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MIHAJLOVIC: "FELICE PER GOL E TRE PUNTI"  Sabato, 12 Febbraio 2005

MILANO - "Ho avuto la febbre sino a venerdì mattina, poi ho fatto due leggeri allenamenti e ho giocato stasera. Non era facile essere al meglio fisicamente dopo due giorni a 39 di febbre. Ma sono contento perché siamo riusciti a vincere e perché ho fatto de gol". Mihajlovic prosegue: "Ho dovuto tirare a sorte con Adriano per battere una delle punizioni a nostro favore perché tutti vogliono sempre calciare, ma l'importante è che sia andato tutto bene. Comunque in quell'occasione ho perso, si vede che sono fortunato in amore. Dopo la doppietta ho abbracciato Vieri? Lui è un grandissimo giocatore e una grandissima persona, è un mio grande amico e ci siamo aiutati a vicenda in alcuni momenti difficili. So che, quando segno, lui è contento per me come se avesse fatto gol, e poi la cosa è reciproca". "In ogni caso era difficile giocare contro la Roma - conclude -. Era una partita importante contro una grande squadra, noi gli abbiamo concesso poco. La squadra ha svolto un ottimo lavoro e il risultato è meritato".

Sinisa Mjahilovic è calciatore che, a trentacinque anni, può dire di avere vinto tutto o quasi. Nel suo palmarès troviamo una Coppa Intercontinentale, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa europea, due italiane, tre scudetti jugoslavi, uno in Italia e due Coppe Italia. Punto fermo della sua Nazionale, ha avuto la fortuna di trovare durante la sua carriera sempre grandissimi allenatori, tanto che qualcuno prevede per lui un futuro da tecnico. Cresce nel Vojvodina, ma diventa famoso a livello internazionale con la maglia della Stella Rossa. Nel 1992 arriva in Italia, alla Roma, dove gioca per due stagioni prima di passare alla Sampdoria per quattro. Nel 1998 torna a Roma, sponda bianco-celeste, dove in sei stagioni vince moltissimo. Svincolato da questa estate, sceglie di raggiungere all’Inter Roberto Mancini, suo compagno nella Samp e suo allenatore nelle ultime due annate alla Lazio. Sinisa ha sempre segnato tantissimi gol, quasi cento, sia da centrocampista sia da difensore, posizione che attualmente occupa. Tantissimi poi quelli realizzati con imprendibili calci di punizione, tirati con il suo terribile piede sinistro.

"Fuori dal campo sono un  ragazzo tranquillissimo, dentro al campo sono un figlio di...". E a uno cosi cosa volete dire? Questa frase dice tutto di lui, sintetizza la sua essenza di calciatore e la trasformazione che subisce quando entra sul terreno di gioco. Una sorta di Dr Jekyll e Mr Hyde moderno che si reinventa nella maglia di Sinisa Mihajlovic. Un altro che sicuramente si farà amare dal nostro pubblico. Un altro per cui vale il discorso precedentemente fatto per Marco Materazzi. Di conseguenza, prossimamen­te aspettiamoci un boato quando il suo nome apparirà sugli schermi giganti di San Siro durante l'annuncio delle forma­zioni. E come per Materazzi vale il discorso dell'ottima qualità di gioco e della grande esperienza che metterà a disposizione dell'lnter. Aspetto non da trascurare è l'influen­za che un uomo di questo carisma avrà sul resto della squa­dra all'interno dello spogliatoio. Senza contare l'importanza che avrà per giocatori più giovani alle prese con le prime esperienze in campo europeo, come Burdisso. Di fianco a lui difensori del genere non potranno fare altro che appren­dere e migliorare. Non scordiamoci infine dell'aspetto realizzatìvo e offensivo. Il suo piede sinistro è una minaccia per tutti i portieri del mondo, da calcio piazzato, dal limite dell'area, dal dischetto del rigore, da calcio d'angolo: lui è pericoloso, punto e a capo. Le sue punizioni sono ormai diventate un classico. Sarà un valido aiuto per Mancini: i due si conosco alla per­fezione. Sinisa è il cosiddetto allenatore in campo, ma at­tenzione a non confondere ruoli e intenti. C'è chi insinua che Mihajlovic sia finito a Milano perché raccomandato dal rapporto di amicizia col Mando: errore. Lui è qui perché sa come si guida una difesa e una squadra intera alla vittoria. E questo è ciò che conta per noi. Anche per lui, come per tutta l'Inter, quella di quest'anno sarà una sfida, l'ennesima per un ragazzo di 35 anni. Non si fa grossi problemi, scen­derà in campo come ha sempre fatto: solo per prendere l'intera posta. "Mi piace vincere, l'ho sempre fatto e non ho intenzione di smettere adesso".“Lo Zingaro”  è un soprannome che lui gradisce molto. In  molti lo chiamano così e lui ne è felice. E’ chiaro che si fa riferimento direttamente alle sue origini: Sinisa è di padre Serbo e di madre Croata.

tratto dalla Rivista Ufficiale dell’Inter, Ottobre 2004

 MILANO - L'Inter chiude il 2004 con una vittoria e sconfigge 1-0 il Brescia allo stadio "Giuseppe Meazza" nella sedicesima giornata della Serie A Tim. Dopo le fasi iniziali della partita, al 22' Emre deve lasciare il posto a Cristiano Zanetti a causa di un problema fisico. Ci pensa Sinisa Mihajlovic (25') a rompere l'equilibrio della gara: la sua potente e precisa punizione dai 25 metri si infila nell'angolino basso alla destra di Castellazzi.

Uno dei più forti difensori centrali che abbia mai giocato in Italia; arriva all’Inter alla sua tredicesima stagione in serie A, dopo aver militato nella Roma, nella Sampdoria e nella Lazio.
Avversario mai domo, gli attaccanti contro cui ha giocato non hanno mai avuto vita facile per via della sua straordinaria capacità in fase di marcatura.
Le sue eccezionali doti balistiche lo rendono un’arma in più nei calci da fermo: su calci d’angolo e punizioni ha già segnato decine di reti in Italia e in Europa.
Nel suo personale palmares ci sono i successi in tutte le competizioni italiane e internazionali, ma al suo arrivo all’Inter ha dichiarato che di essere "convinto di poter dare un grosso contributo a questa Inter con la mia esperienza, la mia voglia di vincere, la mia cattiveria agonistica, con il mio orgoglio e con tutto quello che porto dentro. Sono certo che possiamo vincere qualcosa di importante"

MIHAJLOVIC: "CON MANCINI PARLIAMO TUTTI" Mercoledì, 01 Dicembre 2004

 APPIANO GENTILE - Ecco la terza sintesi della conferenza stampa di Sinisa Mihajlovic.

Non crede che ci sia stato troppo turn over per la difesa dell'Inter?

"Quando si gioca sempre con lo stesso compagno di reparto può essere più semplice, è una questione di automatismi. Poi puoi subire gol lo stesso. Una coppia collaudata rende le cose più facili, ma ripeto: all'Inter non è un problema di difesa, ma di fase difensiva".

Qual è il difensore con il quale si trova meglio al centro della difesa?

"Mi trovo bene con tutti, (ndr.: sorride) probabilmente sono loro a non trovarsi bene con me... Scherzi a parte, essendo mancino, preferisco giocare con un destro come Cordoba o Burdisso. Con Materazzi? Abbiamo giocato insieme solo contro il Chievo. Lui ha fatto bene, io malissimo. Però, essendo entrambi mancini e avendo le stesse caratteristiche, non siamo obiettivamente la miglior coppia".

Ha mai dato qualche consiglio a Roberto Mancini?

"Non ho mai dato consigli a Mancini, ha giocato più di me e conosce il calcio più di me. Poi parliamo tra di noi dopo le partite: Mancini esprime il suo pensiero e noi il nostro. Ci vuole un equilibrio di squadra, ognuno di noi deve dare il massimo ed essere concentrato, mettendo in pratica il lavoro settimanale. Dobbiamo cercare di essere corti e compatti, a quel punto non ci saranno problemi. È importante il dialogo che c'è tra il tecnico e la squadra".

E per quanto riguarda le critiche nei confronti di Toldo cosa vuole rispondere?

"Per me Toldo è sempre stato uno dei migliori portieri. Ho sempre detto, quando andava in panchina, che avrebbe reagito, e lui contro la Fiorentina è stato il migliore in campo. Non bisogna sempre cercare un colpevole. A volte le indica l'allenatore? Non mi ricordo che Mancini l'abbia mai fatto, non è nel suo stile. Posso dirlo perché lo conosco bene, non ha mai incolpato nessuno, ha sempre difeso pubblicamente i giocatori. E se prima della Juventus ha dichiarato che avrebbe tolto ai bianconeri Buffon, lo ha fatto solo perché Buffon li ha salvati spesso nelle occasioni in cui hanno concesso occasioni ai loro avversari. Sono convinto che alla stessa domanda Capello avrebbe risposto Adriano".

MIHAJLOVIC: "HO LE SPALLE LARGHE" Mercoledì, 01 Dicembre

APPIANO GENTILE - Ecco la seconda sintesi della conferenza stampa di Sinisa Mihajlovic.

L'Inter ha il miglior attacco del campionato, ma anche la peggior difesa.

"C'è da migliorare sicuramente. Una squadra come la nostra deve subire senza dubbio di meno. Non è colpa solo dei difensori, dobbiamo migliorare nella fase difensiva. Forse manca un po' di equilibrio o un po' di filtro a centrocampo, sicuramente ci sono anche gli errori dei difensori, ma sono cose che succedono. Ho giocato tantissimo, solo tre o quattro gare sono state perfette. Sarebbe noioso se tutti fossero sempre perfetti, si finirebbe sempre con uno 0-0. Comunque dobbiamo migliorare in fase difensiva".

Che differenza c'è tra l'Inter di campionato e quella di Champions League?

"In Champions League tutti giocano con un altro spirito, si scende in campo per vincere e si trovano più spazi. In campionato, a parte Juventus, Milan e Roma, gli altri si chiudono in difesa. Diventa più difficile vincere: capita che al primo contropiede, dopo che hai dominato la partita, subisci gol. ".

Contro la Juventus, ad un certo punto, è come se per voi fosse scattata una molla...

"Nelle partite come Inter-Juventus spesso decidono gli episodi, come nell'occasione del gol casuale di Nedved. Entrambe le squadre desiderano vincere, ma non vogliono neppure perdere. Se una delle due squadre segna, la partita può cambiare. Poi, quando eravamo sotto 2-0, non avevamo più nulla da perdere. Siamo stati bravi a recuperare, ma avremmo anche potuto subire il terzo gol".

La Juventus ad un certo punto si è messa a fare torello in mezzo...

"Capello era molto arrabbiato per questo. Pensavano che la partita fosse finita. Noi abbiamo visto che loro credevano di aver già vinto, questo atteggiamento ci ha caricati ancora di più. Per loro è stato un errore, ripeto: Capello era molto arrabbiato per questo, lo notavo dal campo".

Si è mai chiesto come mai, a volte, ci sia poca obiettività nei giudizi nei suoi confronti?

"Per me è sempre stato importante che si parlasse di me. Quando non si parla più di te significa che sei finito. È chiaro che fa piacere quando parlano bene, ma i giudizi negativi mi danno una grande carica. Desidero dimostrare a tutti che si sbagliano, faccio di tutto per far cambiare opinione a chi mi critica. Non sono uno che cerca consensi, il lavoro è sempre stato la mia forza, ho sempre rispettato tutti e cerco rispetto da parte di tutti. Settimana scorsa ho ricevuto, per esempio, delle critiche da parte di Boban. Vorrei tanto che lui non parlasse più di me. Posso permettermi di dire questo perché io e lui ci conosciamo da quando avevamo sette anni, lo conosco come le mie tasche. Mi hanno riferito che lui avrebbe detto che sono un giocatore finito. Cercherò anche di parlargli faccia a faccia, anche se dispiace che con una persona con la quale ho vissuto e giocato ci siano questi problemi".

MIHAJLOVIC: "AVANTI GARA PER GARA" Mercoledì, 01 Dicembre 2004

APPIANO GENTILE - Il difensore nerazzurro Sinisa Mihajlovic ha incontrato i giornalisti nella sala stampa del centro sportivo "Angelo Moratti". Ecco le sue risposte alle domande dei cronisti.

Nelle ultime cinque gare è stato quattro volte titolare. Crede di aver conquistato il posto?

"Siamo tutti titolari, in una squadra come l'Inter tutti dobbiamo sentirci così. L'utilizzo dipende dalla squadra che si affronta e dallo stato di forma personale. Non mi sono mai sentito nè riserva nè titolare, siamo tutti a disposizione. Anche quando sono andato in panchina non ho mai creato problemi. Per me era importante stare bene fisicamente e giocare qualche partita con continuità, credo sia andata sempre meglio".

Che gara si aspetta contro il Messina?

"Il Messina è un'ottima squadra, sono arrivati in Serie A e hanno dimostrato di essere molto organizzati e di saper giocare bene. In Italia non ci sono mai gare facili. Noi dovremo giocare con la stessa mentalità delle ultime partite. A livello tecnico siamo superiori al Messina, però dobbiamo dimostrarlo in campo. Ora il calendario ci mette di fronte squadre contro le quali sulla carta possiamo vincere. Prima della pausa di Natale ci serve una serie di vittorie per risalire la classifica".

Il pareggio con la Juventus è diverso dagli altri ottenuti in questa stagione?

"Non ci sono pareggio diversi, valgono sempre un punto. A volte lo ottieni in rimonta e ti sembra positivo, altre volte vieni rimontato e resti deluso. Contro la Juventus abbiamo ottenuto un pareggio importante contro una delle migliori squadre in circolazione, era difficile recuperare due reti segnate, peraltro, con un solo tiro in porta. Forse abbiamo creato più noi della Juventus, avremmo potuto anche vincere. Abbiamo comunque reagito e ne siamo contenti. È un momento sfortunato: Nedved ha fatto un tiro che sarebbe uscito, invece ha centrato Zalayeta e la palla è finita nell'angolino... In queste partite basta poco per fare la differenza...".

Il presidente Facchetti, al termine della gara contro la Juventus, ha posto degli obiettivi a breve termine per accorciare la classifica prima della sosta.

"Siamo partiti per vincere il campionato e, sino a quando c'è la possibilità matematica, faremo di tutto per vincerlo. Dobbiamo credere in quello che facciamo, dobbiamo continuare a migliorare. I risultati arriveranno, questo momento che stiamo passando non può durare in eterno. Siamo una squadra che può lottare tranquillamente su tutti gli obiettivi, giochiamo gara dopo gara e vediamo cosa succede".

A volte le sue prestazioni non vengono valutate obiettivamente. Cosa ne pensa?

"Non è una novità. Sono da tredici anni in Italia: pago da bere a chi riesce a scrivere qualcosa che non è mai stata detta nei miei confronti... All'inizio nella Lazio, se si subiva un gol, era sempre colpa di Mihajlovic... Sono abituato alle critiche, ho le spalle molto larghe. Credo nel lavoro che faccio, arrivo due ore prima all'allenamento e lavoro anche di più. Conta essere sempre presenti, stare bene fisicamente e farsi trovare pronti quando ce n'è bisogno. Sono contento di come sono andate le ultime tre partite. Le critiche non mi fanno certo piacere, ma vado per la mia strada. A fine stagione faremo i conti e vedremo chi avrà avuto ragione".

MIHAJLOVIC: "E CON LA JUVENTUS... "


Mercoledì, 24 Novembre 2004 23:28:19 BREMA - "E adesso non vedo l'ora di trovare il mio amico Nedved... ". Sinisa Mihajlovic scherza, ma sino a un certo punto, ai microfoni Sky dopo la gara con il Werder. È già tempo di Inter-Juventus e si sente, anche qui in Germania, in clima di Champions League, di Inter ancora imbattuta e prima nel proprio girone. Mihajlovic sorride pensa alla sfida con i bianconeri ("se giocherò, se non giocherò, comunque mi dispiace che non potrà esserci Del Piero"), scherza ("aspetto il mio grande amico Nedved per... fargli male") e si rivede all'inizio della partita con i tedeschi.
"Confesso - dice -, ero emozionato. Tornare in Champions, nel calcio che conta, dopo una lunga squalifica. Beh, non ci credevo più. L'Inter mi ha regalato questa possibilità e la ringrazio. Spero di aver ricambiato. Ero un po' emozionato, poi tutto è andato bene. Non era facile, un freddo cane, un arbitro che ha fischiato un rigore inesistente, ma lo perdoniamo, era la sua ultima partita nelle coppe... Dunque, non era facile, però l'Inter ha risposto bene. Ci siamo difesi con ordine, abbiamo creato buone occasioni in contropiede, insomma un risultato meritato".
E domenica, appunto, la Juventus. "Non sarà facile per noi, ma neanche per loro". Mihajlovic è già in partita. Il Derby d'Italia è così, ti prende l'anima. "Sono convinto che questa gara con la Juventus può essere l'inizio di un nuovo campionato. Per noi, s'intende". Lo dice sorridendo, Sinisa. Ma sembra una minaccia.
                                                                          dal sito ufficiale www.inter.it

DUE PUNIZIONI DI MIHAJLOVICH: INTER TERZA, A -8 DALLA  JUVE.

MILANO, 12 febbraio 2005 - Non c’è bisogno di rimontare, non c’è bisogno di una serata straordinaria degli attaccanti per batter la Roma. L’Inter se ne convince in una partita che può aver segnato definitivamente il distacco della squadra di Mancini dal gruppo che insegue la Champions, per puntare a più alte vette.

Vince la partita con due calci da fermo, due punizioni del maestro del “tiro libero” Sinisa Mihajlovic: 42 reti realizzate in questo modo in carriera, probabilmente un record europeo. Vince perché riesce a controllare la partita quando si trova in vantaggio, vince perché la difesa non corre rischi, con una serata quasi perfetta di Cordoba (anche se parecchio falloso) e dello stesso Sinisa, che non soffre nemmeno troppo la velocità di Montella, perduto nelle linee “nemiche”.

Il protagonista assoluto resta Mihajlovic, che converte due degli innumerevoli calci da fermo dicui è stata costellata la gara. E se per la Roma li tira sempre Totti, ogni volta che ce n’è uno per l'Inter scatta la corsa. Mihajlovic e Adriano, a un certo punto, si giocano il tiro facendo la conta. Un bim bum bam vinto da Adriano, ma le occasioni per lo sconfitto non mancheranno: al 2’ di recupero si impone di forza su Zé Maria, mandandolo platealmente a quel paese.

Conte a parte, la partita vede anche il ritorno per 90’ di Adriano, preferito a Vieri e poi lasciato in campo per tutta la partita, anche perché i cambi servivano altrove. Adriano e Martins giocano una buona gara, bravi soprattutto a tenere palla e far guadagnare metri alla squadra. Sull’altro fronte, il tridente punge solo a tratti: Totti e Cassano sono come al solito sontuosi, ma quasi sempre manca loro l’ultimo passaggio e alla fine Toldo non è che sia impegnatissimo.

Del Neri aveva schierato una difesa sulla carta a 3, in pratica a 5, se non a 7. Quasi sempre l’intera fase offensiva era sulle spalle di Totti e Cassano. Il meglio la Roma lo dà alla fine del primo tempo, nella ripresa trova pochi spazi e poche occasioni. Anche perché si gioca poco, fra un fallo, una protesta, una punizione. Per l’Inter va bene così, anche se Vieri rimane in panchina per tutta la partita. Mancini deve usare i cambi per dare fiato a Kily, rientrato dopo lungo tempo, e per rinforzare la difesa con Zé Maria e Burdisso. Bobone non pare farne una malattia, il clima è cambiato. Ora non resta che aspettare altri passi falsi delle due là davanti. L’Inter, però, adesso c’è. E lo ha dimostrato con una partita ordinaria, ma vinta. Non pareggiata.

da La Gazzetta dello Sport

DOPPIO MIHAJLOVICH E L'INTER BATTE LA ROMA

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12 febbraio 2005 - Mihajlovic accende la serata del secondo anticipo a San Siro con una doppietta decisiva: l’Inter ha sconfitto per 2-0 la Roma. I nerazzurri sono andati in vantaggio al 23’ con Sinisa Mihajlovic, direttamente su calcio di punizione calciato da posizione piuttosto angolata, dal vertice destro dell’area di rigore. Al 92’ il serbo ha concesso il bis. Stavolta, dal vertice opposto dell’area il serbo inventa una parabola che aggira la barriera e fa finire il pallone alla destra dell’immobile Pelizzoli. Alla fine della partita ha spiegato cos'è successo quando, per battere una punizione, ha fatto «pari o dispari» con Adriano. «Abbiamo fatto "bim bum bam" - ha detto - perché ogni volta che bisogna tirare le punizione si litiga. Nel finale ho dovuto discutere anche con Zè Maria». 

«Comunque ne ha tirate anche Adriano - ha aggiunto Mihajlovic - e io in questo modo ho segnato due gol alla Roma. Sono contentissimo così».
«Il risultato potrebbe ingannare - ha detto Roberto Mancini alla fine - è stata una partita dura contro un ottima squadra dall’attacco micidiale.Potevamo sfruttare meglio qualche contropiede, abbiamo sofferto fine, pur senza subire grossi pericoli».

dal Corriere della Sera

 

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