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Walter Mazzarri Allenatore dell'Inter

Walter Mazzarri
ruolo: allenatore
nazionalità: Italia
nato il:

01-10-61

a: San Vincenzo (LI)
   
   
società di app: Inter
   
Walter Mazzarri - allenatore Inter

 Carriera

Stag.

Squadra

Serie

Note

Vittorie

1998/99

Napoli

B all. in seconda  
1999/00
Bologna A all. in seconda  
2000/01
Bologna   all. primavera  
2001/02
Acireale C2    
2002/03
Pistoiese C1    
2003/04

Livorno

B   promozione
2004/05 Reggina A    
2005/06 Reggina A    
2006/07 Reggina A    
2007/08 Sampdoria A    
2008/09 Sampdoria A    
2009/10 Napoli A    
2010/11 Napoli A    
2011/12 Napoli A   TIM Cup
2012/13 Napoli A    
2013/14 Inter A    
 

 


Mazzarri "Con la Società stima reciproca e chiarezza"

"Con la Società ho un rapporto che mi fa sperare bene per il futuro. E' un anno di cui posso ritenermi soddisfatto"

MILANO - La terza e ultima parte della conferenza di Walter Mazzarri tenutasi nella sala stampa dello stadio "Meazza":

"Ho cercato di costruire qualcosa da subito, si sono già visti dei risultati, i numeri non si possono ignorare: negli ultimi tre anni questo è stato il miglior risultato dell'Inter, è una cosa rilevante. Di sicuro mi interessa che la Società sia chiara con me, con la gente, con voi, quando c'è chiarezza si può fare bene, per poi valutare il lavoro di tutti. Fino ad ora ho trovato stima reciproca e chiarezza, mi fa sperare bene per il futuro.
Le scelte le fa sempre la Società, ringrazio i miei collaboratori diretti che confermeremo di sicuro. Incido nella scelta dei collaboratori che mi mette intorno la Società, ma la scelta finale non la faccio io. In dieci anni di carriera ho capito che una società ha degli uomini e li può tenere, dico la mia per lavorare bene. Non sono io il presidente che assumo o mando via persone.
Ho le idee chiare, poi se ogni allenatore ha fatto un certo tipo di calcio con certi giocatori può comunque cambiarlo un po', dipende dagli uomini a disposizione.

Perchè Kovacic non gioca al centro? Se gioca davanti alla difesa e salta un uomo, poi cosa fa? Poi la deve dare. Se la qualità ce l'hai, tanto vale metterla più avanti. Ad esempio Hamsik stava giocando bene e giocava dietro la punta, poteva giocare mediano ma bisognava far tornare i conti, a quel punto 12 gol non li avrebbe fatti. La squadra è un mosaico, un insieme di elementi che va portato al risultato di squadra. Quest'anno Kovacic nel finale di stagione ha inciso nei risultati in maniera esponenziale, vedi i due assist con la Lazio. Se sta più basso e gioca poi ci deve essere qualcuno davanti per portare avanti la palla e creare occasioni da gol.

Cosa farò in vacanza? Non c'ho ancora pensato, quando finisce un anno è sempre così, ci sono altre cose a cui pensare, ma una decina di giorni me li prendo. L'inglese? Una cosa per cui non ho tempo, pensate che l'ho peggiorato, 15 anni fa facevo l'osservatore e giravo il mondo e lo sapevo benino, ora l'ho un po' perso, ma le cose elementari le so.
Fare a meno di Guarin? Dipende da come sarà l'idea tattica che porterò avanti, da chi arriverà. Io faccio scelte, quando ho a disposizione i giocatori valuto. Il 4 luglio ci rivedremo alla Pinetina e una parte di mercato sarà stata fatta.

Se posso considerarmi più interista dopo un anno? Dopo un anno di Inter credo di essere più padrone del pianeta Inter, credo di capire come funzionano certe cose. Spero di vincere non tanto perchè così posso gioire, ma perchè posso avere meno problemi durante la settimana, una cosa che poi si riflette sulla vita privata. Se la squadra non va bene, il tifoso si arrabbia e io sono il primo a stare male, perchè mi spiace per la gente.

Guardando i numeri siamo la maglia nera dei rigori assegnati e delle decisioni importanti. Siamo entrati moltissimo in area, abbiamo numeri assurdi che riguardano pali, traverse e angoli. Siamo stati sfortunati, speriamo nel prossimo anno. A me non interessano le motivazioni che hanno portato a certe scelte, sono dati di fatto. In una partita di calcio ci sono anche queste cose.

Mi ritengo soddisfatto: i dati mi servono per capire dove migliorare, siamo una delle prime cinque squadre del campionato ad aver utilizzato di più i giovani insieme a Roma e Napoli. Contando poi gli infortuni di Jesus e Icardi e l'impiego di Kovacic con un minutaggio in crescita, saremmo forse al primo o secondo posto. Al di là di tutto, credo che tutti questi ragazzi, come anche Ranocchia, che non è giovane come loro, ma che ho visto diverso, il prossimo anno avranno una buona base di partenza".

21.05.2014 - tratto da INTER.IT

Mazzarri "Una buona base per l'anno prossimo"

"Siamo stati molto altalenanti, su quello bisogna lavorarci. Cercheremo di farne tesoro, di modo che ciò non avvenga la prossima stagione. Abbiamo una buona base su cui costruire il futuro"

MILANO - Seconda parte della conferenza stampa tenuta da Walter Mazzarri allo stadio "Meazza":

"I fischi di Inter-Lazio? Ho capito la dinamica del momento, il pubblico non aveva capito bene la scelta tecnica di Zanetti: pensavano alla vecchia Inter che finiva e meritava un tributo, ma l'allenatore dell'Inter di oggi era concentrato a tornare in Europa. Col senno di poi penso sia stato apprezzato il modo in cui ho gestito l'addio dal campo di un campione come Zanetti. E' stato fatto nel migliore die modi, la scelta finale è stata la migliore. E' entrato nel momento giusto, ha contribuito a portare a casa un risultato semi acquisito. L'Inter ha vinto una partita importante, Javier ha continuato a salutare tutti dopo i 90', magari non ce l'avrebbe fatta a farli tutti e 90' a un certo ritmo. Il giocatore sapeva tutto e ha concordato con men tutto. Il risultato ha dato ragione e la gente ha apprezzato.

Ogni anno ho sempre cercato di apprendere qualcosa, di migliorare, figuriamoci se non l'ho fatto quest'anno. C'è stata una situazione da affrontare che nelle situazioni normali di una squadra non si verifica, ovvero la variabile di un cambio di proprietà, che ho affrontato e mi ha dato soddisfazione l'essermi trovato in una situazione così. Ora posso dire che sono stato messo un po' alla prova, mi sono stancato più degli altri anni, ma la grande soddisfazione è aver portato la barca in porto e aver gestito tutte le situazioni. La Società me l'ha riconosciuto.

Ogni anno ha la sua storia, le squadre rivelazione ci sono sempre, come l'Udinese dell'anno scorso, si parla di club con meno pressione, qua c'è da tener conto del nostro blasone. Alla fine conta l'obiettivo, sarà stato più o meno lo stesso l'anno scorso, ma conta che l'Inter sia tornata al 5° posto, contano obiettivo e risultato. L'Inter è in un momento particolare di ristrutturazione, ci sono momenti nel calcio in cui la matematica non può essere paragonata a certi parametri.

Per quanto riguarda il cammino in Europa League, parlando col presidente prima faremo il mercato e vedremo che rosa avremo a disposizione, ma in linea di massima a Napoli abbiamo fatto determinate scelte puntando a non perdere punti in campionato e a passare almeno il primo turno. Siamo arrivati secondi, col girone d'Europa League superato, un'esperienza utile a tutti, riscontrata quest'anno in giocatori come Insigne.
Per pensare di vincere su tutti i fronti bisogna fare investimenti e avere organici di un certo tipo.

Thohir mi parla sempre di moduli, è un appassionato. Ci sono state partite in cui si è entusiasmato, quando facciamo partite non belle lo dice, rientra nella logica, lo faccio anch'io, è normale.
Querst'anno abbiamo iniziato a pensare di essere aggressivi e di stare nelle metà campo degli altri, abbiamo giocato anche molto bene, come un po' meno in altre partite. Siamo stati molto altalenanti, su quello bisogna lavorarci, cercheremo di farne tesoro, di modo che ciò non avvenga nel prossimo anno.
Vedo molte cose positive fatte durante quest'anno. Abbiamo una buona base su cui costruire il prossimo anno.

Io e il mio collaboratore Pondrelli a livello atletico ci siamo sempre contraddistinti perchè le nostre squadre hanno sempre avuto pochi cali durante l'anno. Il E' stato più che altro nella gestione delle partite, nell'acquisire la mentalità che permette di partire in un certo modo. La squadra era al mio primo anno di gestione, c'erano tante cose da valutare e gestire durante l'anno, tutto questo ha fatto sì che il rendimento non sia stato costante e massimale. Se un giocatore è a 100 io voglio portarlo a 110, ma è difficile tenerlo su quel livello per 38 partite. A volte ci si riesce, ma serve che tutto concorra, così per tutta la squadra. I motivi possono essere tanti, credo di saperli, ma rientra nel segreto professionale.

Cosa serve alla prossima Inter? Lo vedrete dal primo giorno di ritiro, ci saranno dei riconfermati, la prima settimana lavorerò sulla difesa a 4, mi interessano certe logiche di equilibrio e di gioco di squadra, vorrei giocare a 4 più un metodista, un ruolo più importante che potrebbe servirmi ugualmente se facessimo il 3-5-2. E' il ruolo più importante da individuare, anche per la difesa a 4. Per farvi un'idea irraggiungibile è Luiz Gustavo, se ce l'hai può farti anche la difesa 4 nel modo migliore, come il De Rossi di quest'anno: guadagni uomo a centrocampo, hai più pressing offensivo. Un conto è l'idea dell'allenatore, un conto è quello che si può fare. In base ai nuovi giocatori sceglierò il modulo a loro più congeniale.
Voglio che questi moduli che mi vengono in mente la mia squadra li riconosca subito, così che si possa cambiare a partita in corso, sapendo cosa voglio, i movimenti e le linee di gioco.

Il presidente ha detto che bisogna crescere per la Champions, un anno che è stato il primo dell'era del nuovo presidente parte, un anno di transizione. Le linee di programmazione le detta la Società. Se mi chiedete, io cercherò di tirare la macchina oltre le aspettative, facendo meglio nell'ambiente che conosco, dove ho lavorato un anno. Ci devono essere oggettive basi di partenza, non bisogna mai porsi un limite, ma cercare sempre di superarlo. 

Valutazioni ne abbiamo fatte, avremo due competizioni e si pensa in modo diverso. Farò molto turnover per l'Europa League: se reputerò tutti alla pari, cercheremo sempre di avere in testa un 11 base dopo il mercato. Dipende anche da come andrà quello. Titolare è una parola che voglio usare il meno possibile, dovranno esserlo tutti e giocarsi il posto ogni volta l'anno prossimo, visto che avremo due competizioni.

Dato che quest'anno per vari motivi, tra cui gruppo nuovo che non conosceva i miei sistemi, non ho potuto fare quello che feci a Napoli, con possibilità di lavorare in un certo modo. Voglio mettere quell'altro sistema di gioco alla squadra, se verrà recepito bene non scarterò l'idea di poterlo fare a partita in corso: se mando in campo una squadra devo essere convinto che i miei giocatori sappiano cosa devono fare. Ciò che non ho potuto fare quest'anno cercherò di farlo l'anno prossimo in questo senso.

Se avremmo potuto fare qualcosa di più in coppa Italia? Le scelte in quel momento andavano fatte così, malgrado il rischio del risultato, a Udine era l'ultimo test per capire cosa volessimo fare in quel mercato, sono scelte fatte insieme ai direttori. Era davvero raccolta dati, devi far parlare il campo per decidere riguardo un giocatore. Non mandi un giocatore via così, per simpatia o antipatia, in quel momento andavano fatte delle scelte, poi il risultato sportivo è andato male in quel caso, ma è stato un anno così.

Lui Gustavo? Volevo farvi capire che tipo di giocatore sia, malgrado sia inarrivabile. Obi MIkel è un altro giocatore di un certo lievllo, ma non parlo di mercato, è giusto che lo faccia Ausilio.

Come si fa a sostituire Milito? Icardi infortunato tanto tempo è uno dei miei rammarichi. Diego è stato il grande equivoco dell'anno, ho rincorso tutto l'anno il miglior Milito, mi piaceva da sempre, anche quando non ero all'Inter. Lo avessi avuto a disposizione sempre, probabilmente sarebbe fatto di più. Icardi ha fatto tanto bene, ha alternato, ha iniziato bene poi ha avuto un momento di flessione, poi di nuovo bene: ci siamo creati già una buona base di partenza per il prossimo anno con un giocatore giovane con prospettive che ci fa ben sperare.

Quanto incide l'allenatore? Guardate la classifica dell'anno passato: dalla nona in poi, a parte la Juve, le uniche squadre che hanno migliorato la classifica sono l'Inter e la Roma. Poi guardiamo il mercato fatto dalle altre squadre e quello fatto da noi. Intanto siamo in Europa e non c'eravamo più, questo è già un dato. Quest'anno è stato positivo, poteva essere molto diverso, questa è la verità.

Quando si rilevano situazioni di un certo tipo, bisogna fare di necessità virtù, cercherò di fare sempre il meglio, quello che una Società vuole fare è un conto, quello che si può fare è un altro. Ottimizzerò tutto in base a quello che troverò. Non posso entrare ora nel particolare, è giusto considerare la variabile del mercato attuale.

I giovani li stiamo valutando, perché facendo l'Europa League bisogna capire quali siano quelli che conviene far stare qui il prossimo anno, anche per questioni di regole di tesseramento. In questi giorni stiamo facendo valutazioni per chi dovrà venire in ritiro con noi".

21.05.2014 - tratto da INTER.IT

Mazzarri "Un anno con più cose positive che negative"


 La prima parte della conferenza stampa dell'allenatore dei nerazzurri: "Se si guarda da dove siamo partiti, tornare in Europa era un obiettivo non scontato"
 
 MILANO - "Sono i numeri che contano, la classifica, per questo dovevo aspettare la fine per parlare. Il ritorno in Europa è un obiettivo che in estate non era poi così scontato, credo sia stato un anno molto positivo, dove abbiamo fatto tante cose buone. Devo ringraziare il mio staff e le persone che mi sono state vicine nel cercare di tirare fuori il massimo dalla rosa che mi è stata data", questo l'esordio di Walter Mazzarri nella conferenza stampa di fine anno tenutasi nella sala stampa del "Meazza".
 
 "Se sono sicuro di essere l'allenatore l'anno prossimo? Sicurissimo, anche perchè ho un contratto. Sono molto soddisfatto della telefonata arrivata dal presidente Thohir, una volta avuta la certezza matematica della qualificazione in Europa, che mi ha chiamato felice per aver centrato l'obiettivo, ma anche della soddisfazione del presidente Moratti. Tutto questo mi ha dato ancora più felicità.
 
 Come si fa a non considerare un anno positivo quando si centra un obiettivo? Se si guarda da dove siamo partiti, tornare in Europa era un obiettivo non scontato, non capisco come si possa valutare un anno così in maniera negativa.
 
 Il mio errore maggiore? Potevo fare di più io stesso, col senno di poi potevo fare qualcosa in più in qualche partita. A livello generale troppi pareggi, alcune mancate vittorie le abbiamo gettate al vento quando eravamo in vantaggio, a volte siamo stati poco cinici nel vincere le partite. Ma mi assumo la responsabilità di tutto. Anche quando si vince non mi accontento mai, il primo responsabile sono sempre io. Stiamo già lavorando coi giocatori in questo senso per il prossimo anno. Di sicuro ci sono state più cose positive che negative.
 
 Cosa mi ha dato più fastidio? Magari non risulto troppo simpatico, ma sono molto autocritico. Prendo tanti spunti da ciò che viene detto del mio lavoro, come faccio con i miei collaboratori, la decisione finale è mia ma ascolto sempre tutti: sono nato per il confronto, voglio che mi si dicano le cose, così faccio con voi e con la critica. Quando capisco che la critica non parte da presupposti giusti, non ascolto nemmeno e vado per la mia strada. Conosco certe dinamiche e ne prendo atto nel modo giusto. A volte le critiche ingiuste mi caricano.
 
 Sul mio rinnovo ha già detto tutto Piero Ausilio: l'importante è che ci sia grande stima, cosa che vedo e che mi è stata dimostrata giorno dopo giorno. Ha già parlato lui, è inutile che continui a parlarne. Ho già un contratto, mi è successo di lavorare un anno in scadenza a Napoli, i giocatori percepiscono che posso fare bene anche solo con un anno di contratto, ma in questi giorni si parlerà del prolungamento anche in base a certe dinamiche. Bisogna essere convinti di andare avanti insieme a lungo termine, con unità d'intenti.
 
 La mia carriera è chiara, ho sempre fatto molto nel cercare di far bene sul campo a livello di produzione tecnica, la chiamo così. Se non possiamo competere ad armi pari con certi parametri economici sul mercato che possono avere le altre squadre, allora bisogna migliorare quella. Dico a voi di formare il nostro pubblico per farci lavorare nel migliore dei modi. In questo caso sarà la Società a parlare meglio del Fair Play Finanziario e delle linee programmate per il mercato. Il primo giorno di ritiro terrò una conferenza stampa in cui vi dirò cosa penso di ciò che abbiamo fatto e di ciò che proveremo a fare l'anno prossimo.
 
 Colgo quest'opportunità per dire che sono stato orgoglioso di accompagnare questi quattro campioni che hanno fatto la storia dell'Inter in un anno particolare. Loro ci tenevano quanto me a riportare l'Inter in Europa, li ringrazio, ci siamo salutati nel modo migliore. Questi ragazzi e i punti di riferimento che rappresentavano mancheranno, ma dal canto mio un anno di lavoro con l'Inter l'ho vissuto, ora so molto di più. Si sono gettate le basi per iniziare al meglio il prossimo anno, dando una mentalità positiva e da Inter: speriamo di vederla in campo nella prossima stagione. Tanti giovani che hanno fatto bene sono maturati e cresciuti, avranno un bagaglio d'esperienza più grande, queste cose fanno sì che io pensi positivo da quel punto di vista".

21.05.2014 - tratto da INTER.IT 

 

Walter Mazzarri ospite di Nicola Savino a "Quelli che il calcio"

L'allenatore, durante la presentazione del suo libro "Il meglio deve ancora venire", ha parlato anche della partita di ieri: "Per gioco e risultato stiamo inziando a fare quello che volevo"

MILANO - Un pomeriggio tra amici. E' quello che è stato l'appuntamento odierno con "Quelli che il calcio" su Rai Due dove Walter Mazzarri è stato ospite di Nicola Savino per parlare del suo libro, "Il meglio deve ancora venire", e non solo.

A proposito della pagine del racconto, scritto con Alessandro Alciato,  inevitabile parlare del rapporto con il figlio Gabriele, al quale il libro è dedicato: "Sta per compiere 19 anni, è un uomo, mi chiamava Mister Broccolo. Era strano per lui, che era un bambino, sentire chiamare suo padre Mister: quando una volta è accaduto al ristorante, lui rimasto un po' così, sorpreso e in quel periodo c'era un personaggio dei suoi cartoni animati preferiti che si chiamava Broccolo e ha iniziato a chiamarmi così (ndr, sorride)".

Se sia meglio invitare l'allenatore nerazzurro a cena piuttosto che intervistarlo: "Credo di si perchè quelli che sono venuti a cena con me hanno avuto un'altra risposta. Anche l'autore del libro, Alessandro Alciato, lui è un giornalista e, dall'esterno, aveva visto una faccia di me che era molto diversa da quella che poi ha conosciuto".

Si è parlato anche di Inter e della partita di ieri contro l'Hellas Verona, dove si è vista l'Inter di Mazzarri: "Si è vista anche a inizio stagione, poi c'è stato un momento un po' delicato. Dal punto di vista del gioco e del risultato stiamo inziando a fare quello che volevo. Jonathan nella Nazionale italiana? Per me sarebbe un'ulteriore vittoria, è un ragazzo che sapete come era considerato l'anno scorso, non era visto bene nemmneo dal nostro pubblico, lo aiutato".

Sul desiderio, espresso nel libro, di comprare prima o poi una squadra di calcio Mazzarri spiega: "Credo, per il bagaglio di esperienza che ho, essendo partito da sottozero e avendo fatto tutti i ruoli, di poter sapere quello che pensa un magazziniere, un dottore, etc. Credo di avere un bagaglio di esperienze che possa aiutarmi a saper gestire ogni aspetto del pianeta calcio".

Sul suo stato d'animo durante i novanta minuti, e anche dopo, e sul suo dialogo in panchina con Nicolò Frustalupi, suo vice: "Non ho ancora bene imparato a perdere, sto male quando capita. Sono anche stato il primo allenatore a essere multato per il fumo in panchina...Frustalupi? Chi fa il mio mestiere sa di non potersi fidare di nessuno, quando devo sfogarmi lui è la vittima. E' molto bravo, è giovane, mi dà una grande mano, a livello tattico si fa tutto insieme e quando c'è qualcosa che non va la si commenta insieme".

Rapporto con il denaro, se quello di Mazzarri sia cambiato nel tempo è lui stesso a spiegarlo: "Credo di aver conservato i valori veri, conosco gli stipendi delle persone normali. Credo di aver mentenuto una condotta di vita simile a quella che ho sempre avuto. Mio padre mi ha fatto capire tante cose, probabilmente se sono arrivato dove sono arrivato è perchè lui mi ha trasmesso il culto del lavoro. Credo che i valori che ci ha trasmesso abbiano aiutato me e mio fratello, che nel suo lavoro e anche lui ad alti vertici, ad arrivare dove siamo arrivati".

A proposito delle differenze tra Napoli e Milano e tra i presidenti con i quali ha lavorato: "Qui, al limite, l'unica differenza vera con il presidente Thohir è la lingua. Con tutti i presidenti ho avuto un ottimo rapporto e quando c'è questo stai meglio anche ad allenare la squadra. E' un caso che la migliore Inter si veda adesso dove le situazioni societarie sono chiare? E' chiaro che questo è stato un anno particolare".

Con Daniele Tombolini, ex arbitro di calcio e attuale opinionista sportivo, è stato inevitabile parlare del tanto tempo trascorso per l'Inter senza calci di rigori a favore. A Mazzarri è stato quindi chiesto se un arbitro che va ad allenare l'Inter sia sotto pressione e prima di concedere un penalty si faccia tante domande. Parlarne tanto nei post partita è stato forse un po' controproducente? "Mi sono posto anche io questa domanda. A livello umano dico che anche gli arbitri come noi sono umani e devono gestire tante cose in poco tempo. L'arbitro deve solo stare attento ad applicare con attenzione il regolamento. Pero, è vero, è possibile che anche gli arbitri giovani possano essere condizionati da questo".

Sulla gestione di Fredy Guarin: "Per me gestire il gruppo è la cosa più facile: quando pensi di essere preparato, pensi di poter trasmettere la tua conoscenza ai ragazzi, non credo ci sia il problema di gestire. Ho gestito lui come tutti gli altri, facendolo allenare, parlandogli quando c'era bisogno e cercando di aiutarlo a migliorare dove ha bisogno, per esempio nella continuità in partita", ha spiegato l'allenatore nerazzurro.

16.03.2014 - tratto da INTER.IT

 


 

Mazzarri "Dobbiamo essere noi a fare la partita"

"Il Torino gioca molto bene e può mettere in difficoltà chiunque, bisogna essere bravi a spegnere le loro fonti di gioco e condurre noi. Sarà una gara difficile, ci vorrà attenzione"

MILANO - "Il Torino ha due attaccanti molto bravi e in forma, gioca molto bene e può mettere in difficoltà chiunque, bisogna essere bravi a spegnere le loro fonti di gioco, mi piacerebbe fare noi la partita, metterli in difficoltà. Sarà una gara difficile, ci vorrà attenzione", sottolinea Walter Mazzarri alla vigilia di Inter-Torino, che si disputerà nel giorno del 106esimo compleanno dell'Inter.

Alcune osservazioni, poi, sulla formazione di domani: "I titolari? Sono sempre quelli che sono più in forma. Domani chi farà bene avrà chance di giocare ancora. Icardi? Ha lavorato bene, la sua autonomia aumenta. D'Ambrosio? Il suo inserimento viene dettato anche da chi c'era prima, da chi ha giocato prima. E' solo una scelta tecnica. Quando sarà il momento per lui di scendere in campo sarò tranquillo che saprà tutto quello che deve sapere. Guarin? Ha delle qualità pazzesche, per arrivare all'ideale gli ho dato dei consigli, che non si assenti mai. Le dichiarazioni di Kovacic? Ho guardato tutta la partita di Kovacic con la Nazionale, io credo che il ragazzo non volesse dire proprio quello che è venuto fuori, credo che volesse dire che lui deve migliorare nella fase difensiva, crede in quello che dico, ci ho parlato. Alvarez? Ha avuto dei problemini, potrebbe anche non essere convocato. Rolando? E' il difensore più eclettico che abbiamo, può adattarsi anche a sinistra".

Ritornando sulla gara della scorsa settimana, in attesa di quella di domani, Mazzarri ha poi spiegato: "Ho corretto gli errori, anche in fase difensiva, fatti con la Roma. In ogni caso, ultimamente creiamo di più di quello che raccogliamo. L'ottimale sarebbe giocare bene, per migliorare sempre di più e fare risultati. Bisogna trovare l'episodio per sbloccare la partita".

Un commento viene poi chiesto all'allenatore sulla conferma della squalifica per tre turni a Juan Jesus: "Questo è un mondo dove ci sono delle regole, con dei giudici. Si è capito che è meglio non mettere bocca, le sentenze vanno accettate e credere che abbiano analizzato bene. Preferisco non dire oltre. Juan Jesus come sta? Chiaro che non sarà contento, stava bene, era in un momento di forma, dispiace a lui e a noi non averlo".

Oggi allo stadio assisterà all'allenamento anche il presidente nerazzurro Erick Thohir. A proposito del rapporto con lui Mazzarri spiega: "E' quello che ci deve essere tra un presidente e un allenatore, ci parliamo, se mi chiede gli do spiegazioni, le linee programmatiche le detta la Società, io chiedo al presidente cosa faremo, è un confronto continuo. Per l'anno prossimo abbiamo già fatto delle riunioni e queste 12 gare che mancano ci serviranno ancora di più per fare delle scelte tecniche sui giocatori per il prossimo anno. In base a quello che vorrà fare la società si penserà agli obiettivi. Domani, intanto, speriamo di vincere per lui e anche per noi!".

Guardando al futuro, infine, un commento sull'ufficializzazione dell'arrivo di Nemanja Vidic per la prossima stagione: "La sua carriera parla per lui, un giocatore importante, più di questo non vorrei dire adesso, verrà all'Inter dal prossimo anno, ora voglio che si pensi a queste 12 partite, non all'anno prossimo".

08.03.2014 - tratto da INTER.IT


Mazzarri "La Roma ha qualità, intensità, organizzazione"

"La squadra di Garcia sta facendo davvero bene, ha la miglior difesa del campionato, sa attaccare e ha equilibrio, noi dovremo giocare come a Firenze"

APPIANO GENTILE - "La Roma gioca bene, sa quello che fa, è ben organizzata, è una squadra camaleontica, brava a ripartire, brava negli spazi, poi sono bravi anche a chiuderti, a venirti a pressare. Hanno qualità, intensità, organizzazione. Se può vincere lo scudetto? Non lo so e non ci voglio nemmeno pensare, in casa d'altri non guardo mai. Se sono stupito che il tecnico Garcia abbia fatto così bene alla prima esperienza in Italia? Se un allenatore ha una rosa importante e riesce a trasmettere i suoi concetti, può far bene subito come sta accadendo a lui", queste le parole di Walter Mazzarri sulla squadra che l'Inter affronterà domani sera allo stadio "Olimpico" di Roma.

"Ci siamo allenati abbastanza bene, con qualche contrattempo che sapete, ma niente di diverso da quasi sempre, è stata una settimana normale - ha aggiunto il tecnico -. Squadre come la Fiorentina, la Roma, cercano sempre di vincere, di fare loro la partita. La Roma ha miglior difesa del campionato, Garcia è stato bravo a dare tanto equilibrio a questa squadra. Ma noi siamo una squadra che guarda molto a se stessa e sono convinto che se facciamo le cose al meglio possiamo fare un'ottima gara contro di loro. Giocando come a Firenze, potremmo fare bene anche contro la Roma. Hernanes? E' un generoso, ha pochissima attenzione al suo dolore, l'abbiamo lasciato a riposo per far sì che si scaricasse definitivamente, ora è convocato e vediamo se sarà impiegabile dal primo minuto. Se Icardi ha finalmente la mia fiducia? Non era una questione di fiducia ma di stare bene-stare male, allenarsi in un certo modo. Ora vedrò domani se impiegarlo dall'inizio, prendendo magari in considerazione che cali nel secondo tempo. Samuel? Ha fatto tutto".

Al tecnico viene quindi chiesto se abbia qualche rammarico per quanto fatto e raccolto dalla squadra finora: "Ripercorrendo le partite che abbiamo fatto, dà fastidio il fatto che con un pochino di cattiveria in più sottoporta e più attenzione difensiva avremmo potuto avere dei punti in più. E poi spero che episodi capitino anche a nostro favore. Se potrà essere un vantaggio l'assenza del calore dei tifosi giallorossi all'Olimpico? Quando preparo le partite dico a i ragazzi che siamo sempre 11 contro 11".

Una domanda, poi, su Zanetti e Cambiasso: ci sarà ancora spazio per loro? "In linea di massima sì, faccio le scelte in base a quello che vedo, a come scende in campo la squadra. Zanetti non va in campo dal 9 gennaio? Le energie cambiano, da 20 a 25 anni, da 30 a 35, si può agire con meno rapidità, nel frattempo la squadra stava andando bene. Con Zanetti ho comunque un rapporto frequente, è importante anche quando non gioca, se faccio certe scelte è perché le reputo più consone".

C'è preoccupazione per il clima attorno agli arbitri? Anche questo viene chiesto al tecnico nerazzurro: "Non ho seguito quello che si è detto in questa settimana, ho tante cose da fare in campo, cerco di evitare di informarmi troppo. Quello che fanno gli altri non lo so, so quello che facciamo e diciamo noi. Comunque, se mi aveste seguito con attenzione, all'inizio commentavo solamente, obiettivamente la moviola, poi ho pensato che forse sarebbe stato meglio se fossimo stati zitti, perché non si poteva dire nulla. Bergonzi è stato l'ultimo a fischiarci un rigore? Noi pensiamo alla prestazione, a far bene contro la Roma".

Infine, un commento su quanto detto da Erick Thohir a proposito del confrontarsi a fine stagione sulla visione che si ha del club: "Rientra nella normalità di ogni rapporto tra proprietà e allenatore, ogni anno bisogna riaggiornarsi e parlare dei programmi".

28.02.2014 - tratto da INTER.IT



Thohir "Le basi per il nostro futuro"
 

 Abbiamo uno dei migliori allenatori italiani, Walter Mazzarri, sul quale basare le nostre scelte di oggi, e con il quale pianificare il futuro"

 Milano - Il presidente Erick Thohir a inter.it:

Alla chiusura della campagna trasferimenti di gennaio e dopo la partita di Torino, ritengo opportuno precisare i punti chiave della nostra strategia sportiva.

Stiamo vivendo un anno di transizione nel quale l'obiettivo principale è quello di gettare le basi per il nostro futuro: è una stagione difficile, in cui è evidente la difficoltà a rimettere in moto i meccanismi vincenti di qualche anno fa. Per questo bisogna avere pazienza, idee chiare, e due concetti base su cui appoggiare il futuro: come migliorare la nostra performance tecnica e come costruire la squadra del futuro.

Per centrare il primo obiettivo abbiamo individuato uno dei migliori allenatori italiani, Walter Mazzarri, sul quale basare le nostre scelte di oggi, e con il quale pianificare il futuro. Gli acquisti di Hernanes e D'Ambrosio, voluti da me, dai dirigenti e dall'allenatore con grande sintonia, vanno letti esattamente in quest'ottica: si tratta di due elementi fondamentali per il nostro rilancio, di due giocatori il cui contributo sarà importante oggi ma essenziale soprattutto domani.

Per quanto riguarda invece il futuro è importante sottolineare che sui giocatori che attualmente compongono la nostra rosa non è stata ancora presa alcuna decisione e sarà determinante il giudizio dell'allenatore al termine di questo campionato. Valuterò con lui chi ha le caratteristiche e le motivazioni per rimanere con noi e chi invece dovrà essere sostituito da elementi nuovi.

Ovviamente senza dimenticarci che tutti vorremmo tornare al più presto a competere in Europa, e che con l'aiuto dei nostri tifosi, il loro sostegno e la loro passione, torneremo a lottare, fin da domenica, per raggiungere il miglior risultato possibile in questo campionato.

Forza Inter

04 Febbraio 2014 fonte:Inter.it



Mazzarri "Questo mestiere per il piacere di farlo"

 
 Il tecnico a Sky Sport 24 "Il vero fuoco lo avverto solo quando i miei giocatori mi seguono e migliorano"
 

MILANO - Walter Mazzarri è intervenuto questa sera negli studi di Sky Sport 24 per presentare il libro scritto con Alessandro Alciato ed edito da Rizzoli 'Il meglio deve ancora venire'. Queste le dichiarazioni del tecnico nerazzurro: "Chi ha scelto questo titolo? Sono stati loro ad avere questo idea e a me è piaciuta molto. Esce in un momento difficile per la mia squadra, e spero sia di buon auspicio per l'Inter e per i nostri tifosi.

Le immagini delle lacrime di Hernanes? Dietro ogni ruolo c'è sempre una persona. Così come dietro l'allenatore c'è un uomo. Lui, lo so da sempre, è un ragazzo d'oro.

Se ho mai pianto? Quando sono andato via da Napoli, avevo deciso di dirlo ai ragazzi, quando ho visto che cosa avevano scritto sulla lavagna e dopo mi hanno applaudito, a quel punto non ce l'ho fatta e sono andato via.

Che tipo è il presidente Erick Thohir? Ho avuto una bella impressione. E' una persona giovane ed entusiasta che ha voglia di fare e di lavorare. Facendo questo mestiere mi è piaciuto anche quello che ha detto, nel senso che ha espresso apprezzamenti sul gioco dalle mie squadre.

Mi chiamano piagnina? Questa parola per me è un'offesa incredibile. E' un termine che proprio non digerisco. Me lo attribuiscono le persone che sono solo avversari. Mai è successo che sia uscita questa frase dai tifosi delle squadre che io allenavo. Molti sono approssimativi vedono e sentono solo ciò che gli conviene e, fateci caso, sono sempre quelli che non sono dalla tua parte. Io dai miei tifosi ho sempre sentito dire che difendevo la squadra e i colori.

Non sento freddo in giacca? Ho una temperatura base di 37°C, praticamente ho sempre la febbre. E' come se giocassi la partita con i miei calciatori.

Rapporto non troppo buono con alcuni colleghi? Non è che non ce l'ho, è che non lo curo. Io sono in partita già un'ora e mezza prima, la vivo intensamente. Adesso con i colleghi cerco di stare più attento. Ma non è mai stato un motivo diverso da questo.

Se mi aspetto che qualcuno dalla lettura di questo libro si arrabbi? No, perchè anche scrivendo un libro, sono stato attento al fatto di non parlare di cose private e che tali dovevano rimanere. Per il resto si tratta di una serie di aneddoti e quello che ho scritto è realmente cosi. Del libro credo sia bello capire quello che io provavo quando vivevo determinate situazioni.

A volte ero così concentrato che non avvertivo nemmeno l'emozione della musica della Champions? E' proprio questo che spiega quanto sono in partita in quei momenti. Credo che Alessandro che mi ha frequentato, veda davvero una persona diversa da quella che sono quando sono nel 'rodeo'.

Se c'è una cosa che mi dà davvero fastidio? La cosa bella che credo di avere è che ho iniziato a fare questo mestiere in modo vero, solo per il piacere di farlo. Non ho mai puntato su altre cose. Anche il mondo della comunicazione l'ho dovuto assorbire perchè al giorno d'oggi è importante, però non mi scordo mai che il mio vero fuoco è quando i giocatori mi seguono e migliorano. Tutte le altre cose le faccio, ma meno volentieri.

Rapporto con De Laurentiis? Io ho vissuto intensamente la carriera di allenatore. Anche quando allenavo a Genova vivevo a Bogliasco. A me basta svagarmi un po', prendere un po' d'aria. Non è vero che non vivo la città, è che sono un po' schivo e magari se sono stanco, preferisco stare a casa e preparare quello che c'è da fare il giorno dopo. Tutto è stato sempre fatto in funzione del lavoro e credo che i miei presidenti lo abbiano apprezzato.

Avrei accettato la panchina dell'Inter sapendo della cessione al gruppo indonesiano? Ho preso una decisione, è successo. Il problema non me lo pongo. E' una difficoltà in più, una sfida ancora più grande.

Klopp ha detto che non lavora per allenare la migliore squadra del mondo, ma lavora per batterla? E' il discorso di quelli che dicono sono tutte finali. Serve per stimolare la propria squadra ad essere sempre attenta e concentrata ai massimi livelli".

Il mio sogno fare il presidente? Ho detto che prima di smettere con il calcio, avendo fatto tantissime esperienze, mi farebbe piacere fare anche quello.

Se stringerò la mano ad Antonio Conte prima di Juventus-Inter? Certo, l'ho già fatto. Dare la mano è un atto di cortesia e di lealtà e se a volte non lo avevo fatto era solo per l'estrema concentrazione sulla gara.

D'Ambrosio? Mi sono piaciute le motivazioni che ha avuto nell'arrivare da noi. Ha ricevuto offerte da altre squadre, ma lui aveva in testa di venire all'Inter e ho saputo che gli piaceva l'idea di essere allenato da me per il ruolo in cui gioca.

Impiego poco i giovani? Ho iniziato con la Primavera del Bologna. Andate a vedere quanti giovani ho fatto esordire nella Reggina. Riflettete sul fatto che dire giovani e basta è limitante e poi bisogna chiedere a chi dice questo: quali obiettivi di classifica si chiedono a Mazzarri con una squadra di tutti giovani? Deve vincere il campionato? I famosi parametri vanno valutati oggettivamente se no non ci capiamo. Io allenerei sempre tutti i giovani, ma se mi chiedete di vincere lo scudetto con tutti i giovani non è possibile. Guardate i due scudetti della Juventus: quanti ragazzi hanno giocato? Solo Pogba, che solo quest'anno è diventato titolare. Come ho fatto io con Insigne a Napoli. Lo stesso discorso vale per Cavani, che quando è arrivato da noi era un giovane. E Lavezzi? E Hamsik? Avevano la stessa valutazione di adesso? Ho lavorato anche per la società.

Mateo Kovacic? E' un giovane con delle qualità, ma non deve sentire la responsabilità del peso della vittoria.

Icardi? Gli ho detto di prendere esempio da chi ha vinto tutto, di considerare quanti sacrifici hanno fatto, alcuni suoi compagni, per arrivare dovo sono arrivati.

Io erede di Giancarlo Antognoni? Non ero adatto a fare il calciatore. Allenare mi piace. Io credo di riuscire a seguire un mio giocatore a 360° e prima credo ci fosse meno attenzione sui giocatori. Se da calciatore mi avessero seguito come io seguo i miei ragazzi, avrei fatto una carriera diversa.

Cosa dirò domani al presidente Thohir? Se viene alla Pinetina parlerà lui alla squadra, come è giusto che sia".


Walter Mazzarri ospite di "Mondo Inter" su Inter Channel
 

L'allenatore nerazzurro racconta a Roberto Scarpini da dove è nata l'idea della biografia, scritta con Alessandro Alciato, "Il meglio deve ancora venire"

MILANO - Walter Mazzarri è ospite questa sera di Mondo Inter su Inter Channel l'occasione di presentare il suo libro "Il Meglio deve ancora venire".

Come è nata l'idea di questo libro? Inizia raccontando la sua carriera di calciatore o solo quella da allenatore?
"Parlo della mia carriera di allenatore perchè di quella da calciatore non sono stato neanche contento e non sembrava fosse giusto metterla in evidenza. Questa idea è nata da una proposta della Rizzoli, che mi ha preso anche un po' di sorpresa, non pensavo che una casa editrice cosi importante potesse notare la mia storia calcistica, non ci avevo mai pensato, in quel momento li ho riflettuto, poi ho pensato alla mia storia privata, con mio figlio, che non ho potuto seguirlo negli anni più belli, nella parte della sua vita fino ad ora che ho 18 anni e ho accettato. Io tendo a non parlare mai della mia vita privata, ho fatto un eccezione proprio perchè mi è sembrata una cosa bella e perchè mio figlio sapesse che cosa ho fatto mentre non ero con lui e potesse sentire dalle mie parole quello che è stato il percorso negli anni che purtroppo sono stato meno presente con lui".

Suo figlio Gabriele sarà emozionato per la dedica?

"Questo non lo so perchè lui è in un'età, tra i 18 e i 19 anni, nella quale non dimostra, è un'età particolare. Credo che apprezzerà fra qualche anno il perchè di questo gesto che ho fatto anche perchè potrebbe comprendere il perchè il lunedi lui voleva giocare con me e io mi distraevo perchè magari mi arrivava una telefonata del presidente e avrà pensato di avere un padre un po' assente. E' una cosa sentita, se poi lui la vuole prendere nel modo giusto bene, altrimenti bene lo stesso".

Le ha fatto piacere che il Presidente Moratti sia stato l'autore della prefazione?
"Mi ha fatto tanto piacere che il Presidente abbia accettato la proposta della Rizzoli. Voi sapete che dopo il nostro primo incontro è scattato qualcosa di speciale. Già il fatto che il Presidente stesso abbia voluto fare questa prefazione mi rende orgoglioso e mi fa capire che quella stima che è scattata in me è reciproca".

Entriamo a sfogliare virtualmente questo libro: parliamo dei passaggi legati all'Inter, ce n'è uno nel quale racconti il primo incontro con Moratti?

"E' stato speciale, dovete capire un allenatore che parte da dove sono partito io vedeva il Presidente Moratti qualcosa di irraggiungibile. Nel momento in cui sei arrivato con la tua carriera e con i tuoi successi a essere chiamato da un Presidente cosi carismatico e importante, mi è scattato qualcosa di importante, ho subito il fascino di questa grande persona, di questo grande presidente e nel giro di poco tempo mi ha dato la mano e mi ha detto "se lei vuole lei da questo momento lei è l'allenatore dell'Inter".

Mi sono anche emozionato, dico la verità, ho avuto un brivido nella schiena. C'è un capitolo nel quale parla dell'incontro con Josè Mourinho durante la tournèe americana a Indianapolis.

"Dico la verità, è stato molto bravo lui, non appena ha saputo che avevo firmato per l'Inter mi ha fatto arrivare tramite Marco Branca un suo augurio. Quando ci siamo visti di persona è stato ancora più bello. Ci siamo chiusi in questo spogliatoio, un incontro tra due uomini, che si sono poi chiariti, almeno io ho provato a chiarirmi, ma lui non mi ha dato neanche il tempo lo dava per scontato. Questo penso di poterlo dire, in comune abbiamo che quando sposiamo una causa diamo di tutto per cercare di portare la vittoria dalla propria parte. E' bastato un accenno e ci siamo capiti. Poi sono dovuti venire a chiamarci per dirci che iniziava la partita. E' stato strano per me che mi dedico sempre e solo al campo, la cosa che per me è sempre più importante".

Dopo Inter-Juventus, sei andato via dallo stadio, ci sono i tifosi fuori e una signora bussa al finestrino della sua auto?
"In 10 anni di serie A sono abituato a essere sempre sui giornali e in tv, a volte quando le cose vanno bene ti attribuiscono tanti meriti, ma a volte sono più importanti certe cose nel privato. Come quando esci dallo stadio, vedi una signora che fa dei gesti e dico a mio figlio di abbassare il finestrino e sento questa signora che mi dice: "Mister grazie per mio figlio e quello che sta facendo per lui". E io dico: "Ma chi è lei signora", e lei mi ha risposto: "Sono la mamma di Ricky Alvarez".

In quel momento mi sono emozionato e le risposi che il merito era tutto di suo figlio. Queste sono sensazioni particolari, soddisfazioni pari a una vittoria di una partita di quelle particolari. Il meglio deve ancora venire prepara a una nuova edizione per quando il meglio sarà arrivato?

"No, no, prendiamolo come buon auspicio, non possiamo negare che non sia un momento facile. Speriamo che l'uscita di questo libro porti bene a tutti e ci dia la forza di fare un finale di campionato che tutti ci auspichiamo, non dico altro un po' per scaramanzia, un po' per serietà. Visto che ha fatto cenno al momento: si ricomoncia dopo Inter-Catania, gara dopo la quale tu avevi sottolineato come la componente psicologica fosse una delle componenti che aveva contribuito a quel tipo di prestazione. Al di là del fatto che poi questa tua spiegazione è stata tradotta in un "sembrava di giocare a porte chiuse", hai lavorato anche su questo in settimana Io dico a tutti i tifosi che con una telecamera davanti si ha il senso di quello che vuole dire un allenatore, a volte succede che una frase detta in un certo modo viene trascritta in un altro un po' diverso. Io intanto tengo a precisare che porte chiuse è stato un dato oggettivo perchè c'erano dei motivi, la gente era distratta per quello che era successo in questa partita e sappiamo a che cosa mi riferisco. Non era certo un accampare un alibi o dire che c'era una situazione un pochino diversa perchè c'è qualche colpa di qualcuno, anzi. Io spero di superare con l'aiuto del nostro pubblico questo momento di risultati e faccio un appello perchè come ho detto all'inizio il pubblico dell'inter è competente, attaccato come pochi alla squadra e quindi ci ha dato sempre quello che ci ha permesso di partire in quel modo. Sappiamo che per come era nata questa annata poteva essere anche imprevista. E' grazie a loro e a San Siro che abbiamo avuto quella spinta che ci ha dato quel quid per superare gli avversari. Ripeto proprio di ritornare ad avere quel clima, sia noi come squadra che trasciniamo il pubblico, sia da parte loro per il sostengo. Io garantisco il massimo impegno impegno, sono garante di questo i nostro tifosi devono essere consapevoli e uniti a noi perchè da questo punto di vista ce lo meritiamo. Credo che il tifoso debba capire l'essenza del proprio allenatore perchè per assurdo l'allenatore come lo faccio io lo vivo da primo tifoso perchè io vivo dei risultati della squadra come i nostri tifosi".

Juventus-Inter, affrontiamo una squadra che ha fatto 10 vittorie su 10 in casa, ha realizzato 30 gol, ha battuto Roma, Napoli per fare un esempio. Vado avanti?
"Un bollettino di guerra insomma...Noi dobbiamo andare li con spirito combattivo, propositivo, sapere che se facciamo tutti le cose bene può succedere qualcosa. Noi andiamo li con lo spirito do giocarcela e al 95' vedremo che cosa sarà successo".

30 Gennaio 2014 fonte:Inter.it


Erick Thohir: "Mazzarri è l'uomo giusto"


"Abbiamo grande fiducia in lui e nelle sue capacità. E' il nostro valore aggiunto"

MILANO - 'Il nostro progetto è chiaro, non abbiamo dubbi: vogliamo un club in salute, competitivo sul campo e che esprima un bel gioco', queste le dichiarazioni di Erick Thohir su inter.it, a poche ore della gara interna contro il Chievo, che il presidente seguirà da Giacarta insieme a una folta rappresentanza dell'Inter Club Indonesia.

'La presente stagione - prosegue - è da considerarsi di transizione, non è un anno zero. Questo è l'ultimo anno di un ciclo fantastico. Il nuovo ciclo inizierà nella prossima stagione'.

Una certezza: Walter Mazzarri. Il presidente è chiaro: 'Mazzarri è l'uomo giusto per il nostro progetto. Abbiamo grande fiducia in lui e nelle sue capacità. E' il nostro valore aggiunto'.

Argomento calciomercato: si sono dette e scritte tante cose in questi giorni, Erick Thohir spiega: 'Il mercato di gennaio è un mercato fatto di singole opportunità. I tifosi non devono aspettarsi dei colpi ad effetto, ma se ne avremo l'opportunità faremo qualcosa di interessante. In ogni caso, abbiamo bisogno di vendere per creare le adeguate condizioni economiche per comprare'.

Costruire gradualmente un'Inter sempre più forte e solida è l'intento di tutti: 'Vogliamo fare del nostro meglio, impegnandoci al massimo per tornare al più presto a disputare le competizioni europee. I tifosi non dovranno aspettare molto per vedere i risultati della nostra filosofia. Già dal prossimo anno raggiungeremo risultati concreti in campo e fuori'.

13 Gennaio 2014 fonte:Inter.it



"Mazzarri, tanto lavoro e idee chiare"
 

 le parole del presidente Moratti a Inter Channel


Dal centro sportivo "La Pinetina" dove ha assistito all'allenamento della squadra, il Presidente parla ai microfoni del Canale tematico nerazzurro: "Giusto sia entrato nel cuore dei tifosi"

APPIANO GENTILE - Dopo aver assistito all'allenamento dell'Inter e aver pranzato con la squadra, il Presidente Massimo Moratti ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Inter Channel.

In queste prime uscite si è vista un'Inter solida come forse, per rispetto alla sua tradizione, guarda come aspetto principale alla difesa e poi il resto viene di conseguenza.

"E' fondamentale per una squadra che voglia vincere avere la difesa forte, questo l'ho imparato quando ero ragazzo vedendo l'Inter di allora e così è sempre stato: quando l'Inter ha vinto il campionato in qualsiasi momento ha sempre avuto una difesa che funzionava e in questo caso stiamo ricominciando ad avere una difesa che funziona".

Al di là di quello che si dice, è un'Inter che ha chiuso la campagna acquisti guardando al presente e al futuro: quattro under 21, sono arrivati giocatori comunque già pronti per la prima squadra e dalla valutazione anche importante segno di un'Inter che guarda al presente e anche al futuro.

"Certamente questo è stato fatto apposta, cercando quelli che, pur essendo giovani, oltre a essere giovani avessero delle qualità e un potenziale per vederli crescere. Credo che, da quel punto di vista, non abbiamo sbagliato. Di più, ci vuole sempre l'allenatore in tutti i casi che sia d'accordo con questo tipo di politica e, soprattutto, sappia poi sfruttare questa situazione".

A proposito di allenatore, un Walter Mazzarri entrato subito nel cuore dei tifosi.

"E' giusto perchè lavora tanto come un giocatore che si dà da fare in campo e che ha anche qualità. Un nome per tutti? Ince, puoi restare anche il tempo che rimani, come è stato Ince un anno e mezzo, però rimani nella memoria di tutti come un grande interista, umanamente una persona apprezzabile. Così è Mazzarri: una persona che lavora tanto, che ha idee chiare e che ha un modo di fare molto bello sia con i giocatori che con la Società".

Quello che non manca mai è l'affetto dei tifosi nerazzurri. Per Inter-Juventus si preannuncia un "Meazza" tutto esaurito.


"E' giusto perchè una partita attesa comunque e in questo caso è attesa da due squadre che hanno fatto bene nell'ultima gara. Con tutta l'attenzione che bisogna fare da parte nostra a questa partita però comunque il pubblico, e io stesso come tifoso, l'aspetta".

05 Settembre 2013 fonte:Inter.it