















|
|
|
Armando
Picchi
 |
Curriculum
nell'INTER
Presenze
e gol Serie A: 206 - 1
Presenze
e gol Coppe Europee: 36 - 0
Presenze
e gol Coppe internaz: 41 - 0
Presenze
e gol Coppe ital.: 10 - 1
Esordio:
13.09.1960 (C.Fiere)
Ultima
partita: 01.06.1967 (Serie A)
Ha
vinto: 3 Scudetti (1963 - 1965 - 1966);
2
Coppa Campioni (1964 - 1965);
2
Coppa
Intercontinentale (1965 - 1966) |
Armando
Picchi nasce a Livorno il 20.06.1935 e muore il
26.05.1971, rapito da un male incurabile a soli
36 anni.
La
sua prima partita è stata Inter-Hannover
(Germania), il 13 Settembre 1960, per la Coppa
delle Fiere e si concluse con la vittoria
dell'Inter per 8-2.
L'ultima
partita con l'Internazionale, in Campionato,
è del 1 Giugno 1967: Mantova-Inter (1-0).
Da
difensore, Herrera lo trasforma in libero e lui
diventa l'allenatore in campo.
Sandro
Mazzola lo ricorda così: "Aveva
un'intelligenza mostruosa nel capire in anticipo
le mosse tattiche durante la partita. Herrera
diceva la sua, ma Picchi faceva come voleva. Era
il vero capitano, Picchi era il
comandante".
Picchi
era un uomo sincero, onesto e un giocatore forte
e stimato.
Alla
fine della carriera ha allenato la Juventus.
|
ESPN: Armando Picchi, il
documentario
Diario di
bordo del Capitano":
racconta la leggenda
nerazzurra, approda su
Sky canale 216 h 21.45
MILANO - «Non era il capitano perché la società gli aveva dato la fascia, era il capitano perché era il nostro punto di riferimento». Sandro Mazzola ricorda così la bandiera della Grande Inter degli Anni 60, protagonista venerdì 4 maggio alle ore 21.45 su ESPN Classic (canale 216 di Sky) di «Armando Picchi: diario di bordo del Capitano».
Il docu-film, realizzato da MaGa Production e Thalia Group per la regia di Massimo Ferrari e la voce narrante di Edoardo Gabriellini, premiato al FICTS Fest nel 2011, si sofferma non solo sulla vita e i trionfi del difensore della Grande Inter di Helenio Herrera e Angelo Moratti, ma anche sull'uomo. Scomparso nel 1971, a 36 anni ancora da compiere, a lui nel 1990 è stato dedicato lo stadio di Livorno, sua città natale.
Il ritratto di Picchi è tratteggiato dalle parole dei campioni nerazzurri di ieri e di oggi. «Giocavamo tranquilli, sereni, perché le colpe se le prendeva sempre lui», ricorda Tarcisio Burgnich. «La sua immagine è rimasta in tutte le nostre case, perché era quello che portava la coppa (quella Intercontinentale, la prima conquistata dall'Inter nel 1964; ndr) di corsa, con dietro tutti gli altri. La sua espressione era quella di un uomo felice» sottolinea con emozione il presidente Massimo Moratti. «Quando sono arrivato all'Inter, tutti mi parlavano della Grande Inter e di questo grande capitano che era Armando Picchi» confessa invece Javier Zanetti. Per Roberto Vecchioni, invece, Picchi è «una specie di piccolo semidio che dà luce all'Inter per tutto il tempo che verrà».
04.05.12 Fonte: inter.it
|
Armando Picchi: nel ricordo del campione
A 40 anni dalla scomparsa, l'Inter e la sua Livorno non smettono di amarlo come uomo e come sportivo
LIVORNO
- Una mostra
fotografica, un libro,
un documentario. Tre
eventi per un grande
uomo - Armando
Picchi -
presentati quest'oggi a
Livorno, la sua
Livorno, che - a
quarant'anni dalla
scomparsa dell'amato
campione - lo ha anche
ricordato con una Messa
Solenne.
Presenti, insieme alla
famiglia Picchi, il
presidente nerazzurro
Massimo Moratti, il
vicedirettore generale
Stefano Filucchi, il
sindaco di Livorno
Alessandro Cosimi,
l'assessore allo sport
del Comune Claudio
Ritorni, il presidente
della Provincia di
Livorno Giorgio Kutufà,
il vicepresidente e
assessore allo sport
della Provincia Fausto
Bonsignori, gli ex
compagni di squadra
Tarcisio Burgnich, Bruno
Bolchi e Spartaco
Landini.
Dopo il successo presso
il Museo di San Siro a
Milano, la mostra
fotografica sul capitano
della Grande Inter degli
anni sessanta - ampliata
con immagini di vita
privata - raggiunge ora
la città natale del
giocatore. L'esposizione
sarà visitabile presso
Villa Fabbricotti (viale
della Libertà, 30) a
partire dalle ore 19 del
3 giugno e proseguirà
fino all'11 giugno. Alle
foto che ritraggono
Picchi in azioni di
gioco e nei momenti
delle imprese sportive,
si aggiungono le
immagini di famiglia e
le foto ricordo presso i
Bagni Fiume, dove
Armando trascorreva le
sue vacanze insieme agli
amici di sempre e ad
alcuni suoi compagni di
squadra. In mostra anche
diversi oggetti della
vita da calciatore di
Picchi.
Le immagini della mostra
sono tratte dal libro
"Armando Picchi - Un
nome già scritto Lassù",
scritto da Pierluigi
Arcidiacono e pubblicato
da "Il Melograno
Editore", in
collaborazione con
l'associazione culturale
"Il Flabello". Si tratta
di un volume di 304
pagine, di cui più della
metà di fotografie
originali in bianco e
nero concesse dalla
famiglia Picchi e da
F.C. Internazionale. Il
testo - che sarà
presentato il 7 giugno
presso Villa Henderson
(via Roma, 234) - nasce
soprattutto dallo studio
di documenti privati
appartenuti a Picchi.
Come scrive il
presidente Massimo
Moratti in una delle
note introduttive del
libro, "Picchi ha
rappresentato l'Inter
sotto il profilo del
coraggio, della forza e
della volontà". È stato
"soprattutto un uomo
forte e buono, punto di
riferimento per tutti,
sia nei momenti di
gloria sia in quelli di
difficoltà". Nelle
pagine del libro si
viaggia nella vita di
Armandino. Lo
si ricorda a Casciana
Terme, "a soli quattro
anni, nel 1939. Aveva
già le gambette
muscolose e correva
tutto il giorno,
trascinando un carretto
di legno che gli avevano
regalato e che lui aveva
riempito di pietre.
Anche allora
'comandava', nonostante
fosse il più piccolo,
costringendo tutti i
bambini a fare i giochi
che voleva lui e il
gioco principale
naturalmente era quello
con il pallone". Lo si
ricorda nella sua
fedeltà all'amicizia. Lo
si ricorda nelle sue
vittorie gloriose. Lo si
ricorda nella sua
sconfitta, celebrata,
però, dall'omaggio di
una intera città, la sua
Livorno.
Per scoprire tutto
questo, e anche molto
altro altro, imperdibile
la visione di "Diario di
bordo del Capitano", il
documentario realizzato
da Maga Production e
Thalia - autori Gaia
Capurso, Massimo
Ferrari, che ne ha
curato anche la regia, e
la giornalista Maria
Antonietta Schiavina -,
che sarà proiettato il 3
giugno alle ore 21, a
Villa Fabbricotti. Il
video, che ha come voce
narrante quella
dell'attore livornese
Edoardo Gabbriellini
(interprete di "Ovosodo"
di Paolo Virzì),
ripercorre la storia di
Picchi attraverso le
testimonianze di figure
come Massimo Moratti,
Nando Dalla Chiesa,
Roberto Vecchioni,
Javier Zanetti, Esteban
Cambiasso, Sandro
Mazzola, Luis Suarez,
Mario Corso, Tarcisio
Burgnich, Aristide
Guarneri, Giovanni
Trapattoni, ma anche
attraverso i ricordi
della famiglia e dei
tanti amici livornesi
che hanno diviso con il
loro Penna bianca
e con il fratello Leo
momenti indimenticabili.
Come indimenticabili,
per ognuno, sono stati i
momenti che Armando ha
regalato a chiunque
abbia incontrato nella
sua vita.
27.05.2011
Fonte: inter.it |
Recensione del
libro di Nando dalla Chiesa,
intitolato "Capitano, mio Capitano",
La leggenda
di Armando Picchi, livornese nerazzurro,
scritta da
Michele
Mancino e pubblicata su varesenews@ilcircolino.it |
Sito interamente
dedicato ad Armando Picchi: www.amicidiarmando.it |

|

|

|
Notizie
su Armando Picchi: http://www.chrisound.de/picchi.html# |
 |
 |
Il
giocatore lo riconosci dal coraggio,
dall'altruismo e dalla fantasia,
canta Francesco De Gregori ne "La leva
calcistica del '68".
Armando Picchi da Livorno, era tutto questo e
anche di più. Era un libero -
gente pregiata nel calcio- di quelli che il
pallone ce lo hanno prima nel cuore e poi tra
i piedi. Il suo nome è rimasto legato
alla Grande Inter, quella di Moratti ed
Herrera, di cui era capitano e leader morale.
Il suo viso scavato da marinaio livornese
divenne la bandiera di una compagine che ha
fatto la storia del calcio italiano. Lui ne
era il Capitano. Un carisma che si era
conquistato in campo e nello spogliatoio, per
i suoi takle e per i suoi discorsi, per le sue
chiusure perfette in difesa e per la generosità
dei suoi rilanci verso i compagni. Si scontrò
con un altro grande, Herrera, il Mago. Grandi
entrambi sì, ma profondamente diversi
nel modo di sentire la vita. Una diversità
che a Picchi costò il posto in squadra
e il trasferimento in provincia, al Varese,
quello di patron Borghi.
Il
destino non fu tenero con il Capitano. Un
grave incidente, durante un incontro con la
Nazionale, ne stroncò la carriera.
Correva il 6 aprile del 1968, a Sofia si
giocava Bulgaria- Italia, era l'andata dei
quarti di finale degli Europei. Al 24mo minuto
del primo tempo Picchi intervenne a chiudere
una discesa del mediano Yakimov. Uno scontro
terribile. Lo portarono negli
spogliatoi, aveva rimediato una commozione
cerebrale. Lui chiese di rientrare e rientrò.
Si mise all'ala, sulla fascia. Rimase fermo,
"immobile come una statua", senza
poter intervenire, forse senza capire nemmeno
il perché. Era ritornato in campo con una
commozione cerebrale e con l'osso pubico
fratturato.Dopo aver vinto tre scudetti, due
coppe europee e due coppe intercontinentali,
poteva diventare un grande allenatore. Un
passaggio naturale per uno come lui che, prima
nell'inter e dopo nel Varese, allenatore lo
era già stato. Un faro in campo, che
indicava ai compagni la rotta da seguire.
Iniziò sulla panchina del suo Livorno,
serie B, nella stagione 1969-70, a
campionato iniziato. Gli amaranto navigavano
in cattive acque, ultimi dopo il girone
d'andata. Lo chiamò il fratello Leo e
il Capitano rispose. Il Livorno si salvò,
chiudendo al nono posto. Poi arrivò la
proposta di Italo Allodi, figura storica del
calcio nostrano, volpe del mercato,
architetto della Grande Inter. Era la stagione
1970-71, e a 35 anni Picchi, il più
giovane allenatore della serie A, sedeva sulla
panchina della Signora più blasonata e
temuta d'Italia, quella bianconera.
In quella
Juventus muovevano i primi passi giovani di
belle speranze che sarebbero diventati
campioni: Franco Causio, leccese
sanguigno dal talento cristallino; Roberto
Bettega, il Charles minore, che in area
avversaria svettava sempre su tutti; Fabio
Capello che disegnava belle geometrie a
centrocampo; Pietruzzo Anastasi il saraceno,
bomber di razza eccelsa.
Armando Picchi su quella panchina durò
pochi mesi e non per suo demerito. Quei dolori
alla schiena che si facevano ogni giorno più
intensi, non erano semplici reumatismi, come
lui pensava. Un male incurabile lo stava
minando dal di dentro, fino a fargli perdere
l'uso delle gambe. Morì il 26 maggio,
mentre i suoi ragazzi erano a giocarsi la
finale della coppa delle Fiere, quella che noi
oggi chiamiamo Coppa Uefa, contro il Leeds.
Armando
Picchi detto Penna Bianca, nomignolo
affibbiatogli da un altro grande, Gianni Brera,
è stato un campione di quelli che non
se ne vedono più, e non perché il
passato è sempre meglio del presente,
ma perché una volta il mondo del calcio era
altra cosa e anche i figli che generava erano
altra cosa. Quel mondo ha provato a
raccontarcelo Nando dalla Chiesa. È la
seconda volta che ci tenta, lo aveva già
fatto - splendidamente - con Gigi Meroni,
"La farfalla granata", altro mito e
meraviglia del futball desaparecido .
Il
risultato è un libro bello e
commovente, pennellate di bianco e nero che ci
rimandano una figura eroica in campo e anche
fuori, amata dai compagni, porto e sicuro
approdo non solo di passaggi e palloni, ma di
speranze e aspirazioni di intere generazioni
di tifosi.
È passione pura quella che guida il
racconto di Nando dalla Chiesa. Passione di
tifoso e di uomo impegnato nella società
civile, di chi sa riconoscere il valore
aggiunto che figure come quella di Armando
Picchi apportano alla storia. |
Presenze
e risultati |
Stagione
|
Campionato
|
C.
Europee
|
C.
Italia
|
Vittorie
|
Pres.
|
Gol
|
Pres.
|
Gol
|
Pres.
|
Gol
|
1960/61
|
30
|
1
|
4
|
0
|
3
|
1
|
|
1961/62
|
29
|
0
|
3
|
0
|
1
|
0
|
|
1962/63
|
30
|
0
|
0
|
0
|
1
|
0
|
|
1963/64
|
29
|
0
|
9
|
0
|
0
|
0
|
|
1964/65
|
28
|
0
|
6
|
0
|
1
|
0
|
C.
Intercontinentale(3-0)
|
1965/66
|
29
|
0
|
4
|
0
|
2
|
0
|
|
1966/67 |
31 |
0 |
10 |
0 |
2 |
0 |
- |
|
|

Palmarès di Armando Picchi
Competizioni nazionali
Campionato
italiano: 3
- Inter:
1962-1963, 1964-1965, 1965-1966
Competizioni internazionali
Coppa dei
Campioni: 2
- Inter:
1963-1964, 1964-1965
Coppa
Intercontinentale: 2
Inter: 1964, 1965
|
|
|
|
|