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Walter Mazzarri
Allenatore dell'Inter
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ruolo: |
allenatore |
nazionalità: |
Italia |
nato il: |
01-10-61
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a: |
San Vincenzo (LI) |
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società di
app: |
Inter |
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Stag. |
Squadra
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Serie |
Note |
Vittorie |
1998/99
|
Napoli |
B |
all. in seconda |
|
1999/00
|
Bologna |
A |
all. in seconda |
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2000/01
|
Bologna |
|
all. primavera |
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2001/02
|
Acireale |
C2 |
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2002/03
|
Pistoiese |
C1 |
|
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2003/04 |
Livorno |
B |
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promozione |
2004/05 |
Reggina |
A |
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2005/06 |
Reggina |
A |
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2006/07 |
Reggina |
A |
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2007/08 |
Sampdoria |
A |
|
|
2008/09 |
Sampdoria |
A |
|
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2009/10 |
Napoli |
A |
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2010/11 |
Napoli |
A |
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2011/12 |
Napoli |
A |
|
TIM Cup |
2012/13 |
Napoli |
A |
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2013/14 |
Inter |
A |
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Mazzarri "Con la
Società stima
reciproca e
chiarezza"
"Con la Società ho
un rapporto che mi
fa sperare bene per
il futuro. E' un
anno di cui posso
ritenermi
soddisfatto"
MILANO
- La terza e ultima
parte della
conferenza di Walter
Mazzarri tenutasi
nella sala stampa
dello stadio
"Meazza":
"Ho cercato di
costruire qualcosa
da subito, si sono
già visti dei
risultati, i numeri
non si possono
ignorare: negli
ultimi tre anni
questo è stato il
miglior risultato
dell'Inter, è una
cosa rilevante. Di
sicuro mi interessa
che la Società sia
chiara con me, con
la gente, con voi,
quando c'è chiarezza
si può fare bene,
per poi valutare il
lavoro di tutti.
Fino ad ora ho
trovato stima
reciproca e
chiarezza, mi fa
sperare bene per il
futuro.
Le scelte le fa
sempre la Società,
ringrazio i miei
collaboratori
diretti che
confermeremo di
sicuro. Incido nella
scelta dei
collaboratori che mi
mette intorno la
Società, ma la
scelta finale non la
faccio io. In dieci
anni di carriera ho
capito che una
società ha degli
uomini e li può
tenere, dico la mia
per lavorare bene.
Non sono io il
presidente che
assumo o mando via
persone.
Ho le idee chiare,
poi se ogni
allenatore ha fatto
un certo tipo di
calcio con certi
giocatori può
comunque cambiarlo
un po', dipende
dagli uomini a
disposizione.
Perchè Kovacic non
gioca al centro? Se
gioca davanti alla
difesa e salta un
uomo, poi cosa fa?
Poi la deve dare. Se
la qualità ce l'hai,
tanto vale metterla
più avanti. Ad
esempio Hamsik stava
giocando bene e
giocava dietro la
punta, poteva
giocare mediano ma
bisognava far
tornare i conti, a
quel punto 12 gol
non li avrebbe
fatti. La squadra è
un mosaico, un
insieme di elementi
che va portato al
risultato di
squadra. Quest'anno
Kovacic nel finale
di stagione ha
inciso nei risultati
in maniera
esponenziale, vedi i
due assist con la
Lazio. Se sta più
basso e gioca poi ci
deve essere qualcuno
davanti per portare
avanti la palla e
creare occasioni da
gol.
Cosa farò in
vacanza? Non c'ho
ancora pensato,
quando finisce un
anno è sempre così,
ci sono altre cose a
cui pensare, ma una
decina di giorni me
li prendo.
L'inglese? Una cosa
per cui non ho
tempo, pensate che
l'ho peggiorato, 15
anni fa facevo
l'osservatore e
giravo il mondo e lo
sapevo benino, ora
l'ho un po' perso,
ma le cose
elementari le so.
Fare a meno di
Guarin? Dipende da
come sarà l'idea
tattica che porterò
avanti, da chi
arriverà. Io faccio
scelte, quando ho a
disposizione i
giocatori valuto. Il
4 luglio ci
rivedremo alla
Pinetina e una parte
di mercato sarà
stata fatta.
Se posso
considerarmi più
interista dopo un
anno? Dopo un anno
di Inter credo di
essere più padrone
del pianeta Inter,
credo di capire come
funzionano certe
cose. Spero di
vincere non tanto
perchè così posso
gioire, ma perchè
posso avere meno
problemi durante la
settimana, una cosa
che poi si riflette
sulla vita privata.
Se la squadra non va
bene, il tifoso si
arrabbia e io sono
il primo a stare
male, perchè mi
spiace per la gente.
Guardando i numeri
siamo la maglia nera
dei rigori assegnati
e delle decisioni
importanti. Siamo
entrati moltissimo
in area, abbiamo
numeri assurdi che
riguardano pali,
traverse e angoli.
Siamo stati
sfortunati, speriamo
nel prossimo anno. A
me non interessano
le motivazioni che
hanno portato a
certe scelte, sono
dati di fatto. In
una partita di
calcio ci sono anche
queste cose.
Mi ritengo
soddisfatto: i dati
mi servono per
capire dove
migliorare, siamo
una delle prime
cinque squadre del
campionato ad aver
utilizzato di più i
giovani insieme a
Roma e Napoli.
Contando poi gli
infortuni di Jesus e
Icardi e l'impiego
di Kovacic con un
minutaggio in
crescita, saremmo
forse al primo o
secondo posto. Al di
là di tutto, credo
che tutti questi
ragazzi, come anche
Ranocchia, che non è
giovane come loro,
ma che ho visto
diverso, il prossimo
anno avranno una
buona base di
partenza".
21.05.2014
- tratto da
INTER.IT
Mazzarri "Una buona
base per l'anno
prossimo"
"Siamo stati molto
altalenanti, su
quello bisogna
lavorarci.
Cercheremo di farne
tesoro, di modo che
ciò non avvenga la
prossima stagione.
Abbiamo una buona
base su cui
costruire il futuro"
MILANO
- Seconda parte
della conferenza
stampa tenuta da
Walter Mazzarri allo
stadio "Meazza":
"I fischi di
Inter-Lazio? Ho
capito la dinamica
del momento, il
pubblico non aveva
capito bene la
scelta tecnica di
Zanetti: pensavano
alla vecchia Inter
che finiva e
meritava un tributo,
ma l'allenatore
dell'Inter di oggi
era concentrato a
tornare in Europa.
Col senno di poi
penso sia stato
apprezzato il modo
in cui ho gestito
l'addio dal campo di
un campione come
Zanetti. E' stato
fatto nel migliore
die modi, la scelta
finale è stata la
migliore. E' entrato
nel momento giusto,
ha contribuito a
portare a casa un
risultato semi
acquisito. L'Inter
ha vinto una partita
importante, Javier
ha continuato a
salutare tutti dopo
i 90', magari non ce
l'avrebbe fatta a
farli tutti e 90' a
un certo ritmo. Il
giocatore sapeva
tutto e ha
concordato con men
tutto. Il risultato
ha dato ragione e la
gente ha apprezzato.
Ogni anno ho sempre
cercato di
apprendere qualcosa,
di migliorare,
figuriamoci se non
l'ho fatto
quest'anno. C'è
stata una situazione
da affrontare che
nelle situazioni
normali di una
squadra non si
verifica, ovvero la
variabile di un
cambio di proprietà,
che ho affrontato e
mi ha dato
soddisfazione
l'essermi trovato in
una situazione così.
Ora posso dire che
sono stato messo un
po' alla prova, mi
sono stancato più
degli altri anni, ma
la grande
soddisfazione è aver
portato la barca in
porto e aver gestito
tutte le situazioni.
La Società me l'ha
riconosciuto.
Ogni anno ha la sua
storia, le squadre
rivelazione ci sono
sempre, come
l'Udinese dell'anno
scorso, si parla di
club con meno
pressione, qua c'è
da tener conto del
nostro blasone. Alla
fine conta
l'obiettivo, sarà
stato più o meno lo
stesso l'anno
scorso, ma conta che
l'Inter sia tornata
al 5° posto, contano
obiettivo e
risultato. L'Inter è
in un momento
particolare di
ristrutturazione, ci
sono momenti nel
calcio in cui la
matematica non può
essere paragonata a
certi parametri.
Per quanto riguarda
il cammino in Europa
League, parlando col
presidente prima
faremo il mercato e
vedremo che rosa
avremo a
disposizione, ma in
linea di massima a
Napoli abbiamo fatto
determinate scelte
puntando a non
perdere punti in
campionato e a
passare almeno il
primo turno. Siamo
arrivati secondi,
col girone d'Europa
League superato,
un'esperienza utile
a tutti, riscontrata
quest'anno in
giocatori come
Insigne.
Per pensare di
vincere su tutti i
fronti bisogna fare
investimenti e avere
organici di un certo
tipo.
Thohir mi parla
sempre di moduli, è
un appassionato. Ci
sono state partite
in cui si è
entusiasmato, quando
facciamo partite non
belle lo dice,
rientra nella
logica, lo faccio
anch'io, è normale.
Querst'anno abbiamo
iniziato a pensare
di essere aggressivi
e di stare nelle
metà campo degli
altri, abbiamo
giocato anche molto
bene, come un po'
meno in altre
partite. Siamo stati
molto altalenanti,
su quello bisogna
lavorarci,
cercheremo di farne
tesoro, di modo che
ciò non avvenga nel
prossimo anno.
Vedo molte cose
positive fatte
durante quest'anno.
Abbiamo una buona
base su cui
costruire il
prossimo anno.
Io e il mio
collaboratore
Pondrelli a livello
atletico ci siamo
sempre
contraddistinti
perchè le nostre
squadre hanno sempre
avuto pochi cali
durante l'anno. Il
E' stato più che
altro nella gestione
delle partite,
nell'acquisire la
mentalità che
permette di partire
in un certo modo. La
squadra era al mio
primo anno di
gestione, c'erano
tante cose da
valutare e gestire
durante l'anno,
tutto questo ha
fatto sì che il
rendimento non sia
stato costante e
massimale. Se un
giocatore è a 100 io
voglio portarlo a
110, ma è difficile
tenerlo su quel
livello per 38
partite. A volte ci
si riesce, ma serve
che tutto concorra,
così per tutta la
squadra. I motivi
possono essere
tanti, credo di
saperli, ma rientra
nel segreto
professionale.
Cosa serve alla
prossima Inter? Lo
vedrete dal primo
giorno di ritiro, ci
saranno dei
riconfermati, la
prima settimana
lavorerò sulla
difesa a 4, mi
interessano certe
logiche di
equilibrio e di
gioco di squadra,
vorrei giocare a 4
più un metodista, un
ruolo più importante
che potrebbe
servirmi ugualmente
se facessimo il
3-5-2. E' il ruolo
più importante da
individuare, anche
per la difesa a 4.
Per farvi un'idea
irraggiungibile è
Luiz Gustavo, se ce
l'hai può farti
anche la difesa 4
nel modo migliore,
come il De Rossi di
quest'anno: guadagni
uomo a centrocampo,
hai più pressing
offensivo. Un conto
è l'idea
dell'allenatore, un
conto è quello che
si può fare. In base
ai nuovi giocatori
sceglierò il modulo
a loro più
congeniale.
Voglio che questi
moduli che mi
vengono in mente la
mia squadra li
riconosca subito,
così che si possa
cambiare a partita
in corso, sapendo
cosa voglio, i
movimenti e le linee
di gioco.
Il presidente ha
detto che bisogna
crescere per la
Champions, un anno
che è stato il primo
dell'era del nuovo
presidente parte, un
anno di transizione.
Le linee di
programmazione le
detta la Società. Se
mi chiedete, io
cercherò di tirare
la macchina oltre le
aspettative, facendo
meglio nell'ambiente
che conosco, dove ho
lavorato un anno. Ci
devono essere
oggettive basi di
partenza, non
bisogna mai porsi un
limite, ma cercare
sempre di
superarlo.
Valutazioni ne
abbiamo fatte,
avremo due
competizioni e si
pensa in modo
diverso. Farò molto
turnover per
l'Europa League: se
reputerò tutti alla
pari, cercheremo
sempre di avere in
testa un 11 base
dopo il mercato.
Dipende anche da
come andrà quello.
Titolare è una
parola che voglio
usare il meno
possibile, dovranno
esserlo tutti e
giocarsi il posto
ogni volta l'anno
prossimo, visto che
avremo due
competizioni.
Dato che quest'anno
per vari motivi, tra
cui gruppo nuovo che
non conosceva i miei
sistemi, non ho
potuto fare quello
che feci a Napoli,
con possibilità di
lavorare in un certo
modo. Voglio mettere
quell'altro sistema
di gioco alla
squadra, se verrà
recepito bene non
scarterò l'idea di
poterlo fare a
partita in corso: se
mando in campo una
squadra devo essere
convinto che i miei
giocatori sappiano
cosa devono fare.
Ciò che non ho
potuto fare
quest'anno cercherò
di farlo l'anno
prossimo in questo
senso.
Se avremmo potuto
fare qualcosa di più
in coppa Italia? Le
scelte in quel
momento andavano
fatte così, malgrado
il rischio del
risultato, a Udine
era l'ultimo test
per capire cosa
volessimo fare in
quel mercato, sono
scelte fatte insieme
ai direttori. Era
davvero raccolta
dati, devi far
parlare il campo per
decidere riguardo un
giocatore. Non mandi
un giocatore via
così, per simpatia o
antipatia, in quel
momento andavano
fatte delle scelte,
poi il risultato
sportivo è andato
male in quel caso,
ma è stato un anno
così.
Lui Gustavo? Volevo
farvi capire che
tipo di giocatore
sia, malgrado sia
inarrivabile. Obi
MIkel è un altro
giocatore di un
certo lievllo, ma
non parlo di
mercato, è giusto
che lo faccia
Ausilio.
Come si fa a
sostituire Milito?
Icardi infortunato
tanto tempo è uno
dei miei rammarichi.
Diego è stato il
grande equivoco
dell'anno, ho
rincorso tutto
l'anno il miglior
Milito, mi piaceva
da sempre, anche
quando non ero
all'Inter. Lo avessi
avuto a disposizione
sempre,
probabilmente
sarebbe fatto di
più. Icardi ha fatto
tanto bene, ha
alternato, ha
iniziato bene poi ha
avuto un momento di
flessione, poi di
nuovo bene: ci siamo
creati già una buona
base di partenza per
il prossimo anno con
un giocatore giovane
con prospettive che
ci fa ben sperare.
Quanto incide
l'allenatore?
Guardate la
classifica dell'anno
passato: dalla nona
in poi, a parte la
Juve, le uniche
squadre che hanno
migliorato la
classifica sono
l'Inter e la Roma.
Poi guardiamo il
mercato fatto dalle
altre squadre e
quello fatto da noi.
Intanto siamo in
Europa e non
c'eravamo più,
questo è già un
dato. Quest'anno è
stato positivo,
poteva essere molto
diverso, questa è la
verità.
Quando si rilevano
situazioni di un
certo tipo, bisogna
fare di necessità
virtù, cercherò di
fare sempre il
meglio, quello che
una Società vuole
fare è un conto,
quello che si può
fare è un altro.
Ottimizzerò tutto in
base a quello che
troverò. Non posso
entrare ora nel
particolare, è
giusto considerare
la variabile del
mercato attuale.
I giovani li stiamo
valutando, perché
facendo l'Europa
League bisogna
capire quali siano
quelli che conviene
far stare qui il
prossimo anno, anche
per questioni di
regole di
tesseramento. In
questi giorni stiamo
facendo valutazioni
per chi dovrà venire
in ritiro con noi".
21.05.2014
- tratto da
INTER.IT
Mazzarri "Un anno
con più cose
positive che
negative"
La
prima parte della
conferenza stampa
dell'allenatore dei
nerazzurri: "Se si
guarda da dove siamo
partiti, tornare in
Europa era un
obiettivo non
scontato"
MILANO - "Sono i
numeri che contano,
la classifica, per
questo dovevo
aspettare la fine
per parlare. Il
ritorno in Europa è
un obiettivo che in
estate non era poi
così scontato, credo
sia stato un anno
molto positivo, dove
abbiamo fatto tante
cose buone. Devo
ringraziare il mio
staff e le persone
che mi sono state
vicine nel cercare
di tirare fuori il
massimo dalla rosa
che mi è stata
data", questo
l'esordio di Walter
Mazzarri nella
conferenza stampa di
fine anno tenutasi
nella sala stampa
del "Meazza".
"Se sono sicuro di
essere l'allenatore
l'anno prossimo?
Sicurissimo, anche
perchè ho un
contratto. Sono
molto soddisfatto
della telefonata
arrivata dal
presidente Thohir,
una volta avuta la
certezza matematica
della qualificazione
in Europa, che mi ha
chiamato felice per
aver centrato
l'obiettivo, ma
anche della
soddisfazione del
presidente Moratti.
Tutto questo mi ha
dato ancora più
felicità.
Come si fa a non
considerare un anno
positivo quando si
centra un obiettivo?
Se si guarda da dove
siamo partiti,
tornare in Europa
era un obiettivo non
scontato, non
capisco come si
possa valutare un
anno così in maniera
negativa.
Il mio errore
maggiore? Potevo
fare di più io
stesso, col senno di
poi potevo fare
qualcosa in più in
qualche partita. A
livello generale
troppi pareggi,
alcune mancate
vittorie le abbiamo
gettate al vento
quando eravamo in
vantaggio, a volte
siamo stati poco
cinici nel vincere
le partite. Ma mi
assumo la
responsabilità di
tutto. Anche quando
si vince non mi
accontento mai, il
primo responsabile
sono sempre io.
Stiamo già lavorando
coi giocatori in
questo senso per il
prossimo anno. Di
sicuro ci sono state
più cose positive
che negative.
Cosa mi ha dato più
fastidio? Magari non
risulto troppo
simpatico, ma sono
molto autocritico.
Prendo tanti spunti
da ciò che viene
detto del mio
lavoro, come faccio
con i miei
collaboratori, la
decisione finale è
mia ma ascolto
sempre tutti: sono
nato per il
confronto, voglio
che mi si dicano le
cose, così faccio
con voi e con la
critica. Quando
capisco che la
critica non parte da
presupposti giusti,
non ascolto nemmeno
e vado per la mia
strada. Conosco
certe dinamiche e ne
prendo atto nel modo
giusto. A volte le
critiche ingiuste mi
caricano.
Sul mio rinnovo ha
già detto tutto
Piero Ausilio:
l'importante è che
ci sia grande stima,
cosa che vedo e che
mi è stata
dimostrata giorno
dopo giorno. Ha già
parlato lui, è
inutile che continui
a parlarne. Ho già
un contratto, mi è
successo di lavorare
un anno in scadenza
a Napoli, i
giocatori
percepiscono che
posso fare bene
anche solo con un
anno di contratto,
ma in questi giorni
si parlerà del
prolungamento anche
in base a certe
dinamiche. Bisogna
essere convinti di
andare avanti
insieme a lungo
termine, con unità
d'intenti.
La mia carriera è
chiara, ho sempre
fatto molto nel
cercare di far bene
sul campo a livello
di produzione
tecnica, la chiamo
così. Se non
possiamo competere
ad armi pari con
certi parametri
economici sul
mercato che possono
avere le altre
squadre, allora
bisogna migliorare
quella. Dico a voi
di formare il nostro
pubblico per farci
lavorare nel
migliore dei modi.
In questo caso sarà
la Società a parlare
meglio del Fair Play
Finanziario e delle
linee programmate
per il mercato. Il
primo giorno di
ritiro terrò una
conferenza stampa in
cui vi dirò cosa
penso di ciò che
abbiamo fatto e di
ciò che proveremo a
fare l'anno
prossimo.
Colgo
quest'opportunità
per dire che sono
stato orgoglioso di
accompagnare questi
quattro campioni che
hanno fatto la
storia dell'Inter in
un anno particolare.
Loro ci tenevano
quanto me a
riportare l'Inter in
Europa, li
ringrazio, ci siamo
salutati nel modo
migliore. Questi
ragazzi e i punti di
riferimento che
rappresentavano
mancheranno, ma dal
canto mio un anno di
lavoro con l'Inter
l'ho vissuto, ora so
molto di più. Si
sono gettate le basi
per iniziare al
meglio il prossimo
anno, dando una
mentalità positiva e
da Inter: speriamo
di vederla in campo
nella prossima
stagione. Tanti
giovani che hanno
fatto bene sono
maturati e
cresciuti, avranno
un bagaglio
d'esperienza più
grande, queste cose
fanno sì che io
pensi positivo da
quel punto di
vista".
21.05.2014
- tratto da
INTER.IT
Walter Mazzarri ospite di Nicola Savino a "Quelli che il calcio"
L'allenatore, durante la presentazione del suo libro "Il meglio deve ancora venire", ha parlato anche della partita di ieri: "Per gioco e risultato stiamo inziando a fare quello che volevo"
MILANO - Un pomeriggio tra amici. E' quello che è stato l'appuntamento odierno con "Quelli che il calcio" su Rai Due dove Walter Mazzarri è stato ospite di Nicola Savino per parlare del suo libro, "Il meglio deve ancora venire", e non solo.
A proposito della pagine del racconto, scritto con Alessandro Alciato, inevitabile parlare del rapporto con il figlio Gabriele, al quale il libro è dedicato: "Sta per compiere 19 anni, è un uomo, mi chiamava Mister Broccolo. Era strano per lui, che era un bambino, sentire chiamare suo padre Mister: quando una volta è accaduto al ristorante, lui rimasto un po' così, sorpreso e in quel periodo c'era un personaggio dei suoi cartoni animati preferiti che si chiamava Broccolo e ha iniziato a chiamarmi così (ndr, sorride)".
Se sia meglio invitare l'allenatore nerazzurro a cena piuttosto che intervistarlo: "Credo di si perchè quelli che sono venuti a cena con me hanno avuto un'altra risposta. Anche l'autore del libro, Alessandro Alciato, lui è un giornalista e, dall'esterno, aveva visto una faccia di me che era molto diversa da quella che poi ha conosciuto".
Si è parlato anche di Inter e della partita di ieri contro l'Hellas Verona, dove si è vista l'Inter di Mazzarri: "Si è vista anche a inizio stagione, poi c'è stato un momento un po' delicato. Dal punto di vista del gioco e del risultato stiamo inziando a fare quello che volevo. Jonathan nella Nazionale italiana? Per me sarebbe un'ulteriore vittoria, è un ragazzo che sapete come era considerato l'anno scorso, non era visto bene nemmneo dal nostro pubblico, lo aiutato".
Sul desiderio, espresso nel libro, di comprare prima o poi una squadra di calcio Mazzarri spiega: "Credo, per il bagaglio di esperienza che ho, essendo partito da sottozero e avendo fatto tutti i ruoli, di poter sapere quello che pensa un magazziniere, un dottore, etc. Credo di avere un bagaglio di esperienze che possa aiutarmi a saper gestire ogni aspetto del pianeta calcio".
Sul suo stato d'animo durante i novanta minuti, e anche dopo, e sul suo dialogo in panchina con Nicolò Frustalupi, suo vice: "Non ho ancora bene imparato a perdere, sto male quando capita. Sono anche stato il primo allenatore a essere multato per il fumo in panchina...Frustalupi? Chi fa il mio mestiere sa di non potersi fidare di nessuno, quando devo sfogarmi lui è la vittima. E' molto bravo, è giovane, mi dà una grande mano, a livello tattico si fa tutto insieme e quando c'è qualcosa che non va la si commenta insieme".
Rapporto con il denaro, se quello di Mazzarri sia cambiato nel tempo è lui stesso a spiegarlo: "Credo di aver conservato i valori veri, conosco gli stipendi delle persone normali. Credo di aver mentenuto una condotta di vita simile a quella che ho sempre avuto. Mio padre mi ha fatto capire tante cose, probabilmente se sono arrivato dove sono arrivato è perchè lui mi ha trasmesso il culto del lavoro. Credo che i valori che ci ha trasmesso abbiano aiutato me e mio fratello, che nel suo lavoro e anche lui ad alti vertici, ad arrivare dove siamo arrivati".
A proposito delle differenze tra Napoli e Milano e tra i presidenti con i quali ha lavorato: "Qui, al limite, l'unica differenza vera con il presidente Thohir è la lingua. Con tutti i presidenti ho avuto un ottimo rapporto e quando c'è questo stai meglio anche ad allenare la squadra. E' un caso che la migliore Inter si veda adesso dove le situazioni societarie sono chiare? E' chiaro che questo è stato un anno particolare".
Con Daniele Tombolini, ex arbitro di calcio e attuale opinionista sportivo, è stato inevitabile parlare del tanto tempo trascorso per l'Inter senza calci di rigori a favore. A Mazzarri è stato quindi chiesto se un arbitro che va ad allenare l'Inter sia sotto pressione e prima di concedere un penalty si faccia tante domande. Parlarne tanto nei post partita è stato forse un po' controproducente? "Mi sono posto anche io questa domanda. A livello umano dico che anche gli arbitri come noi sono umani e devono gestire tante cose in poco tempo. L'arbitro deve solo stare attento ad applicare con attenzione il regolamento. Pero, è vero, è possibile che anche gli arbitri giovani possano essere condizionati da questo".
Sulla gestione di Fredy Guarin: "Per me gestire il gruppo è la cosa più facile: quando pensi di essere preparato, pensi di poter trasmettere la tua conoscenza ai ragazzi, non credo ci sia il problema di gestire. Ho gestito lui come tutti gli altri, facendolo allenare, parlandogli quando c'era bisogno e cercando di aiutarlo a migliorare dove ha bisogno, per esempio nella continuità in partita", ha spiegato l'allenatore nerazzurro.
16.03.2014
- tratto da
INTER.IT
Mazzarri "Dobbiamo
essere noi a fare la
partita"
"Il Torino gioca
molto bene e può
mettere in
difficoltà chiunque,
bisogna essere bravi
a spegnere le loro
fonti di gioco e
condurre noi. Sarà
una gara difficile,
ci vorrà attenzione"
MILANO - "Il Torino
ha due attaccanti
molto bravi e in
forma, gioca molto
bene e può mettere
in difficoltà
chiunque, bisogna
essere bravi a
spegnere le loro
fonti di gioco, mi
piacerebbe fare noi
la partita, metterli
in difficoltà. Sarà
una gara difficile,
ci vorrà
attenzione",
sottolinea Walter
Mazzarri alla
vigilia di
Inter-Torino, che si
disputerà nel giorno
del 106esimo
compleanno
dell'Inter.
Alcune osservazioni,
poi, sulla
formazione di
domani: "I titolari?
Sono sempre quelli
che sono più in
forma. Domani chi
farà bene avrà
chance di giocare
ancora. Icardi? Ha
lavorato bene, la
sua autonomia
aumenta. D'Ambrosio?
Il suo inserimento
viene dettato anche
da chi c'era prima,
da chi ha giocato
prima. E' solo una
scelta tecnica.
Quando sarà il
momento per lui di
scendere in campo
sarò tranquillo che
saprà tutto quello
che deve sapere.
Guarin? Ha delle
qualità pazzesche,
per arrivare
all'ideale gli ho
dato dei consigli,
che non si assenti
mai. Le
dichiarazioni di
Kovacic? Ho guardato
tutta la partita di
Kovacic con la
Nazionale, io credo
che il ragazzo non
volesse dire proprio
quello che è venuto
fuori, credo che
volesse dire che lui
deve migliorare
nella fase
difensiva, crede in
quello che dico, ci
ho parlato. Alvarez?
Ha avuto dei
problemini, potrebbe
anche non essere
convocato. Rolando?
E' il difensore più
eclettico che
abbiamo, può
adattarsi anche a
sinistra".
Ritornando sulla
gara della scorsa
settimana, in attesa
di quella di domani,
Mazzarri ha poi
spiegato: "Ho
corretto gli errori,
anche in fase
difensiva, fatti con
la Roma. In ogni
caso, ultimamente
creiamo di più di
quello che
raccogliamo.
L'ottimale sarebbe
giocare bene, per
migliorare sempre di
più e fare
risultati. Bisogna
trovare l'episodio
per sbloccare la
partita".
Un commento viene
poi chiesto
all'allenatore sulla
conferma della
squalifica per tre
turni a Juan Jesus:
"Questo è un mondo
dove ci sono delle
regole, con dei
giudici. Si è capito
che è meglio non
mettere bocca, le
sentenze vanno
accettate e credere
che abbiano
analizzato bene.
Preferisco non dire
oltre. Juan Jesus
come sta? Chiaro che
non sarà contento,
stava bene, era in
un momento di forma,
dispiace a lui e a
noi non averlo".
Oggi allo stadio
assisterà
all'allenamento
anche il presidente
nerazzurro Erick
Thohir. A proposito
del rapporto con lui
Mazzarri spiega: "E'
quello che ci deve
essere tra un
presidente e un
allenatore, ci
parliamo, se mi
chiede gli do
spiegazioni, le
linee programmatiche
le detta la Società,
io chiedo al
presidente cosa
faremo, è un
confronto continuo.
Per l'anno prossimo
abbiamo già fatto
delle riunioni e
queste 12 gare che
mancano ci
serviranno ancora di
più per fare delle
scelte tecniche sui
giocatori per il
prossimo anno. In
base a quello che
vorrà fare la
società si penserà
agli obiettivi.
Domani, intanto,
speriamo di vincere
per lui e anche per
noi!".
Guardando al futuro,
infine, un commento
sull'ufficializzazione
dell'arrivo di
Nemanja Vidic per la
prossima stagione:
"La sua carriera
parla per lui, un
giocatore
importante, più di
questo non vorrei
dire adesso, verrà
all'Inter dal
prossimo anno, ora
voglio che si pensi
a queste 12 partite,
non all'anno
prossimo".
08.03.2014
- tratto da
INTER.IT
Mazzarri "La
Roma ha qualità, intensità, organizzazione"
"La squadra di Garcia sta
facendo davvero bene, ha la miglior difesa
del campionato, sa attaccare e ha
equilibrio, noi dovremo giocare come a
Firenze"
APPIANO GENTILE -
"La Roma gioca bene,
sa quello che fa, è ben organizzata, è una
squadra camaleontica, brava a ripartire,
brava negli spazi, poi sono bravi anche a
chiuderti, a venirti a pressare. Hanno
qualità, intensità, organizzazione. Se può
vincere lo scudetto? Non lo so e non ci
voglio nemmeno pensare, in casa d'altri non
guardo mai. Se sono stupito che il tecnico
Garcia abbia fatto così bene alla prima
esperienza in Italia? Se un allenatore ha
una rosa importante e riesce a trasmettere i
suoi concetti, può far bene subito come sta
accadendo a lui", queste le parole di Walter
Mazzarri
sulla squadra che l'Inter affronterà domani
sera allo stadio "Olimpico" di Roma.
"Ci siamo
allenati abbastanza bene, con qualche
contrattempo che sapete, ma niente di
diverso da quasi sempre, è stata una
settimana normale - ha aggiunto il tecnico
-. Squadre come la Fiorentina, la Roma,
cercano sempre di vincere, di fare loro la
partita. La Roma ha miglior difesa del
campionato, Garcia è stato bravo a dare
tanto equilibrio a questa squadra. Ma noi
siamo una squadra che guarda molto a se
stessa e sono convinto che se facciamo le
cose al meglio possiamo fare un'ottima gara
contro di loro. Giocando come a Firenze,
potremmo fare bene anche contro la Roma.
Hernanes? E' un generoso, ha pochissima
attenzione al suo dolore, l'abbiamo lasciato
a riposo per far sì che si scaricasse
definitivamente, ora è convocato e vediamo
se sarà impiegabile dal primo minuto. Se
Icardi ha finalmente la mia fiducia? Non era
una questione di fiducia ma di stare
bene-stare male, allenarsi in un certo modo.
Ora vedrò domani se impiegarlo dall'inizio,
prendendo magari in considerazione che cali
nel secondo tempo. Samuel? Ha fatto tutto".
Al tecnico
viene quindi chiesto se abbia qualche
rammarico per quanto fatto e raccolto dalla
squadra finora: "Ripercorrendo le partite
che abbiamo fatto, dà fastidio il fatto che
con un pochino di cattiveria in più
sottoporta e più attenzione difensiva
avremmo potuto avere dei punti in più. E poi
spero che episodi capitino anche a nostro
favore. Se potrà essere un vantaggio
l'assenza del calore dei tifosi giallorossi
all'Olimpico? Quando preparo le partite dico
a i ragazzi che siamo sempre 11 contro 11".
Una domanda,
poi, su Zanetti e Cambiasso: ci sarà ancora
spazio per loro? "In linea di massima sì,
faccio le scelte in base a quello che vedo,
a come scende in campo la squadra. Zanetti
non va in campo dal 9 gennaio? Le energie
cambiano, da 20 a 25 anni, da 30 a 35, si
può agire con meno rapidità, nel frattempo
la squadra stava andando bene. Con Zanetti
ho comunque un rapporto frequente, è
importante anche quando non gioca, se faccio
certe scelte è perché le reputo più
consone".
C'è
preoccupazione per il clima attorno agli
arbitri? Anche questo viene chiesto al
tecnico nerazzurro: "Non ho seguito quello
che si è detto in questa settimana, ho tante
cose da fare in campo, cerco di evitare di
informarmi troppo. Quello che fanno gli
altri non lo so, so quello che facciamo e
diciamo noi. Comunque, se mi aveste seguito
con attenzione, all'inizio commentavo
solamente, obiettivamente la moviola, poi ho
pensato che forse sarebbe stato meglio se
fossimo stati zitti, perché non si poteva
dire nulla. Bergonzi è stato l'ultimo a
fischiarci un rigore? Noi pensiamo alla
prestazione, a far bene contro la Roma".
Infine, un
commento su quanto detto da Erick Thohir a
proposito del confrontarsi a fine stagione
sulla visione che si ha del club: "Rientra
nella normalità di ogni rapporto tra
proprietà e allenatore, ogni anno bisogna
riaggiornarsi e parlare dei programmi".
28.02.2014
- tratto da
INTER.IT
Thohir
"Le basi per il nostro futuro"
Abbiamo
uno dei migliori allenatori italiani,
Walter Mazzarri, sul quale basare le
nostre scelte di oggi, e con il quale
pianificare il futuro"
Milano
- Il presidente Erick Thohir a
inter.it:
Alla
chiusura della campagna trasferimenti di
gennaio e dopo la partita di Torino,
ritengo opportuno precisare i punti
chiave della nostra strategia sportiva.
Stiamo vivendo un anno di transizione
nel quale l'obiettivo principale è
quello di gettare le basi per il nostro
futuro: è una stagione difficile, in cui
è evidente la difficoltà a rimettere in
moto i meccanismi vincenti di qualche
anno fa. Per questo bisogna avere
pazienza, idee chiare, e due concetti
base su cui appoggiare il futuro: come
migliorare la nostra performance tecnica
e come costruire la squadra del futuro.
Per centrare il primo obiettivo abbiamo
individuato uno dei migliori allenatori
italiani, Walter Mazzarri, sul quale
basare le nostre scelte di oggi, e con
il quale pianificare il futuro. Gli
acquisti di Hernanes e D'Ambrosio,
voluti da me, dai dirigenti e
dall'allenatore con grande sintonia,
vanno letti esattamente in quest'ottica:
si tratta di due elementi fondamentali
per il nostro rilancio, di due giocatori
il cui contributo sarà importante oggi
ma essenziale soprattutto domani.
Per quanto riguarda invece il futuro è
importante sottolineare che sui
giocatori che attualmente compongono la
nostra rosa non è stata ancora presa
alcuna decisione e sarà determinante il
giudizio dell'allenatore al termine di
questo campionato. Valuterò con lui chi
ha le caratteristiche e le motivazioni
per rimanere con noi e chi invece dovrà
essere sostituito da elementi nuovi.
Ovviamente senza dimenticarci che tutti
vorremmo tornare al più presto a
competere in Europa, e che con l'aiuto
dei nostri tifosi, il loro sostegno e la
loro passione, torneremo a lottare, fin
da domenica, per raggiungere il miglior
risultato possibile in questo
campionato.
Forza Inter
04 Febbraio 2014
fonte:Inter.it
Mazzarri "Questo mestiere per il piacere
di farlo"
Il
tecnico a Sky
Sport 24 "Il
vero fuoco lo
avverto solo
quando i miei
giocatori mi
seguono e
migliorano"
MILANO
- Walter Mazzarri è
intervenuto questa sera negli studi di Sky Sport 24 per
presentare il libro scritto con Alessandro Alciato
ed edito da Rizzoli 'Il meglio deve ancora venire'.
Queste le dichiarazioni del tecnico nerazzurro: "Chi ha scelto
questo titolo? Sono stati loro ad avere questo idea e a me è
piaciuta molto. Esce in un momento difficile per la mia squadra,
e spero sia di buon auspicio per l'Inter e per i nostri tifosi.
Le immagini
delle lacrime di Hernanes? Dietro ogni ruolo c'è sempre una
persona. Così come dietro l'allenatore c'è un uomo. Lui, lo so
da sempre, è un ragazzo d'oro.
Se ho mai
pianto? Quando sono andato via da Napoli, avevo deciso di dirlo
ai ragazzi, quando ho visto che cosa avevano scritto sulla
lavagna e dopo mi hanno applaudito, a quel punto non ce l'ho
fatta e sono andato via.
Che tipo è il
presidente Erick Thohir? Ho avuto una bella impressione. E' una
persona giovane ed entusiasta che ha voglia di fare e di
lavorare. Facendo questo mestiere mi è piaciuto anche quello che
ha detto, nel senso che ha espresso apprezzamenti sul gioco
dalle mie squadre.
Mi chiamano
piagnina? Questa parola per me è un'offesa incredibile. E'
un termine che proprio non digerisco. Me lo attribuiscono le
persone che sono solo avversari. Mai è successo che sia uscita
questa frase dai tifosi delle squadre che io allenavo. Molti
sono approssimativi vedono e sentono solo ciò che gli conviene
e, fateci caso, sono sempre quelli che non sono dalla tua parte.
Io dai miei tifosi ho sempre sentito dire che difendevo la
squadra e i colori.
Non sento
freddo in giacca? Ho una temperatura base di 37°C, praticamente
ho sempre la febbre. E' come se giocassi la partita con i miei
calciatori.
Rapporto non
troppo buono con alcuni colleghi? Non è che non ce l'ho, è che
non lo curo. Io sono in partita già un'ora e mezza prima, la
vivo intensamente. Adesso con i colleghi cerco di stare più
attento. Ma non è mai stato un motivo diverso da questo.
Se mi aspetto
che qualcuno dalla lettura di questo libro si arrabbi? No,
perchè anche scrivendo un libro, sono stato attento al fatto di
non parlare di cose private e che tali dovevano rimanere. Per il
resto si tratta di una serie di aneddoti e quello che ho scritto
è realmente cosi. Del libro credo sia bello capire quello che io
provavo quando vivevo determinate situazioni.
A volte ero
così concentrato che non avvertivo nemmeno l'emozione della
musica della Champions? E' proprio questo che spiega quanto sono
in partita in quei momenti. Credo che Alessandro che mi ha
frequentato, veda davvero una persona diversa da quella che sono
quando sono nel 'rodeo'.
Se c'è una cosa
che mi dà davvero fastidio? La cosa bella che credo di avere è
che ho iniziato a fare questo mestiere in modo vero, solo per il
piacere di farlo. Non ho mai puntato su altre cose. Anche il
mondo della comunicazione l'ho dovuto assorbire perchè al giorno
d'oggi è importante, però non mi scordo mai che il mio vero
fuoco è quando i giocatori mi seguono e migliorano. Tutte le
altre cose le faccio, ma meno volentieri.
Rapporto con De
Laurentiis? Io ho vissuto intensamente la carriera di
allenatore. Anche quando allenavo a Genova vivevo a Bogliasco. A
me basta svagarmi un po', prendere un po' d'aria. Non è vero che
non vivo la città, è che sono un po' schivo e magari se sono
stanco, preferisco stare a casa e preparare quello che c'è da
fare il giorno dopo. Tutto è stato sempre fatto in funzione del
lavoro e credo che i miei presidenti lo abbiano apprezzato.
Avrei accettato
la panchina dell'Inter sapendo della cessione al gruppo
indonesiano? Ho preso una decisione, è successo. Il problema non
me lo pongo. E' una difficoltà in più, una sfida ancora più
grande.
Klopp ha detto
che non lavora per allenare la migliore squadra del mondo, ma
lavora per batterla? E' il discorso di quelli che dicono sono
tutte finali. Serve per stimolare la propria squadra ad essere
sempre attenta e concentrata ai massimi livelli".
Il mio sogno
fare il presidente? Ho detto che prima di smettere con il
calcio, avendo fatto tantissime esperienze, mi farebbe piacere
fare anche quello.
Se stringerò la
mano ad Antonio Conte prima di Juventus-Inter? Certo, l'ho già
fatto. Dare la mano è un atto di cortesia e di lealtà e se a
volte non lo avevo fatto era solo per l'estrema concentrazione
sulla gara.
D'Ambrosio? Mi
sono piaciute le motivazioni che ha avuto nell'arrivare da noi.
Ha ricevuto offerte da altre squadre, ma lui aveva in testa di
venire all'Inter e ho saputo che gli piaceva l'idea di essere
allenato da me per il ruolo in cui gioca.
Impiego poco i
giovani? Ho iniziato con la Primavera del Bologna. Andate a
vedere quanti giovani ho fatto esordire nella Reggina.
Riflettete sul fatto che dire giovani e basta è limitante e poi
bisogna chiedere a chi dice questo: quali obiettivi di
classifica si chiedono a Mazzarri con una squadra di tutti
giovani? Deve vincere il campionato? I famosi parametri vanno
valutati oggettivamente se no non ci capiamo. Io allenerei
sempre tutti i giovani, ma se mi chiedete di vincere lo scudetto
con tutti i giovani non è possibile. Guardate i due scudetti
della Juventus: quanti ragazzi hanno giocato? Solo Pogba, che
solo quest'anno è diventato titolare. Come ho fatto io con
Insigne a Napoli. Lo stesso discorso vale per Cavani, che quando
è arrivato da noi era un giovane. E Lavezzi? E Hamsik? Avevano
la stessa valutazione di adesso? Ho lavorato anche per la
società.
Mateo Kovacic?
E' un giovane con delle qualità, ma non deve sentire la
responsabilità del peso della vittoria.
Icardi? Gli ho
detto di prendere esempio da chi ha vinto tutto, di considerare
quanti sacrifici hanno fatto, alcuni suoi compagni, per arrivare
dovo sono arrivati.
Io erede di
Giancarlo Antognoni? Non ero adatto a fare il calciatore.
Allenare mi piace. Io credo di riuscire a seguire un mio
giocatore a 360° e prima credo ci fosse meno attenzione sui
giocatori. Se da calciatore mi avessero seguito come io seguo i
miei ragazzi, avrei fatto una carriera diversa.
Cosa dirò
domani al presidente Thohir? Se viene alla Pinetina parlerà lui
alla squadra, come è giusto che sia".
Walter Mazzarri ospite di
"Mondo Inter" su Inter Channel
L'allenatore nerazzurro
racconta a Roberto Scarpini da dove è
nata l'idea della biografia, scritta con
Alessandro Alciato, "Il meglio deve
ancora venire"
MILANO
- Walter Mazzarri è ospite questa sera
di Mondo Inter su Inter Channel
l'occasione di presentare il suo libro
"Il Meglio deve ancora
venire".
Come è nata
l'idea di questo libro? Inizia
raccontando la sua carriera di
calciatore o solo quella da allenatore?
"Parlo della mia carriera di allenatore
perchè di quella da calciatore non sono
stato neanche contento e non sembrava
fosse giusto metterla in evidenza.
Questa idea è nata da una proposta della
Rizzoli, che mi ha preso anche un po' di
sorpresa, non pensavo che una casa
editrice cosi importante potesse notare
la mia storia calcistica, non ci avevo
mai pensato, in quel momento li ho
riflettuto, poi ho pensato alla mia
storia privata, con mio figlio, che non
ho potuto seguirlo negli anni più belli,
nella parte della sua vita fino ad ora
che ho 18 anni e ho accettato. Io tendo
a non parlare mai della mia vita
privata, ho fatto un eccezione proprio
perchè mi è sembrata una cosa bella e
perchè mio figlio sapesse che cosa ho
fatto mentre non ero con lui e potesse
sentire dalle mie parole quello che è
stato il percorso negli anni che
purtroppo sono stato meno presente con
lui".
Suo figlio
Gabriele sarà emozionato per la dedica?
"Questo
non lo so perchè lui è in un'età, tra i
18 e i 19 anni, nella quale non
dimostra, è un'età particolare. Credo
che apprezzerà fra qualche anno il
perchè di questo gesto che ho fatto
anche perchè potrebbe comprendere il
perchè il lunedi lui voleva giocare con
me e io mi distraevo perchè magari mi
arrivava una telefonata del presidente e
avrà pensato di avere un padre un po'
assente. E' una cosa sentita, se poi lui
la vuole prendere nel modo giusto bene,
altrimenti bene lo stesso".
Le ha fatto
piacere che il Presidente Moratti sia
stato l'autore della prefazione?
"Mi ha fatto tanto piacere che il
Presidente abbia accettato la proposta
della Rizzoli. Voi sapete che dopo il
nostro primo incontro è scattato
qualcosa di speciale. Già il fatto che
il Presidente stesso abbia voluto fare
questa prefazione mi rende orgoglioso e
mi fa capire che quella stima che è
scattata in me è reciproca".
Entriamo a
sfogliare virtualmente questo libro:
parliamo dei passaggi legati all'Inter,
ce n'è uno nel quale racconti il primo
incontro con Moratti?
"E' stato
speciale, dovete capire un allenatore
che parte da dove sono partito io vedeva
il Presidente Moratti qualcosa di
irraggiungibile. Nel momento in cui sei
arrivato con la tua carriera e con i
tuoi successi a essere chiamato da un
Presidente cosi carismatico e
importante, mi è scattato qualcosa di
importante, ho subito il fascino di
questa grande persona, di questo grande
presidente e nel giro di poco tempo mi
ha dato la mano e mi ha detto "se lei
vuole lei da questo momento lei è
l'allenatore dell'Inter".
Mi sono
anche emozionato, dico la verità, ho
avuto un brivido nella schiena. C'è un
capitolo nel quale parla dell'incontro
con Josè Mourinho durante la tournèe
americana a Indianapolis.
"Dico la
verità, è stato molto bravo lui, non
appena ha saputo che avevo firmato per
l'Inter mi ha fatto arrivare tramite
Marco Branca un suo augurio. Quando ci
siamo visti di persona è stato ancora
più bello. Ci siamo chiusi in questo
spogliatoio, un incontro tra due uomini,
che si sono poi chiariti, almeno io ho
provato a chiarirmi, ma lui non mi ha
dato neanche il tempo lo dava per
scontato. Questo penso di poterlo dire,
in comune abbiamo che quando sposiamo
una causa diamo di tutto per cercare di
portare la vittoria dalla propria parte.
E' bastato un accenno e ci siamo capiti.
Poi sono dovuti venire a chiamarci per
dirci che iniziava la partita. E' stato
strano per me che mi dedico sempre e
solo al campo, la cosa che per me è
sempre più importante".
Dopo
Inter-Juventus, sei andato via dallo
stadio, ci sono i tifosi fuori e una
signora bussa al finestrino della sua
auto?
"In 10 anni di serie A sono abituato a
essere sempre sui giornali e in tv, a
volte quando le cose vanno bene ti
attribuiscono tanti meriti, ma a volte
sono più importanti certe cose nel
privato. Come quando esci dallo stadio,
vedi una signora che fa dei gesti e dico
a mio figlio di abbassare il finestrino
e sento questa signora che mi dice:
"Mister grazie per mio figlio e quello
che sta facendo per lui". E io dico: "Ma
chi è lei signora", e lei mi ha
risposto: "Sono la mamma di Ricky
Alvarez".
In quel
momento mi sono emozionato e le risposi
che il merito era tutto di suo figlio.
Queste sono sensazioni particolari,
soddisfazioni pari a una vittoria di una
partita di quelle particolari. Il meglio
deve ancora venire prepara a una nuova
edizione per quando il meglio sarà
arrivato?
"No, no,
prendiamolo come buon auspicio, non
possiamo negare che non sia un momento
facile. Speriamo che l'uscita di questo
libro porti bene a tutti e ci dia la
forza di fare un finale di campionato
che tutti ci auspichiamo, non dico altro
un po' per scaramanzia, un po' per
serietà. Visto che ha fatto cenno al
momento: si ricomoncia dopo
Inter-Catania, gara dopo la quale tu
avevi sottolineato come la componente
psicologica fosse una delle componenti
che aveva contribuito a quel tipo di
prestazione. Al di là del fatto che poi
questa tua spiegazione è stata tradotta
in un "sembrava di giocare a porte
chiuse", hai lavorato anche su questo in
settimana Io dico a tutti i tifosi che
con una telecamera davanti si ha il
senso di quello che vuole dire un
allenatore, a volte succede che una
frase detta in un certo modo viene
trascritta in un altro un po' diverso.
Io intanto tengo a precisare che porte
chiuse è stato un dato oggettivo perchè
c'erano dei motivi, la gente era
distratta per quello che era successo in
questa partita e sappiamo a che cosa mi
riferisco. Non era certo un accampare un
alibi o dire che c'era una situazione un
pochino diversa perchè c'è qualche colpa
di qualcuno, anzi. Io spero di superare
con l'aiuto del nostro pubblico questo
momento di risultati e faccio un appello
perchè come ho detto all'inizio il
pubblico dell'inter è competente,
attaccato come pochi alla squadra e
quindi ci ha dato sempre quello che ci
ha permesso di partire in quel modo.
Sappiamo che per come era nata questa
annata poteva essere anche imprevista.
E' grazie a loro e a San Siro che
abbiamo avuto quella spinta che ci ha
dato quel quid per superare gli
avversari. Ripeto proprio di ritornare
ad avere quel clima, sia noi come
squadra che trasciniamo il pubblico, sia
da parte loro per il sostengo. Io
garantisco il massimo impegno impegno,
sono garante di questo i nostro tifosi
devono essere consapevoli e uniti a noi
perchè da questo punto di vista ce lo
meritiamo. Credo che il tifoso debba
capire l'essenza del proprio allenatore
perchè per assurdo l'allenatore come lo
faccio io lo vivo da primo tifoso perchè
io vivo dei risultati della squadra come
i nostri tifosi".
Juventus-Inter,
affrontiamo una squadra che ha fatto 10
vittorie su 10 in casa, ha realizzato 30
gol, ha battuto Roma, Napoli per fare un
esempio. Vado avanti?
"Un bollettino di guerra insomma...Noi
dobbiamo andare li con spirito
combattivo, propositivo, sapere che se
facciamo tutti le cose bene può
succedere qualcosa. Noi andiamo li con
lo spirito do giocarcela e al 95'
vedremo che cosa sarà successo".
30 Gennaio 2014
fonte:Inter.it
Erick
Thohir: "Mazzarri è l'uomo giusto"
"Abbiamo grande fiducia in lui e
nelle sue capacità. E' il nostro
valore aggiunto"
MILANO
- 'Il nostro progetto è chiaro, non
abbiamo dubbi: vogliamo un club in
salute, competitivo sul campo e che
esprima un bel gioco', queste le
dichiarazioni di Erick Thohir su
inter.it, a poche ore della gara
interna contro il Chievo, che il
presidente seguirà da Giacarta
insieme a una folta rappresentanza
dell'Inter Club Indonesia.
'La
presente stagione - prosegue - è da
considerarsi di transizione, non è
un anno zero. Questo è l'ultimo anno
di un ciclo fantastico. Il nuovo
ciclo inizierà nella prossima
stagione'.
Una
certezza: Walter Mazzarri. Il
presidente è chiaro: 'Mazzarri è
l'uomo giusto per il nostro
progetto. Abbiamo grande fiducia in
lui e nelle sue capacità. E' il
nostro valore aggiunto'.
Argomento calciomercato: si sono
dette e scritte tante cose in questi
giorni, Erick Thohir spiega: 'Il
mercato di gennaio è un mercato
fatto di singole opportunità. I
tifosi non devono aspettarsi dei
colpi ad effetto, ma se ne avremo
l'opportunità faremo qualcosa di
interessante. In ogni caso, abbiamo
bisogno di vendere per creare le
adeguate condizioni economiche per
comprare'.
Costruire gradualmente un'Inter
sempre più forte e solida è
l'intento di tutti: 'Vogliamo fare
del nostro meglio, impegnandoci al
massimo per tornare al più presto a
disputare le competizioni europee. I
tifosi non dovranno aspettare molto
per vedere i risultati della nostra
filosofia. Già dal prossimo anno
raggiungeremo risultati concreti in
campo e fuori'.
13 Gennaio
2014 fonte:Inter.it
"Mazzarri,
tanto lavoro e idee chiare"
le
parole del presidente Moratti a Inter
Channel
Dal
centro sportivo "La Pinetina" dove ha
assistito all'allenamento della squadra,
il Presidente parla ai microfoni del
Canale tematico nerazzurro: "Giusto sia
entrato nel cuore dei tifosi"
APPIANO GENTILE
- Dopo aver assistito all'allenamento
dell'Inter e aver pranzato con la
squadra, il Presidente Massimo Moratti
ha rilasciato un'intervista ai microfoni
di Inter Channel.
In queste prime
uscite si è vista un'Inter solida come
forse, per rispetto alla sua tradizione,
guarda come aspetto principale alla
difesa e poi il resto viene di
conseguenza.
"E' fondamentale per una squadra che
voglia vincere avere la difesa forte,
questo l'ho imparato quando ero ragazzo
vedendo l'Inter di allora e così è
sempre stato: quando l'Inter ha vinto il
campionato in qualsiasi momento ha
sempre avuto una difesa che funzionava e
in questo caso stiamo ricominciando ad
avere una difesa che funziona".
Al di là di quello che si dice,
è un'Inter che ha chiuso la campagna
acquisti guardando al presente e al
futuro: quattro under 21, sono arrivati
giocatori comunque già pronti per la
prima squadra e dalla valutazione anche
importante segno di un'Inter che guarda
al presente e anche al futuro.
"Certamente questo è stato fatto
apposta, cercando quelli che, pur
essendo giovani, oltre a essere giovani
avessero delle qualità e un potenziale
per vederli crescere. Credo che, da quel
punto di vista, non abbiamo sbagliato.
Di più, ci vuole sempre l'allenatore in
tutti i casi che sia d'accordo con
questo tipo di politica e, soprattutto,
sappia poi sfruttare questa situazione".
A proposito di allenatore, un Walter
Mazzarri entrato subito nel cuore dei
tifosi.
"E' giusto
perchè lavora tanto come un giocatore
che si dà da fare in campo e che ha
anche qualità. Un nome per tutti? Ince,
puoi restare anche il tempo che rimani,
come è stato Ince un anno e mezzo, però
rimani nella memoria di tutti come un
grande interista, umanamente una persona
apprezzabile. Così è Mazzarri: una
persona che lavora tanto, che ha idee
chiare e che ha un modo di fare molto
bello sia con i giocatori che con la
Società".
Quello che non manca mai è l'affetto dei
tifosi nerazzurri. Per Inter-Juventus si
preannuncia un "Meazza" tutto esaurito.
"E' giusto perchè una partita attesa
comunque e in questo caso è attesa da
due squadre che hanno fatto bene
nell'ultima gara. Con tutta l'attenzione
che bisogna fare da parte nostra a
questa partita però comunque il
pubblico, e io stesso come tifoso,
l'aspetta".
05
Settembre 2013 fonte:Inter.it
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