il vantaggio.
Secondo tempo. Roma con due novità: Totti e Motta dentro, al posto di Pizarro e Burdisso. Il compito di Motta è quello di controllare Balotelli che ha messo in difficoltà Burdisso, peraltro ammonito. Al 5' Rizzoli grazia anche Perrotta, già ammonito, colpevole di un entrata sulle gambe di Milito. Un minuto e Juan spreca una grande occasione: Julio Cesar sbaglia e respinge sulla testa di Juan una punizione di Totti, ma il brasiliano manda alto da due metri. L'Inter risponde in contropiede e Julio Sergio neutralizza un tiro di Balotelli. Ora la Roma è molto più viva. Al quarto d'ora Totti, dopo aver subìto un fallo non segnalato, torna su Milito e lo colpisce. Rizzoli lo ammonisce su segnalazione dei suoi collaboratori. Ranieri prova la carta Menez e fa uscire Toni. La Roma si sbilancia per trovare il gol del pareggio ed è molto più incisiva che nel primo tempo, ma tenta di entrare centralmente trovando un muro. L'Inter gioca in contenimento, fa possesso di palla e si limita a qualche conclusione velleitaria da lontano. Protesta la Roma al 35' per un intervento di Chivu su Menez, Rizzoli lascia proseguire. Al 38' Vucinic, lanciato da Motta, sballa un'ottima occasione, la seconda della Roma nella ripresa. Al 40' ancora Totti protagonista con un calcetto in testa a Thiago Motta. Discussioni e Balotelli rimedia un giallo. Due minuti e Totti butta giù Balotelli con un calcione volontario da dietro e viene giustamente espulso. Mourinho fa uscire Balotelli che prende troppe botte, tutta la panchina fa i complimenti al giocatore per la sua bella partita. Finisce con l'ennesimo fallo, stavolta su Muntari e con un accenno di rissa che si prolunga a centrocampo. E con la Coppa Italia all'Inter.
 


16 maggio 2010
Campionato 2009-2010:
Siena-Inter 0-1 (primo tempo 0-0)

Da Inter.it: Siena-Inter: 0-1, nerazzurri campioni d'Italia. Dopo 57 minuti di gioco è una rete del principe Milito a regalare lo scudetto numero 18.
SIENA - E' la rete di Diego Milito a permettere all'Inter di batteree 1-0 il Siena sul campo dell''Artemio Franchi' e di conquistare il campionato 2009-2010 chiudendo la stagione a 82 punti in classifica. Il 18° scudetto, il quinto consecutivo, è il regalo dell'Inter per il presidente Massimo Moratti nel giorno del suo 65° compleanno e per tutti i tifosi nerazzurri che anche oggi hanno prima sofferto, fino a quella rete al 12° minuto della ripresa, poi gioito, subito dopo i tre punti conquistati contro un Siena già retrocesso, ma deciso a non far nessun regalo.
PRIMO TEMPO - Per il match scudetto, Josè Mourinho rinuncia a Lucio e Chivu e, davanti a Julio Cesar tra i pali, schiera Materazzi e Samuel al centro della difesa nerazzurra con Maicon e Zanetti terzini. Centrocampo con Cambiasso e Thiago Motta arretrati rispetto al tridente che fa da spalla a bomber Milito, formato da Balotelli, Sneijder ed Eto'o. Dopo sei minuti di gioco, è il Siena ad sfiorare il vantaggio con Ekdal: aggirato l'ostacolo-Maicon e sfruttando il rimpallo sul tiro di Codrea, l'attaccante svedese prova il diagonale, ma la palla termina a lato. La risposta dell'Inter arriva al 13' ed è duplice: Balotelli prima raccoglie il cross di Maicon sfiorando il gol con un tiro di al volo d'interno destro, poi innesca l'avanzata devastante di Milito che prova far filtrare la palla alla sinistra di Curci lontano dai pali, ma la palla termina sul fondo. Ancora un'occasione per l'Inter al 22': Maicon è un treno sulla fascia destra ed è suo il cross che, dopo la sponda di Balotelli, permette a Milito la schiacciata di testa verso la porta bianconera, Curci è lucido e non si fa sorprendere. Al 28', il secondo calcio d'angolo a favore dell'Inter impegna Samuel che di testa spedisce palla sopra la traversa, ma ancora sul corner, è Thiago Motta, due minuti dopo a sfiorare l'1-0 sventato solo dalla pronta risposta di Curci. Il portiere bianconero, è soprattutto lui il protagonista del Siena, anche quando al 35', sul cross di Maicon spegne la grinta di Eto'o sotto porta. Al 37', Maccarone fa tutto da solo, è veloce e potente il suo sinistro, ma Julio Cesar c'è e para in due tempi, anticipando la risposta di Curci sulla spettacolo di Balotellli in semi rovesciata dopo il lancio lungo di Maicon. E' il 40': al 'Bentegodi', Vucinic porta in vantaggio la Roma mentre al 'Franchi', è Jajalo - su assist di Vergassola - a creare pericoli con un destro a fil di palo (42'). Pieno recupero, la Roma fa il bis con De Rossi, Eto'o cerca il primo dell'Inter dopo il velo di Milito sull'assist di Cambiasso ma è sullo 0-0 che a Siena si chiude il primo tempo.
SECONDO TEMPO - Ripresa al via e Inter in campo con gli stessi undici di partenza, mentre nel Siena Brandao prende il posto di Cribari. Al 4' è perfetto l'uno-due Balotelli-Maicon, ma il brasiliano, pronto al tiro da buonissima posizione, è disturbato da Terzi che mette in corner. L'Inter assedia l'area bianconera: Milito ci va di rabbia all'8 sull'assist di Zanetti, ma incrocia le dite di Curci che alza sopra la traversa ed evita il gol, mentre è Terzi a salvare il risultato sul cross basso di Balotelli un minuto dopo. E' lui, è ancora Diego Milito a sbloccare il match al 12' della ripresa allontanando le ombre che per 57' avevano offuscato il 'Franchi': sulla fantastica accelerazione di Zanetti, l'attaccante argentino porta avanti palla e con un diagonale destro spedisce palla nell'angolino basso alla sinistra di Curci. Dopo Pandev in campo dall'8' al posto di Thiago Motta, al 14' Balotelli lascia spazio a Stankovic: è proprio il terzo al 26' a sfiorare il raddoppio colpendo di testa appena sopra la traversa. Al 28', ultimo cambio per Mourinho: c'è Chivu in campo al posto di Sneijder, ma è ancora Stankovic a colpire la traversa al 30' sull'assist di Milito. Ancora Inter: è nerazzurro il contropiede innescato da Eto'o che manda al tiro Milito, Curci blocca ma non trattiene, Pandev si avventa sul pallone e lo insacca in rete, ma Morganti aveva già segnalato il fuorigioco. Dal 41' è Rosi a creare panico in area nerazzurra, un tiro cross che attraversa tutta l'area per uscire dalla parte opposta, prima e un altro al 44' che Julio Cesar non riesce a bloccare. Si giocherà per altri 3 minuti, ancora 180 secondi che separano l'Inter alla conquista del 5° scudetto consecutivo. Morganti fischia, l'Inter è campione d'Italia.

Marcatori: Milito al 12' s.t.

Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 23 Materazzi, 25 Samuel, 4 Zanetti; 8 Thiago Motta (8' st 27 Pandev), 19 Cambiasso; 45 Balotelli (14' st 5 Stankovic), 10 Sneijder (28' st 26 Chivu), 9 Eto'o; 22 Milito.
A disposizione: 1 Toldo, 6 Lucio, 11 Muntari, 17 Mariga.
Allenatore: José Mourinho

 

Da Inter.it: Moratti: "Lo scudetto di Mourinho". "Sono felice, felicissimo. Abbiamo sofferto fino alla fine ma meritato. E ora pensiamo a Madrid".
SIENA - Nel giorno del suo 65^ compleanno, per Massimo Moratti non poteva esserci gioia più grande di questo 18^ scudetto: "Sono felice, felicissimo. Abbiamo sofferto fino alla fine ma meritato, bravissimi i ragazzi. Se si può dire che è lo scudetto di Mourinho? Certo, è lo scudetto di Mourinho. E ora pensiamo a Madrid, dobbiamo fare bene anche lì per completare l'opera". Dopo i festeggiamenti, il presidente viene nuovamente intervistato, con al suo fianco Mario Balotelli: "Ringrazio tutti i giocatori - aggiunge Moratti - e ringrazio anche Mario che è qui al mio fianco adesso e resterà con noi, è dell'Inter al cento per cento. Quella di oggi è una festa meravigliosa, speriamo di poter fare altrettanto a Madrid".

Da Inter.it: Milito: "Il gol più importante della mia vita". "Sono felice, meno male che quella palla è entrata. Ci meritavamo quello scudetto, che emozione"
SIENA - Commenta la conquista del diciottesimo scudetto Diego Milito, autore del gol vittoria: "E' il gol più importante della mia carriera, siamo felici, ce lo meritiamo. Per fortuna quella palla è entrata, dopo che avevamo sprecato delle occasioni nel primo tempo, sono felice".

Da Inter.it: Stankovic: "Mourinho, l'allenatore più forte del mondo". "Siamo felicissimi per questo quinto scudetto di fila, è stata dura ma siamo stati bravissimi"
SIENA - Commenta la vittoria del diciottesimo scudetto Dejan Stankovic: "Il quinto scudetto di fila, siamo felicissimi per questo. E' stata dura ma siamo stati bravissimi, noi, il mister, la società, il presidente, i tifosi. Ringraziamo la società che ha costruito una squadra grandissima e ci ha dato il miglior allenatore del mondo, che ci ha fatto capire che siamo fortissimi. Grazie".

Da Inter.it: Mourinho:"Campionato, vince sempre chi merita". A Inter Channel: "La vittoria di oggi appartiene e tutti coloro che in questo momento sono felici"
SIENA - Sceglie i microfoni di Inter Channel Josè Mourinho per esprimere tutta la sua soddisfazione per la conquista del 18° scudetto giunto: "Ha vinto la squadra che meritava di più. Il campionato è fatto di tante partite e vince sempre chi merita. Forse sarebbe potuto essere tutto più facile: avevamo un vantaggio in termini di punti molto interessante a metà campionato poi, in parte per colpa nostra, abbiamo perso tanti punti. Inoltre, il fatto di essere impegnati anche in una competizione come la Champions League, di dover avere le energie necessarie per disputare un doppio confronto con Barcellona e Chelsea ad esempio, ha reso tutto molto più difficile in campionato perchè si trattava di partite troppo esigenti dal punto di vista fisico e psicologico. La Roma, invece, in questo senso era tranquilla: era fuori dalla Coppa Uefa, giocava una gara a settimana, poteva preparare bene ogni partita, poteva giocare bene e lasciare a noi ogni tipo di pressione. E' stato difficile, ma mi mancava questo tipo di esperienza: non avevo mai vinto un campionato all'ultimo minuto. L'avevo vinto in casa, in albergo, con tre o quattro giornate d'anticipo, sempre con molta tranquillità. E' stata un'esperienza nuova, che però non vorrei mai ripetere... (ndr.: sorride)".
"Se c'è stato un momento nel quale ho avuto paura di perdere la partita di oggi? Il Siena ha fatto una grande gara, dovevamo aspettarcelo, anche se il nostro avversario era già in serie B ha giocato con estrema professionalità. Forse qualcuno, come Rosi ad esempio, giocava anche per la Roma, ma noi siamo stati bravi a restare in campo con tranquillità. Dopo il primo gol mi aspettavo qualcosa di più, non è stato possibile e siamo arrivati alla fine consapevoli del fatto che in qualsiasi momento sarebbe potuto cambiare tutto".
Un campionato dominato dall'Inter, anche se come ricorda Mourinho: "Dopo la gara con la Fiorentina e il sorpasso della Roma, il campionato non dipendeva più solo da noi. Sapevamo che non sarebbe più bastato vincere tutte le partite, conservavamo qualche speranza di rimontare nelle gare che i giallorossi hanno disputato con la Sampdoria o con la Lazio...sì, è stato quello il momento più complicato della stagione. Poi abbiamo giocato con la Juventus che è arrivata a San Siro non per vincere ma per non fa vincere all'Inter il campionato".
E ora la testa è tutta alla finale di Madrid: "Il campionato è finito, vincere scudetto e Coppa Italia è sempre fantastico, lo ha fatto anche il Bayern Monaco, ma in Champions solo uno di noi può vincere. Se penso già alla gara del 22 maggio? Non so, ma in questo momento non ho forza per tornare in pullman e guardare il dvd del Bayern, ma da domani sarà nuovamente al lavoro".
E' solo dopo quella finale che Josè Mourinho penserà al suo futuro: "Adesso non penso a me stesso, penso solo all'iInter, ai miei giocatori e alla gara con il Bayern. Dopo la finale sarà il tempo di essere un pochino egoista e pensare quello che mi potrà dare maggiore piacere professionale, ma al 100 per cento non è vero che sono con un piede già sulla panchina del Real Madrid o che sono il suo l'allenatore".
E a chi chiede a Mourinho a chi appartenga la vittoria di oggi: "E' di tutti coloro che in questo momento sono felici".
 


22 maggio 2010
Champions League 2009-2010:
Bayern Monaco-Inter 0-2 (primo tempo 0-0)

Un articolo da Inter.it: Finale Champions: a Madrid l'Inter nella storia. Diego Milito, il Principe nerazzurro, incorona l'Inter regina d'Europa con una doppietta memorabile
MADRID - Termina 0-2 il confronto tra Bayern Monaco e Inter, finale di Uefa Champions League 2009-2010. L'Inter - dopo 45 anni di lunghissima attesa - conquista la Champions League, la terza nella sua storia. Massimo Moratti esulta di gioia per un risultato storico, come quello ottenuto da suo padre Angelo. Anzi, ancora più storico, perché quest'Inter, l'Inter di José Mourinho, raggiunge un traguardo mai conquistato prima in Italia. Una tripletta mozzafiato: Coppa Italia, campionato e Champions League.
Dopo una prima mezzora a reti inviolate ma con occasioni da entrambe le parti, arriva al 35' il vantaggio dell'Inter, grazie al tandem Milito-Sneijder: l'argentino, su rimessa di Julio Cesar dal fondo, serve di testa Sneijder, che gli restituisce poi il pallone rasoterra, per il gol del vantaggio, implacabile, di destro. Il secondo tempo si apre con un Bayern davvero aggressivo, che già al primo minuto va vicino al gol con Muller, ma Julio Cesar fa una parata che vale un gol. Un minuto dopo, è quasi raddoppio nerazzurro, con Milito che serve Pandev, il macedone va al tiro ma Butt riesce miracolosamente ad alzare sopra la traversa. Il Bayern è agguerritissimo, ma Julio Cesar miracoloso più di una volta. Al 25' della ripresa, dopo un grande salvataggio di Samuel, in contropiede parte l'Inter, con Eto'o che serve Milito, che dribbla la difesa avversaria e di destro beffa Butt. Raddoppio per il Principe, raddoppio per l'Inter, con esplosione di gioia. I tifosi nerazzurri, impazziti di felicità, invocano prima Milito e poi Mourinho. Si conclude il match e ha inizio una festa che ha dello storico per l'Inter. Grazie a José Mourinho, ai suoi giocatori e a Massimo Moratti.
Visibilmente commosso l'allenatore, che si stringe prima in un grande abbraccio con capitan Zanetti e poi porta suo figlio José junior in spalle in giro per il campo. Si passa quindi alla premiazione per mano di Michel Platini e capitan Zanetti può alzare finalmente la tanto agognata "coppa dalle grandi orecchie". I giocatori si passano la Champions di mano in mano, tutti vogliono alzarla al cielo. E lo fa anche il tifoso numero uno, Massimo Moratti, mentre tutto lo stadio invoca Mourinho.
Al Bernabeu risuona l'inno dell'Inter e José Mourinho abbraccia il suo presidente. La squadra, con la coppa che passa di mano in mano, corre poi a gioire sotto gli spalti dei tifosi nerazzurri in delirio.
PRIMO TEMPO - Contro il Bayern Monaco, José Mourinho sceglie Chivu come laterale sinistro a completare la difesa composta da Maicon, Lucio e Samuel, davanti a Julio Cesar. Diga di centrocampo con Zanetti (alla 700esima presenza in nerazzurro) e Cambiasso, davanti il trio Pandev-Sneijder-Eto'o a supporto di Milito.
In uno stadio 'Santiago Bernabeu' completamente esaurito e infuocato come non mai, in mondovisione, dopo una coreografia d'incanto intrisa di tradizione spagnola, l'Inter scende in campo per conquistare la terza Champions League della sua storia. Un sogno che nella calda sera madrilena può diventare possibile grazie alla tenacia e alla forza di José Mourinho e del suo gruppo di giocatori. Ma grazie anche, e soprattutto, all'amore per i colori nerazzurri del presidente Massimo Moratti.
Nerazzurri subito all'attacco e pericolosi, già al 2', con Sneijder su punizione. Due minuti dopo il Bayern risponde con un insidioso cross di Olic per Muller, ma Samuel riesce a respingere di testa. Al 5' Milito doma un pallone difficile e serve Sneijder: assist in verticale per Pandev, ma a spazzare c'è Badstuber. Al 10' cross di Robben per Olic, conclusione rasoterra a lato di un soffio. Al 13' Altintop prova la conclusione, ma la difesa nerazzurra riesce a deviare in corner. Sul calcio d'angolo battuto da Robben, Julio Cesar esce in presa sicura. Al 16' cross di Robben dalla trequarti per Van Buyten, ma Maicon riesce ad allontanare. Al 18' pericolosissima la punizione di Sneijder dai 35 metri, ma Butt riesce a deviare con i pugni. Al 23' è ancora Bayern, con Robben che prova a concludere con un sinistro da dimenticare dopo un numero di Muller. Al 26' un'altra punizione battuta da Sneijder, ma Butt riesce a fare suo il pallone senza problemi. Al 32' altra conclusione da dimenticare per Muller. Al 33' cross dalla sinistra di Milito per Sneijder, ma Butt riesce a far suo il pallone. Al 35' Inter in vantaggio, grazie al tandem Milito-Sneijder: l'argentino, su rimessa di Julio Cesar dal fondo, serve di testa Sneijder, che gli restituisce poi il pallone rasoterra, per il gol del vantaggio, implacabile, di destro. Due minuti dopo altra grande occasione per l'Inter, con un contropiede Milito-Pandev-Eto'o, tutto di prima, ma a respingere in affanno c'è Van Buyten. Al 40' con un rasoterra Altintop cerca la conclusione, ma il tiro è debole e Julio Cesar blocca a terra senza problemi. Un minuto dopo ci prova Robben, ma il tiro di sinistro finisce a lato senza impensierire l'Inter. Al 43' Inter vicina al raddoppio, con un cross di Milito per Sneijder, ma Butt riesce a fare suo il pallone. Al 46' destro rasoterra di Van Bommel, ma il pallone finisce a lato. Dopo un minuto di recupero termina quindi 0-1 la prima frazione di gioco tra Bayern Monaco e Inter.
SECONDO TEMPO - La ripresa si apre senza cambi. Al 1' Bayern subito all'attacco, con Muller servito da Altintop, ma Julio Cesar fa una parata che vale un gol. Un minuto dopo, è quasi raddoppio nerazzurro, al 2', con Milito che serve Pandev, il macedone va al tiro ma Butt riesce miracolosamente ad alzare sopra la traversa. Al 9' punizione per l'Inter, batte Sneijder, ma la palla termina sopra la traversa, anche se di poco. Pochi istanti dopo Bayern pericoloso con Altintop, ma la conclusione finisce a lato. Al 18' scatta l'offensiva del Bayern, con una punizione di Robben che calcia forte, sul rimpallo scarica il destro Muller dai 13 metri, ma salva Cambiasso. Al 20' Robben pericolosissimo con un sinistro all'incrocio dei pali, ma ancora una volta Julio Cesar fa il miracolo. Al 25' della ripresa, dopo un grande salvataggio di Samuel, in contropiede parte l'Inter, con Eto'o che serve Milito, che dribbla la difesa avversaria e di destro beffa Butt. Raddoppio per il Principe, raddoppio per l'Inter, con esplosione di gioia. I tifosi nerazzurri, impazziti di felicità, invocano prima Milito e poi Mourinho. Al 46' Mourinho decide di regalare la standing ovation al suo bomber, che - sostituito da Materazzi - si gode l'applauso di tutto il Bernabeu. Una favola per il Principe. Dopo tre minuti di recupero termina la seconda frazione di gioco di Bayern Monaco-Inter: 0-2. I nerazzurri sono campioni d'Europa dopo 45 anni di lunghissima attesa, prima squadra italiana a conquistare il triplete.


Marcatori: Milito al 35' e 25' s.t.

Inter: 12 Julio Cesar; 13 Maicon, 6 Lucio, 25 Samuel, 26 Chivu (Stankovic dal 23' s.t. ); 4 Zanetti, 19 Cambiasso; 27 Pandev (Muntari dal 34' s.t.), 10 Sneijder, 9 Eto'o; 22 Milito (Materazzi dal 46')
A disposizione: 1 Toldo, 2 Cordoba, 17 Mariga, 45 Balotelli. All.: José Mourinho

 

Da Inter.it: Moratti: "Stravolti dalla felicità". "Io non ho pianto, ma Mourinho sì e pure molto. Che spettacolo e che gioia infinita, una meraviglia"
MADRID - (ANSA) "Io non ho pianto, Mourinho sì e anche molto: non vorrei fosse per una sorta di senso di colpa...". Massimo Moratti, con il sorriso e con questa battuta, rinvia ai prossimi giorni qualsiasi discorso sulle scelte del tecnico per il prossimo anno. "I giocatori - ha aggiunto a Sky il presidente Inter - erano stravolti dalla felicità: vuole dire che questa è davvero una roba seria. Che spettacolo e che gioia infinite, una meraviglia" (ANSA).

 

Da Inter.it: Milito: "Una gioia mai provata, sono felice". "E' una sensazione unica, meritiamo questa Coppa. Grazie a Moratti e a Mourinho che mi ha voluto".
MADRID - (ANSA) "Ringrazio l'Inter, il presidente, il mister per avermi voluto l'estate scorsa. Sono felice, poi, per il prossimo anno vediamo". Diego Milito, autore dei due gol con cui l'Inter ha battuto il Bayern e conquistato la Champions League, commenta così a fine partita ai microfoni di Sky. "Cosa provo in questo momento? E' una gioia mai provata, incredibile, sono felicissimo per l'Inter, perché ci tenevamo tanto a questo traguardo, per il presidente, che è il primo a meritare questo trofeo. Siamo - aggiunge Milito - troppo felici e provo una sensazione unica. Questo è il calcio, sono felice. Il calcio - chiude l'attaccante argentino - dà sempre una rivincita: ho lottato sempre, cercando di dare sempre il massimo, di imparare, anche se ho 30 anni. Sono troppo felice, lo meritiamo, lo merita il presidente, lo merita la società. Vediamo il prossimo anno" (ANSA)
 


3 novembre 2012
Campionato 2011-2012:
Juventus-Inter 1-3 (primo tempo 1-0)

Da Inter.it: Serie A, Juventus-Inter 1-3: il tabellino. Doppietta di Milito e rete di Palacio: battuti i bianconeri prima in vantaggio in fuorigioco
TORINO - L'Inter espugna un infuocato e tutto esaurito "Juventus Stadium" battendo 3-1 i bianconeri con una doppietta di Milito e la rete di Palacio, dopo l'iniziale gol juventino che sarebbe stato da annullare per fuorigioco e la mancata espulsione di Lichtsteiner.
Nel primo tempo solo diciotto secondi e la Juve si porta in vantaggio con Vidal, servito da Asamoah: netta però la posizione di fuorigioco di quest'ultimo, non segnalata dall'arbitro. Dopo due tentativi di Cambiasso, al 12' l'Inter trova la porta con Palacio ma l'attaccante viene giudicato in offside. I nerazzurri vanno poi vicinissimi al gol con un tiro a giro di Cassano, fuori di un soffio. Inter ottima, pressa ed è pericolosa, Handanovic dice no ai bianconeri, ma la prima frazione di gioco si conclude con il vantaggio della Juventus. Nella ripresa nerazzurri altrettanto pericolosi ed ecco che arriva il pari con Milito: al 13' Marchisio trattiene l'attaccante argentino in area, che cade, Tagliavento concede il rigore, che al 14' viene trasformato proprio dal Principe. Al 30' l'Inter raddoppia: destro fortissimo di Guarin, Buffon si oppone, sulla respinta Milito non sbaglia e di destro punisce la Juve. Al 45' il terzo gol nerazzurro, in contropiede, con Palacio servito da Nagatomo. Nerazzurri a 27 punti, secondi in classifica a una sola lunghezza dai bianconeri che perdono l'imbattibilità dopo 49 giornate.


Marcatori: Vidal (J) al 1' p.t.; Milito al 14' (r) e 30' , Palacio al 45' s.t.

Inter: 1 Handanovic; 23 Ranocchia, 25 Samuel, 40 Juan Jesus; 4 Zanetti, 21 Gargano, 19 Cambiasso, 55 Nagatomo; 8 Palacio, 99 Cassano (Guarin dal 24' s.t.); 22 Milito (Mudingayi dal 35' s.t.) A disposizione: 12 Castellazzi, 27 Belec, 6 Silvestre, 11 Alvarez, 31 Pereira, 33 Mbaye, 41 Duncan, 88 Livaja. All.: Andrea Stramaccioni

Da Inter.it: Serie A, Juventus-Inter: 9^ doppietta per Milito. La 7^ in nerazzurro; 9^ vittoria consecutiva e pure esterna per l'Inter, cade l'imbattibilità Juve
TORINO (a cura di Football Data) - Tra le strisce vincenti di Juventus e Inter si ferma quella bianconera. La formazione di Conte non perdeva da 49 giornate di campionato, con bilancio di 32 vittorie e 17 pareggi: l'ultima sconfitta prima di stasera risaliva al 15 maggio 2011, 0-1 a Parma; poi si sommavano la gara conclusiva del campionato 2010/11 (targata Gigi Delneri), le 38 nel vittorioso torneo 2011/12 e le prime 10 di quest'anno. Si tratta, comunque, della striscia positiva record nella storia della Juventus in serie A su girone unico e della seconda assoluta nella storia del campionato italiano dal 1929/30 ad oggi, a -9 da quella del Milan di Capello di inizio anni '90. Si tratta anche della prima sconfitta in partite ufficiali allo Juventus Stadium, coppe comprese: l'ultima sconfitta casalinga bianconera, infatti, risaliva al 5 marzo 2011, quando in campionato era stato il Milan a sbancare Torino con un 1-0, poi 33 gare senza sconfitte, di cui 22 vinte ed 11 pareggiate. La Juventus è clamorosamente crollata in quello che - nell'era-Conte - era stato il suo marchio di fabbrica: migliorare nelle riprese i risultati del 45': stasera è passata dall'1-0 dell'intervallo al tonfo per 1-3.
Prosegue invece la straordinaria marcia in trasferta dell'Inter di Stramaccioni, alla nona vittoria su 9 gare esterne ufficiali nella stagione 2012/13, coppe comprese, con ultima sconfitta lontano da Milano che resta quella del 13 maggio scorso, 1-3 a Roma in campionato contro la Lazio; 9 vittorie esterne di fila in partite ufficiali mancavano dal 2006/07 in casa-Inter, con Mancini in panchina. Anche in senso assoluto, considerando dunque casa e trasferta, quella di stasera è la nona vittoria consecutiva per l'Inter, che non si ferma dal tonfo casalingo contro il Siena (0-2 il 23 settembre scorso).
Eroe di serata Diego Milito, alla nona doppietta nella nostra serie A, settima in maglia nerazzurra, che ora è salito a 71 reti in 143 partite ufficiali con l'Inter, una media praticamente di un gol ogni 2 match. Era dal 30 gennaio 2008 che l'Inter non vinceva a Torino sui bianconeri, ma allora fu in coppa Italia, per 3-2; in campionato l'ultimo successo esterno nerazzurro risaliva al 20 aprile 2005, 1-0.
Per Stramaccioni, stasera alla 20° presenza in serie A, 14 vittorie: come Josè Mourinho nelle sue prime 20 giornate nel nostro campionato.


 

Da Inter.it: Milito: "Premiato il nostro coraggio". "Partita durissima, ma ce l'abbiamo fatta. Ora andiamo avanti così, per la nostra strada, vincendo"
TORINO - "Una partita durissima, tosta, lo sapevamo che sarebbe stata così, ma ce l'abbiamo fatta", a parlare così è Diego Milito, autore questa sera di una doppietta.
"Siamo entrati un po' addormentati con quel loro primo gol che ci ha sorpreso e che però era in fuorigioco, ma poi abbiamo meritato di vincere. Andiamo avanti per la nostra strada, cercheremo di andare avanti così, vincendo, fino alla fine. Cosa abbiamo provato a fine primo tempo? Tanta rabbia per il loro gol in fuorigioco e la mancata espulsione di Lichtsteiner, ma abbiamo avuto grande coraggio e siamo stati premiati", ha concluso l'attaccante nerazzurro.


 

Da Inter.it: Stramaccioni: "Lavoriamo sodo, prepariamo tutto". "Ci vuole un po' di rispetto. Abbiamo battuto la Juventus dopo qualche giornata che non perdeva...".
TORINO - "Ho cercato di preparare la gara nel miglior modo possibile, fastidiosa è stata l'ironia di un dirigente della Juventus (Beppe Marotta, ndr) prima della gara, ma loro sono fatti così. Chissà se la pensa ancora in questo modo... visto che ha parlato di 'spensieratezza di Stramaccioni'...", ha esordito così il tecnico nerazzurro Andrea Stramaccioni nel commentare la vittoria allo "Juventus Stadium".
"Dicono sempre 'sul campo' e noi lì abbiamo vinto. Noi lavoriamo sodo - ha sottolineato -, prepariamo tutto, in ogni dettaglio: abbiamo vinto meritatamente in casa della Juventus nonostante gli episodi. Credo che ci voglia un po' di rispetto. Abbiamo battuto la Juve dopo qualche giornata che non perdeva...".
"L'Inter era partita bene - prosegue -, nonostante il gol, poi con il passare dei minuti siamo cresciuti ed è stata la prima volta che ho visto la Juventus così in difficoltà. Alla fine del primo tempo ero sicuro che avremmo ripreso la partita, la forza si vede anche in questi casi, l'Inter sta crescendo. Se questo il giorno più bello della mia carriera? Il giorno più bello della mia carriera è stato quando il presidente ha scelto di farmi allenare l'Inter. Sono orgoglioso di essere l'allenatore dell'Inter e sono contento per i nostri tifosi che possono gioire".
Stramaccioni si complimenta poi per "il lavoro di Palacio e Milito su Pirlo, è stato incredibile. L'avevo detto in vigilia che avremmo voluto vincere ma non mi ha creduto nessuno".


 

Da Inter.it: Nagatomo: "Noi non molliamo mai". "Andiamo avanti su questa strada, sono contento: era importante vincere, merito di tutta squadra".
TORINO - "Sono contento, era importante vincere, questo è merito della squadra, la Juve non veniva battuta da 49 partite", a parlare così è Yuto Nagatomo, protagonista nell'occasione del terzo gol nerazzurro.
"Per quanto riguarda il 3^ gol - prosegue -, questo è il mio punto di forza perché la Juve ha provato ad attaccare, ma c'era spazio davanti a me e io ho sfruttato questa situazione. Ho provato a segnare, non ci sono riuscito, ma ho fatto assist e sono molto contento ugualmente. Scudetto? Il campionato è ancora lungo, oggi ho capito che la Juve è una squadra forte quindi è ancora lunga e molto dura. Importante è non mollare mai e andare avanti su questa strada".
 

Da Inter.it: Ranocchia: "Quando rimonti è più bello...". "Abbiamo tirato fuori cuore e carattere, abbiamo dato un segnale importante di forza. Avanti così".
TORINO - Al termine della gara Andrea Ranocchia, visibilmente felice per la grande vittoria nerazzurra, si è intrattenuto ai microfoni di Inter Channel esternando tutta la sua soddisfazione: "E' stato bello, veramente bello. Ho faticato tanto, la Juve è una grande squadra e ci ha messo in difficoltà ma abbiamo tirato fuori cuore e carattere, portando a casa tre punti molto importanti. I problemi creati da Marchisio? Sapevamo quanto fossero abili negli inserimenti, è la loro forza. Attaccano l'area con tanti giocatori, poi Samir è stato incredibile e dopo la sua parata siamo rinati, inoltre nella gestione della gara siamo cresciuti molto, sapevamo che era lunga e che non dovevamo perdere la concentrazione". Alla domanda se si aspettasse una serata così, il difensore umbro risponde: "Ci speravo, quando rimonti è sempre più bello perché dai anche un segnale di forza importante. Se è stato più bello del derby? E' bello quanto vincere un derby perchè Milan e Juve sono le massime rivali storiche, ora ce la giochiamo cercando di migliorare sia i nostri punti deboli che quelli forti".

 

Da Inter.it: Moratti: "Stramaccioni, bravo e basta". "E bravi i giocatori a reagire a un'ingiustizia. Ora la stagione si fa interessante, ma aspettiamo".
MILANO (Ansa) - "Dopo 17 secondi prima mi sono preoccupato che fossimo partiti male, poi quando ho visto il fuorigioco ho pensato alla solita storia: sono stati bravi i giocatori a reagire ad un'ingiustizia di quel tipo". Lo ha detto il presidente dell'Inter, Massimo Moratti, nel programma "Serie A Live" su Premium Calcio.
"Stramaccioni non ha bisogno di confronti con Mourinho: è bravo e basta, è sorprendente - ha aggiunto Moratti -. Sapevo che avrebbe schierato il tridente da tre giorni. Ora sono felice perché da una stagione che sembrava di passaggio, ora si fa interessante, ma aspettiamo a parlare di obiettivi scudetto". 

 

14 marzo 2013
Uefa Europa League 2012-2013: 
Inter-Tottenham 4-1 (primo tempo 1-0)

Da Inter.it: Inter-Tottenham il tabellino: 4-1. Travolgente impresa nerazzurra con il 3-0 nei tempi regolamentari, ma ai supplementari il sogno si spegne sul 4-1. Partita epica, in ogni caso.
MILANO - L'Inter ci crede, ci prova, lotta fino all'ultimo dei tempi regolamentari - quando effettua la rimonta agguantando il 3-0 - e poi dei supplementari, che finiscono però sul 4-1. Nerazzurri encomiabili, ma l'impresa riesce solo a metà. In ogni caso, immensa la prova di carattere.
Al 20' del primo tempo arriva il gol del vantaggio nerazzurro: cross dalla destra di Palacio per Cassano che, dimenticato dalla difesa del Tottenham, schiaccia il pallone di testa sotto l'incrocio alla destra di Friedel.
Nella ripresa, al 7', raddoppio di Palacio su assist splendido di Cambiasso. Il Meazza ora ci crede. E alla mezzora, su punizione di Cassano, la deviazione di Gallas spiazza Friedel: rete, San Siro esplode. E' 3-0, la rimonta è stata effettuata. Ora l'Inter ce la mette davvero tutta per trovare la rete vincente che possa dare la qualificazione, con un super-Handanovic negli ultimi minuti. Nel recupero Cambiasso a un soffio dal 4-0, ma la palla va fuori di un nulla.
Si va ai tempi supplementari e al 7' purtroppo arriva la beffa: Adebayor raccoglie la respinta di Handanovic su tiro di Dembelè e va a segno. I nerazzurri, però, non si arrendono nonostante la stanchezza: Palacio e Cassano non smettono di provarci. Con Alvarez di testa su cross di Cassano, al 5' del secondo tempo supplementare, arriva il gol del 4-1, incredibile. Ora, ancor più di prima, tutti in avanti negli ultimi minuti, ma non basta. Nerazzurri commoventi, chiudono 4-4 tra andata e ritorno. Avrebbero meritato di vincere ma la legge del gol in trasferta li punisce. Ai quarti vanno gli inglesi.


Marcatori: Cassano al 20' p.t.; Palacio al 7' s.t., Gallas (aut) al 30', Adebayor al 7' pts, Alvarez al 5' sts.

Inter: 1 Handanovic; 42 Jonathan (3' sts Ranocchia), 26 Chivu, 40 Juan Jesus, 4 Zanetti; 21 Gargano, 29 Kovacic (34' st Benassi), 19 Cambiasso; 14 Guarin (26' st Alvarez), 8 Palacio, 99 Cassano
A disposizione: 27 Belec, 24 Benassi, 28 Pasa, 47 Colombi, 60 Belloni
Allenatore: Andrea Stramacccioni

 

Da Inter.it: Zanetti "Questa è la vera Inter". "Abbiamo fatto una grandissima partita, ma purtroppo non è bastato. Abbiamo lasciato in campo tutto, ripartiamo da qui".
MILANO - La parola, nel post partita, a capitan Zanetti: "Abbiamo fatto una grandissima partita, ma purtroppo non è bastato. Abbiamo lasciato in campo tutto. Questa è l'Inter, da cui dobbiamo ripartire. Quest'anno ci sono stati episodi negativi, invece questa sera si sono viste cose positive. Abbiamo speso tantissimo, ora in questi pochi giorni speriamo di ricaricare le energie per un'altra partita importante, quella di Marassi. Dobbiamo ritrovare la continuità, speriamo di fare bene anche domenica". A Pupi viene poi chiesto del rapporto con Stramaccioni: "Non dico niente. Solo chi ha visto stasera la partita sa che se non sei con l'allenatore una partita così non la fai. Le parole di Chivu? Ne abbiamo parlato con serenità, la sua era una critica costruttiva e lui è un uomo d'esperienza, cerchiamo di fare qualcosa che ci permetta di crescere. Era riferito solo alle difficoltà, ma si sono viste cose positive stasera e da queste bisogna ripartire. Cassano? Antonio quando sta bene riesce a fare gare come quella di stasera, è un fuoriclasse. L'emozione per il Papa? Grande! Come argentino sono onorato di essere rappresentato da un connazionale e tutti noi che siamo qui in Italia e chi è in Argentina è contento di questo. Francisco Primero è per noi. Non lo conoscevo ma mi hanno detto che è umile e dal discorso di ieri si è visto. Speriamo porti avanti le sue idee. Il terzo posto? Dobbiamo cercare di trovare continuità alla prestazione di stasera. Restano pochi giorni, abbiamo speso tanto e nella sosta vedremo di lavorare per fare bene dopo la pausa".

 

Da Inter.it: Moratti "Siamo tutti molto fieri della squadra". "I giocatori hanno fatto quanto la stampa non voleva prevedere, hanno tirato fuori l'orgoglio, sono stati pericolosi. Complimenti".
MILANO - "Trovo questa partita perfetta", a esprimersi così è il presidente nerazzurro Massimo Moratti, ai microfoni di Inter Channel, a fine gara.
"I giocatori hanno fatto quanto la stampa non voleva prevedere, hanno tirato fuori tutto l'orgoglio, sono stati pericolosi. Siamo tutti molto fieri di questa squadra, posso solo fare loro i complimenti. Poi siamo usciti fuori, ok, ma se fosse stata Coppa dei Campioni forse sarei molto più dispiaciuto... (sorride, ndr)".
"Certamente - prosegue poi il presidente - i supplementari potranno forse appesantire in vista del campionato ma psicologicamente questa gara è importantissima. Tutti noi tifosi, quando la squadra va male, butteremmo via tutti, poi invece quando le cose vanno bene capisci meglio le qualità di tutti: stasera abbiamo visto di poter contare su alcuni giovani ma anche su alcuni non giovani, che hanno carattere e orgoglio. Questo mix, questa proiezione, è quella che va mantenuta. Kovacic? Ha una grande personalità, sa vedere il gioco, ha grande maturità".

 
         
 

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